Resident Evil Deck Building Game

Voto recensore:
0,0

Ambientazione
Che "Dominion" abbia dato una bella smossa al mercato dei giochi da tavolo è un fatto tanto evidente quanto indubitabile. La meccanica del "compro carte per migliorare il mio mazzo", meglio nota come "Deck Building" si è rivelata assai vincente, dando vita a una quarantina buona di cloni e giochi derivati in un paio di annetti. Un aspetto intrigante di tale meccanica è che di fatto si rivela molto versatile, potendo esser piegata a svariate ambientazioni e situazioni col minimo sforzo. Eccola dunque qui applicata ad uno dei nomi più noti del videogame moderno, quel Resident Evil / Biohazard di Capcom del quale abbiamo ormai perso il conto delle versioni su PC e console.

Il Gioco
Resident Evil: Deck Building game è composto da 250 carte contenute in una voluminosa scatola dotata di un pratico organizer in plastica. O meglio, sarebbe effettivamente pratico se avessero fornito la possibilità di infilarci le carte imbustate senza doverci fare a pugni (leggasi: bisogna spingerle un po' e piegare gli angoli...) e se i numeri delle varie sezioni non fossero errati (almeno nella prima stampa del gioco), comportando così una fase di setup più macchinosa del necessario. Le carte del gioco e la confezione presentano illustrazioni direttamente tratte dalle ultime versioni del videogame, talvolta composte da rielaborazioni di artwork e probabilmente stralci di grafica del videogame stesso. L'effetto finale è piuttosto gradevole e assai fedele allo stile visivo di Resident Evil, specialmente in relazione ai capitoli 4 e 5. La qualità delle carte è piuttosto buona, sebbene sia comunque necessario imbustarle considerato il continuo mischiare. Pessima la scelta di non includere nel gioco un metodo per tenere traccia delle ferite dei nostri personaggi: armatevi dunque di segnalini o, meglio, di carta e matita.

Le meccaniche di gioco sono, alla base, esattamente quelle di "Dominion": ciascun giocatore riceve un suo mazzetto iniziale da cui pescherà carte da usare per acquistare altre carte e migliorare così la propria dotazione. Quello che differenzia molto Resident Evil Deck Building Game da "Dominion" è la presenza di doppi valori sulle carte: oro per comprare nuove carte e proiettili per attivare le armi in dotazione ai nostri personaggi. Già che li abbiamo citati vale la pena introdurli subito: ciascun giocatore impersonerà infatti un personaggio tratto dalla serie di Resident Evil: ci sono un po' tutti, da Chris Redfield all'ambiguo Wesker, passando anche per qualche sorprendente comprimario come il buon Hunk. Ciascun personaggio è caratterizzato da una certa quantità di punti-ferita e da una o più abilità speciali: alcuni sono particolarmente coriacei, altri magari dispongono di munizioni bonus, altri ancora sono specializzati con questa o quell'arma. Di solito le abilità in questione hanno riferimenti ai tratti dei personaggi così come li conosciamo dai videogame, altre volte sono più generici.

Prima di iniziare a giocare bisogna selezionare una delle tre modalità di gioco:
- Story Mode, in cui dovremo sfuggire dalla villa infesta di Zombie presente nel primissimo Resident Evil
- Mercenaries, in cui si visita la suddetta villa cercando di eliminare più zombie possibili per fare punti
- Versus Mode, nella quale gli zombie vengono rimossi e i giocatori cercheranno di ammazzarsi tra loro

In dettaglio, le prime due si prestano al multiplayer richiedendo la giusta dose di collaborazione e antagonismo (e sono anche fruibili bene giocando in solitario) mentre la terza va particolarmente bene per partite uno-contro-uno, rivelandosi invece un caos poco gestibile in più giocatori.

A seconda della modalità selezionata dovremo assegnare ai giocatori un mazzo iniziale differente ed effettuare un diverso setup del tavolo, schierando mazzetti di carte da acquistare e aggiungendo o rimuovendo carte dal mazzo Mansion, quello che gestisce le nostre (dis)avventure nella suddetta villa.

Il turno di gioco è piuttosto semplice: si pescano 5 carte dal proprio mazzo, si giocano per attivare le nostre armi (che andranno comunque pescate) o per acquistare altre carte (che andranno, come in Dominion, scartate per essere integrate nel mazzo alla prossima "mischiata") e, nelle prime due modalità di gioco, si decide se spostarsi o meno nella villa. In caso si decida di esplorare la villa viene girata la prima carta del mazzo Mansion: se questa mostra un oggetto, il giocatore lo acquisisce. Se invece la carta mostra una creatura ostile (zombie, mutanti e altro ancora) allora il giocatore dovrà comparare la potenza ottenuta durante il turno attivando le armi con la resistenza del mostro stesso: in caso il totale del giocatore risulti superiore il mostro sarà eliminato, altrimenti il personaggio subirà i danni indicati sulla carta del mostro e la carta con la creatura ritornerà nel mazzo Mansion, per riproporsi più avanti nel gioco.
L'elemento casuale dell'esplorazione della villa rappresenta al tempo stesso la migliore novità di questo titolo e la sua pecca più grande. Esplorare la villa infatti è divertente e rievoca con successo le atmosfere tese di quando si apriva una porta nel gioco originale (non per niente il retro delle carte rappresenta proprio una porta in legno). Per contro, la presenza di creature particolarmente potenti mischiate ad altre abbordabilissime introduce un fattore fortuna davvero elevato, che può causare accanimento del gioco contro determinati giocatori. Un difetto non da poco, se si pensa che la durata di una partita può avvicinarsi alle 2 ore in casi di particolare stallo, specie nella modalità Storia: non per niente in giro sui forum che trattano il gioco si sono visti numerosi "setup consigliati", che richiedono magari di spezzare il mazzo Mansion in due, dando la precedenza ai mostri medio-deboli per introdurre poi quelli più tosti: non dovrebbero essere però gli acquirenti a bilanciarsi da soli il gioco.

Considerazioni
A livello di design in effetti il neo-autore Tylar Allinder ha svolto il minimo sindacale: prendere la consolidata base di Dominion, "tradurre" alcune carte in modo paro paro e introdurre un paio di meccaniche. Il tutto funziona, per carità, però al gioco manca un elemento quantomeno importante: il bilanciamento. Alcune carte sembrano più utili/potenti di altre, così come le abilità di alcuni personaggi. Le meccaniche della villa soffrono del già citato problema dei mostri che risultano imbattibili durante la prima manciata di turni, traducendo buona parte delle partite in "Ok, giro la carta e vediamo se mi dice bene". L'impressione generale è che il gioco si basi su una valida intuizione ma manchi di quel paio di mesetti buoni di test per essere completato a dovere e dopo qualche partita difficilmente riuscirete a togliervi di dosso tale sgradevole sensazione.

In definitiva, Resident Evil Deck Building Game è una variante intrigante di Dominion che deve davvero molto al gioco ispiratore ma che non riesce a valorizzare bene ciò che inserisce "di suo". La presenza di tre modalità di gioco e di vari scenari garantisce una certa longevità - senza contare le espansioni già pubblicate, in caso il gioco vi "acchiappi" - ma resta comunque l'amaro in bocca per un titolo non completamente sviluppato e rifinito.

Pro:

Varie modalità di gioco.
Diversi scenari.
Buona re-implementazione delle meccaniche di Dominion.
Possibilità di gioco in solitario.
Fedeltà al videogioco.

Contro:

Qualche evidente sbilanciamento.
Peso della fortuna nell'esplorazione della villa.
Modalità Versus un po' debole e inutile in più di due partecipanti.
Organizer delle carte poco compatibile con le bustine e afflitto da errori di numerazione.

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