Astratto è bello, con Mandala Stones

Cranio Creations

Chi ha detto che i giochi astratti devono per forza essere di legno e brutti a vedersi? Astratti fashion alla riscossa!

Giochi collegati: 
Mandala Stones
Voto recensore:
7,8

Mandala Stones è un gioco astratto per 2-4 giocatori con elementi di collezione set e piazzamento tessere / pattern building, ideato da Filip Głowacz ed edito nel 2021 da Board&Dice; la sua recente localizzazione è a opera di Cranio Creations, che ringrazio per la copia fornita per questa recensione. Le partite durano indicativamente 30 minuti (sì, è vero!), a meno di avere grossi pensatori al tavolo, e la spiegazione del regolamento non porterà via più di 5-10 minuti, se volete anche fornire qualche esempio pratico. Piccolo suggerimento: mentre lo spiegate addestrate i presenti al setup, visto che ci vorrà un minimo per piazzare degnamente tutte le pietre presenti (sono quasi cento!).

Il target del gioco si piazza tra entry level e family, ma può essere gradito anche da giocatori scafati alla ricerca di un po' di relax dopo una estenuante partita setolosa (è il pregio dei giochi astratti). Il primo commento nel vedere il gioco è, nel 90% dei casi, "ah, ma è come Azul!": sì, è bello a vedersi come Azul, però no, non è come Azul.

Componenti

Il colpo d'occhio sui materiali è davvero buono, su tutto spiccano le 96 pietre, contenute nel pratico sacchetto di cotone: ce ne sono 24 per ognuno dei quattro colori presenti - giallo, rosso, viola e blu. Le pietre possono inoltre essere divise in due gruppi in base al motivo presente su di esse - ogni colore ne presenterà quindi dodici di un tipo e dodici di un altro (questa cosa non è esplicitata nel regolamento, ma è cosa buona e giusta sottolinearlo, specie in sede di spiegazione). Se vogliamo trovare qualche difetto, le quattro plance dei giocatori sono davvero sottili: ogni volta che lo gioco mi domando come mai non siano state fatte in cartoncino come il tabellone e la plancia mandala. Manca inoltre un segnalino primo giocatore, necessario visto che tutti i giocatori svolgeranno lo stesso numero di turni (a meno di partite terminate per impossibilità di svolgere il turno da parte di un giocatore): sarebbe bastato segnare una delle plance giocatore, un po' come visto sul primo Century, tanto per fare un esempio. Anche qua, per gli amanti del gore, c'è la possibilità di farlo in maniera amatoriale con un bel pennarello indelebile e il gioco è fatto! Vanno a completare la dotazione le dieci carte obiettivo e i quattro player aid, i quattro segnapunti, i quattro segnalini per gli esagerati che superano i 50 punti in partita e i quattro Artisti, nome dato ai quattro cilindri neri che andranno a essere usati sul tabellone per poter compiere le prese. Per chi volesse vedere più da vicino i vari componenti di gioco, eccovi il video del mio unboxing ingenuo per Gli Apriscatole.

Piccola nota: non è un difetto della mia fotocamera, le pietre rosse sono in effetti fucsia! Le carte obiettivo però ne parlano come "pietre rosse", per cui così se ne parlerà.

Come si gioca?

In poche parole: nel corso dei vari round i giocatori vanno a prendere pietre dal tabellone per piazzarle sulla propria plancia personale; quando vogliono o devono, i giocatori conteggiano le pietre presenti sulla propria plancia personale, facendo punti e spostando le pietre sulla plancia mandala, in comune tra tutti i giocatori. Quando la plancia mandala conterrà un certo numero di pietre (diverso in base al numero dei giocatori), si terminerà il round in corso e la partita sarà conclusa. Una volta aggiunti gli eventuali punti bonus dati da una carta obiettivo (ogni giocatore ne ha due in mano da inizio partita) a quelli fatti in partita, chi avrà più punti avrà vinto la partita.

Nel dettaglio: a inizio partita vengono riempiti gli appositi spazi del tabellone comune con pile di quattro pietre, pescate casualmente dal sacchetto; vengono poi piazzati in appositi spazi intermedi tra quelli occupati dalle pile i quattro Artisti, ovvero quattro cilindri neri (due per ogni motivo). Ogni giocatore al tavolo riceve la propria plancia personale, che contiene il segnapunti personale e cinque spazi per accogliere le prese di pietre fatte in partita, e due carte obiettivo segreto (che vanno dall'essere il giocatore con più pietre di un colore a fine partita, ad avere solo un certo numero di pietre ecc.).

I giocatori svolgono il proprio turno in senso orario e possono scegliere una sola tra le due azioni possibili, o effettuare una presa (in cui conta il motivo delle pietre) o il conteggio (in cui solitamente conta invece il colore delle stesse). Per effettuare una presa, il giocatore sceglie un Artista e lo sposta su una posizione diversa del tabellone, prendendo dalla cima delle pile adiacenti le pietre che corrispondano allo stesso motivo dell'Artista e che non siano adiacenti a un altro Artista. Le pietre vanno raccolte in senso orario e sovrapposte a formare una pila, che andrà piazzata su uno spazio vuoto tra i cinque presenti sulla plancia giocatore: se non sono presenti spazi vuoti, il giocatore non potrà effettuare la presa ma dovrà effettuare il conteggio. Una volta piazzate, le pile di pietre non potranno più essere spostate o integrate con altre pietre di prese successive.

L'azione di conteggio prevede due diverse opzioni, o per cime scelte o per colore. Nella prima opzione, si sceglie un qualunque numero di pile presenti sulla propria plancia, si rimuove la pietra presente in cima (a prescindere dal colore) e si riceve un punto vittoria per pietra rimossa. Il conteggio per colore è invece più articolato: si sceglie un colore visibile in cima ad almeno due delle pile presenti sulla propria plancia e si vanno a conteggiare tutte le pile con in cima il colore scelto; si ricevono punti vittoria in base alle regole dello spazio occupato dalla pila e si rimuovono le pietre conteggiate (attenzione che la carta aiuto in dotazione ai giocatori può creare confusione sulla cosa: PRIMA si effettua il conteggio dei punti, POI si rimuove la pietra in questione, come chiaramente indicato nel regolamento). I cinque spazi presenti sulla plancia giocatore danno punti in base a condizioni variabili: uno dà 1 punto per ogni pila di altezza diversa presente su tutta la plancia; tre danno punti diversi in base all'altezza della pila stessa che viene a essere conteggiata; uno dà 1 punto + 1 punto extra per ogni colore diverso presente nella pila stessa.

Qualunque sia l'opzione scelta dal giocatore, le pietre conteggiate vanno poi raccolte sulla spirale della plancia mandala, comune tra tutti i giocatori, ricevendo eventuali punti extra indicati sugli spazi occupati. Sulla plancia in questione sono presenti tre spazi riportanti "2", "3" o "4" manine: quando viene coperto lo spazio col numero di manine pari al numero di giocatori al tavolo si attiva la condizione di fine partita, che si conclude col turno dell'ultimo giocatore di round. A questo punto, i giocatori scelgono una delle carte obiettivo realizzate (sempre che ne abbiano soddisfatta almeno una) e vanno ad aggiungere i punti a quelli accumulati in precedenza - le carte obiettivo danno da sei a dieci punti. Chi ha più punti ha vinto la partita e, in caso di spareggio, vince chi è primo in ordine di turno.

Considerazioni

Non avevo grosse aspettative su questo Mandala Stones, lo dico apertamente: quando vedo cose molto colorate penso sempre che ci sia la truffa dietro, che la bellezza del gioco serva a mascherare qualche mancanza altrove. Mandala Stones non diventerà probabilmente un nuovo classico, ma alla prova del tavolo mi è piaciuto abbastanza: nel dettaglio, la cosa che ho maggiormente apprezzato è che i giocatori abbiano in mano la scelta di decidere quando effettuare il conteggio dei punti vittoria, andando a introdurre un elemento strategico interessante. Ho anche gradito il fatto che l'opzione apparentemente "subottimale" di punteggio, quella per cime scelte, non sia così sciocchina come possa apparire sulla carta: può dare fino a cinque punti di suo e, se le pietre vengono piazzate in certi punti della plancia mandala, fino a quattro punti bonus in un sol colpo. Il conteggio per colore è sicuramente più remunerativo, per cui è fondamentale ragionare bene le proprie prese così da conteggiare più pile possibili; il fatto che le pietre vadano raccolte in un ordine prestabilito costringe i giocatori ad adattare la propria strategia a quanto si trovano davanti, andando ad aumentare la sfida proposta. Diciamo che è proprio la gestione del punteggio in toto a piacermi, il fatto che il muoversi tra prese e punteggio non sia legato a massimizzare le combo di colori possibili sulla propria plancia (cosa già di per sé divertente e appagante, in fase di presa), e che venga determinato anche dal gioco avversario, che magari va a sbloccare la possibilità di ghiotti punti extra sulla spirale del mandala.

Avevo inizialmente storto un po' il naso per le carte obiettivo, nelle primissime partite mi parevano un po' buttate là per "fare mucchio", visto che si iniziano a guardare praticamente durante le ultime mosse, o quasi. Con un po' più di partite alle spalle ho invece rivalutato gli obiettivi, sia come gestione durante la partita (specie quelli con la maggioranza di pietre di un colore vanno gestiti in corso, se si vogliono realizzare) sia come ripercussione sul finale di partita: il timing di chiusura è meno scontato e la situazione è più incerta fino all'ultimo. Sono solo dieci, sono pochi? A mio avviso no, danno un po' di variabilità ma senza andare a condizionare le partite; probabilmente non ha senso mettersi a guardare gli altri per indovinare il loro obiettivo e "provare a ostacolarli", visto che in certi casi già è difficile completare il proprio per via dell'incertezza del trigger di fine partita.

L'interazione è presente ma indiretta, e spesso quasi involontaria: vado a valutare la mia presa ottimale, poi se riesco la realizzo con l'Artista che lascia meno spazio di manovra all'avversario. La cosa ovviamente funziona più che altro in due giocatori, già in tre diventa più complicato star dietro alle plance avversarie in relazione a quanto si scopre nel tabellone. In quattro giocatori al tavolo c'è ancora meno controllo sulla situazione e un po' più di downtime, visto che non si può neanche lontanamente pensare di pianificare la mossa successiva - spostando gli Artisti si bloccano delle prese e non è noto il motivo che verrà sbloccato dagli altri giocatori. È presente un po' di fortuna proprio per la casualità del motivo delle pietre, per cui è necessario adattarsi in base alla situazione che ci si trova di fronte. Attenzione quindi ai giocatori soggetti da paralisi da analisi al tavolo! Il setup non cambia al variare del numero di giocatori ed è solo il numero di pietre da piazzare sulla plancia mandala ad aumentare: ho trovato che in più giocatori ci siano forse meno scelte interessanti da fare, andando a privilegiare le sole prese più redditizie in fase di conteggio per colore. Tirando le somme, lo trovo un ottimo titolo da proporre in coppia, o al più col reggimoccolo se proprio necessario.

Parlando di altri astratti dello stesso tipo e peso, giocando a Mandala Stones mi è tornato in mente Reef, astratto di Emerson Matsuuchi: anche là abbiamo pezzi colorati da piazzare in vari pattern per far punti in base alle carte giocate, ma c'è ancora più componente tattica per via dell'incidenza maggiore dell'alea... per cui gli vado a preferire Mandala Stones. Il paragone col già citato Azul regge solo per un parallelo di componentistica, a mio avviso. I due giochi hanno un respiro diverso, con Azul che resta una spanna sopra per esperienza di gioco, scalabilità ed eleganza... anche se il twist del punteggio di Mandala Stones, mi ripeto, m'è davvero garbato un bel po'!

Concludendo, questo Mandala Stones mi è piaciuto e m'ha divertito; l'ho proposto con successo a un pubblico vario (già ho fatto vendere un paio di copie!) e ha trovato un suo posto nella libreria. P.S. vendo Reef, contattatemi in privato! (scherzooo)

Puoi votare i giochi da tavolo iscrivendoti al sito e creando la tua classifica personale

Commenti

Sono d'accordo con tutto quello che hai detto, con questo tipo di giochi stiamo avvicinando al tavolo persone che scappavano inorridite alla proposta di giocare 😄

Per il primo giocatore ovviamo con quello della Tana, poco male!

Sembra tutto un po' casuale e a mio parere non alla lunga questo fattore scoccia. Probabilmente un buon gioco per giocatori occasionali. Senza infamia e senza lode. Per me è un 6.

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare