Tao Long: La via del 3310

Invasione di draghi
Rosengald

Oggi presento Tao Long, un gioco astratto per due giocatori, dove muoveremo due potenti dragoni in una danza mortale. Basteranno pochi segnalini di cartone e una plancia a stabilire chi dovrà guidare l'umanità per la prossima era?

Voto recensore:
8,0

Dopo Majesty mi accingo a scrivere di un altro titolo preso in quel di Modena, sarà che gioco principalmente in due, sarà che da piccolo rubavo il 3310 di mia madre per giocare a snake, o sarà che amo Trajan ma non riesco a farci mai una partita (e visto che la mia ragazza legge le recensioni: Sì cara, ce l’ho con te!), ma il gioco di cui parlo oggi ha visto già diverse volte il tavolo a distanza di poco più di un mese dalla fiera modenese. E sto parlando (o meglio scrivendo) di Tao Long la via del dragone, un gioco di Dox Lucchin e Pedro Latro lanciato su Kickstarter da Thundergryph Games e portato in Italia da Gate on Games, per 2 giocatori (ma c’è anche la variante in solitaria) della durata di 20 minuti circa. Avendola comprata in fiera mentre scrivo, ho sulla scrivania l’edizione italiana.

Ambientazione

C’era qualcosa di informe e di perfetto, prima della creazione dell’Universo. È sereno. Vuoto. Solitario. Immutabile. È la madre dell’Universo. In mancanza di un nome migliore, io lo chiamo Tao. Lao Tzu

In Tao Long ogni giocatore prenderà il controllo di TianLong, il dragone del cielo o di DiLong il dragone della terra, pronti a affrontarsi per stabilire chi dei due influenzerà la direzione dell’umanità della nuova era che sta per iniziare. Tao Long infatti viene presentato come un gioco dell’antica Cina che rappresenta come l’umanità cambi da un’era all’altra. I due dragoni sono entrambi legati al Tao che si manifesta sul mondo grazie al Bagua. Il Bagua è una ruota di trigrammi e ogni trigramma è composto da una sequenza unica di tre linee intere o spezzate, laddove le linee intere rappresentano la polarità positiva dello Yang mentre quelle spezzate la polarità negativa dello Yin. Se qualcuno avesse il dubbio che io abbia capito quello che ho scritto vi rassicuro… non so cosa ho scritto ma Wikipedia dice così.

Il Gioco

La semplicità è una grande virtù, ma occorre un duro lavoro per raggiungerla nonché gusto per apprezzarla. E come se non bastasse: la complessità vende meglio. Edsger Wybe Dijkstra

Il Bagua
Il Bagua
Dentro la scatola di Tao Long si trova lo stretto indispensabile, qualche segnalino di cartone, i segmenti dei due draghi, otto dischi di legno, un po’ di dischetti più piccoli e, ovviamente, la plancia. I materiali sono molto buoni, il cartone è bello spesso e l’iconografia molto chiara. Ma passiamo al gioco.

Il tabellone di gioco ha due aree, il Bagua, disposto a cerchio con otto spazi azione contrapposti, fuoco e acqua, cielo e terra e così via. Qui metteremo gli otto dischi, due per punto cardinale. L’altra parte del tabellone rappresenta la plancia dell’umanità, ovvero dove avverrà fisicamente lo scontro tra i dragoni. È una griglia 8x8, nella quale piazzeremo i nostri dragoni e - a seconda dello scenario - altri elementi.

Vale la pena spendere due parole sui dragoni. Entrambi sono formati da quattro tessere quadrate, una testa e tre segmenti di corpo. Il drago si muove spostando la testa e il corpo lo segue secondo la logica dello snake, all’atto pratico dopo aver spostato la testa, si prende il segmento di corpo di coda e si usa per ricongiungere la testa al corpo. Ogni drago inizia la partita con quattro pietre dell’acqua e nessuna di fuoco.

Come già detto, lo scopo del gioco è quello di eliminare le tre sezioni del corpo del drago avversario, questo succede ogni volta che si porta a zero il contatore delle pietre dell’acqua, facendo così perdere al drago nemico un segmento di corpo.

A partire dal giocatore che controlla il drago bianco si seleziona un’azione secondo la logica del mancala, ovvero si prendono tutte le pietre presenti in una casella azione e se ne lascia una in ogni casella che si incontra in senso antiorario, l’ultima sulla quale riusciremo a piazzare una pietra sarà l’azione che utilizzeremo.

Le azioni come già detto sono otto, sei di solo movimento che consentono di spostare il nostro drago, ma sempre a condizione che la testa si trovi in senso verticale o orizzontale, e due – fuoco e acqua – che ci faranno muovere come si desidera e poi soffiare l’elemento scelto, così da infliggere ingenti danni all’avversario. Tranne che per le azioni di fuoco e acqua ogni volta che un movimento porta la bocca del nostro drago adiacente a una sezione del drago avversario, si “morde” infliggendo un danno.

Altre due azioni – vento e tuono – concedono una mossa extra a chi le attiva.

Gli scenari sono molti e introducono nuovi elementi sulla plancia, come il villaggio, le montagne o i portali, attraverso i quali il nostro drago può entrare per viaggiare più rapidamente, ma rendendosi più vulnerabile, infatti, finché in uso, i portali conteranno come sezioni del drago, e quindi potranno essere attaccati.

Considerazioni

Comandare a sé stessi è la forma più grande di comando. Seneca  

le due modalità di soffio
le due modalità di soffio
Partiamo dai materiali, quando si dice “pochi ma buoni”, non troverete in Tao Long una scatola che vomita chili e chili di cartone e legno, ma bensì lo stretto necessario. Però questi materiali sono di ottima fattura, soprattutto il cartone dei draghi e degli elementi scenici è davvero spesso. La grafica è semplice ed essenziale, in linea con il gioco, può piacere sicuramente, il limite è mio che sono immune al fascino che può suscitare l’oriente, nonostante mi sia stato fatto notare che diversi giochi presi nell’ultimo anno abbiano un’ambientazione di quella parte di mondo (In the year of the dragon, Honshu, Xi’an, King of siam, Onitama per dirne qualcuno).

Ma parliamo del gioco, io amo le sfide a due e, infatti, questo è stato il primo gioco che io e la mia ragazza abbiamo voluto provare a Modena e ci è piaciuto molto. Le regole sono poche, ma la sfida è alta. In più il gioco si fa apprezzare per un’altissima rigiocabilità, infatti, nonostante le mosse a disposizione dei draghi siano sempre le stesse e anche la partenza sia sempre fissa dentro al regolamento, si trovano diversi scenari che introducono elementi di gioco, ma anche nuove regole valide solo per lo scenario in corso. Ad esempio, nella modalità villaggio uno dei draghi subisce i danni solo se viene attaccato il villaggio che ha il compito di difendere, in altri troveremo rocce indistruttibili da evitare, mentre altre volte dovremo attaccarle per crearci un passaggio.

Ad aumentare ancora questa possibilità di giocare e rigiocare questo titolo vi è anche il fatto che si può affrontare ogni scenario in tre modalità diverse: cavalletta, monaco e maestro, sulle quali vale la pena spendere qualche parola.

La modalità cavalletta è quella base che sfrutta le regole che ho raccontato prima.

La modalità monaco pone l’accento sul colore delle pietre che si utilizzano sul Bagua, infatti se tutte le pietre di un colore (bianche e nere) si trovano in una stessa casella o nei quattro punti cardinali si attiva la concentrazione nel primo caso e l’equilibrio nel secondo. La concentrazione obbligherà il drago del colore delle pietre a svolgere l’azione della casella dove si trovano le sue pietre, mentre l’equilibrio lo porterà a sistemare le pietre dell’acqua e del fuoco allo stesso modo dell’avversario.

La modalità maestro invece farà spostare le pietre sul Bagua in senso orario o antiorario a seconda del colore delle pietre spostate.

Portali in uso
Portali in uso
Ci sarebbe anche la quarta modalità, ovvero quella prescelto, si gioca solo con il Bagua e cito: «I movimenti dei dragoni avvengono nella mente dei giocatori», questa modalità serve a dimostrare che i giochi astratti e scacchistici come questo, possono essere creati anche da simpaticoni e non solo da freddi e duri calcolatori.

Mi ricollego alla citazione di inizio paragrafo, per fare una considerazione su queste modalità. Nelle prime partite la vera difficoltà del gioco non starà nello sconfiggere il dragone avversario ma nel far muovere il nostro dragone secondo un piano stabilito, infatti nella sua semplicità il mancala condiviso e il peculiare movimento dei draghi crea già una discreta sfida solo il riuscire a padroneggiare il movimento, nelle prime partite infatti è spesso capitato di ritrovarci incastrati in posizioni assurde (i draghi, non io e la mia ragazza) senza riuscire a muoverci, situazioni che si risolvono solo grazie alla regola che infligge un danno ad un drago incapace di compiere l’azione selezionata. Quindi davvero nelle prime partite la sfida è più contro il Bagua che contro l’avversario.

Una volta imparato a muoverci si inizierà a tener conto anche dell’avversario e delle sue possibili mosse, magari si avrà voglia di provare vari scenari, e vi assicuro in un gioco del genere avere davanti una fila di rocce o una serie di portali sfalsati cambia totalmente la partita.

Tutto questo per dire che secondo me le due modalità maestro e monaco introducono un altro livello di complessità che mi sembra non richiesto. Infatti, già il gioco presta il fianco ai forti pensatori, queste modalità gli danno direttamente un’ascia e scoprono il collo. Conterei anche che anche proponendo un nuovo livello di sfida, di contro tolgono fluidità al gioco, io le consiglierei agli appassionati del titolo solo dopo tante e tante partite. C’è da dire che sono modalità che nessuno obbliga ad utilizzare.

Già che siamo a fare qualche critica, dico anche che qualcuno si è lamentato della scomodità dello spostamento dei draghi, anche se spostando la coda in cima al corpo si risparmia tempo, a me non da fastidio e mi rendo conto che è la base del gioco e non vedo proprio come si sarebbe potuto ovviare a ciò, sempre in fatto di ergonomia le pietre dell’acqua e del fuoco sono davvero piccole e con le mie manone sgraziate faccio fatica a spostarle.

Morso e vittoria
Morso e vittoria
Una delle cose che ho apprezzato di più del gioco è la gestione del soffio di fuoco o di acqua. Infatti, si usa un cartoncino da mettere a fianco alla bocca del dragone, scegliendo se soffiare dritto o di lato. In entrambi casi i danni saranno di più, più saremo vicini alla bocca del nostro drago. Ai danni del soffio disegnati sul cartone, da zero a due, si sommeranno quelli delle pietre dell’acqua e del fuoco. Con l’azione acqua si può scegliere se recuperare un punto ferita o soffiare aggiungendo al soffio un danno per ogni pietra dell’acqua che i due dragoni hanno perso, mentre con l’azione fuoco si potrà accumulare pietre del fuoco o sommare al danno del soffio un danno per ogni pietra del fuoco accumulata fino a quel momento, per poi scartarle tutte. Questo sistema da un peso e una forza alle due azioni diverso, a seconda della tempistica con la quale si sceglie di usarle.

Se vogliamo fare un parallelismo mi verrebbe, magari a torto, da accostarlo ad Onitama, non tanto per il movimento su griglia, quanto per le carte di quest’ultimo. Infatti, le carte di Onitama danno la variabilità tra una partita e l’altra, cosa che in Tao Long fanno gli scenari e le varie modalità, e sempre il sistema delle carte in Onitama obbliga il giocatore a ponderare la propria mossa visto che la renderà disponibile all’avversario, anche il mancala del Bagua obbliga a ragionare nella stessa direzione, infatti sarà la disposizione delle pietre che creeremo a dare al nostro avversario la possibilità di attivare o meno una determinata mossa.

Quindi se vi piacciono i giochi fondamentalmente astratti, con una buona profondità e le sfide a due ma non volete passare al tavolo un sacco di tempo vi consiglierei concedere una partita di prova a Tao Long la via del dragone.

Mi contraddico facilmente ma lo faccio così spesso che questo fa di me una persona coerente. Caparezza, "Chi se ne frega della musica".

Citazione bonus, visto che domani rispetto a quando scrivo esce la mia recensione di Hostage Negotiator, un gioco per un solo giocatore, ma qui la modalità in solitario l’ho solo letta senza averla provata, perché come scrivo spesso non amo il gioco in solitaria. Comunque si gioca come in una partita a due ma è sempre il turno del giocatore, ma il drago avversario esegue tutte le mosse delle pietre del proprio colore spostate dal giocatore, secondo una lista di priorità. La sfida dovrebbe stare nello sconfiggere il dragone nemico nel minor numero di turni possibile.

Pro:
  • Tantissime combinazioni modalità-scenario
  • Durata contenuta - buona profondità
  • Semplice da imparare e difficile da padroneggiare
Contro:
  • Alcune situazioni si prestano alla paralisi 
  • Nelle prime partite difficoltà nel gestire i draghi
  • Ergonomia non sempre eccelsa
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Commenti

Bella recensione e belle citazioni, come al solito.

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