Xe Queo!

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Xe Queo!
Voto recensore:
6,3
Xe queo! significa "è quello" in veneziano. Ed è ciò che urla il giocatore che indovina quale pedina ha scelto l'avversario come suo portabandiera.

Le pedine vengono disposte sul tavoliere a caso. A ogni proprio turno il giocatore deve spostarne una qualsiasi di una o più caselle (saltando le altre pedine). Un anello disposto anch'esso a caso indica l'obiettivo da raggiungere con la pedina del colore che si è segretamente scelto. E già qui la vita si fa dura: mando avanti la mia pedina o gioco per contrastare scelto il mio avversario?

Ma ci sono altri due modi per vincere l'anello:
-indovinare il colore della pedina portabandiera avversaria (urlando Xe Queo!);
-aver scelto la stessa pedina dell'avversario, che nel suo turno riesce a portarla ad obiettivo.

Vince la partita chi conquista 4 anelli su 7.

Questo gioco del maestro Randolph, purtroppo da poco scomparso, è di una semplicità disarmante, ma diverte e impegna forse molto di più del giocone della serata che si sta aspettando di fare quando arriveranno tutti i giocatori. Dura pochi minuti e lo gioca anche mia nonna (che a pinnacola mi regala gli attacchi quando perdo). Un antipasto astratto per due persone (che non costa molto più di un aperitivo).

Giocando a Xe Queo! la mente lavora sulle tattiche geometriche di spostamento delle pedine (comunque non complesse), mentre il volto deve agire per indirizzare i pensieri dell'avversario verso l'ipotesi sbagliata. Quanto conta l'analisi psicologica dell'avversario a partire dai suoi occhi? Molti giochi di oggi somigliano ai tornei di scopa, in cui addirittura un pannello separa il giocatore dal piano di gioco (e da avversari e compagno) e l'arbitro si occupa di mettere le carte giocate sul tavolo. Giochi a squadre latitano; si pensi a un gioco alla tedesca a squadre (magari casuali), in cui si possa parlare come nella briscola. O più semplicemente un gioco da tavolo come il poker, in cui non ci sono squadre ma non è solo dagli atti di gioco che si può risolvere una partita, ma anche da ciò che ci sta intorno. Questo è Xe Queo!
Pro:
Il lavoro psicologico che bisogna fare sull'avversario.
L'imprevedibilità senza caso nè caos.
La faccia dell'avversario gabbato dal proprio bluff.
Contro:
Non longevo, non nel senso che non si fa più giocare, solo che non ci si passa una serata intera. Una partita a Xe Queo tornerà sempre, ed è un gioco che non si dimentica.
Unico vero neo è misurarsi con un giocatore che usi la tattica della scelta casuale delle proprie pedine fingendo però una precisa strategia. Ma deve avere un controllo da pokerista della propria espressione facciale, il che contribuisce a rendere affascinante questo classico.
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