Grazie di questa bella recensione di un gioco di cui non si sente mai parlare! Bravissimi.
Mahè risale al 1974, ed è nato dalla geniale mente di Alex Randolph, il papà del game design moderno. Il titolo è stato pubblicato più volte, con diversi titoli, ma noi facciamo riferimento all’ultima edizione della Franjos, localizzata per l’Italia da Oliphante, nella quale le protagoniste sono tartarughe che cercano di percorrere il più rapidamente il possibile il giro dell’isola per depositare le uova.
Il gioco
Ciascun giocatore sceglie una tartaruga e la posiziona sulla zattera, dopodiché il primo giocatore lancia uno dei dadi e sceglie cosa fare:
- si ferma e muove la sua tartaruga avanti di un numero di isole pari al valore del dado lanciato; oppure
- lancia un ulteriore dado.
Dopo il secondo lancio, se la somma dei due dadi è superiore a sette la tartaruga ritorna sulla zattera, altrimenti il giocatore può muoversi di un numero di isole pari al doppio della somma dei due dadi o lanciare un terzo dado. Ancora una volta se si supera il sette si “sballa” e si torna sulla zattera, oppure ci si può muovere del triplo della somma dei tre dadi.
Se lo spazio di arrivo della tartaruga è già occupato da quella di un altro giocatore la nostra vi si posizionerà in groppa, sarà considerata in testa e verrà trasportata dalla tartaruga sottostante (si, come in Camel Up, ma quaranta anni prima), inoltre chi è in cima alla pila di tartarughe decide se il giocatore trasportante dovrà lanciare ulteriori dadi. Raggiunta o oltrepassata l’isola ventuno si prende la prima carta uova (nel caso a passare sia una pila di tartarughe, solo quella in cima potrà prendere la carta). Terminate le carte uova si fa un ultimo giro per ottenere le ultime sette uova (prestampate sul tabellone); chi ha depositato più uova è il vincitore!
Considerazioni
Mahè si rivolge a un pubblico familiare, ma grazie alla sua immediatezza e interazione è un ottimo riempitivo anche per chi già gioca, diventando così un infallibile compagno di gioco per le domeniche (e i natali) in famiglia. La durata è modulabile inserendo più o meno carte uova; la scalabilità è ottima, potendo accogliere fino a sette persone attorno allo stesso tavolo (va detto che in due soli giocatori si perde un po’ l’interazione, che è il bello del gioco). I materiali sono perfetti: le carte e i dadi grandi, il tabellone spesso, le tartarughe - coloratissime e a incastro - sanno attrarre e incuriosire.
A noi Mahè piace tantissimo: ogni occasione è buona per proporlo ed è immancabile ai pranzi coi nipoti; beninteso: Maiali al galoppo resta nell’Olimpo, ma è seguito a ruota da questio gioco, che non sente minimamente i suoi quarant'anni - a riprova del fatto che i classici, dai giochi per famiglie a quelli per giocatori esigenti, valgono mille novità.