theclapofonehand
Goblin







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se riuscite a trovarli:
Aquiliade (The Aquiliad, 1983), Urania 1021, Mondadori, 1986
Un secolo è trascorso dalla morte di Giulio Cesare, e Roma non ha certo dormito sui passati allori: i confini del suo impero vanno ora dall'Asia alle Americhe, le sue strade ospitano i primi scoppiettanti carri a motore, le sue prime incredibili navi solcano l'oceano portando meraviglie dal Nuovo Mondo. E' sullo sfondo di questo universo parallelo che il buon Tito Papiniano, duce della XXXIV Legione inviata contro i Parti, fa il suo primo incontro con Aquila, l'indomito capo pellerossa giunto a dare un amichevole aiuto al Grande Padre Bianco di Roma. Un incontro dalle imprevedibili conseguenze, questo è certo, poichè finirà col coinvolgere fra le altre cose una sperduta tribù di Olmechi, un malefico viaggiatore nel tempo e un'apparente invasione di dischi volanti. Quanto basta, insomma, perchè questo giovane autore meriti un prestigioso Numero Argento.
Il ritorno di Aquila (The Aquiliad vol. II - Aquila and the Iron Horse, 1988), Urania 1105, Mondadori, 1989
Sono passati parecchi anni da quando Aquila il Magnifico, il primo pellerossa che sia mai diventato senatore romano (in Aquiliade, Urania 1021), è scomparso in cielo a bordo di un disco volante. Ora, in questo universo parallelo dove l'impero di Roma si estende sul Mondo Nuovo oltre l'Atlantico, rimane l'ultimo figlio di Aquila, Equus Insanus, che trova alquanto noiosa la vita di Roma ed è ben deciso a seguire le orme del padre in ogni genere di folle avventura. E quando la costruzione della prima strada ferrata nel Mondo Nuovo subisce inspiegabili incidenti, due cose sono subito sicure: la mente malefica del Maiale Verde è di nuovo all'opera per scardinare la trama stessa dell'intero universo, e solo Aquila può combatterla.
Aquiliade (The Aquiliad, 1983), Urania 1021, Mondadori, 1986
Un secolo è trascorso dalla morte di Giulio Cesare, e Roma non ha certo dormito sui passati allori: i confini del suo impero vanno ora dall'Asia alle Americhe, le sue strade ospitano i primi scoppiettanti carri a motore, le sue prime incredibili navi solcano l'oceano portando meraviglie dal Nuovo Mondo. E' sullo sfondo di questo universo parallelo che il buon Tito Papiniano, duce della XXXIV Legione inviata contro i Parti, fa il suo primo incontro con Aquila, l'indomito capo pellerossa giunto a dare un amichevole aiuto al Grande Padre Bianco di Roma. Un incontro dalle imprevedibili conseguenze, questo è certo, poichè finirà col coinvolgere fra le altre cose una sperduta tribù di Olmechi, un malefico viaggiatore nel tempo e un'apparente invasione di dischi volanti. Quanto basta, insomma, perchè questo giovane autore meriti un prestigioso Numero Argento.

Il ritorno di Aquila (The Aquiliad vol. II - Aquila and the Iron Horse, 1988), Urania 1105, Mondadori, 1989
Sono passati parecchi anni da quando Aquila il Magnifico, il primo pellerossa che sia mai diventato senatore romano (in Aquiliade, Urania 1021), è scomparso in cielo a bordo di un disco volante. Ora, in questo universo parallelo dove l'impero di Roma si estende sul Mondo Nuovo oltre l'Atlantico, rimane l'ultimo figlio di Aquila, Equus Insanus, che trova alquanto noiosa la vita di Roma ed è ben deciso a seguire le orme del padre in ogni genere di folle avventura. E quando la costruzione della prima strada ferrata nel Mondo Nuovo subisce inspiegabili incidenti, due cose sono subito sicure: la mente malefica del Maiale Verde è di nuovo all'opera per scardinare la trama stessa dell'intero universo, e solo Aquila può combatterla.
