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Finalmente sono riuscito a provare questo gioco che aspettavo con ansia dal gennaio del 2016: fu il mio primo kickstarter, credevo ingenuamente che sarebbe davvero arrivato quando previsto nell'autunno del 2016.
Vi racconto le mie impressioni iniziali dopo 3 sessioni ed aver fallito la prima maledizione.
Di cosa si tratta?
The 7th continent è un gioco sui generis, completamente cooperativo, basato interamente su carte, con una meccanica che secondo i desiderata degli autori ricorda i libri avventura.
Si tratta di esplorare il mitico settimo continente per risolvere un mistero all'inizio ignoto anche agli stessi avventurieri. Per far ciò i giocatori dispongono solamente di carte divisibili in 3 tipi di base: esplorazione, avventura e azione. Le carte avventura, poco meno di un migliaio (!), hanno molteplici scopi: compongono la mappa del gioco, narrano la storia e illustrano una parte delle azioni disponibili; le carte esplorazione sono carte casuali che rappresentano la "nebbia" attorno al terreno inesplorato, contengono oggetti o eventi casuali; le carte azione rappresentano gli oggetti/le abilità che l'avventuriero ottiene nel progresso del gioco, ma costituiscono anche la sua riserva di energia: finite le carte azioni si attiva un meccanismo che prima o poi porta alla sconfitta del gruppo di giocatori.
Il gioco è per 1-4 giocatori, ma probabilmente con 1-2 giocatori è preferibile: è quasi un solitario. Tanto che non è prevista un'alternanza rigida tra i giocatori, ma in ogni turno viene svolta una singola azione da un singolo giocatore e al turno successivo può proseguire lo stesso giocatore. Nelle mie sessioni ho sempre giocato con la mia compagna, quindi in effetti non ho esperienze in 3 o 4.
Il gioco è interamente in inglese (o in francese). Le meccaniche, tra l'altro abbastanza semplici, sono basate su icone e poche semplici frasi e qui la dipendenza è in qualche modo ridotta (ma non annullata); il flavor text è un inglese più letterario quindi un po' più ostico.
Componentistica e meccaniche
La componentistica (le carte) sono di ottima qualità, curate nei massimi dettagli fin nel piccolo: apprezzabile in questo senso la lente di ingradimento per osservare meglio certi dettagli. Ad esempio ci siamo ritrovati con un qualcosa in una spiaggia che non capivo cosa fosse, la mia compagna vedendolo con la lente nota una serratura e capisce che era un baule, cosa che in effetti era. Molto curati anche i vari flavor text che fanno immergere nell'atmosfera: a questo proposito esiste anche una colonna sonora scaricabile, suddivisa per le varie zone di gioco.
Le meccaniche funzionano molto bene, la difficoltà del gioco non è bassa, bisogna prestare molta attenzione al consumo di energia perché ci vuol davvero poco a ritrovarsi nei guai. Anche solo completare la prima parte tutorial potrebbe essere poco agevole. Molto apprezzabile la totale non-linearità del gioco: ci si può muovere in qualsiasi modo e spesso per raggiungere un determinato obiettivo esistono modi diversi, anche se il gioco spinge a seguire una direzione. Ad esempio per completare il tutorial esistono almeno tre modi diversi.
Poiché completare una quest richiede diverse ore (noi per perdere la prima ci abbiamo messo circa 15 ore) è previsto un semplice meccanismo di salvataggio e ripristino del gioco che richiede davvero non più di 5 minuti per il salvataggio e anche meno per il ripristino.
Rigiocabilità
La rigiocabilità è data da differenti fattori: il continente è davvero molto grande e ci vogliono davvero diverse ore per vederlo tutto; le differenti quest (maledizioni nel gioco) creano ramificazioni differenti visibili solo per quella quest; le carte esplorazione attorno ai terreni inesplorati sono sempre diverse per cui anche tornando sullo stesso terreno si potrebbero avere attorno carte diverse con effetti diversi; non poche carte esistono in copie multiple per cui magari in una partita si sorteggia una carta e in un'altra una differente con effetti/azioni diverse. Poi ci saranno le espansioni ulteriori in uscita con il nuovo kickstarter in settembre oltre a quelle già incluse o acquistate nel primo kickstarter che credo verranno tutte riproposte anche nel secondo.
D'altra parte essendo il gioco stesso assimilabile per certi versi ad un grande libro-avventura prima o poi si esaurisce.
Le mie aspettative non sono state deluse: ho trovato esattamente il gioco che mi aspettavo. Sono curioso di giocarci ancora anche perché voglio risolvere la prima quest. C'è da dire che quando andrò a giocarci di nuovo conosco già i punti critici che andrò ad affrontare (ma non tutti dato che ho perso per non aver trovato degli oggetti fondamentali) e questo riduce la difficoltà nella seconda run, ma questo alla fine è vero per qualsiasi scenario di un gioco cooperativo che viene rigiocato.
Vi racconto le mie impressioni iniziali dopo 3 sessioni ed aver fallito la prima maledizione.
Di cosa si tratta?
The 7th continent è un gioco sui generis, completamente cooperativo, basato interamente su carte, con una meccanica che secondo i desiderata degli autori ricorda i libri avventura.
Si tratta di esplorare il mitico settimo continente per risolvere un mistero all'inizio ignoto anche agli stessi avventurieri. Per far ciò i giocatori dispongono solamente di carte divisibili in 3 tipi di base: esplorazione, avventura e azione. Le carte avventura, poco meno di un migliaio (!), hanno molteplici scopi: compongono la mappa del gioco, narrano la storia e illustrano una parte delle azioni disponibili; le carte esplorazione sono carte casuali che rappresentano la "nebbia" attorno al terreno inesplorato, contengono oggetti o eventi casuali; le carte azione rappresentano gli oggetti/le abilità che l'avventuriero ottiene nel progresso del gioco, ma costituiscono anche la sua riserva di energia: finite le carte azioni si attiva un meccanismo che prima o poi porta alla sconfitta del gruppo di giocatori.
Il gioco è per 1-4 giocatori, ma probabilmente con 1-2 giocatori è preferibile: è quasi un solitario. Tanto che non è prevista un'alternanza rigida tra i giocatori, ma in ogni turno viene svolta una singola azione da un singolo giocatore e al turno successivo può proseguire lo stesso giocatore. Nelle mie sessioni ho sempre giocato con la mia compagna, quindi in effetti non ho esperienze in 3 o 4.
Il gioco è interamente in inglese (o in francese). Le meccaniche, tra l'altro abbastanza semplici, sono basate su icone e poche semplici frasi e qui la dipendenza è in qualche modo ridotta (ma non annullata); il flavor text è un inglese più letterario quindi un po' più ostico.
Componentistica e meccaniche
La componentistica (le carte) sono di ottima qualità, curate nei massimi dettagli fin nel piccolo: apprezzabile in questo senso la lente di ingradimento per osservare meglio certi dettagli. Ad esempio ci siamo ritrovati con un qualcosa in una spiaggia che non capivo cosa fosse, la mia compagna vedendolo con la lente nota una serratura e capisce che era un baule, cosa che in effetti era. Molto curati anche i vari flavor text che fanno immergere nell'atmosfera: a questo proposito esiste anche una colonna sonora scaricabile, suddivisa per le varie zone di gioco.
Le meccaniche funzionano molto bene, la difficoltà del gioco non è bassa, bisogna prestare molta attenzione al consumo di energia perché ci vuol davvero poco a ritrovarsi nei guai. Anche solo completare la prima parte tutorial potrebbe essere poco agevole. Molto apprezzabile la totale non-linearità del gioco: ci si può muovere in qualsiasi modo e spesso per raggiungere un determinato obiettivo esistono modi diversi, anche se il gioco spinge a seguire una direzione. Ad esempio per completare il tutorial esistono almeno tre modi diversi.
Poiché completare una quest richiede diverse ore (noi per perdere la prima ci abbiamo messo circa 15 ore) è previsto un semplice meccanismo di salvataggio e ripristino del gioco che richiede davvero non più di 5 minuti per il salvataggio e anche meno per il ripristino.
Rigiocabilità
La rigiocabilità è data da differenti fattori: il continente è davvero molto grande e ci vogliono davvero diverse ore per vederlo tutto; le differenti quest (maledizioni nel gioco) creano ramificazioni differenti visibili solo per quella quest; le carte esplorazione attorno ai terreni inesplorati sono sempre diverse per cui anche tornando sullo stesso terreno si potrebbero avere attorno carte diverse con effetti diversi; non poche carte esistono in copie multiple per cui magari in una partita si sorteggia una carta e in un'altra una differente con effetti/azioni diverse. Poi ci saranno le espansioni ulteriori in uscita con il nuovo kickstarter in settembre oltre a quelle già incluse o acquistate nel primo kickstarter che credo verranno tutte riproposte anche nel secondo.
D'altra parte essendo il gioco stesso assimilabile per certi versi ad un grande libro-avventura prima o poi si esaurisce.
Le mie aspettative non sono state deluse: ho trovato esattamente il gioco che mi aspettavo. Sono curioso di giocarci ancora anche perché voglio risolvere la prima quest. C'è da dire che quando andrò a giocarci di nuovo conosco già i punti critici che andrò ad affrontare (ma non tutti dato che ho perso per non aver trovato degli oggetti fondamentali) e questo riduce la difficoltà nella seconda run, ma questo alla fine è vero per qualsiasi scenario di un gioco cooperativo che viene rigiocato.