LupoSolitario
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:blush_sm:
Comunque no. :grin:
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kadaj":kj8vt6oi ha scritto:Kadaj (la J è da pronunciare come nella parola jeep, e non come una i, che alle fiere sembra che si facciano tutti male, quando passo io)
Potrei spiegarvelo in una riga perchè mi chiamo così da anni, ovunque possa non porre il mio vero nome come appellativo. Ma ci sono molto affezionato a questo nick, e credo che meriti (lui e chiunque mi voglia seguire) un perchè approfondito della cosa...
sava73":137awhez ha scritto:anatra di gomma.... ma non era Brivido? :uhm: il film dal libro di Steven King??
Lo ricordo molto vagamente... :roll:
No, aspetta, ma tu hai passato un quarto d'ora a dirgli "sono io il prescelto" e lui a risponderti "no, non sei tu" finché lui non si è rotto le palle e vi ha ammazzato tutti? Ha fatto bene! Se lui, che è il Master, ti ha detto che non sei il prescelto, capisci la situazione e arrivaci che evidentemente ha in mente qualcun altro per la sua storia, dico io. Sei tu che hai toppato alla grande con la tua presunzione, secondo me.groblnjar":3iesyc78 ha scritto:Come Master era veramente bravo, solo che ha avuto una giornataccia.
Però non l'ho mai perdonato.
Epaminondas":2x6c9hmb ha scritto:No, aspetta, ma tu hai passato un quarto d'ora a dirgli "sono io il prescelto" e lui a risponderti "no, non sei tu" finché lui non si è rotto le palle e vi ha ammazzato tutti? Ha fatto bene! Se lui, che è il Master, ti ha detto che non sei il prescelto, capisci la situazione e arrivaci che evidentemente ha in mente qualcun altro per la sua storia, dico io. Sei tu che hai toppato alla grande con la tua presunzione, secondo me.groblnjar":2x6c9hmb ha scritto:Come Master era veramente bravo, solo che ha avuto una giornataccia.
Però non l'ho mai perdonato.
Sephion":2x6c9hmb ha scritto:[warn01]Epaminondas, alcune delle frasi da te scritte risultano piuttosto aggressive.
"Rispondi a questo senza divagare" "spero tu non finga di non saperlo" e "non fare il finto tonto per evitare di rispondere, per favore" sono frasi piuttosto antipatiche da leggere e risultano molto spiacevoli a leggerle.
Ti pregherei di porti in altro modo, dato che finora tutti sull'argomento sono stati molto pacati, e da quello che ho letto hai le conoscenze e la capacità di seguire questa conversazione con ben altri toni.
Cerchiamo di mantenere una conversazione pacifica, amichevole e non aggressiva.
Grazie[/warn01]
Sephion":2jrzfaw6 ha scritto:Comunque Kadaj ti stimo sempre di più :grootknuffel:
Hai risvegliato ricordi sopiti...
TeOoh":2jrzfaw6 ha scritto:ma, se per ipotesi io avessi la macchina da lavare....![]()
Agzaroth":3bfmyez6 ha scritto:io ho la bandiera secessionista appesa dove giochiamo :evil:Simo4399":3bfmyez6 ha scritto:MPAC71":3bfmyez6 ha scritto:Ciao a tutti!
Io firmo tutto con l'acronimo MPAC.
La cosa nacque in un modo curioso: ho sempre amato disegnare e, all'età di 12 anni, decisi che volevo siglare i miei piccoli capolavori (perché tali gli adulti me li giudicavano) con una firma speciale. Scelsi di scrivere Mangano Paolo by Associated Company, utilizzando - di certo, impropriamente - il poco inglese che allora conoscevo.
La sigla MPAC ho iniziato poi a metterla dappertutto: oltre che sui miei lavori grafici, l'apponevo sui libri di scuola, sulle scarpe della piscina, sugli zaini, sul caso della bici, etc. etc.
Anche oggi, per lavoro, il mio ufficio si chiama MPAC Design Studio (però l'acronimo oggi è cambiato, in quanto è diventato una sigla più "seriosa": Mangano & Pillon Artwork Crew).
Qui in Tana ho solo pensato di aggiungere il mio anno di nascita, per cui ecco che alla fine il nickname è diventato MPAC71.
Ciao! Buona Pasqua!
Paolo (MPAC71)
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: ....e io che pensavo avesse a che fare con la guerra di secessione americana!!!!
per inciso: per anni ho avuto la bandiera secessionista appesa in camera e poche settimane fa e' rispuntata fuori....sto seriamente pensando di appenderla di nuovo da qualche parte....
........ :sava73: :sava73:
MPAC71":iufq47xi ha scritto:Lieto di sapere che la Confederate Battle Flag suscita ancora interesse.
In realtà, se avessi voluto un nickname tratto dalla War between the States (la Guerra di Secessione) avrei senz'altro scelto qualcosa tipo "J.E.B. Stuart", mitico generale di cavalleria e personaggio storico tra i miei preferiti.....
Ad ogni modo, ribadisco che MPAC è uno degli identificativi che mi porto appresso un po' ovunque e che non lo potrei cambiare in nessun modo, visto che è dal 1983 che me lo sono creato.
Per quanto riguarda l'Avatar che ha generato l'equivoco: io la bandiera da battaglia degli Stati del Sud la tengo in garage, accanto alla mia macchina. Un'altra, cucita a mano, tra poco le metterò in sala sopra il camino.
Dixieland forever!
MichyLo":1rpl56ub ha scritto:Niente, solo il banale diminutivo del mio nome più una parte di cognome...
Però (tanto per dire una piccola curiosità di cui a nessuno frega nulla!)il mio avatar è quello del mio cane vero e proprio, un Boston Terrier, che difficilmente avrete visto dal vero ma che è un vero e proprio goblin!
kadaj":tk9u4w95 ha scritto:Kadaj (la J è da pronunciare come nella parola jeep, e non come una i, che alle fiere sembra che si facciano tutti male, quando passo io)
Potrei spiegarvelo in una riga perchè mi chiamo così da anni, ovunque possa non porre il mio vero nome come appellativo. Ma ci sono molto affezionato a questo nick, e credo che meriti (lui e chiunque mi voglia seguire) un perchè approfondito della cosa...
Era il 1997 (17 anni fa! :facepalmquando, giovane e innocente, vidi svettare nel mio negozio di videogiochi preferito, su un'intera colonna (ai tempi cosa rara), un solo, altisonante titolo: Final Fantasy VII.
Su uno sfondo bianco, quella strana cometa verde-nera appena dietro il titolo mi osservava, attirandomi a sè come un abisso insondabile di squisite promesse. D'istinto, quasi tremante (avevo 11 anni ai tempi, davvero piccolo), mi avvicinai alla colonna. Mi aspettavo che sarebbe arrivato da un momento all'altro il titolare e mi avrebbe detto qualcosa come: "Cosa pensi di fare, ragazzino? Non è un gioco per te!". E invece nulla... ne presi una copia in mano e me la rigirai tra le dita. Era pesante, era spessa, "4 cd included" lessi... ed era tutta in inglese. E ai tempi non si studiava in classe. Andavo privatamente in una scuola che insegnava l'albionica lingua ma da lì a saperla parlare ne passava di acqua sotto i ponti.
Rimasi così, con il gioco tra le mani per non so quanto tempo...
"Quanto costa, signore?"
"Come, ragazzo?"
"Questo gioco. Quanto costa?"
"50.000 lire"
50.000 lire e una paghetta di 10.000 lire al mese. Un abisso. Uscii dal negozio frustrato, triste ma ancora fortemente desideroso di avere quel gioco. Perchè poi? La Playstation me l'avevano regalata per Natale ma non ci giocavo nemmeno molto, era tutto in inglese e costava molto più di quanto avessi.
Tornai a casa rimuginando su cosa potessi fare per raccogliere quella somma. Alzai le magliette sotto le quali tenevo nascosti i soldi che riuscivo a risparmiare mese per mese e cominciai a contarli: 5000, 7000, 8000, 10000, 13000, 18000, 20000. 20000 lire, ecco tutto ciò che possedevo. La paghetta l'avevo appena ricevuta e mancava più del doppio della cifra.
Scesi le scale e cercai mia madre, che in quel momento stava giocando con mia sorella più piccola (9 anni). Non le dovetti chiedere nulla, le bastò osservarmi per capire che desideravo qualcosa.
"Cosa c'è Davide?"
"Mamma..."
"Dimmi tesoro"
"Nel negozio di videogiochi, oggi, ho visto un videogioco che vorrei tantissimo. Mi piace, è sicuramente bellissimo, è tutto bianco con una palla verde e nera"
"Ma...?"
"Ma costa 50000 lire"
"E' caro"
"Sì, ma è bellissimo. Io ho solo 20000 lire. Giuro che farò tutto quello che mi chiederete!"
"Tesoro, tuo papà te lo dice sempre: i soldi si guadagnano, non si trovano per strada. Stasera ne parleremo insieme. Tu sei sicuro che quel gioco valga tanto?"
"Sì"
...
Mio padre rientrò dal negozio, si diede una rinfrescata e si sedette a tavola. E io ero lì... A guardare il mio piatto e senza sapere quale sarebbe stato il momento ideale per affrontare l'argomento. Alla fine presi il coraggio a quattro mani e guardai mio padre:
"Papà?"
"Sì, Davide?"
"Ho visto un videogioco bellissimo nel negozio di videogiochi e vorrei tanto averlo. E' bello bello e tutti ne parlano bene e mi piacerebbe giocarlo, ma non ho abbastanza soldi, perfavore potresti darmeli tu?"
Mio padre mi guardò, con quello sguardo indecrifrabile che, a 28 anni, ancora fatico a comprendere.
"Hai i tuoi soldi"
"Sì, ma quel gioco costa troppo!"
"Troppo? E quanto costa?"
"50000 lire e io ne ho solo 20!"
"50000 lire per un videogioco? Mi sembra decisamente troppo"
"Sì, ma è bellissimo. Ha dentro 4 CD, non uno solo come gli altri!"
"Se davvero lo vuoi, devi guadagnartelo Davide. Puoi risparmiare per i prossimi mesi, e magari fare un po' di lavoretti in casa o per i vicini." Sorrise "La mia macchina è particolarmente sporca, per esempio"
E così feci. Faceva sicuramente specie vedere un ragazzino di 11 anni armato di secchiello, spugne, stracci e shampoo per auto girare per il "quartiere" (una piccola via di poche case) e chiedere ad ogni vicino se voleva che gli venisse lavata la macchina, perchè aveva visto un videogioco bellissimo e lo voleva tanto ma aveva bisogno di soldi.
I vicini si dimostrarono tutti molto disponibili e mi fecero tutti lavare la loro auto. Io ce la misi tutti e lavai, lavai, lavai finchè non furono tutte brillanti come degli specchi. E pian piano raccolsi i soldi.
Ci vollero più di due settimane per raccogliere la cifra necessaria. Ogni giorno, tornato dalla scuola, facevo i compiti, saltavo la merenda e andavo tutto baldanzoso con il mio inusuale armamentario a salutare i vicini e lavargli la macchina. Rientravo poco prima delle 18.30, com'era nei patti. Cenavo e crollavo a letto alle 21.00, troppo stanco per cercare di protestare di voler rimanere in piedi ancora un po'.
Ma infine ce la feci. Ottenni i soldi che servivano (le ultime duemila lire me le diede mia madre di straforo "Ma non farlo sapere a papà") e corsi nel negozio di videogiochi. E lui era là che mi aspettava. La colonna ormai conteneva poche copie del gioco, ma c'era, bello come la prima volta che lo vidi, nella sua copertina bianca con questa strana meteora verde e nera al centro. Final Fantasy VII.
Pagai e corsi a perdifiato a casa. Non vedevo l'ora di provarlo. Avevo allestito tutto da giorni. La Playstation posizionata davanti al televisore, i cavi collegati da mio papà, la memory card con gli slot necessari per salvare e, indispensabile, un dizionario in inglese per capire le cose più difficili.
Non avevo voglia di leggere le istruzioni, erano troppe e complicate, aprii delicatamente la confezione, mi accertai di inserire il primo CD e cliccai "start". E ciò che vidi fu cosa buona...
[youtube]tGrLQbtZ-cM[/youtube]
La grafica, meravigliosa di quei tempi, mi avvolse come un abbraccio, e io rimasi lì a guardare quella bella ragazza col cesto di fiori, quella strana costruzione che sbuffava fumo, quel treno che correva come impazzito, quel gigante di colore che mi invitava a seguirlo e poi, infine, quello strano personaggio biondo, che nemmeno sapevo bene chi fosse ma che venne ingaggiato immediatamente in combattimento, senza ch'io sapessi nemmeno bene che tasti schiacciare.
E fu così che iniziò tutto. Iniziò la mia avventura a Final Fantasy VII. Fu senza dubbio il videogioco che mi insegnò l'inglese, più ancora della scuola. Ogni giorno rientravo e salutavo i miei personaggi, li volevo vedere, passare del tempo con loro e li volevo sempre più forti. Odiai Sephiroth quando uccise Aerith. Io, che ero al 99mo livello già al primo cd, me la vidi sottrarre così malamente. Io, che ne avevo sbloccato la sua Limit appena avevo preso quel personaggio, io che mi ero innamorato della bella ragazza che portava quel cesto di fiori la prima volta che ci siamo incontrati.
Giurai vendetta a Sephiroth, volevo diventare tanto forte che nemmeno i suoi creatori potessero immaginare tanta potenza.
Fu così che passai febbrilmente mesi a potenziare i miei personaggi, catturare e allevare Chocobo fino ad avere il raro Chocobo d'oro, sbloccare combinazioni, uccidere i boss secondari per le armi finali fino a creare quella che ritenevo essere la combinazione perfetta.
La ricordo ancora come fosse ieri: per crearla avevo bisogno 3 master summon, ovvero portare per ben 3 volte le 16 evocazioni al massimo della loro potenza, una cosa che, quando ne parlai ai miei amici, ottenni solo un: "Tu sei pazzo...". Ma loro non potevano capire.
Fu così che infine, dopo non so quanto tempo, mi trovai di fronte a Sephiroth, al massimo della sua potenza. Il boss finale. L'odiato assassino della mia storia.
Era tutto pronto. Presi un respiro e, quando fu il mio turno di agire, mi limitai a cliccare 4 volte lo stesso tasto. La combinazione Quadra magic + master summon, W-Summon + master summon, MP absorb + master summon seguita da due Mime dei miei alleati evocò per 24 volte i 12 cavalieri della Tavola Rotonda, per un totale di 2.878.712 danni e 56 minuti ininterrotti di attacchi. Li assaporai tutti...
Per Sephiroth non ci fu scampo, non ci fu perdono. Avevo vendicato Aerith e la mia storia si era conclusa.
...
Passarono gli anni e, nel 2006, nove anni dopo, mentre ero all'università, mi cadde l'occhio su un volantino che pubblicizzava: "Final Fantasy VII: Advent Children". Un film in digitale su Final Fantasy...
Mi incuriosii e, dato che non avevo certo dimenticato quel videogioco a cui tanto dovevo, andai a vederlo. Lì incontrai per la prima volta Kadaj che tanto faceva per evocare nuovamente Sephiroth e farlo reincontrare con Cloud, il biondo protagonista. Addirittura sacrificando la sua stessa vita.
Il film non era affatto male ma ciò che più mi colpì fu la figura di Kadaj. In lui vedevo me dall'altra parte della barricata. Io volevo eliminare Sephiroth, lui volevo averlo di nuovo. Io lo volevo sconfitto, lui vincitore. Trovai in Kadaj uno specchio di me stesso e non riuscii a sentire nei suoi confronti alcun tipo di fastidio.
Rispetto per l'avversario, onore delle armi, chiamatelo come volete ma decisi che Kadaj mi avrebbe da allora sempre rappresentato là dove io non potevo fisicamente esserci.
Ed eccomi/ci dunque qui, uniti e divisi da sempre.
...
Solo dopo molti anni scoprii che mio padre, la sera stessa di quella chiacchierata, bussò alla porta di ogni vicino lasciando ad ognuno dei soldi per un figlio che tanto desiderava...
MarcoMarco":2ie7q70k ha scritto:MichyLo":2ie7q70k ha scritto:Niente, solo il banale diminutivo del mio nome più una parte di cognome...
Però (tanto per dire una piccola curiosità di cui a nessuno frega nulla!)il mio avatar è quello del mio cane vero e proprio, un Boston Terrier, che difficilmente avrete visto dal vero ma che è un vero e proprio goblin!
...io ho avuto la fortuna d vederlo un esemplare d questa razza...ed è un simpatico amichetto della mia lupa…
Se ne vedono pochi! Però sono dei compagni di vita buffissimi ed eccezionali![]()
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MarcoMarco":3n5px355 ha scritto:...davvero una bella "storia"...letta tutta senza fermarmi perché coinvolgente...nn potevi tenerla solo per te!
:smile: