Battle Line: Medieval (2017) reimplementa Battle Line (2000), ambientato nella Grecia antica, gioco che a sua volta reimplementa Schotten Totten (1999), con minime modifiche. Non esattamente una novità editoriale, dunque.
Si tratta di uno scontro essenzialmente astratto tra due eserciti medievali che devono conquistare alcune posizioni chiave lungo una variegata linea di battaglia.
È un filler competitivo che si gioca solo in due, in circa 30 minuti, con una difficoltà accessibile anche a giocatori occasionali. Le meccaniche si basano essenzialmente su gestione mano e collezione set.
Come si gioca a Battle Line: Medieval
Si forma il mazzo Truppe comune, costituito da 60 carte, in sei colori diversi, ciascuno con valori da 1 a 10. Si mescola anche il mazzetto da dieci carte Tattica.
Poi si dispone il campo di battaglia, costituito da nove carte Luogo. È possibile giocare con i luoghi coperti, quindi tutti identici, oppure scoperti, ciascuno con caratteristiche uniche, che influenzano le carte giocabili su di essi.
Lo scopo è conquistare per primi cinque campi oppure tre adiacenti.
Ogni giocatore parte con sette carte in mano, ne gioca una al proprio turno su un campo e poi ripesca, o dal mazzo Tattiche, o da quello delle Truppe.
In ogni campo si possono piazzare massimo tre carte, inamovibili (a meno di tattiche particolari) ed è possibile reclamare il campo quando è matematicamente certo che l'avversario non possa superare il nostro tris (anche se potrebbe farlo con alcune Tattiche, questo non conta: in fase di reclamo contano solo le carte Truppa già presenti o non ancora usate).
La forza di un tris si calcola secondo una scala di valori simile al Poker: scala reale (tre in fila dello stesso colore); tris (tre carte con lo stesso valore); colore (tre carte dello stesso seme); scala (tre carte in fila, colori diversi); semplice somma delle carte.
A parità di tipo di scala, contano i valori sulle carte, sommati.
Finito il turno, il giocatore pesca una carta a scelta o dal mazzo Truppe o da quello Tattiche, per riportare la mano a sette.
Materiali
La scatolina, con tanto di divisorio interno, contiene perfettamente tutto, incluse le carte imbustate. Per intenderci le dimensioni sono quelle di un A5.
Non c'è molto altro da dire, se non che il gioco è parzialmente dipendente dalla lingua, per Luoghi e Tattiche, ma che trovate le traduzioni in italiano delle suddette carte.
L'unica nota stonata, che davvero mi ha fatto storcere il naso, è il fatto di avere, sulle due carte Castello e Fortezza, un testo tematicamente errato, rispetto a quello che era stato presentato nelle anteprime. In tali carte, infatti, è scritto “il difensore deve giocare una carta in più dell'attaccante. La carta più alta del difensore viene ignorata”. Ecco: dovrebbe essere l'attaccante a giocare una carta in più, negli assedi. Non solo, ma mentre nella carta Castello, la parola difensore è giustamente sovrapposta al disegno del castello, nella Fortezza il disegno è messo dalla parte dell'attaccante (ed è il disegno che doveva essere specchiato, perché ciascun giocatore deve essere attaccante su un campo e difensore sull'altro, per avere equilibrio).
Voglio dire, parliamo di nove carte... nove: dagli almeno una rilettura prima di mandarle in stampa.
Ambientazione
Astratta. Le unità hanno diverse raffigurazioni in base alla forza, ma poi questa rappresentazione non corrisponde alle “formazioni”, per cui è possibile formare un “quadrato" anche con la cavalleria pesante. Le formazioni corrisponderebbero infatti alle combinazioni delle varie scale, ad esempio la scala reale è un cuneo, il tris è un quadrato e così via.
Più riuscita la caratterizzazione dei luoghi, con la palude che fa perdere una truppa adiacente allo sconfitto, o la foresta in cui non valgono le formazioni, o il fiume in cui devi mettere quattro carte invece che tre e così via, al netto dell'errore evidenziato sopra per castello/fortezza.
Simpatiche anche le tattiche, che dal Traditore, al Pantano, agli Scout, movimentano un po' il gioco.
Però ecco, in linea di massima la cosa è molto arida, decisamente ai confini con l'astratto.
Considerazioni
Un gioco kniziano dall'inizio alla fine. Il tema è invitante e la nuova edizione ha una grafica molto chiara e funzionale, oltre a delle illustrazioni decisamente belle e azzeccate, che rimandano alle miniature dei codici medievali.
Il gameplay si rivela quella fredda macchina da calcolo con una dose di azzardo e incertezza, spesso tipiche della produzione dell'autore, al quale abbiamo dedicato un articolo per i giochi migliori. A proposito, vi ricordo che quest'anno esce The Siege of Runedar, un gioco su un assedio orchi VS nani che si gioca all'interno della scatola.
Tornando a Battle Line: Medieval, al di là delle carte che vi capitano in mano e che inevitabilmente influiranno sulla partita, ci sono un po' di cose su cui ragionare:
Piazzare per primi un buon tris dà la possibilità all'avversario di aspettare l'occasione giusta per scavalcarvelo. D'altro canto, un tris fatto in mano occupa solo spazio e se non lo volete calare dovete invece mettere giù carte spaiate, che sono spesso più rischiose.
Il timing è quindi un elemento non subito evidente, ma che può essere importante, soprattutto quando giocate la versione completa, che include le carte Tattica e gli effetti dei terreni.
Le Tattiche possono stravolgere le normali situazioni di gioco, ma pescarle troppo presto rischia di riempirvi la mano di carte troppo poco utili e circostanziali, laddove avete comunque bisogno delle carte Truppa, per vincere.
Sui terreni occorre ragionare bene, perché alcuni danno un bel vantaggio una volta conquistati, come la torre o la palude e soprattutto non scordate che vincerne tre adiacenti significa vittoria (o sconfitta) automatica.
Insomma è un filler piacevole e con la giusta dose di ragionamento, ma al contempo quella parte di fortuna che non vi farà rimuginare troppo su una sconfitta.
Il suo maggiore rivale, attualmente, è Riftforce e ben presto arriveranno anche di quello recensione e magari un articolo di confronto.
Conclusione
Un altro bel classico di Knizia da avere in casa, soprattutto se siete appassionati dell'autore. Diversamente, difficilmente questo Battle Line: Medieval vi farà ricredere.