Avete sempre sognato di abbandonare tutto e andare vivere in campagna? Ecco la vostra occasione. Peccato che in Agricola dovrete competere per una piccola fattoria medievale con un piccola casa di legno.
Obiettivo del gioco è realizzare la più efficiente fattoria, arando i campi, acquistando sementi, allevando animali nei pascoli, senza scordare di dare da mangiare alla propria famiglia.
Si parte con due lavoratori e tanti spazi azione disponibili ma la coperta è assai corta. Poco tempo a disposizione, la concorrenza degli altri contadini in gara, spingono il concorrente a diversificare le strategie e cogliere le occasioni che il gioco volta per volta ci riserva.
La sensazione di perenne inadeguatezza e il bisogno di sfamare la tua famiglia senza dimenticare di fare figli che possano aiutarti nei campi e raccogliere risorse da trasformare in cibo.
Da ultimo, cuore del gioco, sono occupazioni e migliorie (piccole e grandi), un insieme di carte che, se giocate al momento giusto, possono attribuire prerogative al giocatore uniche e vincenti.
Un gioco semplice da spiegare e da comprendere nelle sue linee essenziali ma assai complesso da fronteggiare, stante il sistema dei punti negativi che puniscono chi si occupa di un solo settore trascurandone altri.
Profondo, strategico ma anche tattico, con una notevole rigiocabilitá, un gioco che è oramai un classico dei giochi da tavolo moderni.
Ci sediamo - il viola e il bianco - dopo cena, almeno noi due siamo a posto per qualche ora.
Mentre, conscio di non sapere, spiego il gioco al viola, sistemo tutti i componenti sul tavolo. Le plance giocatore di fronte, i mazzi giallo e arancione, la plancia centrale che va aperta, per quella dei grandi miglioramenti non c'è spazio - aspetta che devo traslare quella comune, faccio un po' di posto spostando il vaso con le ortensie.
Un cumulo di risorse (davvero ne servono così tante?), uno di animali con cui viola gioca - fino a ottenere una sorta di Agricola-tutte le creature di Brema -, uno di gettoni cibo. Il tavolo è finito, ma forse ci siamo.
Parte prima il viola, primi lavoratori un po' a tentoni per saggiare il terreno. Parte con un campo, io riempio la legnaia; tempo tre veloci round ed è già tempo di cibo. Il viola ha tanto grano, io devo continuamente rompere le scatole al bracciante e al pescatore.
Edifico una stalla nel mezzo del nulla, mentre gli allevatori viola aprono un recinto all'avanguardia nel quale, tempo qualche giornata, le pecore prospereranno felici.
Tempo di cibo.
Per ora ci sto dietro; certo sarebbe comodo poter fare anche qualcos'altro.
Non ho nemmeno il tempo di pensare al primo giocatore, così il viola fa tutto quello che gli pare: ingrandisce casa, genera un ometto, costruisce recinti, coltiva zucche, trova pure il tempo di creare una foresta intorno alla sua casa con le sue immense scorte di legname. Io però ho un bilocale in argilla e un cinghiale che razzola per casa.
Costruisco un focolare, mi verrà buono per il pane.Assoldo un droghiere con la sua bella pila di risorse - non avrò nemmeno il tempo di anche solo pensare di usarle. Il viola si limita a giocare un tizio molto convincente che dal bracciante si farà sempre regalare un po' di granaglia.
Tempo di cibo
I contadini entrano ed escono dalle loro stanze, ciuchi di fatica e sempre affamati. Il mio cinghiale in casa puzza, la pecorella del viola sforna latte, lana e accudisce il pargolo quando torna dai pascoli.
Tempo di cibo ancora.
Oh, ma quanto mangiate? Dai che poi non ho neppure i campi per usare tutto quel bel concime.
Mi serve un terzo omino. Nuova stanza. Nuovo contadino, possibilmente già mangiato.
Cibo.
Non ho grano, toccherà procurarsi il cibo in altro mod... ehi, venite qui! SGRUNT! Ehi, che fate? SGRUNT! SGRUNT! AAAAAAAAAAH, FERMI!
CIBO? Ancora?
ARGH!
La mia magione bianca è di pietra, mentre quella viola è sempre di legno. Il problema è che la sua è circondata di campi, mentre la mia sembra uno chalet nelle brughiere della Cornovaglia.
C... c... cibo...
Stop.
Il viola vola a quota diciannove, con ampi margini di miglioramento. Il bianco - io - si arena a tredici. Sono impantanato nel fango, i cinghiali che mi deridono.
Sgrunt.
La famiglia viola festeggia con dei tortelli di zucca fatti in casa.
Io metto via tutto mentre finisco di grufolare, il droghiere non dice nulla, ma di sfuggita scorgo benissimo il suo sorrisetto sarcastico.