Ognuno nella conversazione ovviamente ci mette la sua esperienza e comunica deduzioni che partono dalla base della sua esperienza personale. Tranne Galandil ovviamente che fa ricerche su numerosi libri di testo scientifici prima di dire la sua.
Siamo tutti d'accordo che le idee non spuntano dal nulla. Nel senso che tu non puoi rimanere a dormire tutto il giorno e sperare ti balzi in mente un'idea. Ma QUALCOSA nella vita quotidiana si fa già normalmente. Quel qualcosa ti fornisce degli input che posso attivare nel cervello dei collegamenti che ti portano ad avere quella che io ho definito "ispirazione". Più esperienze e cose fai più il tuo cervello viene stimolato e più possibilità hai di essere ispirato. Per un grafico può essere semplicemente guardare i cartellini dei vestiti mentre la moglie fa shopping (anche se normalmente sono tutt'altro che capolavori), per musicisti/artisti nel passato è stato pure sballarsi con LSD, che non credo prendessero per concentrarsi meglio sulla composizione! Poi al massimo lo scienziato Galandil ci esporrà trattati scientifici sugli effetti delle droghe sul cervello ironizzando su quelle che mi faccio io, il mio scopo non è approfondire questo argomento.
Cominciate poi a mettervi nell'ordine di idee che Chvatil è un designer freelance, se non lo è solo come "secondo lavoro" come succede per gran parte degli autori di giochi, e non credo che abbia fatto Nome in Codice su commissione. Non si è quindi messo alla scrivania come Mistake o Mod XX_II a buttar giù idee su idee da scartare finché non gli è venuta quella buona. Ma ha fatto la sua vita fatta di lavoro, gioco etc etc etc e, nel corso di questa, stimolato più volte, ha partorito delle idee. A me succede continuamente. Quando ne è capitata una che gli piaceva particolarmente, che magari ha affinato come spesso mi succede nel letto la mattina o la sera per avere qualcosa di bello e leggero a cui pensare, l'ha realizzata a livello di prototipo (e direi che ci ha messo pure poco per farlo, visto che bastano dei ritagli di carta con scritte sopra parole e delle griglie scarabocchiate col pennarello; anche se questo è lo stile Paolo Mori e scommetterei che Vlaada se li sia stampate), provata con gli amici, messe le 4 regole per scritto e proposta alla prima occasione (se già frequenta parecchie fiere) o su appuntamento o per mail, alle case editrici che pensava più interessate. Una volta convinto l'editore ha fatto un pò di prove in più (con un gioco del genere trovare playtester non è difficile), ha regolato con lavoro ed esperienza il prodotto grezzo... e bom.
Quello che sostengo è che tutto ciò che sta prima di realizzare il prototipo in realtà, nello specifico caso di un autore di giochi non ingaggiato, non è considerabile lavoro. Perché durante la tua vita fai ciò che ti piace. E se ti piace inventare giochi lo fai. Punto.
Quello del game designer diventa un lavoro dal momento in cui fai un prototipo. Perché lì fai qualcosa di necessario che, in genere, non ti diverte. E fra l'altro non retribuito, finché non trovi un editore. Ma QUELLA PARTE per Nome in Codice, è infinitamente più semplice di quella di quasi ogni altro gioco!!! Pure fare le immagini di Dixit è decisamente più impegnativo! Poi è ovvio che non ci ha messo 5 minuti, ma rispetto al resto della sua produzione "pesante" scommetterei in una frazione inferiore al millesimo del tempo impiegato per gli altri giochi. E per quel millesimo di tempo del tuo impegno su giochi tu vieni premiato e divieni conosciuto al grande pubblico.
Ma voi non avete in realtà idea di quanto tempo ci voglia a mettere in pista giochi come TTA e Mage Knight Boardgame! Se sovrastimate i tempi di realizzazione di Nome in Codice sicuramente sottostimerete il tempo investito su quelli!
Se non ci credete provate ad andare ad un convegno di autori di giochi (IDEAG) e chiedete alle varie categorie di autori (editi! Non basatevi sui wannabe) che lavorano alle diverse tipologie di giochi quanto "lavoro" hanno investito dopo la concezione dell'idea e metteteli in relazione ai lavori di V.C. Io ho frequentato quella comunità per diversi anni. Nei convegni informali estivi (ma pure ad una PLAY) talvolta creavamo per divertimento giochi con temi pescati a caso in un'ora. Giusto per far capire che creare è anche una forma di divertimento... fino a che non ti si chiede di fare un prototipo e buttar giù le regole per scritto!
Comunque parliamo di "geni creativi", non di lavoratori in un campo mentalmente impegnativo. Non a tutti, immagino, è concesso di creare con relativa semplicità qualcosa.
Per Mod: pur essendo ben cosciente del tempo che ci vorrebbe per creare un buon logo o una buona idea creativa dovresti essere tu ben cosciente del fatto che logo e idee creative vengono partorite anche in tempi infinitamente minori e che molti dei loghi diventati famosi, come quello della Nike, sono stai pagati pochissimo o niente perché, evidentemente, concepiti da una persona non del mestiere o da qualcuno che l'ha realizzato (immagino) in 4 e 4 otto giusto per fornirne uno alla nuova azienda nata, per poi far qualche soldo stampandogli materiale pubblicitario. Ti sentiresti di reputare questi loghi non pagati decisamente inferiori a quelli per cui vengono spese centinaia di migliaia di euro da ditte già famose?
Io sono grafico ma gestisco anche una tipografia in digitale dove sono l'unico lavorante in 15 mq e ti assicuro che a taluni di avere un marchio gliene frega fino ad un certo punto e che quando gli "scrocchi" 80 € per il tuo giusto lavoro (fatto come dici tu di idee concepite e scartate fino ad avere qualcosa di presentabile) sembra già che li stai rapinando. Quindi impari a dedicare alla creazione il tempo che sai che ti verrà pagato e a creare comunque cose che, la maggior parte delle volte, viene comunque apprezzato. E poi scopri che la ditta è diventata internazionale, con un certo successo e sempre usa il tuo marchietto concepito al volo e non pagato. Da tutto ciò ne deriva che tu puoi investire un sacco di tempo anche per fare cose "semplici" e farle benissimo... ma puoi anche fermarti ad un risultato che vale 85% di quello che avresti concepito e risparmiare il tuo tempo per fare qualcosa che potrà essere retribuito.