Qui dovresti trovare alcune risposte alle tue domande:
Chi controlla i prodotti del made in China
A partire dal giugno 2007 l’Unione Europea ha adottato la normativa “Reach”, che si occupa della regolamentazione e dell’importazione delle sostanze chimiche all’interno dei beni di consumo. La normativa è estremamente importante nell’ottica dei controlli, poiché prevede sia la registrazione che la successiva autorizzazione all’uso di circa il 30% delle sostanze chimiche circolanti nel territorio europeo.
L’organismo europeo che si occupa dei controlli sui prodotti potenzialmente pericolosi per i consumatori (ad eccezione di cibo, prodotti farmaceutici ed apparecchiature mediche) è il RAPEX (“Rapid Alert System for non-food consumer products”), che possiede un vero e proprio sistema d’allerta in grado di attivarsi in tempi brevissimi. Esiste un canale specializzato, detto RAPEX-China, che si occupa esclusivamente dei prodotti cinesi d’importazione.
Giocattoli
Rischio ftalati e altre sostanze pericolose
Si sentono nominare spesso, ma cosa sono esattamente gli ftalati? Si tratta di sostanze chimiche che hanno la proprietà di ammorbidire la plastica. Per via di questo effetto, vengono utilizzati all’interno di quei prodotti che, per necessità, devono essere morbidi e flessibili, come ad esempio i giocattoli per i bambini. Gli ftalati sono sostanze estremamente pericolose per la salute, soprattutto quella dei più piccoli: evidenze scientifiche hanno dimostrato la loro dannosità a livello del fegato e dei reni, con problemi anche a carico dell’apparato riproduttivo.
Qualche esempio? Nel 2008 il Ministero della Salute ritirò dal mercato 30mila dinosauri di plastica allegati ad una rivista per bambini. Allegati ai giocattoli c’erano a loro volta quantità significative di ftalati ed olio di creosoto. Notizia recentissima, risalente al maggio di quest’anno, è il sequestro avvenuto a Catania di circa 16mila tonnellate di prodotti cinesi illegali: fra essi, pessime imitazioni di pupazzetti e bambole di marche ben più note, estremamente infiammabili e trattati con vernici di contenuto non specificato.
Anche sostanze come i ritardanti di fiamma sono presenti spesso nei giocattoli per i bambini, così come in molti altri prodotti di elettronica ed uso domestico quotidiano. Si tratta di una categoria di sostanze chimiche, in particolare bifenili polibromurati (PBB) e difenileteri Polibromurati (PBDE) che, addizionate al prodotto, servono ad evitarne la combustione accidentale: si trovano, ad esempio, nei giocattoli o nei prodotti tecnologici potenzialmente soggetti a cortocircuito. Sulla carta, pertanto, si comportano come “salvavita”, ma quando si vanno a vedere le interazioni con l’organismo umano, si fa presto a cambiare idea. Queste sostanze sono in grado di determinare alterazioni al sistema nervoso, ed avere effetti negativi sulla crescita e sullo sviluppo dei più piccoli poiché sono estremamente nocivi anche a carico del sistema ormonale.
Poveri bambini: talvolta i giocattoli destinati ai più piccoli possono anche disperdere frammenti che, potenzialmente, possono finir loro in bocca, determinando il grave rischio di soffocamento. Per non parlare di fasciatoi e seggioloni poco stabili e a rischio di intrappolamento, e biberon agli ftalati.
È difficile difendersi dai giocattoli pericolosi visto che il commercio di giocattoli contraffatti rappresenta circa il 7% del totale di “falsi” circolanti per il mondo, mentre circa il 75% della produzione mondiale di giocattoli avviene in questo Paese asiatico. Proprio per questo è necessario prestare grande attenzione nell’acquisto di questi prodotti.
A livello italiano, i controlli sono affidati innanzitutto alle autorità doganali, per il controllo dei flussi di prodotti in entrata nel nostro Paese. Sul territorio, agiscono mediante controlli i Nuclei AntiSofisticazioni dell’Arma dei Carabinieri (NAS), ed anche le autorità sanitarie vigilano sugli esercizi commerciali. Il problema principale è però rappresentato da tutti quei canali di vendita ambulanti o sottobanco che tendono a sfuggire ai controlli di sicurezza.
Importazione parallela
Molte aziende che commerciano a livello internazionale praticano, a parità di prodotto, prezzi di vendita più o meno alti a seconda dei diversi Paesi. Ciò è dovuto ad una serie di fattori come, ad esempio, il livello di ricchezza: lo stesso prodotto può infatti costare di meno in quei Paesi che, economicamente, sono poco sviluppati o nei quali i redditi sono particolarmente bassi.
Ed è proprio in questi Paesi che, spesso, i commercianti che gestiscono i market cinesi si approvvigionano: acquistano grandi quantità di prodotto a basso prezzo, per poi piazzarlo sul mercato italiano a prezzi concorrenziali. I problemi in questo caso sono diversi, e riguardano ad esempio la mancanza delle diciture in italiano in etichetta, obbligatorie per legge, oppure l’importazione di prodotti contraffatti.
Aloa