Radamantis":39iygyd1 ha scritto:
se non si lascia guidare nelle decisioni d'acquisto da abili addetti marketing, se sceglie il gioco indipendentemente dal disegnino sulla scatola, ci guadagnano tutti.
Il problema che scegliere un gioco in base alla confezione, è esattamente quello che si rischia di fare, con la quantità di uscite è così alta.
Punto 3: rispetto gli anni 70 oggi esiste internet. Ciò comporta che:
- se un gioco in Italia piace solo a me ma ci sono altre 499 persone nel mondo, esso verrà comunque stampato.
Quello che fa la differenza rispetto a prima, è che oggi è molto più semplice realizzare fisicamente un prototipo e quindi un gioco, grazie alla disponibilità di strumenti di desktop publishing alla portata di tutti.
Secondo me dovremmo essere felici che ad Essen ogni anno escano 700 titoli. E' vero nessuno di noi singolarmente potrà mai provarli tutti! Tuttavia è più probabile trovare quello adatto ad ognuno di noi.
E grazie ad internet esisterà sempre il modo di rimediare una recensione e farsi un idea del prodotto diminuendo il rischio di buttare i soldi.
Con 700 uscite in un anno, non siamo neanche più al livello del "non posso provarli tutti", siamo ormai al livello di "non riesco più a leggere le recensioni su internet"
Va a finire che, non potendo certamente leggere tutte queste recensioni, che comunque sono realizzate in maniera discontinua e poco professionale (chi legge le recensioni via internet sono una minoranza, e di questi quanti sono abbonati a Spielbox ???), quello che conta sarà solo il voto finale su BGG o simili.
Quando la competizione si fa più serrata poi i vantaggi sono tutti per gli utenti finali ossia i giocatori. E ce ne accorgiamo già oggi quando per una scatola con 4 kg di materiale ti chiedono solo 70 €!!!
Questo è dovuto al fatto che la maggior parte dei giochi sono prodotti comunque in Cina, il che ha abbassato di molto i costi di produzione rispetto ad alcuni anni fa. In ogni caso, non cambierebbe assolutamente nulla se, invece di 700 giochi da 1000 copie (in media) l'uno, se ne stampassero 70 da 10 mila copie.
E comunque, non bisogna tralasciare l'aspetto negativo di questa standardizzazione della produzione, perchè in molti più casi di quello che si crede, influisce sul DESIGN del gioco. I giochi "Euro" si sono fatti la fama di essere i giochi dei cubetti di legno, ma non è più tanto una questione di stile, quanto di andare incontro con il design del gioco all'esigenza di ridurre i costi di produzione. Ad esempio, ci potrebbe essere un gioco che è nato nell'idea dell'autore come ideale per 6-7 giocatori, ma viene artificialmente ridotto a 4-5, perchè il fornitore crea problemi (=alza il prezzo) per fornire componenti con tutti quei colori diversi...
Ricordate che i problemi sorgeranno quando ad Essen si presenteranno solo 7 titoli in quanto non necessariamente significherà pochi titoli = grandi capolavori, ma che ci saranno solo 3 case editrici e quindi avranno un potere di mercato talmente alto da dire ai giocatori: "o prendi una delle nostre scatole con 1 mazzetto di carte ed un paio di dadi a 200 € o cambia hobby, tanto 500 appassionati in tutto il mondo riusciremo comunque a trovarli..."
No, perchè le grandi case, per restare grandi devono fare grandi numeri, e grandi numeri non si fanno estorcendo soldi a pochi giocatori fanatici, ma vendendo tanto a prezzi bassi, al di fuori del mercato degli appassionati.
Spero che l'anno prossimo ad Essen ce ne siano 1000.........
7 titoli sono troppo pochi, e 700 sono troppi. Spero che l'anno prossimo ne escano al massimo 100, il che vuol dire che il mercato si sta auto-regolamentando per tornare in una situazione di sanità mentale e, soprattutto, che ci siano almeno 3-4 CAPOLAVORI, cosa che non mi pare di aver notato, con 700 titoli...
C'è un altro aspetto di cui non abbiamo ancora parlato, che rende deleteria l'inflazione di titoli, ed è la difficoltà per gli appassionati, a ritrovarsi con esperienze comuni da condividere.
ANCHE questa è stata citata come una delle tante cause del crollo dei wargames. Quando i wargames erano all'inizio, negli anni '60, c'era (appunto) solo la AH, e il catalogo era piuttosto ristretto. Se un gruppo di giocatori s'incontrava, era molto facile trovare subito spunti di discussione e esperienze comuni, visto che chiunque in quel periodo, se era un giocatore, aveva *sicuramente* giocato a Stalingrad, Battle of The Bulge, Waterloo, Midway o Afrika Korps, perchè quella era praticamente tutta l'offerta all'epoca. Grazie a questa comunanza di esperienze, si poteva discutere di tattiche, di partite memorabili giocate, prepararsi a tornei anno dopo anno, etc. E, ovviamente, tutti conoscevano perfettamente le regole.
Quando il numero di giochi usciti ha cominciato ad aumentare diventava sempre più difficile per due persone incontrarsi, e parlare di un gioco che avevano giocato entrambi. Non c'era più tempo per discutere di cose tipo la migliore tattica e non c'era più tempo per cercare di imparare a giocare al meglio possibile, perchè nel frattempo erano uscite dozzine di nuovi giochi da provare.
Alla fine, è l'hobby stesso che diventa *meno* interessante, quando viene colpito dall'inflazione delle uscite, perchè non c'è più l'approfondimento e la condivisione di esperienze comuni, che è quello che tiene insieme una comunità.