So che in fondo in fondo ci tieni a beccarti questo bel pippone.


E sia chiaro: se parlo di queste cose è perché reputo importante che le persone capiscano il sistema nel quale viviamo sempre più complesso senza essere fruitori passivi del tutto e basta. Il pensiero riflessivo e critico è a mio avviso una delle competenze trasversali più importanti in assoluto da coltivare, soprattutto nella nostra epoca. Poi ognuno è libero di dire la sua.
La verità è che la nostra società sta scricchiolando già da tempo.
Secondo Friedman l’obiettivo principale di qualsiasi impresa e multinazionale dovrebbe essere
massimizzare il profitto degli azionisti. Ciò significa che dagli anni '80 in poi, abbiamo visto mettere al primo posto in qualsiasi settore il profitto, a discapito degli eventuali obiettivi sociali e ambientali (John Maynard Keynes prevedeva che nel 2030 avremmo lavorato 3 ore al giorno...).
Dopo 40 anni di economia neoliberale cosa abbiamo ottenuto di bello?
Riassunta all'osso questa è l'economia che abbiamo seguito negli ultimi decenni:
- La responsabilità sociale di un'azienda è generare profitti per i suoi azionisti, non perseguire obiettivi sociali e/o ambientali.
- Il mercato è il miglior regolatore: se le imprese si concentrano sul profitto, l’intero sistema economico ne beneficia attraverso un effetto a cascata.
- Gli amministratori devono rispondere agli azionisti, perché sono i veri proprietari dell’azienda.
- L'intervento dello Stato deve essere minimo, lasciando alle forze del mercato la regolazione delle attività economiche.
Il motivo per cui è estremamente importante parlare di queste cose, è perché anche il mercato dei giochi da tavolo è travolto da queste dinamiche, da questo modo di concepire l'economia e il sistema. L'Asmodee (giusto per citare un colosso) non crea mica giochi perché vuole le persone felici, crea i giochi perché vuole lucrare e creare profitti. E il modo migliore per fare soldi è creare un sistema in cui c'è un bisogno costante di nuovi giochi, un bisogno in verità inesistente.
Quali sono i risultati?
Dopo 40 anni possiamo dire che l'economia neoliberale ha permesso a pochi super ricchi e a poche multinazionali di emergere e avere il monopolio su tutto: politica (influenzando chi va al potere), mass media (controllando le testate), social media (manipolando gli algoritmi), ricerche accademiche (sponsorizzate con fini ben precisi), tribunali (evitando di pagare per errori commessi), mercati (monopoli), ecc. ecc.
Il risultato è che la disparità tra ricchi e poveri è cresciuta sempre più, dagli '80 in poi, con il ceto medio che si è eroso sempre più. Il famoso effetto a cascata non è mai avvenuto e non è come evolvono le cose in un mercato libero non regolamentato.
Thomas Piketty è la superstar, quanto si parla di disuguaglianza sociale crescente.
Sempre 40 anni dopo possiamo dire senza se e senza ma che le industrie e le lobby alimentari hanno causato gravi problemi di salute alla popolazione occidentale (obesità, diabete, problemi cardiovascolari, cancro, ecc.).
La cosa più triste di tutta questa faccenda, è che spesso la gente non si rende affatto conto come le multinazionali alimentari che vendono cibo e bevande, non hanno mai avuto come scopo ultimo il benessere delle persone, ma il profitto, punto e basta. Questo implica che per fare più soldi possibili, per loro ciò che bisogna fare è rendere gli alimenti sempre più gustosi e che creano dipendenza. È ciò che è avvenuto con i cibi ultra-processati e le bevande zuccherate.
La superstar in questo ambito è la ricercatrice Marion Nestle. Il testimone l'ha preso in mano di recente, se vogliamo, Chris Van Tulleken.
L'aspetto che più di tutti sta dimostrando come le dottrine di Friedman siano fallimentari, anzi pericolose e dannose, è la crisi climatica. È da decenni che sappiamo che le risorse sul nostro pianeta non sono infinite, che l'inquinamento è un problema enorme, che la crescita economica (per il momento) è nociva per l'ambiente, che il surriscaldamento globale non è una truffa.
Eppure i super ricchi e le multinazionali, tramite lobbismo, hanno fatto di tutto per disseminare il dubbio nella popolazione, bloccato possibili interventi politici in nome del libero mercato e la deregulation, facendo credere per decenni che intervenire avrebbe causato danni irreparabili all'economia, ecc.
Conseguenza? Ora siamo di fronte a una delle crisi più gravi che l'umanità abbia mai dovuto affrontare, con il rischio che certi
tipping points causino reazioni a catena non più reversibili se non in un arco temporale enorme (non parliamo di secoli, ma molto di più).
Le superstar in questo ambito sono gli studiosi Naomi Oreskes ed Erik Conway.
Le derive del sistema economico neoliberale si possono evincere anche osservando e analizzando le
industrie farmaceutiche, i colossi della moda (
fast fashion),
le grandi compagnie tecnologiche, ecc. ecc.
Il sistema, com'è concepito adesso, ci sta portando alla deriva ed è palese da ogni punto di vista, anche quello ludico.
Ogni hanno escono più di mille nuovi giochi da tavolo. Ne abbiamo veramente bisogno? No, assolutamente no. Il motivo per cui escono così tanti giochi, è perché le aziende che li creano devono puntare al profitto. Non sono mai state interessate al benessere o alla felicità dei giocatori. Ciò che vogliono è far soldi. È come funziona il sistema in cui viviamo.
I giochi da tavolo volendo si possono giocare in eterno. Questa è la realtà. Uno può dedicare ad esempio tutta la sua vita sempre e solo agli scacchi. Ma anche a giochi come Agricola, Terra Mystica, Caylus, Puerto Rico, Brass, El Grande, ecc. Mi è capitato ancora di recente vedere gente anziana giocare a carte al bar. Qualsiasi gioco da tavolo può essere giocato tanto, senza dover acquistare sempre e comunque cose nuove.
Personalmente incomincio a non apprezzare più questo sistema, questo focus eccessivo e malsano sulle novità, sull'hype, sull'acquisto compulsivo per far girare l'economia se no crolla tutto, ecc.
Non è continuando così che risolveremo i problemi di fondo del sistema. È tempo di riflettere seriamente e in modo critico su questi aspetti, non continuare a credere in un libero mercato che si auto-regola da solo e che troverà il modo di renderci tutti più felici. Non è così che stanno andando le cose. Siamo sempre più depressi e infelici. È tempo dunque di pensare a delle alternative, di rendere consapevoli le persone della necessità di alternative, parlandone anche in forum come questi.
Non parlarne dal mio punto di vista sarebbe un errore clamoroso. Sarebbe come dire che il sistema va bene così com'è. Ma non è affatto così. Abbiamo bisogno di regolamentazioni mirate, decise e profonde.
Sono felice che sempre più persone si appassionano di giochi da tavolo? Sì, certo, mi fa indubbiamente piacere (anche perché abbiamo bisogno di attività analogiche che riportino assieme le persone nel mondo reale). Ma trovo che anche il mercato dei giochi da tavolo debba essere regolamentato maggiormente, perché ora come ora le cose stanno andando decisamente sempre peggio anche in questo settore (non come in altri, ma il trend lo reputo comunque preoccupante a lungo termine anche qua).
My2cents.