Non è una questione di puro istinto. Anzi, trovo che la cosa, se analizzata logicamente in stile vulcaniano, porterebbe i 2 personaggi a unirsi e a cambiare le loro vite.
La logica sta nel soppesare il dove e il come sei adesso: lui è sostanzialmente un uomo con una carriera in declino (un attore che è costretto a fare appunto pubblicità di whiskey in giappone...) e un rapporto ormai finito con la sua (ex) moglie. Perché continuare a trascinarsi così fino alla fine dei propri giorni? E' illogico, non solamente istintivo.
Lei è giovane, ok, ma scegliere di continuare a vivere con una persona che mette davanti al rapporto di coppia il proprio lavoro, considerandoti quasi come un animale domestico, è da masochisti. Ed è altrettanto illogico.
Non si tratta di istinto, si tratta di un messaggio basato sul non distruggere lo "status-quo", un po' come prima dell'istituzione del divorzio (e anche dopo) non si divorziava comunque, si andava avanti per "inerzia". Finendo per rovinare la propria vita e quella di chi ti sta accanto. E di vita ne abbiamo una sola, è assurdo sprecarla così.
Riguardo all'ipotesi di ricucire i rapporti, se è quella l'intenzione, allora è venuta davvero malissimo, non c'è un minimo accenno in tutto il film ad un'ipotesi simile, quindi è un po' come vedere qualcosa che c'è laddove in realtà non c'è nulla.
E per concludere, la scenetta finale del qualcosa sussurrato all'orecchio è un trucchetto di sceneggiatura sinceramente banale e triste, può essere, può non essere, i segreti per lo spettatore sono un mezzuccio da evitare, visto che nel frattempo io ho seguito i tuoi passi per tot tempo anche nelle situazioni più intime. Potrei anche pensare che lui all'orecchio le abbia sussurrato: "Deh, me ne vo perché 'un me l'hai mai puppato.". :lol:
La qual cosa significa non prendere una posizione, non dare un messaggio, sarebbe come per un pittore presentarti una tela bianca e dirti "guardaci quello che ti pare, il mio messaggio è quello": io darei fuoco prima alla tela e poi al pittore. :twisted: