Premessa 1: Puerto Rico non è un bel gioco da avere.
È un gioco da avere, senza se e senza ma: perdonami l'assolutismo ma per me è la "Nascita di Venere" (Botticelli per i non avvezzi all'arte

) dei giochi da tavolo.
Premessa 2: mai giocata la variante per 2 (ed è importante tu sappia che parliamo di "variante" per quanto efficiente possa essere).
In 3/4 (personalmente preferisco 4) è capolavoro, altro che attuale, fa ancora il culo (pardon the french) ad un sacco di titoli molto più giovani, ma non posso fare a meno di notare un elemento nel tuo discorso: hai detto che tua figlia fa mille calcoli.
In Puerto Rico gli elementi belli sono due: tattica ed interazione. Se le piace doversi adattare e giocare in funzione di come giocano/giocherebbero gli altri, magari anche rompendo le scatole, secondo me lo adorerebbe e ti dirò di più: se riuscite a recuperare una copia della vecchia edizione di Caylus vi divertite pure con quello. Tanto.
Se si (ri)scopre amante della strategia e della lotta di cervelli, più scacchista per intenderci, potresti anche farla virare verso lidi come Uwe Rosenberg e/o Daniele Tascini, due miei personali consigli. Volendo anche Trajan di Stefan Feld, con il meccanismo del mancala che farebbe impazzire chi ama fare calcoli o anche Alta Tensione di Friedemann Friese dove la "strategia matematica" regna quasi sovrana.
E mi fermo qui perché 1/2 mesi di stipendio ce li giochiamo già così!

Spero di essere stato utile.
Buon divertimento!