La ricerca della leggendaria El Dorado

volmay

Il titolo originale è The Quest for El Dorado, ma è arrivato qui da noi come The Legendary El Dorado. Quindi sempre un nome in inglese, ma con parole diverse. Basta non confonderlo con il lungometraggio della Dreamworks Animation.

Voto recensore:
7,5

Il Dottor Reiner Knizia non ha certo bisogno di presentazioni e nel 2017 pubblica con Ravensburger questo gioco per famiglie da due a quattro componenti che abbiano già compiuto dieci anni, ma, sempre in base alle informazioni sulla scatola, non dovrebbero averne superati novantanove.

L’ora di gioco la si raggiunge considerando anche l’intavolamento o se ci sono dei veri pensatori al tavolo, perché in realtà una partita dura decisamente meno.

Le due meccaniche di base sono il deckbuilding e la corsa. Si parte tutti con uno stesso piccolo mazzo di otto carte dal quale rimpinguare la propria mano a fine turno fino ad avere le quattro carte che poi utilizzeremo per spostarci tra esagoni di diverso tipo finché qualcuno non arriverà a El Dorado. L’ambientazione, da scuola Knizia, è sentitissima solo se giocate sopra a una pagaia con in mano un machete .

Componenti

Ok, carte in tavola. Voglio che tu venga in Spagna con me e Miguel. Molto con me. Specie con me. Solo con me. Dimentica Miguel. (da La strada per El Dorado

L’edizione italiana è localizzata anche in spagnolo, quindi nella scatola troverete il regolamento e le carte in entrambi gli idiomi, salvo casi particolari (qualcuno ha ricevuto solo un doppio regolamento nella stessa lingua che ovviamente non era quella di Dante).

La parte più voluminosa nella scatola è costituita da sette plance esagonali fronte/retro, chiamate “tessere terreno” di quattro esagoni per lato, e due plance ”strisce di terreno” tre-per-cinque esagoni. Le numerose bustine apri-e-chiudi serviranno per dividere tutto il resto da defustellare: una tessera finale fronte/retro che identifica ElDorado, sei tessere blocco fatte a zigzag, il cappello del primo giocatore, una plancia spedizione per ciascun giocatore e un bel numero di tessere grotta da utilizzare dopo aver preso mano col gioco

Poco legno: due segnalini per ogni colore, quindi otto totali, sagomati per sembrare Indiana Jones, otto carte per ogni mazzo iniziale più cinquantaquattro per il mercato: ottantasei totali, come il mio anno di nascita. Sono piccole, discrete e hanno tutto ciò che serve e, una volta compresa l’iconografia, le scritte diventano inutili, rendendo il gioco di fatto indipendente dalla lingua.

Itinerario

Dopo aver diversificato per bene tutti i materiali, siete pronti per estrarli di nuovo dalle Ziplock e, seguendo le istruzioni di uno dei vari scenari, assemblare il tabellone utilizzando le plance esagonali che, nello spazio centrale, recano una lettera impossibile da vedere, soprattutto se siete miopi, è sera e c’è poca illuminazione in casa. Sì, sono autobiografico.

Escluse quelle iniziali, ogni tipologia di carta è in tre copie uguali che formano un mazzetto. Alcuni di essi compongono il mercato iniziale, già disponibile, mentre gli altri formano quello secondario.

Dopo che ognuno avrà preso i componenti del proprio colore, siete pronti a iniziare, ma non prima di aver deciso il primo giocatore che sarà il più giovane... o l’ultimo a essersi perso nella foresta tropicale alla ricerca delle rovine di un’antica civiltà precolombiana.

Il turno è molto semplice e riportato anche sulla plancia spedizione (non esente da erroraccio nell’edizione italiana!): delle quattro carte che si hanno in mano, prima vanno usate quelle per muoversi sulla mappa, poi, con le restanti, si può fare un acquisto al mercato. Se ne avanzaste, potete decidere se scartarle o tenerle ancora in mano. Infine rimpinguate fino ad averne quattro per il prossimo turno.

Sarà quindi importante capire, anche in base alle carte che sono state pescate, quali utilizzare per gli spostamenti e quali altre per gli acquisti.

I tipi di paesaggio praticabili sono, in larga parte, identificati da foreste, deserti e acqua percorribili utilizzando da uno a tre macheti, monete oppure pagaie. Ci sono inoltre caselle speciali grigie per le quali vanno scartate carte qualsiasi, rosse che richiedono l’eliminazione permanente di una carta, oppure montagne che non sono accessibili. Le carte del mazzo iniziale permettono, oltre alle caselle grigie e rosse, solamente il passaggio su spazi di costo uno, quindi sarà presto necessario fare acquisti presso il mercato per aggiungere carte più potenti e via via più costose.

Il mercato, appunto. Inizialmente sono selezionabili le sole carte di quello iniziale e, ogni volta che un mazzetto viene esaurito, libera uno spazio che da quel momento darà accesso agli altri finché un giocatore non comprerà dal mercato secondario, spostando il nuovo mazzetto sullo spazio vuoto.

Nella modalità avanzata vengono aggiunte pile di tessere negli spazi grotta delle montagne, una per ogni tessera terreno. Quando un nostro esploratore ci passa di fianco, ne prende una che potrà essere utilizzata gratuitamente una sola volta in qualsiasi momento del nostro turno, aggiungendo una certa dose di aleatorietà perché alcune sono quasi inutili, mentre altre decisamente potenti.

Ambientazione e altri tecnicismi

Come accennato all'inizio, non vi sentirete immersi nella natura, né incredibilmente ricchi nel caso foste i primi a raggiungere El Dorado, ma le carte rendono molto bene l’ambientazione e l’espansione, di cui parleremo tra poco, la esalta.

Ottima scalabilità da due a quattro giocatori, nonostante la scelta molto banale di far usare due esploratori a testa quando si gioca il duello. In tre ci si pesta meno i piedi… Sì, perché l’interazione è abbastanza presente, visto che non si può passare sopra o attraverso gli esploratori degli altri, quindi il sorpasso implica dover fare il giro largo che è di solito anche più costoso in termini di carte. Inoltre alcune scelte dal mercato secondario fanno decisamente gola e, quando lo si apre, si lascia sempre qualcosa di interessante ai nostri avversari e in quattro si resta spesso a bocca asciutta.

Purtroppo intavolare questo gioco e mettere via tutto in modo decente portano via tanto tempo rispetto a quanto dura concretamente la partita e farne due di seguito con la stessa mappa potrebbe non essere appagante. Inoltre, nonostante il buon numero di tessere terreno stampante su ambo i lati, le mappe proposte non sono molte e, anche creandone di nostre, l’esperienza rimane praticamente la stessa. La dose di competitività è più che sufficiente, nonostante la scarsa punitività: è pur sempre un gioco per famiglie.

Prima espansione

Reperibile da non molto anche in italiano con (ancora) lo spagnolo, è state edita una prima espansione che dà una rinfrescata al gioco per coloro che vogliono un pizzico di complessità in più con delle scelte molto ambientate.

The Legendary El Dorado: Eroi & demoni aggiunge tre nuove tessere terreno fronte/retro nelle quali compaiono gli spazi riservati ai tunnel e alle maledizioni che, pescate da una pila di tessere, potrebbero obbligarci a scartare carte in più, rallentarci mentre gli altri avanzano o aggiungere una delle quindici carte demone al nostro mazzo, appesantendolo.

Oltre a diciotto nuove nuove tessere per le grotte, quattro nuovi tipi di carte spedizione in triplice copia, troveremo anche quattro carte famiglio: ne pescheremo una a testa all’inizio della partita e la inseriremo nel nostro mazzo iniziale con la possibilità di riutilizzarla normalmente o un'ultima volta se potenziata.

Infine, gli eroi: si tratta di carte in singola copia raffiguranti personaggi molto potenti reperibili - uno solo a testa per partita - presso la tessera taverna e assimilabili ai nostri mazzi: Si passa dai sei macheti al potersi spostare di tre caselle, dall’acquisto gratuito presso il mercato al poter spostare gli avversari su uno spazio vicino.

Trovo che questa espansione, se si è amato il gioco base, sia assolutamente necessaria: il gioco si allunga sensibilmente, ma le scelte vanno fatte con molta più attenzione. Insieme all'interazione, aumenta anche l'alea a causa della maggior pesca di tessere grotta e maledizioni, ma, considerato il target del gioco, la trovo totalmente giustificata e aggiunge molto più pepe a un gioco già di per sé esaltante.

Ha un solo vero difetto: se prima intavolare e rimettere via tutto era pesante, ora diventa un incubo.

Conclusioni

Ottimo titolo per i novizi, un po’ meno per i più scafati che, alea permettendo, potrebbero trovare soddisfazione aggiungendovi gli eroi e le maledizioni.

Sicuramente è perfetto per chi voglia approcciare la meccanica del deckbuilding (che qui è davvero ridotta all’osso) e per chi ami i giochi di corse.

Un esperto contro un giocatore alla prima partita vince sicuramente con merito, ma si fa presto a capire come gestire gli acquisti e le carte da eliminare per sempre, quindi le partite successive saranno sempre molto combattute e tutti saranno in gara quasi fino all’ultimo, fra chi ha preferito partire in quarta e chi ha cominciato con gli acquisti che poi potrebbe accelerare improvvisamente... trovandosi con la strada sbarrata dagli avversari: in quel caso si sentirà come me quando ho fretta e trovo il vecchio col cappello, che è ormai la fine che ha fatto il nostro amato Indiana Jones.

Puoi votare i giochi da tavolo iscrivendoti al sito e creando la tua classifica personale

Commenti

Bravo Volmay a recuperare questo gioco! Io lo trovo un piccolo capolavoro, nel suo genere e per il suo target. Introduce al deckbuilding molto bene, offrendo più di Dominion & C. vista anche la presenza della componente "corsa". Un must per ogni ludoteca associativa...

Personalmente lo intavolo spesso in famiglia, coi figli, e non ci metto più di 3 minuti. La mappa la invento ogni volta, assicurandomi di garantire su ogni tessera più percorsi equivalenti... creare strade preferenziali infatti ammazza il gioco. 

Tra gli alti e bassi di Knizia (non mi senta Iugal), una vera perla... che avrebbe dovuto vincere lo Spiel, quell'anno!

Gioco bello, gatto stupendo e frase finale su Indy azzeccatissima?❤️?

Provato alla modena play, molto carino e credo lo prenderò prima o poi. Semplice, funzionale e coinvolgente.

Il gatto però è molto meglio.

Il gatto è sempre fantastico!

che tristezza 'sti gatti dappertutto, imperversano sul web dove ti giri ti giri c'è sempre un gattino/unicorno, una volta per attirare l'attenzione si "inflilavano" un po' di tette e culi oggi questo compito spetta ai gatti

la recensione , invece, l'ho trovata molto chiara e ben fatta

paperoga scrive:
che tristezza 'sti gatti dappertutto, imperversano sul web dove ti giri ti giri c'è sempre un gattino/unicorno, una volta per attirare l'attenzione si "inflilavano" un po' di tette e culi oggi questo compito spetta ai gatti

la recensione , invece, l'ho trovata molto chiara e ben fatta

Oh, che almeno le crocchette se le ripaghi in qualche modo.

paperoga scrive:

che tristezza 'sti gatti dappertutto, imperversano sul web dove ti giri ti giri c'è sempre un gattino/unicorno, una volta per attirare l'attenzione si "inflilavano" un po' di tette e culi oggi questo compito spetta ai gatti

la recensione , invece, l'ho trovata molto chiara e ben fatta

Viviano in periodi molto spinosi...tette e culi, pur se piacevoli, non sono "politically correct". Il gatto di solito mette d'accordo tutti.

Un gatto grigio poi è il perfetto esempio di bilanciamento: nè bianco e nè nero. decisamente corretto.

Per una questione di parità di esposizione nel forum, però mi farebbe piacere vedere anche un bel pastore maremmano da 60Kg piazzato sopra una plancia di Nemesis, che mastica avidamente uno spigolo della scatola, così per caso...

Bel gioco divertente dal Dr. Knizia.

Scottish fold sempre Spettacolare.

Gioco, semplice e molto bello. È diventato uno dei miei preferiti.

Vorrei comprare l'espansione, ma è assurdo pagarla quanto il gioco base, secondo me. 

Quando torno lo intavolo...Bella anche quest'espansione (che ho ovviamente comprato...e per ora mai giocato). E dobbiamo anche vedere gl iultimi due film di Indiana su Netflix...giusto per creare l'ambientazione.

Voglio il gatto!!!!

Titolo che, con approccio minimale - per l'appunto kniziano - fonde alla perfezione e senza tanti fronzoli corsa e deckbuilding.

Solo 2 le azioni che si possono fare con le carte in mano: movimento e acquisto (e se volgiamo secondariamente la pesca di carte). Ogni acquisto viene fatto solo ai fini del movimento futuro, non ci sono edifici da costruire, luoghi da visitare o altre azioni da fare lungo il percorso. Tutto è legato alla mappa e alle tipologie di terreno che si dovranno attraversare.

Notevole la variabilità degli scenari, con la posizione casuale delle tessere.

Il gioco propone un deckbuilding essenziale. A partire dalle sole 4 carte in mano a turno (a differenza delle usuali 5 dei titoli del genere) per passare al mazzo, che non è mai intasato e permette quindi di fare una previsione abbastanza accurata sul momento in cui una data carta potrebbe uscire.

A fronte dell'essenzialità un titolo secondo me molto godibile anche da giocatori esperti.

@volmay ma il nome del gatto in copertina è..?

Azy01 scrive:
@volmay ma il nome del gatto in copertina è..

Remus. 

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare