Moreno
Maestro
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RosenMcStern":1a7xkixt ha scritto:Moreno":1a7xkixt ha scritto:Questo viene direttamente dalla fonte originale: Lajos Egri. È il primo capitolo del suo "The Art Of Dramatic Writing", e spiega il concetto di Premise.
http://www.writerswrite.com/fiction/egri.htm
Su questa teoria letteraria si basa tutto il concetto di "Premise" della teoria forgita, e le tecniche usate nei gdr story now.
E fin qui ci siamo, anche se la definizione di Egri è un po' troppo "moraleggiante/didascalica" per i miei gusti. Ma ti dice una cosa chiara, che è tipica del pensiero di Egri e delle conclusioni che ne traggono Edwards e Baker: la premise di una Storia ha a che vedere con temi etici o comunque che toccano valori e sentimenti significativi per i personaggi e per i lettori. Infatti io come storia che ha una sua bella premise ben definita ti ho citato Star Wars, che pare una storia "leggera" ma di temi etici ne tocca eccome. Siamo d'accordo con questo?
Sì, ma credo che tu dia una interpretazione enormemente restrittiva di cosa sia un tema etico, o che tocchi valori o sentimenti umani.
Egri cita alcune Premise nel suo libro. Per esempio, di Otello dice "Jealousy destroys itself and the object of its love."
Ma questa è anbche la Premise di diversi film di Lando Buzzanca.
È la premise persino di film con Franco e Ciccio. E di molti Harmony e fotoromanzi.
Sul Macbeth cita "Ruthless ambition leads to its own destruction."
Che è la stessa Premise di molti cartoni animati di Paperino.
NULLA della definizione di Egri parla di elevati valori etici o morali. Dici che "Star Wars pare una storia leggera, ma...". Star Wars è una storia leggera, leggerissima. Ma è una storia. Quindi ha una premise. il fatto che sia leggera o no è totalmente ininfluente. Però a te leggerezza e premise paiono incompatibili: è qui l';errore.
Prendi il più banale degli action movie polizieschi, quelli tutto sparatorie e ammazzamenti, con il buono che può buono non si può contro un criminale cattivo da operetta. Scegli il più stupido, quello girato e scritto peggio. Credi che non abbia una premise?
E allora "il crimine non paga" cosa sarebbe?
La premise può essere stupida, o banale: hai citato tu stesso l'esempio di Vincent Baker su Master e Commander: "è meglio aiutare gli amici e riuscire nella tua missione, che abbandonare gli amici e fallire". Pare una massima di Catalano. Una roba tipo "è meglio avere una donna bella e intelligente che una brutta e stupida".
Ma è una premise.
Il fatto che sia banale, porta solo ad un film banale. Non al fatto che sia un NON-film.
Non è detto nemmeno che sia chiara (su Master and Commander Lehman ha proposto una visione diversa con un diverso protagonista - il dottore - e una diversa premise)
Insomma, stai attaccando tutta una serie di condizioni (che non sia una cosa "leggera", che parli di alti temi etici, che lo faccia bene, che la premise venga detta esplicitamente al lettore, etc.) che in Egri semplicemente non ci sono
Riportandolo al campo dei gdr...
Visto che:
1) Per godere di un opera, perchè ti appassioni, perchè tu senta attaccamento per i personaggi, è assolutamente necessario che abbia una premise (non è una pretesa altisonante, è una totale ovvietà: non avere una premise significa che non dice nulla di niente. un filmino delle vacanze, insomma. Chi si appassiona ad un opera che non dice niente di nulla?)
2) Per essere autore di una storia, devi realizzarla affrontando (anche in maniera inconsapevole) una premise
Si ricava che l'unica maniera di essere contemporaneamente, nello stesso istante, autore e fruitore, elevando alla massima potenza l'interazione fra queste due cose, è giocare story now. Ogni altra maniera "scollega" i due tempi, rendendoti prima creatore e solo in un secondo tempo fruitore. (con lo story before puoi essere spettatore durante il gioco, ma le tua scelte non hanno più significato non potendo cambiare la storia. Se giochi Story After le tue scelte possono cambiare la storia, ma non la vedi durante il gioco)
Quando parliamo di gdr story now, proprio per questo la premise non può essere un affermazione (l'opera è incompiuta fino alla fine del gioco) ma può essere solo una domanda. A cui i giocatori "rispondono" nel gioco creando quella che in un opera scritta sarebbe la premise ma che per differenziarla da quella che hai in gioco nei gdr si chiama Tema.
Il fatto che l'investigatore in Call of Cthulhu entri nella casa infestata, è già una scelta etica/morale/umana. Questa scelta può essere assolutamente prefissata o no. Cioè, questa scelta può essere stata fatta da qualcuno a priori ("before") o può essere fatta nell'istante in cui avviene in gioco (now). La differenziazione stya nel MOMENTO in cui fai la scelta, non nel fatto che la scelta debba essere una Profonda Verità Sull'Uomo e l'Universo.
Su Blair Witch Project chiudo dicendo che anch'io non concordo con quella interpretazione, ma il punto non era concordare, era il far vedere come si possa ricavare una premise da BWP.
Picnic ad hanging rock non l'ho mai visto, su quello non posso rispondere, ma a meno che non sia davvero un filmino di una vacanza passata ad hanging rock, ci scommetto quello che vuoi che una premise ce l'ha... 8)
"ha una premise" non significa "ti spiego la premise nel corso del film"
E che significa allora? Ha senso parlare di una storia in cui non capisci quale è la premise perché c'è ma non viene spiegata?
Ha senso parlare di un opera che non ti spiega per filo e per segno ogni piccolo dettaglio o motivazione dei protagonisti? Ha senso un opera che lascia spazio all'interpretazione invece che avere i protagonisti con dei dialoghi tipo "adesso faccio questo perchè penso a questo e voglio ottenere quello"?
Il discorso è esattamente lo stesso. Anzi, le opere che non ti spiattellano la premise di solito sono MEGLIO.
Tutto il discorso della premise è una indagine "sotto il cofano" per capire come mai certe storie ci appassionano. E per riprodurre quell'effetto in altre. È un discorso che interessa il meccanico (l'autore), lo spettatore / lettore /etc sa solo che si appassiona, e non si chiede il perché.
In un'opera, la premessa dovrebbe essere almeno accennata dall'inizio, e il finale dovrebbe darti la "chiave di lettura" per focalizzare in modo compiuto che cosa l'autore voleva dire. Esempio: nelll'ultimo paragrafo dei Promessi Sposi Manzoni spiega che cosa voleva dire a proposito dell'intervento della Provvidenza nelle disgrazie umane.
Egri non è d'accordo, e lo dice nel capitolo di cui ti ho dato il link. Se non lo sa lui che la teoria l'ha scritta... 8)
P.S.: E quella parte finale è una delle parti più pallose dei Promessi Sposi, e il fatto che spiattelli la sua premise una pagina sì e una pagina no è il motivo per cui non può essere considerato un capolavoro. Non mi credi? Non lo dico io, lo dice Moravia in un suo famoso articolo. Ma anche Umberto Eco ha più volte stigmatizzato questa cosa dicendo che i PS sono più "propaganda" che "arte". I promessi sposi si insegnano a scuole per la tecnica di scrittura e perché ti spiega pesantemente una morale cattolica ottocentesca, non perché non ci sia di molto meglio in giro.
Se poi guardi alla definizione di "Arte" di Milan Kundera (ne "l'arte del romanzo") un opera che ti spiattella papale papale la sua premise non può essere arte, al massimo è propaganda. La premise deve essere lasciata all'interpretazione personale del lettore.
Egri infatti dice di PENSARLA e di usarla come faro durante la scrittura, non di scriverla papale papale nell'opera (anzi, anche lui lo sconsiglia proprio)