Solomon
Esperto





Anche il Gaelico ha avuto la sua parte, e non ci vedo nulla di strano. Semmai mi sarei sorpreso del contrario. Per quale motivo ci si dovrebbe aspettare che un autore anglofono modelli i propri idiomi fantastici sulle lingue romanze? Non erano certo le uniche lingue parlate nell'Europa medioevale.Galdor":28tcuabp ha scritto:Tolkien Medievale? Non molto a dir la verità:
- non certamente i vari Idiomi che lui stesso ha inventato (come vezzo/esperimento), i quali hanno ben poco del Latino Medievale (il "comune" aulico del medioevo) e meno che mai dei vari Volgari che piano piano cercavano di rubare il posto al Latino, sia nel linguaggio comune che in quello ufficiale.. Quenya, Westron, l'idioma Nanico, quello Rohirrim, ecc hanno una struttura che ricorda molto le lingue scandinave.. :grin:
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Tutti i casi di scambio monetario che citi si svolgono all'interno o nelle immediate vicinanze della Contea, che per tua stessa ammissione è il riflesso dell'Inghilterra contemporanea nella Terra di Mezzo (tant'è che Lobelia porta un ombrello).Galdor":28tcuabp ha scritto:- non certamente alcuni aspetti intimi e agresti (Beorn, la Contea, Tom Bombadil, ecc) per i quali -per SUA STESSA AMMISSIONE- ha attinto dalla campagna inglese dei suoi anni, dalle sue tradizioni.. 8)
- non certamente l'Economia: I Nani in genere, gli Elfi dell'Eregion, l'intera Gondor si basavano tutti sui commerci ( e il commercio non era particolarmente sviluppato a livello nazionale nel medioevo). E' vero che la Compagnia non compra/vende quasi niente, ma la Compagnia era formata per 7/9 (tutti esclusi Sam e Gandalf) da nobili, principi e figli di Re, la cui autorità e prestigio bastava a procurare loro scudi o armature (come avviene per Gimli e Legolas a Rohan). Comunque ci sono diversi episodi di compravendita che evidenziano un'economia non medievale (la quale era basata sul baratto), ma piuttosto tardo-rinascimentale: l'acquisto di Billy the Pony, il problema della casa di Frodo, ecc![]()
Non appena la Compagnia lascia Brea, non ci è più dato di assistere a commerci di alcun genere. Il fatto che sei (non sette) Compagni fossero nobili non mina la mia analogia con l'economia feudale (o almeno con la sua rappresentazione letteraria), al contrario, la rafforza.
Mi sembra un paragone fallace. L'intento di Tolkien non era e non è mai stato quello di ricostruire un medioevo fantastico credibile dal punto di vista storico (sarebbe un ossimoro) - l'interesse dell'autore era strettamente letterario. Di romanzo si tratta, e non di saggio. Quindi la demografia non c'entra proprio nulla. Tolkien era interessato non al Medioevo storico, ma a quello letterario e culturale.Galdor":28tcuabp ha scritto:- e neppure la struttura demografica: nel medioevo si assiste ad un'alternarsi di campagna e città nel ruolo di centro demografico predominante. Nel medioevo più antico le campagne sono più abitate delle città (e la struttura feudale ne è una conseguenza), mentre nel medioevo più recente le città cominciano a diventare i veri centri del potere (e lo diveranno definitivamente nel rinascimento). In Tolkien non si sente questo dualismo: le campagne e le zone poco urbanizzate (Rohan, Ithilien, Contea, ecc) sono abitate al pari dei grandi centri cittadini... e mentre alcune città (Edoras, Rivendell, Rifugi Oscuri..) sono di dimensioni davvero ridotte e quindi ricordano le città basso-medievali, altri centri (Minas Tirith, Dol Amroth, Pelargir..) rappresentano grandi comunità cosmopolite!![]()