Il brand Pandemic sta sfornando ogni anno un nuovo spin-off, in collaborazione con un autore della nazione in cui si svolge il campionato mondiale. Nel 2018 tocca all'Italia ed ecco spuntare Paolo Mori. Le nuove scatole si discostano sempre più dal tema originale e, pur mantenendo la comune base di regole, implementano anche nuovi meccanismi.
Collaborativo puro per 1-5 giocatori, con una modalità in solitario dedicata, tempo di gioco da 40 a 60 minuti, dedicato ad un pubblico occasionale (l'8+ indicato è un po' al ribasso, a mio parere), si basa su meccaniche di
punti azione, movimento punto-a-punto,
collezione set.
Pandemic Fall of Rome in breve
La meccanica base è quella classica del Pandemia che tutti conosciamo: mappa con vari luoghi collegati (stavolta da percorsi diversi più o meno intersecati, conducenti tutti a Roma); mazzo di carte per i giocatori da cui pescare luoghi inframezzati da Invasioni (le vecchie Epidemie); mazzo Invasione (= Contagio) che fa spuntare i barbari e li fa muovere lungo le rotte migratorie.
Si vince facendosi alleate le cinque tribù e/o sgominandole tutte. Nel primo caso vanno scartate tot carte (il numero cambia da popolo a popolo) del colore corrispondente; nel secondo vanno rimossi tutti i cubi dalla mappa. Si perde quando Roma viene saccheggiata (ovvero è soggetta alla vecchia “insorgenza”, che capita quando ci sono già tre cubi di un colore in città e ne andrebbe aggiunto un quarto); quando si arriva a otto insorgenze totali; quando non ci sono più carte da pescare per i giocatori; quando non è possibile piazzare un cubo richiesto di un qualsiasi popolo barbaro, perché sono esauriti.
Quello che cambia:
- C'è asimmetria tra i nemici: sia come numero di cubi, che come numero di carte nel mazzo giocatori, che come percorsi seguiti.
- Le tribù barbare alleate possono essere trasformate in legioni con un'azione che scarta una carta del loro colore. Se invece volete combattere, ecco che entrano in gioco i dadi: se ne lanciano tanti quante le legioni che avete a disposizione, fino a un massimo di tre, e si applicano i risultati.
- Le legioni possono anche essere arruolate nei forti (si parte con uno a Roma, gli altri vanno costruiti scartando la carta della città in cui ci si trova); nel movimento ogni personaggio può portarsi dietro fino a tre legioni.
Roma vs barbari: tema e meccaniche
Il vecchio Pandemia, pur avendo la sua bella contestualizzazione, tendeva indubbiamente all'astratto, paradigma esemplare di un gioco german nell'animo.
Già in parte con Iberia e ancor più con Alta Marea il tema scelto pare farsi più forte e sentito, sensazione che raggiunge il suo picco con questo La Caduta di Roma.
Gli eventi sono ora a doppia attivazione: una normale - come siamo abituati - e una potente, che però fa aumentare di un passo la decadenza romana, segno della dilagante corruzione che accompagnava l'Impero alle soglie della sua caduta; le legioni proteggono le città dai cubi barbari: con un forte o un condottiero (personaggio) lo fanno in proporzione uno a uno, mentre se sono da sole vengono sterminate, subendo un'imboscata simile a quella di Teutoburgo; i personaggi hanno spesso due abilità speciali, più una che si attiva solo con una particolare faccia del dado e che riguarda il combattimento; infine il movimento, lento via terra e rapido via mare, a patto di scartare una carta del colore della destinazione.
Il dado, il legionario e il Cthulhu
Sul movimento voglio tornare, perché rappresenta un pezzetto fondamentale nel capire perché Paolo Mori questo gioco l'ha fatto bene, rispetto ad un altro spin-off che sembra presentare elementi analoghi e che invece giudico inferiore: Pandemic: Reign of Cthulhu.
In Pandemia normale abbiamo 48 luoghi visitabili. Per passare da uno all'altro rapidamente possiamo usare tre modi: scartare la carta di destinazione, scartare la carta del luogo in cui siamo (e vai dove vuoi), passare gratis tra un centro di ricerca e un altro. Oltre al solito movimento punto-a-punto.
In Pandemic: Reign of Cthulhu i luoghi sono solo 24, quindi la metà. Il fatto è che il movimento rapido passa solo attraverso i portali e i portali sono soggetti al famigerato dado che va da zero a due cultisti aggiunti, passando per i segnalini follia. Contiamo inoltre che un portale sigillato (è lo scopo del gioco) non funziona più per il movimento. Poi ci sono i bus, che però vanno raggiunti e senza contare che i collegamenti, anche all'interno della stessa città, sono spesso scomodi. E sono comunque solo cinque spazi dedicati.
In Fall of Rome i luoghi sono 31, i porti, però, sono ben 21. Per andare da porto a porto, è sufficiente scartare il colore giusto, non la carta precisa. Inoltre questo movimento non è soggetto a nessun dado: il movimento, in Pandemia, è una parte fondamentale del gioco, una parte su cui spesso si gioca il resto della strategia e averlo lasciato deterministica ne ha fatto giovare a tutto il titolo.
Dove invece entra in gioco il dado è nei combattimenti. E va benissimo per tre motivi:
- tematico, con le battaglie risolte con la loro dose di fortuna;
- statistico, avendo i dadi un range accettabile e fornendo ai personaggi un'ulteriore differenziazione in termini di efficacia, come ad esempio il vecchio medico era quello che mandavi sempre a togliere cubi-malattia;
- meccanico, dato che il combattere è nel gioco un'azione accessoria, meno importante rispetto all'efficienza e alla libertà nel movimento.
Quello che vi piacerà
Oltre alla pappardella che v'ho fatto sopra per l'ambientazione e l'uso dei dadi, vi nomino un paio di cose:
- l'asimmetria della fazioni, con anche in questo caso un rimando tematico, ma anche un nuovo modo di approcciarsi alla strategia generale, inclusa la possibilità di usare carte di tribù già alleate per muoversi rapidi o per tramutarle in legione (foederati). Occhio che anche da alleati quelli continuano a invadere e scatenare saccheggi: si può perdere anche a causa loro;
- il bel sistema del solitario, che pur non scostandosi di molto dal metodo empirico (manovri da solo due o più personaggi), dà dignità a questa modalità e introduce una piccola variazione su cui comunque devi elucubrare.
Quello che potrebbe non piacervi
È sempre Pandemia: possibile il leader dominante.
Non ho sentito un particolare climax nella partita, per intenderci un precipitare degli eventi come invece c'è in Alta Marea. Qui è più un lento declino, probabilmente anche più in linea con il tema, ma meccanicamente mi ha coinvolto un po' meno
Come si diceva all'inizio, il numero di regole e vincoli forse spostano l'asticella un po' troppo in alto per un target familiare... ma è anche vero che queste Survival Series Limited Edition sono pensate per chi al brand è affezionato ed è già un giocatore preparato.
Conclusione
Nei giochi non basta un buon motore: serve anche che sopra qualcuno ci costruisca una bella carrozzeria, per fare un gran gioco. Paolo Mori e Matt Leacock uniscono le forze e viene fuori un prodotto particolare, ben caratterizzato, soprattutto molto piacevole da giocare.