Urbino è un titolo competitivo di Dieter Stein per due soli giocatori, edito nel 2017 dalla Clemens Gerhards, casa editrice di Ransbach-Baumbach (Germania), che produce artigianalmente i propri giochi. La XV Games ha localizzato il gioco in italiano. Si tratta di un gioco astratto, dove siamo degli architetti che devono progettare una cittadina nel modo più armonioso possibile.
Come si gioca
Un giocatore prende i pezzi bianchi (la luce) e l'altro i neri (l'oscurità). Inizia il giocatore dell'oscurità a posizionare una delle due pedine architetto (rosse) su una qualsiasi delle caselle del tabellone 9X9, stessa cosa fa il giocatore della luce. Si continua poi a turni alternati nero-bianco, secondo il seguente flusso di gioco:
spostare uno dei due architetti su una casella libera (opzionale);
posizionare uno degli edifici del nostro colore nelle caselle consentite dall'intersezione delle linee di vista dei due architetti (obbligatorio). Si considerano otto linee di vista per architetto, quindi sia ortogonalmente che in diagonale. Durante il primo turno si salta lo spostamento degli architetti.
Sembra facile, vero? Addentriamoci nel regolamento con le regole restrittive per il piazzamento degli edifici. In un distretto (district), tutti gli edifici adiacenti ortogonalmente di un colore sono considerati un quartiere (block) e non è possibile che in un distretto ci sia più di un quartiere per colore. I palazzi non possono avere un altro palazzo adiacente di nessun colore, sia ortogonalmente, sia in diagonale; la stessa regola vale per le torri. Ultimo dettaglio importante: gli edifici interrompono la linea di vista.
Partita in corso
Arrivati a un certo punto, costruire sarà sempre più difficile e le scelte saranno via via più limitate, per via delle restrizioni descritte qui sopra. Quando entrambi i contendenti saranno costretti a passare (ricordate che se è possibile posizionare un edificio, dovete farlo: non si può passare arbitrariamente), la partita termina e si contano i punti. I distretti di un solo colore vengono scartati (non c'è armonia). Di quelli con due colori, fa punti solo il colore che ha maggioranza, sapendo che le case contano 1, i palazzi 2 e le torri 3. In caso di pareggio, fa punti solo il colore che ha usato più pezzi "forti": si spareggia partendo dalle torri e proseguendo coi palazzi. In caso ci sia parità assoluta anche nella tipologia di pezzi usati, nessuno dei due fa punti. Il giocatore che ha ottenuto più punti vince la partita. Se abbiamo un pareggio, di nuovo si contano gli edifici più prestigiosi che sono stati valutati al punteggio, sempre partendo dalle torri. In caso di parità assoluta, la luce e l'oscurità condividono la vittoria. Esiste anche una variante ufficiale per esperti, in cui conformazioni particolari di edifici ne formano di più complessi (mura, palazzi ducali e cattedrali), che raddoppiano i punti dei pezzi che li compongono.
Materiali
Fine partita, si tolgono i distretti formati da solo un colore
Legno, legno e ancora legno. Come accennato all'inizio, questa casa editrice ha l'enorme merito di produrre in sede tutti i giochi in catalogo. Il risultato è davvero pregevole: edifici peso-piuma e tabellone hanno tutti una finitura soft-touch che aggiunge piacere tattile oltre al piacere di giocare. Notevole la bellezza del tabellone a fine partita, con la città che ha preso forma sotto i nostri occhi. Anzi, è talmente elegante che è quasi un peccato tenerlo in scatola. In aggiunta, nella scatola troviamo due sacchetti in stoffa per tenere in ordine i pezzi bianchi e neri. La scatola (possiedo l'edizione tedesca), in linea con lo spirito ecologico aziendale, è molto spartana e leggera, potrebbe essere l'unico difetto macroscopico del gioco: risulta facilmente deformabile. Si sconsiglia l'archiviazione in orizzontale sotto ad altre scatole. Il gioco è totalmente indipendente dalla lingua, ad eccezione del regolamento.
Profondità strategica e tattica - difetti
Calcolo punteggio
distretto rosso 9 punti al nero, distretto verde 8 punti al bianco, distretto viola 14 punti al nero. il nero vince per 23 a 8.
Gioco molto interessante da questo punto di vista, è possibile dall'inizio pensare a una strategia, come ad esempio restringere per quanto possibile il campo di battaglia, oppure tenere i pezzi pregiati il più possibile per i distretti palesemente a nostro favore. È possibile adoperare dosi di tattica, come scegliere bene dove spostare l'architetto, oppure come sacrificare dei pezzi (case per lo più) per bloccare l'espansione dei quartieri dell'avversario e assicurarsi la maggioranza del distretto in questione. Considerate che, su una quindicina di partite, i distretti contesi (intendo quelli con entrambi i colori) sul tabellone sono stati da tre a sei e, di questi, quelli decisivi che avrebbero portato più punti, sono stati uno o due a partita.
Da questo punto di vista ci potrebbero essere dei blocchi da paralisi da analisi da ambo le parti, soprattutto alle prime partite, che comunque durano circa 45 minuti, anche perché gli ultimi turni sono frutto di quello che avete seminato in quelli precedenti e le scelte man mano si restringono. Anzi, se uno dei due sta vincendo, è possibile che questo giocatore velocizzi verso la fine, spostando un architetto in posizioni scomode per l'avversario (opzione strategica).
Considerazioni finali
Casi particolari
i 3 punti vanno al nero (freccia verde) perché ha usato la torre; i punti non vanno a nessuno (freccia rossa) perché i pezzi usati sono esattamente gli stessi.
Ottimo titolo astratto con buona profondità strategica e tattica. Rigiocabilità: ottima se amate gli astratti; se invece preferite giochi più ambientati, potrebbe annoiare dopo qualche partita, ma potreste prenderlo in considerazione come uno di quei giochi da tenere in collezione e tirare fuori ogni tanto, ché il regolamento difficilmente si dimentica, tanto è condensato.
Per la cronaca, Urbino deriva da un altro gioco di Stein, Polar, inventato nello stesso anno, con regole più basilari (tabellone 13X13, i pezzi da posizionare sono tutti uguali, non ci sono gli architetti, il metodo per contare i punti è differente, ci sono meno restrizioni per il posizionamento dei pezzi) con un pizzico di Network (1969) di Sid Sackson, per l'utilizzo della linea di vista in un astratto. Per vostra informazione, la sottoscritta non è una grandissima appassionata di astratti, ma questo Urbino è davvero accattivante. Non lo proporrei a neofiti perché è ben complesso, ma per loro ho sempre Azul e Tiny Towns che riscuotono sempre successo. La variante per esperti non la trovo così interessante, a mio parere snatura un po' la pulizia del gioco base. Il prezzo è consono al prodotto che, ripeto, è completamente artigianale.
@Locompetitivo: diciamo che, se War Chest è il mio 9 per gli astratti, Santorini si assesta sul 7,5. Santorini è molto più tattico che strategico, questo Urbino è più da gamer.
@Locompetitivo: diciamo che, se War Chest è il mio 9 per gli astratti, Santorini si assesta sul 7,5. Santorini è molto più tattico che strategico, questo Urbino è più da gamer.
non ho capito: i giochi tattici non sono da gamer?
@Locompetitivo: diciamo che, se War Chest è il mio 9 per gli astratti, Santorini si assesta sul 7,5. Santorini è molto più tattico che strategico, questo Urbino è più da gamer.
non ho capito: i giochi tattici non sono da gamer?
No, stavo parlando delle differenze con Santorini, come richiesto da Locompetitivo. "È più da gamer" rispetto a Santorini.
Forse non si trova più, ma se volete provarlo è comunque giocabile online e gratuitamente (previa iscrizione) sulla piattaforma BoardGamePlay (https://boardgameplay.com/).
Mi sfugge come fa un editore ad avere uno "spirito ecologico aziendale" e avere solo giochi di legno in cui taglia alberi a manetta. A meno che non sia legno di scarto riciclato, ma dalle immagini non si direbbe...
@Morf: la Germania mi risulta essere uno degli Stati virtuosi che attua deforestazione sostenibile, cioè pianta più alberi di quelli che taglia, inoltre ricordo che la deforestazione che più impatta è quella legata alla coltivazione dell'olio di palma e simili, ma è un discorso che esula da codesto sito.
A mio avviso il legno se ricavato responsabilmente è più ecologico della plastica.
Tutto verissimo ciò che dici, ma è più ecologico riciclare plastica rispetto a tagliare alberi perchè in un caso togli materiale inquinante/contaminante del'ambiente, nell'altro caso, bene che vada, pianti alberi piccoli al posto di quelli grandi. A meno che, come mi è capitato in rarissimi casi, non si tratti di legno riciclato da scarti di lavorazione dei cicli produttivi. La mia non vuole essere una critica personale o all'articolo, solo una considerazione su una percezione che secondo me è errata un po' a livello generale.
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