Concordo. Non posso dire che Sintra sia un brutto gioco ma davvero non ne sentivo il bisogno, continuo a tenermi stretto il mio Azul classico
Kiesling e la Plan B Games cavalcano l’onda del grandissimo successo di Azul e propongono Le vetrate di Sintra. Meglio o peggio del primo Azul?
Alla GobCon la Giullaressa lo ha voluto provare, e la settimana successiva entrava in casa in un pacco spedito dalla Francia contenente questo Azul 2.0.
Si posizionano al centro del tavolo un numero di cave pari al doppio dei giocatori più uno e su ciascuna di esse 4 vetri pescati a caso dal sacchetto. Ciascun giocatore riceve 8 tessere del proprio colore da posizionare casualmente di fronte a sé ed una pedina “mastro vetraio” da posizionare sopra la tessera più a sinistra.
Al proprio turno il giocatore può:
Nel momento in cui si completa una colonna posizionando tutte le tessere richieste, una di queste viene spostata sulla plancia personale sottostante, le restanti vengono scartate e si ottengono punti pari al valore della colonna più i punti dati dalle colonne a destra già completate almeno una volta in precedenza (riconoscibili per la tessera lasciata nella parte sottostante). La prima volta che si completa una colonna questa viene voltata, mentre la seconda volta viene scartata. Inoltre, si ottengono punti bonus in base al round in corso. Ad inizio partita ad ogni round viene assegnata casualmente una delle tessere, il cui colore stabilisce quale tipologia di vetrata fornisce un punto bonus in quel round; ovvero, completando una vetrata con 4 vetri rosa in un turno in cui i rosa forniscono punti bonus si avranno 4 punti aggiuntivi.
Alla fine della partita si ottengono ancora punti per le tessere prese e ancora sulle nostre colonne e, in base al lato della plancia personale scelto, punti aggiuntivi per le colonne adiacenti completate oppure per le colonne completate due volte e il numero di colori uguali utilizzati per gli scoring.
In Azul lo schema da ricostruire è fisso ed uguale per tutti i giocatori, oppure totalmente libero: in entrambi i casi è però più facile, con un’occhiata, capire cosa può e cosa non può più piazzare il proprio avversario. Il setup casuale delle plance giocatore in Sintra, oltre a fornire un’apparente maggiore variabilità, rende più difficile seguire il gioco degli altri giocatori e pianificare una strategia anche sulle prese altrui. Proprio per questo motivo abbiamo trovato una minore controllabilità in Sintra e di pari passo l’interazione, che in Azul poteva essere anche volontariamente distruttiva, c’è, ma è meno volontaria. L’interazione in Sintra la si sente principalmente sulla corsa ai vetri che forniscono punti bonus nel turno in corso più che nel bloccare i possibili piazzamenti: se in Azul si avevano solo 5 righe a disposizione e da 1 a 5 spazi per posizionare tessere, in Sintra abbiamo 8 colonne da 5 spazi l’una, quindi si riuscirà sempre (anche sfruttando l’azione per riportare il mastro vetraio all’inizio della propria plancia) a piazzare qualcosa, a meno di particolari sciagure verso il fine della partita. Se in Azul è possibile applicare una strategia anche a medio termine, in Sintra si può ragionare al massimo sul turno in corso e sperare nelle prime mosse di quello successivo per massimizzare i punti.
A livello di materiali, preferiamo anche Azul a Sintra, le piastrelle fanno un altro effetto rispetto ai vetri, così simili alle caramelle balsamiche “Halls”, che rendono il gioco molto più difficoltoso per i daltonici (per quanto sul retro delle cave ci siano gli spicchi in cui posizionare i vetri a seconda del colore. Sulla scalabilità anche Sintra, come Azul, lo preferiamo in due giocatori: meno cose da tenere sott’occhio sulle plance altrui e meno possibilità di turni depotenziati a causa della posizione al tavolo.
In conclusione: Sintra non è un brutto gioco e non si sovrappone ad Azul così tanto da obbligare ad una scelta. Certo è che se ne volete solo uno dei due, Azul continuiamo a preferirlo per una maggiore eleganza e pulizia delle meccaniche. Sintra funziona, non è più o meno difficile, ma forse meno immediato e diretto del predecessore.
Se vi restano ancora dei dubbi vi invitiamo a vedere il nostro gameplay in cui il Barbuto bara pur di vincere, ma viene smascherato da uno spettatore attento. Fateci sapere quale tra Azul e Sintra vi piace di più!
Concordo. Non posso dire che Sintra sia un brutto gioco ma davvero non ne sentivo il bisogno, continuo a tenermi stretto il mio Azul classico
Vogliamo considerarlo uno spudorato tentativo di invadere il mercato delle vetrate sfruttando il famoso marchio di piastrelle?
Io comunque continuo a preferire quelle spagnole.
D'accordissimo con il voto e in generale con il contenuto della recensione.
Mi permetto di riportare quanto avevo detto commentando il gameplay sempre dei Giullari:
io questo gioco l’ho comprato ma l’ho rivenduto perché, per me, è davvero fastidioso che a volte si vinca nonostante una caterva di punti di penalità. sarò rigido, ma per me la PENALITÀ è una cosa NEGATIVA, perciò non esiste che a volte arrivi in fondo (e oltre!) al tracciato penalità e poi vinci la partita perché hai piazzato una botta di tessere, mentre invece chi è stato più attento a non prendere penalità poi perde. Mi pare una cosa poco fine. Il primo per me è davvero di un altro livello, nettamente superiore.
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