Alexander Pfister è uno dei game designer maggiormente sulla cresta dell’onda ed è anche uno dei più eclettici (oltre che prolifici) visto che la sua produzione annovera gestionali di peso leggero/medio/pesante e filler, passando anche per i giochi di contrattazione. Nel 2020, tra gli altri giochi, è uscito Monster Expedition, per 1-4 giocatori per una durata di 20-30 minuti.
Il gioco ha una meccanica principale di push your luck finalizzata all’accumulo punti e collezione set.
La scatola
In una scatola di dimensioni contenute (tipo Patchwork) troviamo 60 carte spedizione (53 mostri, 6 mostri iniziali, 1 trader), 12 carte accampamento (3 per giocatore), una plancetta di gioco, 8 dadi neri, 1 verde, 1 giallo, 1 blu. A questo si aggiungono 36 segnalini proprietà (9 per giocatore).
Escludendo la piccola plancetta di gioco (utile ma per niente indispensabile), tutto il gioco lo si può mettere in una ziplock e portarlo in giro. Anche lo spazio che occupa durante il gioco è abbastanza limitato.
Preparazione e flusso di gioco
Ogni giocatore prende un set di 3 carte accampamento, 1 per ogni colore verde/giallo/blu. A seconda del numero di giocatori, si prende un numero specifico di carte spedizione tra le 53 carte mostro (27 in due giocatori, 35 in tre, 41 in quattro; 10 in solitario ma le regole differiscono leggermente) e si mischiano a formare un mazzo principale. Le restanti formano un mazzo di riserva.
Infine, si forma un mercato composto dai 6 mostri iniziali, il trader e 3 carte mostro pescate dal mazzo principale. Il mercato non sarà mai composto da più di 10 carte.
Le carte mostro si dividono in tre tipologie (aria, foresta, acqua) ed hanno un costo di “cattura”, un valore in punti vittoria, un valore in punti vittoria se ingabbiato ed una o più abilità.
La partita dura un
numero indefinito di turni fino a quando non si esaurisce il mazzo principale.
Durante il proprio turno, il giocatore sceglie una delle tre carte accampamento e tira il numero di dadi descritto sulla carta. Questi comprendono sempre un numero variabile di dadi neri più il dado del colore dell’accampamento scelto.
Dopo aver tirato i dadi, il giocatore deve sceglierne uno più tutti quelli che riportano lo stesso valore. Dopodiché, sceglie se ritirare i dadi rimanenti o fermarsi. Se sceglie di tirare ancora, dovrà ripetere il procedimento di selezione accumulando altri dadi ma senza poter prendere i valori già presi in precedenza. Se con un lancio escono solo risultati già ottenuti, il giocatore non solo non potrà selezionare alcun dado, ma dovrà eliminare i dadi con valore più alto già accumulati. In ogni caso, il giocatore può continuare a tirare i dadi rimanenti.
Quando decide di fermarsi, somma i valori accumulati ed il risultato sarà il punteggio spendibile per acquistare i mostri dal mercato. A seconda dell’accampamento scelto, potremmo catturare mostri di quello specifico colore, oppure un mostro jolly, oppure un mostro ingabbiato al numero fisso di 10.
Una volta speso il totale acquisito, si migliora l’accampamento (se si è nelle condizioni di farlo).
L’ultima fase del turno è il refill del mercato. Questo avviene solo e soltanto se il giocatore di turno ha preso un mostro ingabbiato (non importa come): in tal caso, si refilla il mercato fino ad arrivare a 10 carte e su ognuna della carte mostro rivelate viene piazzato il nostro segnalino.
Esaurito il mazzo principale, si gioca fino a che tutti i giocatori non hanno fatto lo stesso numero di turni. Chi ha più punti vince. Questi sono dati dai mostri, ingabbiati e non (ingabbiati hanno un punteggio inferiore).
MECCANICHE E DINAMICHE
Il gioco è un filler molto dinamico e “frizzante”. Durante il turno il giocatore deve scegliere se tentare la fortuna lanciando ulteriori dadi ma più se ne lanciano, più si rischia di fare un tiro a vuoto. Nulla ci impedisce di accontentarci di un tiro basso, ma i mostri “a basso costo” non sono sempre disponibili. È sempre possibile prendere mostri ingabbiati, ma il loro valore in punti è molto basso e soprattutto non possiamo saperlo prima (e rimane segreto agli altri giocatori): i mostri ingabbiati costano sempre 10 ma il trader vi permette di prenderne sei a costo 40 (utile nel tentare di accelerare la fine della partita).
I valori alti sono quelli migliori ma non dovete farvi ingolosire del tutto poiché se ignorate le evoluzioni dell’accampamento, non andrete molto lontani, e questi evolvono con i valori 1-2-3. Questo vuol dire che ci saranno turni dove minimizzerete le prese per sviluppare gli accampamenti (gli accampamenti forniscono tanti più dadi quanto più sono migliorati).
Oltre al semplice valore in punti vittoria, bisogna guardare bene le abilità che i mostri forniscono una volta catturati. Queste vanno dal fornire dadi in più per ogni set di tre colori oppure evoluzioni degli accampamenti in vari modi fino a rubare mostri ingabbiati ai nostri avversari.
Gli altri giocatori devono stare attenti nel vostro turno poiché potrebbero avere attività “passive” che permettono miglioramenti anche nei turni degli avversari, per il resto è meglio aspettare il proprio turno per riflettere sulla strategia migliore.
Ad essere sinceri, il twist di gioco che mi è più piaciuto è il refill del mercato: questo non avviene ogni fine turno, bensì quando un giocatore acquisisce un mostro ingabbiato. In tal caso, il mercato viene riempito fino a 10 e su tutti i mostri rivelati viene messo il segnalino del giocatore di turno. A fine partita, tutti i mostri con un segnalino vengono presi dal giocatore proprietario del segnalino che lo conteggerà come “mostro ingabbiato”. Questo spinge i giocatori a prendere mostri ingabbiati quando il mercato sta per finire e successivamente, costringerà gli altri giocatori a prendere proprio quei mostri “prenotati” per non farli andare gratis agli altri.
Materiali e ambientazione
Monster Expedition è ambientato nello stesso mondo di “Cacciatori di mostri”, lo stile grafico è identico e i disegnatori delle varie carte sono diversi.
L’ambientazione, come potete immaginare, non è pervenuta ma le carte sono eccezionali, delle opere d’arte. Sembra quasi che il gioco sia una scusa per mostrare questi disegni pazzeschi (per fortuna poi il gioco è bello solido).
Il resto dei materiali è assolutamente adeguato, di ottima fattura i dadi custom e persino la plancetta ha la sua utilità nel ricordare le facce dei quattro tipi di dadi (i dadi neri sono normali, i tre colorati hanno valori variabili che arrivano anche a 10).
Detto ciò, dal punto di vista delle icone, poteva essere fatto qualcosa in più, utilizzando colori un po’ più nitidi. Inoltre, non capisco perché non sia stato messo un segnalino “1 giocatore” visto che poi la partita si chiude e il gioco prosegue finché tutti non hanno fatto lo stesso numero di turni.
Pur parlando di un filler….
….ci sono un paio di cose che mi hanno fatto storcere un po’ il naso (nulla di grave).
La prima l’ho già accennata in merito ad alcune icone un po’ piccole e poco nitide. La seconda è sul numero di carte e relative abilità. Le abilità sono un po’ poche, non c’è una grande varietà e le carte, sebbene non vengano usate tutte, sono comunque poche. Questo alla lunga inficia un po’ la rigiocabilità, ritrovando più o meno sempre le stesse carte (parliamo di uso continuato e massiccio del gioco, non per chi fa una partita ogni tanto).
Inoltre, ho trovato l’utilizzo del trader molto ingegnoso e strategico, ma il suo costo di attivazione è forse troppo alto (avrò circa venti partite alle spalle, una volta sola è stato utilizzato).
In ultimo, non un difetto ma un warning: l’alea ha il suo peso ma è più importante sapere cosa si vuol fare nel proprio turno. Questo rende il gioco molto tattico.
Cenni sul solitario
Pfister si dimostra come al solito molto abile nel fare varianti in solitario dei suoi giochi. Qui abbiamo davvero poche varianti alle regole e l’aggiunta di obiettivi diversi a difficoltà crescente: davvero molto ben fatto.
Conclusioni
Monster Expedition rientra con pieno merito nella categoria dei filler: poche regole, gameplay fluido, assenza di difetti gravi e possibilità di attirare neofiti e far divertire hard gamer. Senza strafare, senza creare nulla di particolarmente originale, l’autore ha sfornato un gioco brillante e divertente che non posso non consigliare almeno una prova agli amanti del genere.