Classifica personale di Poldeold

Titolo Voto giocoordinamento crescente Commento Data commento
Quarto! 9,0

Tra i migliori astratti in circolazione. Un must per chi ama il genere.

Geniale l'idea di consegnare la propria "condanna" (cioè il pezzo da giocare) all'avversario.

Componentistica di ottima fattura. Regolamento facile da spiegare. Alta "scalabilità" a livello d'età: possono cimentarsi giovani giocatori partendo soltanto da una delle 4 caratteristiche (chiaro-scuro per esempio).
Grande profondità strategica concentrata in un gioco di estrema semplicità.

Qualche dubbio sulla longevità. D'altronde i "filler" di questo tipo non sono fatti per essere "abusati"...

16/05/2012
Sid Meier's Civilization: The Board Game 9,0

Commento basato su 2 partite. Non conosco il videogame da cui è tratto quindi non sono influenzato da vecchi ricordi di gioventù.

- Materiali: gioco molto ricco (miniature, carte, tokens), tabellone componibile piacevole (al contrario del recensore io lo apprezzo), dipendente dalla lingua visto il testo sulle carte (da cui dipende tutto il gioco);
- Regolamento: chiaro (anche i rimandi sono ben specificati), non è un gioco difficile dal punto di vista delle regole. Inoltre già alla seconda partita non c'erano più grandi dubbi irrisolti (questo parla a favore del gioco e della sua linearità);
- Originalità: va detto che io non posseggo giochi di civilizzazione quindi per me il tema è trattato in modo originale, l'ambientazione è ben resa e le azioni si collegano in modo logico con la tematica;
- Meccaniche: interessante la meccanica del combattimento e bella l'evoluzione della propria civiltà tramite le carte tecnologia che danno grande varietà di strategia anche usando le stesse civiltà. Non avendoci giocato molto non posso esprimere un opinione sul bilanciamento delle varie civiltà (anche se credo che conoscendole bene non ci sia una vera e propria sproporzione);
- Longevità: 4 modi per vincere, 6 civiltà, un numero importante di carte tecnologia, una decina di edifici, tabellone modulabile, beh non credo ci sia da discutere...
- Scalabilità: provato in 2 e in 3. Visto che il tabellone varia a dipendenza del numero di giocatori la scalabilità è buona. Più si è e più c'è il rischio di pestarsi i piedi per accaparrarsi risorse o meraviglie;
- Divertimento: gran bel giocone, ben congegnato ma non difficile da capire. Moltissime scelte e strategie di gioco. Unico vero difetto. Il gioco è soggetto al virus di Analysis Paralysis soprattutto perché la pianificazione a volte deve essere fatta dopo aver visto come hanno agito gli altri prima di te!

23/08/2012
Tzolk'in: The Mayan Calendar 9,0

Gioco che mi ha favorevolmente colpito anche se non rappresenta un gioco "di rottura" nell'ambito dei gestionali. La trovata delle ruote ben implementate nel sistema di gioco e la necessità di pianificare in modo oculato le proprie mosse a medio e lungo termine ne fanno un gioco alquanto interessante.

- Materiali: bella componentistica (grafica e di materiali) e gioco indipendente dalla lingua (regolamento esculso);
- Regolamento: chiaro e lineare. Regole non complesse da capire (qualche pecca nella traduzione italiana). Inoltre la plancia aiuta attraverso simboli e colori che richiamano le azioni possibili;
- Originalità: risiede soprattutto nel piazzamento dei propri lavoratori sulle ruote. A livello di tematica e ambientazione non mi sembra nulla di nuovo. Essendo un bel gioco alla tedesca, l'ambientazione, diciamo così, è passata in secondo piano;
- Meccaniche: il gioco non è difficile da imparare ma è tosto da giocare. Una mossa sbagliata può essere iperpenalizzante. Chi resta indietro è difficile che recuperi. D'altro canto le strade che portano alla vittoria finale sono diverse e tutte percorribili, quindi grande varietà di strategie. È necessario non disperdersi ma puntare su pochi elementi e concentrarsi su quelli. La meccanica delle ruote che girano e che modificano l'azione da fare la trovo molto interessante;
- Longevità: per lo stile di gioco direi abbastanza elevata. Garantita inoltre dal cambiamento dei monumenti (che danno punti alla fine della partita) e dalle carte ricchezza iniziali (che cambiano ad ogni partita);
- Scalabilità e tempo di gioco: si esprime meglio in 3/4 giocatori dove ci si può maggiormente intralciare. Potrebbe soffrire di Analysis-Paralysis e quindi i 90' ci stanno tutti. Può però essere giocato anche in minor tempo se i giocatori sono rapidi nel scegliere le azioni;
- Divertimento: il gioco mi è piaciuto molto. Pianificazione, meccaniche, interazione indiretta, presenza delle ruote. È molto ricco e "brucia il cervello" al punto giusto (non troppo ma nemmeno troppo poco).
In definitiva uno dei migliori gestionali usciti da Essen 2012. Lo candido al Kennerspiel des Jahres 2013!

12/11/2012
Village 8,0

Commento basato su 5 partite (in 2 e 4 giocatori).

- Materiali: ottimi. Tabellone molto ben disegnato e simbologia chiara che aiuta a capire cosa è necessario fare nelle varie sezioni del tabellone. Indipendente dalla lingua.
- Regolamento: ben strutturato e corredato da esempi esplicativi. Chiaro e lineare. Non lungo da spiegare.
- Originalità: abbastanza ben ambientato. Originale soprattutto la meccanica del "passare del tempo" che influenza la vita dei membri della famiglia.
- Meccaniche: gioco non complesso con molte azioni da scegliere e diverse strategie per arrivare alla vittoria (a mio avviso non molte cmq). il punteggio è spesso tirato tra un giocatore e l'altro.
- Longevità: discreta. Credo che a lungo andare gli abbinamenti delle varie azioni (accennati anche nella recensione) siano sempre più o meno gli stessi. Da approfondire questo aspetto (mi riservo la possibilità eventualmente di riaggiornare il commento).
- Scalabilità: abbastanza buona. Meglio in 4 che in 2. Cmq piacevole anche in 2 giocatori.
- Divertimento: l'idea di fondo del passare del tempo e della morte dei membri della famiglia è ottima, soprattutto perché porta una certa profondità strategica (è importante quando e in che parte del tabellone far morire un proprio membro della famiglia).

24/04/2012
Spot it! 8,0

Giochino MOLTO MOLTO coinvolgente. È piaciuto a TUTTI coloro a cui l'ho proposto. Va benissimo per gente che non è abituata a fare giochi da tavolo: rapido, semplice e simpatico.
Calza a pennello come gioco della "staffa". Attenzione però se ne si abusa fa venire un bel mal di testa sia per lo sforzo mnemonico a corto termine sia per le urla dei vicini!!!
Ottimo con bambini anche di 5-6 anni che, a volte sono più rapidi degli adulti!
Si guadagna un meritato 8 che deve essere letto soprattutto tenendo conto della categoria party games e non di tutto il mondo ludico.

23/08/2012
Alien Frontiers 8,0

- Materiali: componentistica ben fatta. Tabellone molto chiaro, curata la grafica che permette un'immediata comprensione delle varie azioni. Gioco poco dipendente dalla lingua (soltanto il testo delle Alien Tech cards);
- Regolamento: ben scritto e comprensibile. Corredato da tanti esempi;
- Originalità: segue il filone dei gestionali con i dadi. L'ambientazione per la verità si sente pochino. Presenta però degli aspetti nuovi nella modalità d'uso delle carte che hanno una doppia valenza: modificano i dadi e allo stesso tempo possono essere usate per interagire con gli avversari;
- Meccaniche: non particolarmente complesse. Si impara velocemente. Non ci sono migliaia di regole da apprendere. Le strategie sono differenti e dipendono molto dalle carte scelte e dal lancio dei dadi. La pianificazione a lungo termine non è possibile. Bisogna sempre fare attenzione agli altri e controllare cosa fanno.
- Longevità: ci sono varie strade per vincere, si deve sempre fare i conti con il lancio di dadi e è importante osservare bene le mosse degli avversari. Questi elementi permettono una discreta longevità. Infine il gioco "ringiovanisce" se si gioca con nuove persone;
- Scalabilità: ottimo in 2 giocatori (anche perché certe postazioni vengono limitate in base al numero di giocatori). In 4 il rischio è che qualcuno sia penalizzato più di altri. Potrebbe soffrire di Kingmaking visto che sostanzialmente è un gioco di maggioranze. Inoltre ad ogni turno possono cambiare le carte in tavola e quindi il rischio di Analisys Paralisys è presente;

In conclusione: innanzitutto il filone dei gestionali di dadi è uno di quelli che preferisco. In Alien Frontiers i dadi si integrano molto bene con altre meccaniche, soprattutto nella relazione che hanno con le carte. Il gioco è per coloro che amano farsi immense carognate uno all'altro.
Ci sono diverse strade da intraprendere per vincere e non mi sembra ce ne sia una che prevale sulle altre. Il tutto dipende molto dal risultato dei dadi e da come si comportano gli avversari.
Per me è stata una gradita sorpresa. Anche se non di grande originalità e con un'ambientazione un po' blanda, uno dei migliori giochi finora usciti dal sito kickstarter.

24/12/2012
Tunnels & Trolls Rulebook (5th Edition) 8,0

CHE RICORDI! Il mio voto è influenzato dai piccoli rimpianti di un tempo che fu.
Il primo GdR (e unico in realtà, visto che Kata Kumbas non l'ho praticamente quasi mai giocato).
Regole molto semplici che lasciano al master grande libertà di creazione e gestione.
GdR che si gioca quasi "da subito" e che nel contempo è cmq ricco di elementi tipici dei GdR fantasy.

... quanti ricordi con i "Tiri di Recupero" :)

10/10/2013
Ghost Stories 7,0

Gioco piacevole ma un po' ripetitivo. La fortuna è abbastanza presente (lancio dei dadi, carte fantasma girate ad ogni turno a caso) e può determinarne la partita senza che i giocatori riescano a trovare adeguate soluzioni.
Scalabilità: meglio in quattro. Giocato in tre, senza che un taoista possa sviluppare la sua fase Yang, diventa molto ardua la partita.
È sicuramente un cooperativo con una discreta ambientazione: l'effetto "claustrofobia" dato dall'arrivo continuo di fantasmi che assediano il villaggio è ben reso e ciò costituisce il lato più positivo di un gioco che in realtà risulta piuttosto ripetitivo nelle azioni da effettuare. A questo proposito sarebbe stato più bello se i fantasmi dei 4 colori fossero caratterizzati da loro specifiche peculiarità tipiche del loro colore e non soltanto da un cambio di nome e di disegno sulla carta (per tale motivo è stato introdotto un quinto colore, nero, non sufficiente a sopperire a questa mancanza).
Longevità: la possibilità di cambiare i 9 quartieri del villaggio a piacimento da una certa longevità al gioco.
In definitiva un'esperienza di gioco senza grandi colpi di scena, ma che risulta cmq gradevole anche per una certa complessità nel pianificare bene le azioni concordandole con gli altri giocatori (buon effetto cooperativo).

03/05/2012
Ticket to Ride 7,0

Gioco adatto ad iniziare chi si avvicina al gioco da tavolo: regolamento semplice, durata contenuta, divertimento e anche una certa dose di strategia.

La fortuna ha un peso non indifferente (soprattutto nella pesca degli obiettivi).

La varietà di strategie che portano alla vittoria rende TtR un gioco che scala bene sia per giocatori occasionali sia per boardgamers assidui; ciò garantisce anche una longevità non indifferente.

16/05/2012