Considerazioni
[spoil]Non avevo nella mia, discreta libreria, titoli su zombie o una storia su di essi, quindi la scelta del titolo mi ha lasciato un po’ tiepido.
All’inizio, diversamente rispetto agli altri colleghi di lettura, sono rimasto incollato al libro pagina dopo pagina, ma è come se questa spinta si fosse spenta con lo scorrere delle stesse.
Un libro strano che scardina quelli che sono i preconcetti su una storia di Zombie, storie convenzionali che parlano di morsi sangue ed altro, risulta essere concepito quasi come un testo di storia post\bellica, con interviste dei protagonisti in ogni angolo del pianeta, questo uno dei pregi, anche se sostanzialmente come avevo già detto per me rimane una Americanata, ma almeno non c'è la classica centralità a Stelle e Strisce.
Emergono i punti di forza dell’ Autore, capace di far sembrare tutto terribilmente vero e storicamente plausibile in ragione di una preparazione e documentazione profondissime, e di una cultura generale notevole.
Alcuni pezzi mi hanno colpito più di altri quello su Paul Reddeker, da alcuni amato da altri odiato o la fuga rocambolesca di un Otaku giapponese che si cala piano dopo piano con l’aiuto delle sole lenzuola, riscoprendo o scoprendo per la prima volta l’utilità dei muscoli associati alla conoscenza tecnologica, come dico sempre l'istinto ci salverà dalla banalità.
L’ attacco alle ville dei VIP tutto ripreso in diretta dalle telecamere
In un altro pezzo Brooks dimostra tutta la sua genialità creando i Quisling ,persone sane che decidono di assomigliare nei comportamenti e nei suoni agli Zombie, spinti dal concetto “ se non li puoi sconfiggere fatteli amici”, ma gli Zombie non sono amici di nessuno
Come non citare poi l’ Importanza di alcuni paesi come Cuba ed India che nel libro hanno un ruolo protagonista economico e strategico, rispetto alla loro triste realtà fatta di fame embargo spesso condizioni disumane.
Non mi soffermo a descriverne la forma che risulta scorrevole e gradevole.
Tutto bello? No….mia opinione, sono arrivato stancamente alla conclusione, ci sono molte pause e spesso il racconto diventa inutilmente lungo e noioso in alcune interviste.
Manca una cosa fondamentale che deve trasmettermi un libro un album musicale un viaggio un bel film……L' emozione.
La quale non deve per forza essere scaturita da sangue, come nei classici Horror, ma anche da una frase al posto giusto.
Forse mi sarei sentito più coinvolto se il Dossier Storico avesse avuto come teatro la Seconda guerra mondiale, la Prima sarebbe impossibile storicamente per mancanza di protagonisti intervistabili, o uno qualunque dei conflitti che ha afflitto o affligge il Pianeta.
Tra un anno non ricorderò nemmeno di averlo letto.
Voto 7[/spoil]