Seconda edizione di
Kingsburg, perché io - dovendo scegliere - gioco classico.
Tutta l'allegria del retro, della tovaglia e del pane.
(La plastica l'ho già tolta, evidentemente.)
Dentro subito il regolamento sava-compatibilie.
(Bello e chiaro come un prosecco
pas dosé appena stappato, per inciso.)
Sotto, i primi componenti e fustelle a caso (tutti moduli di espansione, per la cronaca).
Dischetti e gettoni per le casate, tutti colle loro belle effigi animali - tipo le franchigie di pallacanestro, ma con molte meno risorse.
Poi c'è il tabellone, che è bello bello, più di quanto pensassi - ma mai quanto il tappeto dell'Ikea.
Nella scatola rimangono i dadi il legname del caso e un inserto che credo non durerà ancora molto.
Le carte ci sono, ma sono nascoste. Hanno un formato che boh, è sconosciuto.
Questa una plancia giocatore: sono sottili, ma nemmeno poi troppo. Un po' come le fette di salame in osteria.
Una bellissima seconda edizione, convengo con lei, maestà.