Nel 2015 la piattaforma italiana di crowdfunding "Giochistarter" annuncia la possibilità di avere finalmente in italiano un'edizione di "Tales of the Arabian Nights", impresa ritenuta da sempre troppo rischiosa e impegnativa per l'editoria classica. Occorrono trecento “sì” di altrettanti sostenitori del progetto per lanciarlo e procedere poi alla campagna di finanziamento. Così, su tutti i maggiori blog, inizia un tam-tam mediatico (qui l'articolo per la Tana scritto da TeOoh) per raggiungere la soglia e finalmente parte anche la campagna, che si conclude con un successo.
Tales of the Arabian Nights è un gioco del 1985, creato da quattro game designer, giocabile da uno a sei giocatori, durata 60-180 minuti, basato su tiro dadi, movimento punto-a-punto, poteri variabili e soprattutto narrazione.
Materiali, grafica ed ergonomia
Un bel tabellone d'Europa e Medio Oriente, tante carte, un libro con tutti i capitoli della storia, numerati esattamente come in un
libro-game, pedine, segnalini di cartone e dadi. Graficamente sui toni dell'arancione e dell'azzurro,
riproduce le atmosfere de Le mille e una notte. Prevale comunque il testo scritto, sia sulle carte che naturalmente nel libro, per cui la versione italiana era attesa come manna dal cielo. In partita si perde qualche minuto a consultare l'almanacco, ma nulla di proibitivo. C'è qualche imprecisione di minore importanza nella traduzione, ampiamente perdonabile vista la mole enorme di lavoro richiesto.
Ambientazione
Quella delle favole de Le mille e una notte, ricreate nelle atmosfere e nelle trame grazie all'almanacco, diviso in incontri che corrispondono ad altrettanti capitoli.
Viaggiando per il tabellone, ogni giocatore crea la propria storia, fa le proprie scelte, ma soprattutto scopre cosa gli riserva il destino beffardo.
Regolamento
Abbastanza buono, anche se alcuni punti potevano essere chiariti meglio e a volte occorre ricorrere alle FAQ.
Il gioco in breve
Il tabellone dipinge Europa e Medio Oriente, punteggiato di città e altri luoghi, uniti da una ragnatela di strade. Al proprio turno il giocatore muove il personaggio su queste strade per la distanza massima consentitagli dal suo grado di ricchezza. Poi pesca una carta incontro e il giocatore alla sua sinistra legge nell'almanacco il paragrafo corrispondente al numero indicato, narrando quello che accade. Si usa spesso anche una matrice delle reazioni, manovrata questa volta dal giocatore a destra di quello attivo, che descrive tutta una serie di possibili reazioni agli incontri effettuati, ciascuna rimandante a sua volta a un ennesimo paragrafo dell'almanacco. In ogni incontro, l'eroe potrà trovare tesori, perderne, acquisire abilità, subire carte condizione (solitamente negative e invalidanti), fare qualche scelta (per lo più casuale) e soprattutto guadagnare punti storia e/o destino, che sono poi lo scopo del gioco. Per vincere va infatti raccolto un totale di venti tra i punti storia e i punti destino, poi occorre tornare a Baghdad.
Lo scopo del gioco, però, è principalmente divertirsi, con la propria assurda storia e con quella degli altri, più che vincere. Anche perché l'influenza che ha il giocatore sul proprio destino è veramente minima.
Considerazioni su Tales of the Arabian Nights
Tales of the Arabian Nights è unico e particolare. Vorrei farvi capire un po' come funziona un incontro tipo: ti sposti in un luogo (ci sono carte
Missione che devi cercare di soddisfare per ottenere punti, per cui i tuoi viaggi saranno di solito guidati da queste) e peschi una carta. Vedi il numero della matrice a cui ti rimanda e tiri in dado. Matrice e tiro ti dicono che incontri un travestito amichevole; la matrice ti mette a disposizione una dozzina di reazioni, tra le quali tu scegli “derubare”. La combo “amichevole” + “derubare” rimanda ad un certo paragrafo numerato dell'almanacco, ma prima tiri un dado da
fudge (quelli con due facce vuote, due "+" e due "-") che ti indirizza al paragrafo preciso o a quello immediatamente precedente o successivo. Qui un tuo compagno legge quello che ti capita, che può variare anche a seconda delle abilità che possiedi. Per esempio, senza abilità il travestito si accorge del tuo inganno e chiama le guardie, mentre con “sedurre” è troppo distratto e riesci a rubargli un tesoro. Ogni incontro ti fa in genere subire una condizione – ad esempio qui potresti essere “imprigionato” o “inseguito” - che comporta conseguenze sul gioco e che può essere rimossa a determinate condizioni. Infine, qualsiasi cosa ti capiti, guadagni qualche punto storia o destino.
Quindi il controllo che avete sulla storia e su quello che vi succede è davvero scarso. Qualche scelta, sì, ma soprattutto pesca casuale di carte e tiri di dado. A volte poi le scelte che paiono più ovvie (attaccare un mostro) portano le conseguenze più strane ed inaspettate (il mostro era magico e docile ed era meglio accarezzarlo...), per cui la logica e le abilità aiutano, ma fino ad un certo punto.
Qualcuno al mio tavolo ha messo anche in dubbio che si tratti di un gioco da tavolo nel senso stretto del termine, perché in fondo il controllo del giocatore è veramente minimo e quel minimo è impredicibile.
Può essere; in un certo senso il qualcuno ha ragione, ma Tales of the Arabian Nights è a mio parere dedicato a tutti coloro che fanno del “divertimento” lo scopo primario della loro serata, un divertimento spensierato e fanciullesco, immerso in una narrazione esotica e surreale, senz'altro scopo che non la scoperta e la risata. In questo Tales of the Arabian Nights eccelle, prendendoti per mano e guidandoti nel racconti di una vita di avventure e peripezie.
Se siete disposti a lasciare da parte competizione, ragionamento, controllo e a dedicarvi al “gioco” nel senso più puro del termine, questo titolo fa per voi.
Altrimenti lasciate perdere, perché ne ricaverete solo grosse delusioni.
Conclusione
Tales of the Arabian Nights è un generatore di storie, di divertimento e di svago. A metà tra un librogame, un gioco di ruolo e un gioco da tavolo, va affrontato con il giusto spirito e la necessaria leggerezza, lasciando da parte per una volta agonismo e competizione, ridendo delle proprie disgrazie e di quelle altrui. Quello che vi rimarrà sarà un'esperienza unica, da ricordare e raccontare. L'unica cosa che non ricorderete sarà chi ha vinto la partita.
Nota: lassù nel box voto può starci qualsiasi numero, per Tales. A me ha divertito per un po', ma il suo essere troppo guidato, fuori controllo ed eccessivamente lungo non lo fanno andare oltre la sufficienza.