Bella disamina, che condivido. Buon titolo purtroppo passato sottovalutato e frainteso.
Imperium Classics è un gioco per 1-4 giocatori della Osprey Games del 2021, ideato da Nigel Buckle (Voidfall e Omega Centauri) e dal genio incontrastato delle varianti in solitario David Turczi (Anachrony su tutti).
Per le meccaniche di gioco vi rimando alla recensione di Agzaroth, io mi occuperò nello specifico di esaminare la modalità solo, evidenziando quali sono le caratteristiche specifiche della stessa e cercando di suscitare un po' di interesse nel gioco, che ritengo validissimo ma non troppo conosciuto in Italia.
Set Up
Il set up del giocatore è identico a quello previsto nella versione multiplayer mentre la creazione dell’area comune di gioco richiederà alcuni accorgimenti.
Il primo previsto è quello dell’esclusione delle carte che sono utilizzabili nelle partite per tre o più giocatori (come indicato nell’angolo in basso a destra delle carte medesime).
Allo stesso modo i mazzi delle carte regione, uncivilized e civilized dovranno essere composti da sei carte ciascuno come nelle partite a due giocatori.
La zona di gioco dell’automa è formata da un mazzo dinastia composto dalle carte sviluppo in ordine decrescente di valore in punti vittoria (la carta con l’indicazione *VP vale 5 punti vittoria e viene collocata in cima al mazzo).
Sopra alle carte sviluppo si colloca la carta Accession, che, quando viene pescata, determina il passaggio della propria civiltà dallo stato barbarico a quello impero, nel caso del bot cambiando la tabella di riferimento delle azioni e il suo stesso modo di giocare.
Infine al di sopra della carta Accession si collocano le carte nazione dopo averle mischiate fra di loro.
Si collocheranno poi i segnalini numerati da 1 a 5 nello spazio di gioco riservato alla civiltà dell’automa, proprio al di sotto delle carte del mercato comune, e si creerà il mazzo bot formato dalle restanti carte della popolazione medesima.
Le prime cinque carte di questo mazzo verranno collocate sotto i segnalini numerati a formare la mano iniziale del bot.
Infine si collocherà la carta della civiltà prescelta per il nostro avversario, ignorandone però il testo e i bonus garantiti.
Si è così pronti a iniziare, vi assicuro che presa la mano questa parte porta via al massimo una decina di minuti.
Come funziona la partita e come gioca il Bot
Mentre il turno del giocatore non differisce da quello della partita multiplayer, comprese le carognate che si possono fare al proprio avversario, l’automa giocherà secondo un proprio schema di riferimento dato da tabelle diverse per ogni civiltà (fondamentale disporre di quelle corrette scaricabili facilmente da BoardGameGeek).
In primo luogo si tirerà un dado a sei facce per determinare quali e quante azione eseguirà l’automa, infatti il nostro avversario non giocherà la carta collocata sotto il segnalino del numero uscito sul dado. Va da sé che se il numero uscito è il sei, il nostro avversario farà cinque azioni, partendo comunque sempre da quella sotto il numero più basso e poi a salire.
La particolarità sta nel fatto che si dovrà ignorare il testo e l’effetto della carta ma si dovrà semplicemente associare il simbolo più in alto sulla medesima con il corrispondente effetto indicato dalla tabella della civiltà.
Questo meccanismo molto criticato, perché sostanzialmente svuoterebbe di significato le carte giocate dal bot, in realtà funziona benissimo perché ben integrato con la strategia scelta dagli autori per ogni civiltà.
Giocando vi sarà evidente che non ci si trova davanti ad un avversario che agisce a caso ma ad uno che persegue in maniera molto efficiente una strategia ben precisa.
Terminate le azioni del bot, si colloca un punto progresso sulla carta del mercato comune soprastante la carta azione non giocata, che viene poi fatta scivolare sotto il numero 1, riempiendo con le carte del mazzo bot gli spazi sotto gli altri segnali numerati.
Quando il mazzo bot si è esaurito si pesca la prima carta dal mazzo dinastia e la si mischia insieme a tutte le carte presenti nell’area di scarto.
Se viene pescata la carta Accession la civiltà dell’automa diventerà impero cambiando la tabella di riferimento delle proprie azioni; spesso così il nostro avversario si metterà a macinare punti.
La partita termina quando non ci sono più carte nel mazzo dinastia o nel mazzo principale, quando sviluppiamo la nostra ultima carta dell’area sviluppo o infine (la più comune nelle mie partite) quando la carta Re dei Re viene girata a faccia in giù.
Il punteggio del giocatore si calcola come nelle partite multiplayer mentre quello del bot segue regole diverse ben spiegate dal manuale (potendo ricorre anche alla comodissima applicazione per velocizzare il conteggio).
Le civiltà e il Bot
Abbiamo i Romani che puntano a riempirti di carte unrest, i Persiani (i miei favoriti) che mirano a soggiogare il maggior numero di popolazioni possibili, e i Macedoni che sono un vero flagello quando riescono ad acquisire e giocare molte carte regione.
Ci sono poi civiltà come i Cartaginesi che tendono a produrre risorse per poi convertirle in punti vittoria o i Celti che oltre a rubare risorse, come i Romani, tendono a ingolfare l’avversario con carte unrest.
I Greci puntano sulle carte del mercato comune che possono garantire molti punti vittoria, gli Sciti hanno una strategia legata all’acquisizione di regioni per produrre risorse e i Vichinghi, che non possono diventare impero, tendono a rubare risorse all’avversario (molto tematico) per poi comprare carte uncivilized e pescare rapidamente carte dal mazzo dinastia.
Perché mi piace il gioco e la sua modalità solitario
È evidente che per poter sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni popolazione occorre utilizzarla almeno una decina di volte, così da imparare il ritmo della stessa e quali carte del mercato sono essenziali.
Qui mi preme sottolineare come sia un punto di forza quello di non interagire più di tanto con il mercato perché sarà importante prendere solo le carte realmente utili alla propria strategia (penso ad esempio alla carta degli Aksumiti per i Persiani che aggiunge un ulteriore moltiplicatore di punti vittoria legato alle popolazioni soggiogate) all’insegna delle poche ma buone trovando il modo di acquisirle al momento giusto ed esiliando al contempo carte che potrebbero portare molti punti all’avversario.
Anche l’interazione non è così bassa come si crede, soprattutto quando ci sono alcuni popoli in gioco (Romani, Celti o Vichinghi) che daranno fastidio costante costringendo ad adottare accorgimenti per arginarli ma rallentando al contempo la strategia.
Capiterà spesso, se non si è più che attenti, che il bot esilierà (farà cioè uscire dal gioco) proprio le carte che a noi servirebbero per un corretto sviluppo della strategia.
La gestione del bot, una volta presa confidenza con le tabelle di riferimento, non è per niente complessa e quindi il sistema escogitato dal buon Turczi è decisamente promosso.
Il gioco non è eccessivamente lungo, un po' come per Turno di Guardia mi scoccia sentir dire che dura troppo per quello che offre, facendo spesso l’errore di ritenere questo tipo di giochi una sorta di filler.
La durata, compreso setup e ritiro a fine partita, si aggira intorno all’ora e mezza, tempo più che adeguato per il tipo di gioco (dedicato a un pubblico esperto).
Legends e Horizons
Per chi volesse ampliare ulteriormente l’esperienza di gioco è già uscita anche la versione Legends che offre altre otto civiltà (Arturiani, Atlantidei, Egizi, Mauriani, Minoici, Olmechi, Qin, Utopici) che presentano caratteristiche peculiari come i Vichinghi.
Nel 2023 è prevista l’uscita di Horizons che offrirà ben 14 nuove civiltà e una nuova meccanica di gioco “trade” che sarà compatibile anche con Classics e Legends.