Generale Sempre più persone si avvicinano al nostro Hobby... è un bene o un male?!?

computer82

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Ci siamo soffermati a parlarne ieri durante l'ennesimo gIOco "moderno"...


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Ho notato, per fortuna, che contrariamente a prima del cosiddetto "Covidde", sempre più persone si sono avvicinate al mIO/nostro Hobby!

Tutto questo porta dei vantaggi, sia personali (che trovo sempre più gIOcatori per la mia Ludoteca), sia più ampli, visto che oramai annualmente escono sempre più titoli (validi e non, dal mIO punto di vista)!

Ovviamente ampliando il numero di gIOcatori, aumenta anche il numero di gente lontana da miei gusti e/o Youtuber (oramai siamo in questo mondo qui) che non sanno minimamente di cosa parlino (non fò nomi ma Ho visto video di alcuni che fan classifiche di gIOchi per meccaniche; peccato che i gIOchi nominati non c'incastrano nulla con le meccaniche citate 🤣) o peggIO ancora parlano perché "sostenuti" dalle case editrici che regalano!

Per intendersi... non parlo di nuove generazIOni di età, perché, per fortuna, anche sempre più coetanei e più grandi di me (classe '82) si sono avvicinati a questo fantastico Hobby!

Non sono mai stato bravo a scrivere e ad esprimermi, spero si sia capito vosa intendo!

Voi che ne pensate?!?

Quali sono i pro e i contro di questo aumento "esponenziale"?
 

Neo Tokyo higurashi

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Contro: più "tutti allenatori", "tutti virologi", "tutti politologi" ed "economisti di fama condominiale". Tradotto: molti più ca*ate da leggere, sentire, sopportare...

...non voglio essere frainteso...


Io sono contento...per me più giocatori e più titoli è un bene. Poi sta a ognuno farsi le ossa e godere dell'hobby come più preferisce.
 

kopalecor

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Ci siamo soffermati a parlarne ieri durante l'ennesimo gIOco "moderno"...


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Ho notato, per fortuna, che contrariamente a prima del cosiddetto "Covidde", sempre più persone si sono avvicinate al mIO/nostro Hobby!

Tutto questo porta dei vantaggi, sia personali (che trovo sempre più gIOcatori per la mia Ludoteca), sia più ampli, visto che oramai annualmente escono sempre più titoli (validi e non, dal mIO punto di vista)!

Ovviamente ampliando il numero di gIOcatori, aumenta anche il numero di gente lontana da miei gusti e/o Youtuber (oramai siamo in questo mondo qui) che non sanno minimamente di cosa parlino (non fò nomi ma Ho visto video di alcuni che fan classifiche di gIOchi per meccaniche; peccato che i gIOchi nominati non c'incastrano nulla con le meccaniche citate 🤣) o peggIO ancora parlano perché "sostenuti" dalle case editrici che regalano!

Per intendersi... non parlo di nuove generazIOni di età, perché, per fortuna, anche sempre più coetanei e più grandi di me (classe '82) si sono avvicinati a questo fantastico Hobby!

Non sono mai stato bravo a scrivere e ad esprimermi, spero si sia capito vosa intendo!

Voi che ne pensate?!?

Quali sono i pro e i contro di questo aumento "esponenziale"?
Mah, diciamo che dopo il tuo ingresso la situazione in effetti non è miglIOrata eh 🤣
 
U

Utente cancellato 7064

Guest
Premesso che il mio è un caso molto ristretto: per tutta una serie di cause congiunte (prima o poi mi deciderò di pubblicare un topic dal titolo roseo: amicizia tossica), la problematica di trovare giocatori è rimasta, rimane e rimarrà, anche se domani l'intera popolazione mondiale si riscoprisse "ludopatica".

Quindi, da una parte penso ci siano solo difetti ma dall'altra questi si limitano a semplici fastidi (Semplicemente: ritrovarsi tra i piedi gente detestabile anche laddove ti sentivi al sicuro). Non penso che i giochi da tavolo si rivelino un remake di quel che ha subito il mondo videoludico (Un boom di nuovi giocatori ed il mercato che ha banalizzato i giochi di conseguenza) per il semplice fatto che il mondo dei giochi da tavolo gode di un mercato di nicchia molto potente: almeno vent'anni addietro (quando mi affacciai timidamente all'hobby), il mondo si divideva tra giochi nabbi e giochi seri (Che a loro volta hanno più strati di complessità: un wargamerista medio vedrà due tizi litigare su chi è meglio tra Warhammer Old World e War of Kings pensando "aaaaw, che teneri i bimbi intenti a bisticciare").

E a proposito di wargame con miniature, il gioco da tavolo chiama, a rami, più sotto-hobby che non lo rendono immediato come un videogioco. In questo, un buon filtro paradossalmente ce lo danno i Kickstarter: disponibilità economica in primis, poi l'hobby secondario di dipingere tutte cose, o modellare in proprio uno storage da stampare in 3d. E magari articoli, video-recensioni, traduzioni... E sto facendo soltanto alcuni esempi per dire che i giochi da tavolo, semplicemente, sono troppo impegnativi. Mentre la persona media è abbastanza pigra. E non lo dico per darmi un tono, eh: ho mio fratello minore, che nella vita pratica si mangia a colazione persone ben più adulte di lui e con i videogiochi ha superato il maestro (me)... Ma quando si tratta di giocare, qualsiasi cosa impieghi più di 30 secondi da essere spiegata la rigetta malamente.

L'unico riscontro negativo che posso toccare con pelle, l'ho riscontrato da parte di grandi aziende che cercano di prendersi una fetta di torta di questa nuova utenza: sappiamo tutti quanto si siano banalizzati i modelli di Games Workshop, a livello di modellismo, intendo: si è passati da set che potevi rigirarti come ti pareva, a pseudo puzzle a blocchi in croce con tanto di freccettine luminose su dove vanno incastrati i pioli...
 

Elendil

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In generale è un bene. Ovvio che se escono più titoli esce anche più cacca, ma c'è anche spazio per più nicchie. I giochi della ITU o quelli della Post Curious nel mercato piccolo non avrebbero avuto spazio. E nel marasma dei giocatori, che diventa mediamente più "casual", si trovano quelli a cui far conoscere giochi più interessanti.
 

Elendil

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(Semplicemente: ritrovarsi tra i piedi gente detestabile anche laddove ti sentivi al sicuro)

Ma questo non succedeva anche prima? Vero, c'è gente detestabile di tipo diverso, ma il disadattato che vuole vincere a tutti i costi o quello che si offende se lo attacchi e si vendica sei mesi dopo io me li ricordo.
 
U

Utente cancellato 7064

Guest
Ma questo non succedeva anche prima? Vero, c'è gente detestabile di tipo diverso, ma il disadattato che vuole vincere a tutti i costi o quello che si offende se lo attacchi e si vendica sei mesi dopo io me li ricordo.
Colpa mia: pensavo che la mia introduzione lasciasse intendere a chi mi riferissi. Si, hai ragione: il giocatore tossico lo abbiam beccato tutti almeno una volta nella vita.
Mi riferivo fondamentalmente a persone che normalmente ti "bullizzano" nella vita di tutti i giorni. Adesso mi becco quelli che mi compatiscono per il mio modo di parlare strano (da che ho memoria, mi scambiano spesso per straniero quando parlo), anche attorno ad un tavolo dove si sta giocando il german mainstream di turno
 
U

Utente cancellato 7064

Guest
In generale è un bene. Ovvio che se escono più titoli esce anche più cacca, ma c'è anche spazio per più nicchie. I giochi della ITU o quelli della Post Curious nel mercato piccolo non avrebbero avuto spazio. E nel marasma dei giocatori, che diventa mediamente più "casual", si trovano quelli a cui far conoscere giochi più interessanti.
Cioè: sei riuscito a sintetizzare in meno di due righe quel che io ho scritto tramite un muro di testo. Chapeau (non che ci voglia molto: molti professori a scuola, sopratutto quelli di italiano, erano una piaga per me proprio per la loro incapacità di capire questo mio "handicap")
 

Abe79

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Entrambe le cose....un bene perchè si è fatto passi da gigante nella produzione e qualità dei giochi, grafica e componentistica curata che appaga anche gli occhi rispetto a tanti anni fa, oltre al fatto che molta gente finalmente si sta rendendo conto che non esistono più solo Monopoly e Risiko, ma c'è un mondo da scoprire...un male perchè esce davvero tanta roba mediocre o già vista, meccaniche trite e ritrite nascoste proprio da una grafica accattivante...sempre più soldi che girano e quindi video di youtuber sponsorizzati, hype a palla per titoli che dopo un mese non ci si ricorda nenche più il nome, insomma un sistema economico imponente che per ovvie ragioni deve stare su, ma che cambia tutto.....
 

Andrea_81

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Andrea_81
Ci sono numeri a supporto di questa crescita esponenziale dell'hobby?
Perché la mia sensazione, ma voglio parlare limitatamente del mercato italiano, è stata quella di una crescita imponente dei giocatori nella decade 2010-2020: prima del 2010 c'erano pochi giocatori, dopo il 2020 tanti tanti di più. Non credo si osserverà lo stesso incremento 2020-2030.
La mia impressione, non supportata da numeri, è che si stia raggiungendo un equilibrio e la curva di crescita vada appiattendosi.

Detto questo, penso sia un bene l'aumento del bacino di utenza. Ci saranno sempre più giochi, tra questi emergeranno sempre titoli di qualità.

Quello che lamenta @computer82 è dovuto piuttosto a una stagnazione delle idee. Attualmente sugli eurogame si è detto tutto, occorre inventarsi qualcosa di nuovo. Ogni euro che esce oggi appare una nuova minestra di meccaniche già note.
Non concordo sull'idea che io intravedo nel sottotesto, ovvero: aumenta l'utenza, aumentano i giocatori occasionali che non apprezzano i giochi di qualità, quindi il mercato ora ci proporrà solo mondezza adatta per la massa.
Usciranno sempre giochi rivolti anche per gamer scafati.
 

Elijah

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Elijah Six
Contro: più "tutti allenatori", "tutti virologi", "tutti politologi" ed "economisti di fama condominiale". Tradotto: molti più ca*ate da leggere, sentire, sopportare...

...non voglio essere frainteso...
So che in fondo in fondo ci tieni a beccarti questo bel pippone. :memehehe::beer:😅

E sia chiaro: se parlo di queste cose è perché reputo importante che le persone capiscano il sistema nel quale viviamo sempre più complesso senza essere fruitori passivi del tutto e basta. Il pensiero riflessivo e critico è a mio avviso una delle competenze trasversali più importanti in assoluto da coltivare, soprattutto nella nostra epoca. Poi ognuno è libero di dire la sua.

La verità è che la nostra società sta scricchiolando già da tempo.

Secondo Friedman l’obiettivo principale di qualsiasi impresa e multinazionale dovrebbe essere massimizzare il profitto degli azionisti. Ciò significa che dagli anni '80 in poi, abbiamo visto mettere al primo posto in qualsiasi settore il profitto, a discapito degli eventuali obiettivi sociali e ambientali (John Maynard Keynes prevedeva che nel 2030 avremmo lavorato 3 ore al giorno...).

Dopo 40 anni di economia neoliberale cosa abbiamo ottenuto di bello?

Riassunta all'osso questa è l'economia che abbiamo seguito negli ultimi decenni:
  1. La responsabilità sociale di un'azienda è generare profitti per i suoi azionisti, non perseguire obiettivi sociali e/o ambientali.
  2. Il mercato è il miglior regolatore: se le imprese si concentrano sul profitto, l’intero sistema economico ne beneficia attraverso un effetto a cascata.
  3. Gli amministratori devono rispondere agli azionisti, perché sono i veri proprietari dell’azienda.
  4. L'intervento dello Stato deve essere minimo, lasciando alle forze del mercato la regolazione delle attività economiche.
Il motivo per cui è estremamente importante parlare di queste cose, è perché anche il mercato dei giochi da tavolo è travolto da queste dinamiche, da questo modo di concepire l'economia e il sistema. L'Asmodee (giusto per citare un colosso) non crea mica giochi perché vuole le persone felici, crea i giochi perché vuole lucrare e creare profitti. E il modo migliore per fare soldi è creare un sistema in cui c'è un bisogno costante di nuovi giochi, un bisogno in verità inesistente.

Quali sono i risultati?

Dopo 40 anni possiamo dire che l'economia neoliberale ha permesso a pochi super ricchi e a poche multinazionali di emergere e avere il monopolio su tutto: politica (influenzando chi va al potere), mass media (controllando le testate), social media (manipolando gli algoritmi), ricerche accademiche (sponsorizzate con fini ben precisi), tribunali (evitando di pagare per errori commessi), mercati (monopoli), ecc. ecc.
Il risultato è che la disparità tra ricchi e poveri è cresciuta sempre più, dagli '80 in poi, con il ceto medio che si è eroso sempre più. Il famoso effetto a cascata non è mai avvenuto e non è come evolvono le cose in un mercato libero non regolamentato.

Thomas Piketty è la superstar, quanto si parla di disuguaglianza sociale crescente.


Sempre 40 anni dopo possiamo dire senza se e senza ma che le industrie e le lobby alimentari hanno causato gravi problemi di salute alla popolazione occidentale (obesità, diabete, problemi cardiovascolari, cancro, ecc.).

La cosa più triste di tutta questa faccenda, è che spesso la gente non si rende affatto conto come le multinazionali alimentari che vendono cibo e bevande, non hanno mai avuto come scopo ultimo il benessere delle persone, ma il profitto, punto e basta. Questo implica che per fare più soldi possibili, per loro ciò che bisogna fare è rendere gli alimenti sempre più gustosi e che creano dipendenza. È ciò che è avvenuto con i cibi ultra-processati e le bevande zuccherate.

La superstar in questo ambito è la ricercatrice Marion Nestle. Il testimone l'ha preso in mano di recente, se vogliamo, Chris Van Tulleken.



L'aspetto che più di tutti sta dimostrando come le dottrine di Friedman siano fallimentari, anzi pericolose e dannose, è la crisi climatica. È da decenni che sappiamo che le risorse sul nostro pianeta non sono infinite, che l'inquinamento è un problema enorme, che la crescita economica (per il momento) è nociva per l'ambiente, che il surriscaldamento globale non è una truffa.

Eppure i super ricchi e le multinazionali, tramite lobbismo, hanno fatto di tutto per disseminare il dubbio nella popolazione, bloccato possibili interventi politici in nome del libero mercato e la deregulation, facendo credere per decenni che intervenire avrebbe causato danni irreparabili all'economia, ecc.

Conseguenza? Ora siamo di fronte a una delle crisi più gravi che l'umanità abbia mai dovuto affrontare, con il rischio che certi tipping points causino reazioni a catena non più reversibili se non in un arco temporale enorme (non parliamo di secoli, ma molto di più).

Le superstar in questo ambito sono gli studiosi Naomi Oreskes ed Erik Conway.



Le derive del sistema economico neoliberale si possono evincere anche osservando e analizzando le industrie farmaceutiche, i colossi della moda (fast fashion), le grandi compagnie tecnologiche, ecc. ecc.

Il sistema, com'è concepito adesso, ci sta portando alla deriva ed è palese da ogni punto di vista, anche quello ludico.

Ogni hanno escono più di mille nuovi giochi da tavolo. Ne abbiamo veramente bisogno? No, assolutamente no. Il motivo per cui escono così tanti giochi, è perché le aziende che li creano devono puntare al profitto. Non sono mai state interessate al benessere o alla felicità dei giocatori. Ciò che vogliono è far soldi. È come funziona il sistema in cui viviamo.

I giochi da tavolo volendo si possono giocare in eterno. Questa è la realtà. Uno può dedicare ad esempio tutta la sua vita sempre e solo agli scacchi. Ma anche a giochi come Agricola, Terra Mystica, Caylus, Puerto Rico, Brass, El Grande, ecc. Mi è capitato ancora di recente vedere gente anziana giocare a carte al bar. Qualsiasi gioco da tavolo può essere giocato tanto, senza dover acquistare sempre e comunque cose nuove.

Personalmente incomincio a non apprezzare più questo sistema, questo focus eccessivo e malsano sulle novità, sull'hype, sull'acquisto compulsivo per far girare l'economia se no crolla tutto, ecc.

Non è continuando così che risolveremo i problemi di fondo del sistema. È tempo di riflettere seriamente e in modo critico su questi aspetti, non continuare a credere in un libero mercato che si auto-regola da solo e che troverà il modo di renderci tutti più felici. Non è così che stanno andando le cose. Siamo sempre più depressi e infelici. È tempo dunque di pensare a delle alternative, di rendere consapevoli le persone della necessità di alternative, parlandone anche in forum come questi.

Non parlarne dal mio punto di vista sarebbe un errore clamoroso. Sarebbe come dire che il sistema va bene così com'è. Ma non è affatto così. Abbiamo bisogno di regolamentazioni mirate, decise e profonde.

Sono felice che sempre più persone si appassionano di giochi da tavolo? Sì, certo, mi fa indubbiamente piacere (anche perché abbiamo bisogno di attività analogiche che riportino assieme le persone nel mondo reale). Ma trovo che anche il mercato dei giochi da tavolo debba essere regolamentato maggiormente, perché ora come ora le cose stanno andando decisamente sempre peggio anche in questo settore (non come in altri, ma il trend lo reputo comunque preoccupante a lungo termine anche qua).

My2cents.
 
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Abe79

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Pigoz

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La verità è che la nostra società sta scricchiolando già da tempo.

Secondo Friedman l’obiettivo principale di qualsiasi impresa e multinazionale dovrebbe essere massimizzare il profitto degli azionisti. Ciò significa che dagli anni '80 in poi, abbiamo visto mettere al primo posto in qualsiasi settore il profitto, a discapito degli eventuali obiettivi sociali e ambientali (John Maynard Keynes prevedeva che nel 2030 avremmo lavorato 3 ore al giorno...).

Dopo 40 anni di economia neoliberale cosa abbiamo ottenuto di bello?

Riassunta all'osso questa è l'economia che abbiamo seguito negli ultimi decenni:
  1. La responsabilità sociale di un'azienda è generare profitti per i suoi azionisti, non perseguire obiettivi sociali e/o ambientali.
  2. Il mercato è il miglior regolatore: se le imprese si concentrano sul profitto, l’intero sistema economico ne beneficia attraverso un effetto a cascata.
  3. Gli amministratori devono rispondere agli azionisti, perché sono i veri proprietari dell’azienda.
  4. L'intervento dello Stato deve essere minimo, lasciando alle forze del mercato la regolazione delle attività economiche.
Il motivo per cui è estremamente importante parlare di queste cose, è perché anche il mercato dei giochi da tavolo è travolto da queste dinamiche, da questo modo di concepire l'economia e il sistema. L'Asmodee (giusto per citare un colosso) non crea mica giochi perché vuole le persone felici, crea i giochi perché vuole lucrare e creare profitti. E il modo migliore per fare soldi è creare un sistema in cui c'è un bisogno costante di nuovi giochi, un bisogno in verità inesistente.

Quali sono i risultati?

Dopo 40 anni possiamo dire che l'economia neoliberale ha permesso a pochi super ricchi e a poche multinazionali di emergere e avere il monopolio su tutto: politica (influenzando chi va al potere), mass media (controllando le testate), social media (manipolando gli algoritmi), ricerche accademiche (sponsorizzate con fini ben precisi), tribunali (evitando di pagare per errori commessi), mercati (monopoli), ecc. ecc.
Il risultato è che la disparità tra ricchi e poveri è cresciuta sempre più, dagli '80 in poi, con il ceto medio che si è eroso sempre più. Il famoso effetto a cascata non è mai avvenuto e non è come evolvono le cose in un mercato libero non regolamentato.

Thomas Piketty è la superstar, quanto si parla di disuguaglianza sociale crescente.


Sempre 40 anni dopo possiamo dire senza se e senza ma che le industrie e le lobby alimentari hanno causato gravi problemi di salute alla popolazione occidentale (obesità, diabete, problemi cardiovascolari, cancro, ecc.).

La cosa più triste di tutta questa faccenda, è che spesso la gente non si rende affatto conto come le multinazionali alimentari che vendono cibo e bevande, non hanno mai avuto come scopo ultimo il benessere delle persone, ma il profitto, punto e basta. Questo implica che per fare più soldi possibili, per loro ciò che bisogna fare è rendere gli alimenti sempre più gustosi e che creano dipendenza. È ciò che è avvenuto con i cibi ultra-processati e le bevande zuccherate.

La superstar in questo ambito è la ricercatrice Marion Nestle. Il testimone l'ha preso in mano di recente, se vogliamo, Chris Van Tulleken.



L'aspetto che più di tutti sta dimostrando come le dottrine di Friedman siano fallimentari, anzi pericolose e dannose, è la crisi climatica. È da decenni che sappiamo che le risorse sul nostro pianeta non sono infinite, che l'inquinamento è un problema enorme, che la crescita economica (per il momento) è nociva per l'ambiente, che il surriscaldamento globale non è una truffa.

Eppure i super ricchi e le multinazionali, tramite lobbismo, hanno fatto di tutto per disseminare il dubbio nella popolazione, bloccato possibili interventi politici in nome del libero mercato e la deregulation, facendo credere per decenni che intervenire avrebbe causato danni irreparabili all'economia, ecc.

Conseguenza? Ora siamo di fronte a una delle crisi più gravi che l'umanità abbia mai dovuto affrontare, con il rischio che certi tipping points causino reazioni a catena non più reversibili se non in un arco temporale enorme (non parliamo di secoli, ma molto di più).

Le superstar in questo ambito sono gli studiosi Naomi Oreskes ed Erik Conway.



Le derive del sistema economico neoliberale si possono evincere anche osservando e analizzando le industrie farmaceutiche, i colossi della moda (fast fashion), le grandi compagnie tecnologiche, ecc. ecc.

Il sistema, com'è concepito adesso, ci sta portando alla deriva ed è palese da ogni punto di vista, anche quello ludico.

Ogni hanno escono più di mille nuovi giochi da tavolo. Ne abbiamo veramente bisogno? No, assolutamente no. Il motivo per cui escono così tanti giochi, è perché le aziende che li creano devono puntare al profitto. Non sono mai state interessate al benessere o alla felicità dei giocatori. Ciò che vogliono è far soldi. È come funziona il sistema in cui viviamo.

I giochi da tavolo volendo si possono giocare in eterno. Questa è la realtà. Uno può dedicare ad esempio tutta la sua vita sempre e solo agli scacchi. Ma anche a giochi come Agricola, Terra Mystica, Caylus, Puerto Rico, Brass, El Grande, ecc. Mi è capitato ancora di recente vedere gente anziana giocare a carte al bar. Qualsiasi gioco da tavolo può essere giocato tanto, senza dover acquistare sempre e comunque cose nuove.

Personalmente incomincio a non apprezzare più questo sistema, questo focus eccessivo e malsano sulle novità, sull'hype, sull'acquisto compulsivo per far girare l'economia se no crolla tutto, ecc.

Non è continuando così che risolveremo i problemi di fondo del sistema. È tempo di riflettere seriamente e in modo critico su questi aspetti, non continuare a credere in un libero mercato che si auto-regola da solo e che troverà il modo di renderci tutti più felici. Non è così che stanno andando le cose. Siamo sempre più depressi e infelici. È tempo dunque di pensare a delle alternative, di rendere consapevoli le persone della necessità di alternative, parlandone anche in forum come questi.

Non parlarne dal mio punto di vista sarebbe un errore clamoroso. Sarebbe come dire che il sistema va bene così com'è. Ma non è affatto così. Abbiamo bisogno di regolamentazioni mirate, decise e profonde.

Sono felice che sempre più persone si appassionano di giochi da tavolo? Sì, certo, mi fa indubbiamente piacere (anche perché abbiamo bisogno di attività analogiche che riportino assieme le persone nel mondo reale). Ma trovo che anche il mercato dei giochi da tavolo debba essere regolamentato maggiormente, perché ora come ora le cose stanno andando decisamente sempre peggio anche in questo settore (non come in altri, ma il trend lo reputo comunque preoccupante a lungo termine anche qua).

My2cents.
Leggo molto spesso queste tue prese di posizione che rispetto e comprendo.
Mi permetto però di suggerirti una diversa chiave di lettura per il mondo dei gdt.
Adoro giocare. Mi piace scoprire, leggere e giocare nuovi giochi come a molte persone piace leggere, vedere e scoprire luoghi, film libri ecc....
Compro molto usato, gioco (anche e soprattutto in solitario) e poi rivendo sempre nel mercato dell'usato.
Giocate mi rende felice e mi fa stare bene. Mi piace anche solo parlarne o ripensare alle partite fatte e che potrò fare.
Se da una parte comprendo le problematiche che sollevi a livello globale, dall'altra non riesco proprio a demonizzare il mondo dei gdt come fai tu. Sono un ingenuo?
 

Thegoodson

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E sia chiaro: se parlo di queste cose è perché reputo importante che le persone capiscano il sistema nel quale viviamo sempre più complesso senza essere fruitori passivi del tutto e basta. Il pensiero riflessivo e critico è a mio avviso una delle competenze trasversali più importanti in assoluto da coltivare, soprattutto nella nostra epoca. Poi ognuno è libero di dire la sua.

La verità è che la nostra società sta scricchiolando già da tempo.

Secondo Friedman l’obiettivo principale di qualsiasi impresa e multinazionale dovrebbe essere massimizzare il profitto degli azionisti. Ciò significa che dagli anni '80 in poi, abbiamo visto mettere al primo posto in qualsiasi settore il profitto, a discapito degli eventuali obiettivi sociali e ambientali (John Maynard Keynes prevedeva che nel 2030 avremmo lavorato 3 ore al giorno...).

Dopo 40 anni di economia neoliberale cosa abbiamo ottenuto di bello?

Riassunta all'osso questa è l'economia che abbiamo seguito negli ultimi decenni:
  1. La responsabilità sociale di un'azienda è generare profitti per i suoi azionisti, non perseguire obiettivi sociali e/o ambientali.
  2. Il mercato è il miglior regolatore: se le imprese si concentrano sul profitto, l’intero sistema economico ne beneficia attraverso un effetto a cascata.
  3. Gli amministratori devono rispondere agli azionisti, perché sono i veri proprietari dell’azienda.
  4. L'intervento dello Stato deve essere minimo, lasciando alle forze del mercato la regolazione delle attività economiche.
Il motivo per cui è estremamente importante parlare di queste cose, è perché anche il mercato dei giochi da tavolo è travolto da queste dinamiche, da questo modo di concepire l'economia e il sistema. L'Asmodee (giusto per citare un colosso) non crea mica giochi perché vuole le persone felici, crea i giochi perché vuole lucrare e creare profitti. E il modo migliore per fare soldi è creare un sistema in cui c'è un bisogno costante di nuovi giochi, un bisogno in verità inesistente.

Quali sono i risultati?

Dopo 40 anni possiamo dire che l'economia neoliberale ha permesso a pochi super ricchi e a poche multinazionali di emergere e avere il monopolio su tutto: politica (influenzando chi va al potere), mass media (controllando le testate), social media (manipolando gli algoritmi), ricerche accademiche (sponsorizzate con fini ben precisi), tribunali (evitando di pagare per errori commessi), mercati (monopoli), ecc. ecc.
Il risultato è che la disparità tra ricchi e poveri è cresciuta sempre più, dagli '80 in poi, con il ceto medio che si è eroso sempre più. Il famoso effetto a cascata non è mai avvenuto e non è come evolvono le cose in un mercato libero non regolamentato.

Thomas Piketty è la superstar, quanto si parla di disuguaglianza sociale crescente.


Sempre 40 anni dopo possiamo dire senza se e senza ma che le industrie e le lobby alimentari hanno causato gravi problemi di salute alla popolazione occidentale (obesità, diabete, problemi cardiovascolari, cancro, ecc.).

La cosa più triste di tutta questa faccenda, è che spesso la gente non si rende affatto conto come le multinazionali alimentari che vendono cibo e bevande, non hanno mai avuto come scopo ultimo il benessere delle persone, ma il profitto, punto e basta. Questo implica che per fare più soldi possibili, per loro ciò che bisogna fare è rendere gli alimenti sempre più gustosi e che creano dipendenza. È ciò che è avvenuto con i cibi ultra-processati e le bevande zuccherate.

La superstar in questo ambito è la ricercatrice Marion Nestle. Il testimone l'ha preso in mano di recente, se vogliamo, Chris Van Tulleken.



L'aspetto che più di tutti sta dimostrando come le dottrine di Friedman siano fallimentari, anzi pericolose e dannose, è la crisi climatica. È da decenni che sappiamo che le risorse sul nostro pianeta non sono infinite, che l'inquinamento è un problema enorme, che la crescita economica (per il momento) è nociva per l'ambiente, che il surriscaldamento globale non è una truffa.

Eppure i super ricchi e le multinazionali, tramite lobbismo, hanno fatto di tutto per disseminare il dubbio nella popolazione, bloccato possibili interventi politici in nome del libero mercato e la deregulation, facendo credere per decenni che intervenire avrebbe causato danni irreparabili all'economia, ecc.

Conseguenza? Ora siamo di fronte a una delle crisi più gravi che l'umanità abbia mai dovuto affrontare, con il rischio che certi tipping points causino reazioni a catena non più reversibili se non in un arco temporale enorme (non parliamo di secoli, ma molto di più).

Le superstar in questo ambito sono gli studiosi Naomi Oreskes ed Erik Conway.



Le derive del sistema economico neoliberale si possono evincere anche osservando e analizzando le industrie farmaceutiche, i colossi della moda (fast fashion), le grandi compagnie tecnologiche, ecc. ecc.

Il sistema, com'è concepito adesso, ci sta portando alla deriva ed è palese da ogni punto di vista, anche quello ludico.

Ogni hanno escono più di mille nuovi giochi da tavolo. Ne abbiamo veramente bisogno? No, assolutamente no. Il motivo per cui escono così tanti giochi, è perché le aziende che li creano devono puntare al profitto. Non sono mai state interessate al benessere o alla felicità dei giocatori. Ciò che vogliono è far soldi. È come funziona il sistema in cui viviamo.

I giochi da tavolo volendo si possono giocare in eterno. Questa è la realtà. Uno può dedicare ad esempio tutta la sua vita sempre e solo agli scacchi. Ma anche a giochi come Agricola, Terra Mystica, Caylus, Puerto Rico, Brass, El Grande, ecc. Mi è capitato ancora di recente vedere gente anziana giocare a carte al bar. Qualsiasi gioco da tavolo può essere giocato tanto, senza dover acquistare sempre e comunque cose nuove.

Personalmente incomincio a non apprezzare più questo sistema, questo focus eccessivo e malsano sulle novità, sull'hype, sull'acquisto compulsivo per far girare l'economia se no crolla tutto, ecc.

Non è continuando così che risolveremo i problemi di fondo del sistema. È tempo di riflettere seriamente e in modo critico su questi aspetti, non continuare a credere in un libero mercato che si auto-regola da solo e che troverà il modo di renderci tutti più felici. Non è così che stanno andando le cose. Siamo sempre più depressi e infelici. È tempo dunque di pensare a delle alternative, di rendere consapevoli le persone della necessità di alternative, parlandone anche in forum come questi.

Non parlarne dal mio punto di vista sarebbe un errore clamoroso. Sarebbe come dire che il sistema va bene così com'è. Ma non è affatto così. Abbiamo bisogno di regolamentazioni mirate, decise e profonde.

Sono felice che sempre più persone si appassionano di giochi da tavolo? Sì, certo, mi fa indubbiamente piacere (anche perché abbiamo bisogno di attività analogiche che riportino assieme le persone nel mondo reale). Ma trovo che anche il mercato dei giochi da tavolo debba essere regolamentato maggiormente, perché ora come ora le cose stanno andando decisamente sempre peggio anche in questo settore (non come in altri, ma il trend lo reputo comunque preoccupante a lungo termine anche qua).

My2cents.
Il problema dei marxismi è che spesso tendono a mettere insieme le mele con le pere… oltre al fatto che hanno un indubbio valore speculativo ma un dubbio valore sul piano meramente operativo e pratico.
In risposta alla domanda iniziale, trovo più ragionevole confrontare il panorama boardgame attuale non a Big Pharma (per evidenti ragioni di dimensione, mercato, bisogni, servizi, livelli sociali, psicologici e operativi coinvolti) ma al panorama Boardgame degli anni precedenti: dunque, personalmente trovo che l’apice sia stato toccato nel 2016, zeitgeist ben rappresentato da una rosa del Magnifico come mai prima o dopo… sicuramente oggi va comunque meglio di quando c’era solo il Monopoli…
Se la mettiamo poi sul piano personale, fosse per me preferirei giocare solo con quello 0.1% delle persone con cui ho maggior affinità personale, ma per ovvi motivi non ho problemi a condividere queste esperienze sociali a persone diverse da me, entro umani limiti di buona creanza, credo un po’ come tutti….
 

Elijah

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Elijah Six
Il problema dei marxismi

Uhm... :pippotto:
Credo che tu non sia granché sul pezzo e non hai approfondito ciò che ho riportato, però magari mi sbaglio. :)
Nessuno degli studiosi che ti ho citato è marxista e il marxismo non è decisamente la soluzione a cui penso io personalmente, quando parlo di alternative all'economia neoliberale.

Penso più ai neokeynesiani (Stiglitz), ai post-keynesiani (Steve Keen), all'economia ecologica (Kate Raworth, Timothée Parrique), all'economia della post-crescita (Tim Jackson, Jason Hickel). A cose di questo genere. Il ventaglio di alternative è ampio e variegato. Il mito che non esistano alternative è duro a morire. È tempo che una simile narrazione venga smantellata una volta per tutte. Il dibattito è ovviamente aperto su quali alternative adottare. Soluzioni preconfezionate semplici non ne ho e non trovo che ci siano. Tutti i cambiamenti portano con sé paure, sfide, fallimenti, ecc. Bollare tutto ciò come "marxismi" denota una certa superficialità a mio avviso, considerando che tutti gli studiosi che ti ho citato si basano su dati empirici che mostrano gravi lacune del sistema attuale neoliberale.
Se il sistema economico neoliberale può essere falsificato (come direbbe Karl Popper), allora possiamo anche ipotizzare scenari alternativi. Se non lo possiamo fare, allora forse tale sistema è problematico alla radice (come lo è il marxismo).
 
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Elijah

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Elijah Six
Mi permetto però di suggerirti una diversa chiave di lettura per il mondo dei gdt.
Sono un ingenuo?

Parlando del mondo dei giochi da tavolo, trovo che ci sia un modo sano e sostenibile di concepirlo e viverlo e uno più preoccupante e alla deriva.

Io ho provato più di 1'000 giochi da tavolo diversi (gioco da quando sono bambino, quindi la cifra non è nemmeno chissà quanto alta), ma l'ho fatto frequentando associazioni ed eventi. Ho poco più di 100 giochi da tavolo nella mia collezione, il resto l'ho provato concependo l'associazione ludica come luogo di scambio, condivisione e socialità.

Dal mio punto di vista ha poco senso acquistare ogni anno tra i 30 e i 100 giochi nuovi. Io se ne acquisto 3-5 all'anno è tanto. Il resto lo provo grazie agli acquisti degli altri. Idealmente ci si organizza un po'. Se qualcuno in ambito associativo acquista un titolo, ci penso due volte prima di acquistarlo anch'io. Lo gioco con chi l'ha acquistato, condivido il piacere dell'acquisto con quella persona, senza dover possedere la mia copia per forza di cose. E se proprio voglio giocarlo di più, lo chiedo eventualmente in prestito, stando molto attento a trattarlo bene.

Mi prendo inoltre ampi periodi in cui rigioco a titoli vecchi (miei e non), ne approfondisco altri.

In definitiva, no, non reputo che tu abbia una visione ingenua del nostro hobby. Anzi, da quello che scrivi, trovo che dici cose sensate e in linea con il mio pensiero: parli di usato, rivendere, stare attenti a certe cose, dimostrando maturità e riflessione.

Trovo però che ci siano persone che concepiscono il nostro hobby in modo poco sostenibile e poco in linea con la situazione grave che si sta creando. Potremmo tutti riflettere maggiormente sulle nostre azioni e su come cercare di cambiare il sistema nel suo insieme, se lo riteniamo necessario. Io parlo di regolamentazioni, non parlo per forza di cose di abolire il capitalismo, anzi. L'obsolescenza programmata e percepita è ad esempio un problema enorme del sistema attuale. Non affrontare simili tematiche, non lo so. Preferisco parlarne adesso che pentirmi tra 30 anni di non averlo fatto a sufficienza quando avrei potuto.

Poi, sì, un tempo ero attivo in forum decisamente di altro genere dove forse parlare di simili cose aveva più senso (riflessioni.it ad esempio). Ma hanno chiuso un po' tutti col tempo (il mezzo è diventato obsoleto, ma a mio avviso permette uno scambio di vedute molto più arricchente delle chat). Se parlo di queste cose qui sulla Tana, lo faccio in sezioni o thread che reputo adeguate.
 
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odlos

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Uhm... :pippotto:
Credo che tu non sia granché sul pezzo e non hai approfondito ciò che ho riportato, però magari mi sbaglio. :)
Nessuno degli studiosi che ti ho citato è marxista e il marxismo non è decisamente la soluzione a cui penso io personalmente, quando parlo di alternative all'economia neoliberale.

Penso più ai neokeynesiani (Stiglitz), ai post-keynesiani (Steve Keen), all'economia ecologica (Kate Raworth, Timothée Parrique), all'economia della post-crescita (Tim Jackson, Jason Hickel). A cose di questo genere. Il ventaglio di alternative è ampio e variegato. Il dibattito è ovviamente aperto. Soluzioni preconfezionate semplici non ne ho e non trovo che ci siano. Tutti i cambiamenti portano con sé paure, sfide, fallimenti, ecc. Bollare tutto ciò come "marxismi" denota una certa superficialità a mio avviso, considerando che tutti gli studiosi che ti ho citato si basano su dati empirici che mostrano gravi lacune del sistema attuale neoliberale.

Il capitalismo ha fatto un bel lavoro per inculcare nella mente delle persone la paura delle possibili alternative, al punto che tutto ciò che è differente deve per forza entrare nello spauracchio del marxismo o più genericamente del comunismo.
Perdonate l'OT.
 

Neo Tokyo higurashi

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So che in fondo in fondo ci tieni a beccarti questo bel pippone. :memehehe::beer:😅

E sia chiaro: se parlo di queste cose è perché reputo importante che le persone capiscano il sistema nel quale viviamo sempre più complesso senza essere fruitori passivi del tutto e basta. Il pensiero riflessivo e critico è a mio avviso una delle competenze trasversali più importanti in assoluto da coltivare, soprattutto nella nostra epoca. Poi ognuno è libero di dire la sua.

La verità è che la nostra società sta scricchiolando già da tempo.

Secondo Friedman l’obiettivo principale di qualsiasi impresa e multinazionale dovrebbe essere massimizzare il profitto degli azionisti. Ciò significa che dagli anni '80 in poi, abbiamo visto mettere al primo posto in qualsiasi settore il profitto, a discapito degli eventuali obiettivi sociali e ambientali (John Maynard Keynes prevedeva che nel 2030 avremmo lavorato 3 ore al giorno...).

Dopo 40 anni di economia neoliberale cosa abbiamo ottenuto di bello?

Riassunta all'osso questa è l'economia che abbiamo seguito negli ultimi decenni:
  1. La responsabilità sociale di un'azienda è generare profitti per i suoi azionisti, non perseguire obiettivi sociali e/o ambientali.
  2. Il mercato è il miglior regolatore: se le imprese si concentrano sul profitto, l’intero sistema economico ne beneficia attraverso un effetto a cascata.
  3. Gli amministratori devono rispondere agli azionisti, perché sono i veri proprietari dell’azienda.
  4. L'intervento dello Stato deve essere minimo, lasciando alle forze del mercato la regolazione delle attività economiche.
Il motivo per cui è estremamente importante parlare di queste cose, è perché anche il mercato dei giochi da tavolo è travolto da queste dinamiche, da questo modo di concepire l'economia e il sistema. L'Asmodee (giusto per citare un colosso) non crea mica giochi perché vuole le persone felici, crea i giochi perché vuole lucrare e creare profitti. E il modo migliore per fare soldi è creare un sistema in cui c'è un bisogno costante di nuovi giochi, un bisogno in verità inesistente.

Quali sono i risultati?

Dopo 40 anni possiamo dire che l'economia neoliberale ha permesso a pochi super ricchi e a poche multinazionali di emergere e avere il monopolio su tutto: politica (influenzando chi va al potere), mass media (controllando le testate), social media (manipolando gli algoritmi), ricerche accademiche (sponsorizzate con fini ben precisi), tribunali (evitando di pagare per errori commessi), mercati (monopoli), ecc. ecc.
Il risultato è che la disparità tra ricchi e poveri è cresciuta sempre più, dagli '80 in poi, con il ceto medio che si è eroso sempre più. Il famoso effetto a cascata non è mai avvenuto e non è come evolvono le cose in un mercato libero non regolamentato.

Thomas Piketty è la superstar, quanto si parla di disuguaglianza sociale crescente.


Sempre 40 anni dopo possiamo dire senza se e senza ma che le industrie e le lobby alimentari hanno causato gravi problemi di salute alla popolazione occidentale (obesità, diabete, problemi cardiovascolari, cancro, ecc.).

La cosa più triste di tutta questa faccenda, è che spesso la gente non si rende affatto conto come le multinazionali alimentari che vendono cibo e bevande, non hanno mai avuto come scopo ultimo il benessere delle persone, ma il profitto, punto e basta. Questo implica che per fare più soldi possibili, per loro ciò che bisogna fare è rendere gli alimenti sempre più gustosi e che creano dipendenza. È ciò che è avvenuto con i cibi ultra-processati e le bevande zuccherate.

La superstar in questo ambito è la ricercatrice Marion Nestle. Il testimone l'ha preso in mano di recente, se vogliamo, Chris Van Tulleken.



L'aspetto che più di tutti sta dimostrando come le dottrine di Friedman siano fallimentari, anzi pericolose e dannose, è la crisi climatica. È da decenni che sappiamo che le risorse sul nostro pianeta non sono infinite, che l'inquinamento è un problema enorme, che la crescita economica (per il momento) è nociva per l'ambiente, che il surriscaldamento globale non è una truffa.

Eppure i super ricchi e le multinazionali, tramite lobbismo, hanno fatto di tutto per disseminare il dubbio nella popolazione, bloccato possibili interventi politici in nome del libero mercato e la deregulation, facendo credere per decenni che intervenire avrebbe causato danni irreparabili all'economia, ecc.

Conseguenza? Ora siamo di fronte a una delle crisi più gravi che l'umanità abbia mai dovuto affrontare, con il rischio che certi tipping points causino reazioni a catena non più reversibili se non in un arco temporale enorme (non parliamo di secoli, ma molto di più).

Le superstar in questo ambito sono gli studiosi Naomi Oreskes ed Erik Conway.



Le derive del sistema economico neoliberale si possono evincere anche osservando e analizzando le industrie farmaceutiche, i colossi della moda (fast fashion), le grandi compagnie tecnologiche, ecc. ecc.

Il sistema, com'è concepito adesso, ci sta portando alla deriva ed è palese da ogni punto di vista, anche quello ludico.

Ogni hanno escono più di mille nuovi giochi da tavolo. Ne abbiamo veramente bisogno? No, assolutamente no. Il motivo per cui escono così tanti giochi, è perché le aziende che li creano devono puntare al profitto. Non sono mai state interessate al benessere o alla felicità dei giocatori. Ciò che vogliono è far soldi. È come funziona il sistema in cui viviamo.

I giochi da tavolo volendo si possono giocare in eterno. Questa è la realtà. Uno può dedicare ad esempio tutta la sua vita sempre e solo agli scacchi. Ma anche a giochi come Agricola, Terra Mystica, Caylus, Puerto Rico, Brass, El Grande, ecc. Mi è capitato ancora di recente vedere gente anziana giocare a carte al bar. Qualsiasi gioco da tavolo può essere giocato tanto, senza dover acquistare sempre e comunque cose nuove.

Personalmente incomincio a non apprezzare più questo sistema, questo focus eccessivo e malsano sulle novità, sull'hype, sull'acquisto compulsivo per far girare l'economia se no crolla tutto, ecc.

Non è continuando così che risolveremo i problemi di fondo del sistema. È tempo di riflettere seriamente e in modo critico su questi aspetti, non continuare a credere in un libero mercato che si auto-regola da solo e che troverà il modo di renderci tutti più felici. Non è così che stanno andando le cose. Siamo sempre più depressi e infelici. È tempo dunque di pensare a delle alternative, di rendere consapevoli le persone della necessità di alternative, parlandone anche in forum come questi.

Non parlarne dal mio punto di vista sarebbe un errore clamoroso. Sarebbe come dire che il sistema va bene così com'è. Ma non è affatto così. Abbiamo bisogno di regolamentazioni mirate, decise e profonde.

Sono felice che sempre più persone si appassionano di giochi da tavolo? Sì, certo, mi fa indubbiamente piacere (anche perché abbiamo bisogno di attività analogiche che riportino assieme le persone nel mondo reale). Ma trovo che anche il mercato dei giochi da tavolo debba essere regolamentato maggiormente, perché ora come ora le cose stanno andando decisamente sempre peggio anche in questo settore (non come in altri, ma il trend lo reputo comunque preoccupante a lungo termine anche qua).

My2cents.
Beh...intanto grazie per esserti sbattuto per questo lungo ed interessante post.
Ti dirò...mi trovo d'accordo con te al 99%, oltretutto io credo nella decrescita e l'idea stessa di una infinita crescita la percepisco alla stregua di una favola.

Per circoscrivere il tutto però ai soli gdt, l'espansione di utenza e titoli degli ultimi 15 anni sembra arrivata al suo apice e, complice le politiche commerciali attuali dell'amministrazione americana, forse la curva è destinata ad una picchiata.
È un bene? È un male?
Non lo so. Sicuramente non mi preoccupa il fatto che domani usciranno 1/100 dei titoli che vengono pubblicati oggi.
È un discorso Stra-egoistico, si badi bene.
Sono socio di una associazione che ha in libreria a disposizione delle serate ludiche e del prestito quasi 400 titoli.
Frequento giocatori che hanno in libreria centinai di titoli. Io poi ormai non compro quasi più nulla, tutto ciò che è hype non mi solletica, non vado alla Play perché non sono interessato "al bottino" ne allo stress di provare il maggior numero di titoli possibili.
Il titolo che sto giocando di più ultimamente è un foglio stampato + cubetti e trenini che già possedevo e appartenenti alla componentistica di altri giochi.

Nonostante questo credo che questo mio pensiero sia miope poiché non credo che io possa pretendere che altre persone/giocatori debbano/vogliano vederla così. In fondo questa mia "consapevolezza" non è cresciuta nel deserto ma ha avuto un terreno fertile in quella stessa bulimia e rigurgito di titoli odierno.

Però si...è evidente che questa gold age del gioco da tavolo ha un lato della medaglia molto molto preoccupante.
 

Astolbrando

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Io vedo che come al solito si è partiti da un argomento e si è arrivati a parlare di altro, come quando nei discorsi da bar si arriva al momento in cui uno incomincia a dire "eh ma dobbiamo capirci sulla semantica delle parole" o si arriva a tirare fuori i nazisti (e quando succedono ste cose la discussione muore, teorema di SKYWOLF).

Ora io capisco che qualcuno qua ha un mondo nel cuore e nel mondo reale non riesce a dirlo con le parole e allora prova a buttarlo a muzzo in molti topic, però boh resto allibito da come si voglia fare prendere una certa deriva a questa tipologia di topic.

E nel meta pure questo commento è off topic, quindi mi salvo in corner dicendo che
 
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