Wherewolf

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Wherewolf
Voto recensore:
7,6
Ambientazione
WhereWolf prende spunto dall’ormai famoso sistema che ha dato origine a tanti titoli di successo come "Lupus in Tabula", "Mafia" e molti altri, dei quali potete trovare la recensione anche in questo sito; le particolarità inserite nel compendio di regole ne fanno però un prodotto a parte, paradossalmente unico nel suo genere.

L’ambientazione è ormai quella più assodata per questo tipo di party game: in un piccolo villaggio vengono rinvenuti i cadavere martoriati di alcune persone, probabilmente il lavoro di uno o più lupi mannari affamati, la paura si impadronisce dei poveri abitanti che infervorati dal fuoco della giustizia iniziano un difficile percorso di deduzione, tranelli e false piste per riuscire ad individuare chi fra loro è responsabile del malfatto, per poi punirlo come si deve con la pubblica condanna al rogo.
Il gioco procede con una alternanza di turni diurni e notturni, durante i quali le varie forze in campo sfruttano le proprie abilità per sopraffare le fazioni degli altri giocatori.

Qui finiscono però le assonanze con gli altri giochi dello stesso genere, perché su questa base l’autore di WhereWolf sviluppa una sua personale visione ed è proprio su queste particolarità che intendo porre la mia attenzione.

Innanzi tutto il numero dei personaggi (30) è notevole, tutti diversi e con peculiarità differenti, ognuno studiato perché possa inserirsi nell’ambientazione in modo coerente quasi a generare una vera avventura; molti poi possono essere giocati, con varianti al regolamento base, in più modi tanto da far aumentare il numero dei personaggi tipo fino a 40 e oltre.

All’aumentare del numero di giocatori aumentano anche le fazioni, non più solo “buoni” e “cattivi” o per meglio dire “cittadini” e “lupi mannari”, ma anche “vampiri”, “criminali”, “reietti” e “pazzi”, per non parlare della bella e dannata “Giulietta” condannata a legare il suo destino alla fazione del suo amato Romeo; il tutto genera un intreccio di obiettivi, strategie e tattiche senza precedenti.

Le carte dei personaggi sono uno dei punti di forza del gioco, le dimensioni ed il layout sono studiate in modo da avere un prodotto evocativo e nello stesso tempo utile per la gestione delle partite: nella parte superiore troviamo il disegno che raffigura il personaggio, ognuno è una piccola opera unica (una curiosità: la carta del Vampiro è il ritratto dell’autore); nella parte inferiore invece ci sono riportati i simboli della fazione a cui appartiene il personaggio, il colore dell’aurea, se ha poteri mistici o no ed un piccolo promemoria delle sue abilità.
La tipologia del cartoncino usato non è di grandissima qualità e per questo è bene trattarle con cura, visto che tendono a rigarsi e a scolorirsi con facilità, per chi può l’ideale sarebbe plastificarle.

Il Gioco
Anche il sistema è stato migliorato: tutte le votazioni, che gli abitanti del villaggio fanno durante le ore di giorno, sono fatte ad occhi chiusi, in questo modo le strategie devono essere dedotte e nessuno può avere un riscontro diretto del proprio ragionamento vedendo il voto degli altri; alcune abilità possono essere utilizzate solamente una volta durante tutta la partita forzando il giocatore a centellinare le proprie capacità, certe altre sono sempre attive fintanto che il personaggio è vivo, altre iniziano a funzionare solo quando il personaggio muore andando a moltiplicare le variabili in modo esponenziale.

Nella scatola c’è anche un libricino che funge da manuale e prontuario per la gestione delle prime partite, è costituito da una piccola introduzione seguita subito dopo dalla descrizione vera e propria delle regole, quest’ultima a dire il vero sarebbe stato meglio farla più delineata e precisa ma è indubbio che le infinite possibilità di intrecci rendono il gioco poco facilmente riassumibile.
Nell’ultima parte ci sono le descrizioni di tutti i personaggi con consigli utili su come poterli giocare al meglio.

Considerazioni
Concludendo dobbiamo dire che WhereWolf è un gioco veramente ben riuscito: spettacolare nella grafica, buono nei materiali, con meccaniche ben calibrate e proporzionate, con una vitalità praticamente infinita dato che è impossibile ripetere per due volte la stessa partita; perde molto però nella scala se si scende con il numero di giocatori, come molti party game più si è meglio è; ed anche se è consigliato da 6 giocatori in su, esprime il suo massimo quando il tavolo è almeno da 11-12 giocatori, diventando eccezionale con 16 o più.
Pro:
Coinvolgente, fortemente evocativo, stimola la socializzazione fra le persone, il confronto e lo scontro e, cosa non da poco, molto divertente.
Contro:
Materiali delle carte fragili, il manuale in alcuni punti è leggermente lacunoso, non scala benissimo con pochi giocatori.
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