Generale La mentalità del gamer

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Tutti noi conosciamo il vasto mondo dei giochi e delle loro mille sfaccettature, alcuni più nelle nostre corde, altri meno. Ci sono poi i giochi storici, quelli che vengono giocati da centinaia, se non migliaia di anni: mi vengono in mente gli scacchi tanto per citare forse il più famoso. E non a caso il paragone, nonchè il lessico scacchistico sono ormai di uso comune tra i giocatori, anzi, direi che la qualità di un gioco si riscontra quanto più si può parlare di aperture, difese e via dicendo.
Mi viene dunque da pensare se fosse possibile che alcuni giochi, i classici, a partire dagli scacchi, possono essere usati per creare una forma mentis del gamer. Padroneggiare alcune tecniche e conoscere il gioco può aprire la strada ad un modo di giocare diverso? Si può avere una sorta di scuola virtuale dove sviluppare capacità tattiche e strategiche poi spendibili in tutto il resto?

[Questo è il mio post numero 666. Coincidenze?]
 

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Tutti noi conosciamo il vasto mondo dei giochi e delle loro mille sfaccettature, alcuni più nelle nostre corde, altri meno. Ci sono poi i giochi storici, quelli che vengono giocati da centinaia, se non migliaia di anni: mi vengono in mente gli scacchi tanto per citare forse il più famoso. E non a caso il paragone, nonchè il lessico scacchistico sono ormai di uso comune tra i giocatori, anzi, direi che la qualità di un gioco si riscontra quanto più si può parlare di aperture, difese e via dicendo.
Mi viene dunque da pensare se fosse possibile che alcuni giochi, i classici, a partire dagli scacchi, possono essere usati per creare una forma mentis del gamer. Padroneggiare alcune tecniche e conoscere il gioco può aprire la strada ad un modo di giocare diverso? Si può avere una sorta di scuola virtuale dove sviluppare capacità tattiche e strategiche poi spendibili in tutto il resto?

[Questo è il mio post numero 666. Coincidenze?]
Con "spendibili in tutto il resto" intendi altri giochi da tavolo o altre attivita' sociali / lavorative?

Sperando di non andare fuori argomento, ogni gioco e' un piccolo universo a se stante, intrinsecamente completo. Anche solo il conoscerlo richiede di sviluppare capacita' di analisi prima e di ragionamento poi.

Proprio gli scacchi sono un sistema chiuso e finito. Nel senso che e' possibile conoscere tutte le possibili partite. Entrano in gioco la statistica (calcolo della mossa con migliori probabilita') e la psicologia / sociologia se si gioca contro un avversario umano.

Diverse analisi e competenze deriverebbero da un gioco con piazzamento lavoratori e/o produzione di risorse. Cosa produrre prima? Come massimizzare le mosse disponibili?

Genericamente credo che moltissimi giochi affinino la mente come ragionamento e creativita'.
 

Mello

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Ciao,
penso che ci siano certi tipi di giochi che aiutano a sviluppare l'occhio del dove "guardare e investire" per avere un certo vantaggio che è possibile declinare in altri giochi. Mi viene in mente Magic e il valore di pescare carte oppure con Clank! e il valore di fare un rush e chiudere (o meno) la partita.
Certo è che ogni gioco è un mondo a se come diceva @Axios ... eppure certe caratteristiche si possono trovare comuni in tanti giochi.

Per rimanere in ambito scacchistico, qualche anno fa ho letto un bel libro "Gli scacchi, la vita" di Garry Kasparov che declinava le strategie e le tattiche degli scacchi nel vissuto quotidiano, una sorta di trasposizione delle regole da un gioco (gli scacchi) ad un altro (la vita). Un libro molto bello.
 

linx

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Tutti noi conosciamo il vasto mondo dei giochi e delle loro mille sfaccettature, alcuni più nelle nostre corde, altri meno. Ci sono poi i giochi storici, quelli che vengono giocati da centinaia, se non migliaia di anni: mi vengono in mente gli scacchi tanto per citare forse il più famoso. E non a caso il paragone, nonchè il lessico scacchistico sono ormai di uso comune tra i giocatori, anzi, direi che la qualità di un gioco si riscontra quanto più si può parlare di aperture, difese e via dicendo.
Mi viene dunque da pensare se fosse possibile che alcuni giochi, i classici, a partire dagli scacchi, possono essere usati per creare una forma mentis del gamer. Padroneggiare alcune tecniche e conoscere il gioco può aprire la strada ad un modo di giocare diverso? Si può avere una sorta di scuola virtuale dove sviluppare capacità tattiche e strategiche poi spendibili in tutto il resto?

[Questo è il mio post numero 666. Coincidenze?]
Io ho imparato il Go da un manualone di un club che includeva anche un orientamento strategico. Ed effettivamente mi è stato molto utile e ciò che vi ho imparato può essere esportato in tutti gli altri giochi. Il tenere l'iniziativa obbligando l'avversario a risponderti piuttosto che ad impostare il suo gioco, il saper riconoscere 2 mosse equivalenti che ti permettono di posticipare una risposta (se non giochi lì e lo fa l'avversario tu puoi sempre giocare dopo su quella equivalente) e guadagnare quindi l'iniziativa. Il pensare a mettere i paletti per guadagnare un territorio più grande prima di perdere tempo ad impegnarsi in piccole guerre o ad assicurarsi quello che tanto riusciresti probabilmente a chiudere più avanti.
Il grosso problema è che i giochi storici sono per 2 e molte sicurezze strategiche diventano probabilità quando aumenti il numero di giocatori al tavolo: se tu hai 2 mosse equivalenti e aspetti... potrebbero portartele via entrambe prima che tocca a te, per capirci.
 

Jibril

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In realtà
Con "spendibili in tutto il resto" intendi altri giochi da tavolo o altre attivita' sociali / lavorative
Non in questo caso. Parlo proprio di giochi che aiutano o possono aiutare a sviluppare certe capacità tattico-strategiche e di calcolo in ambito ludico. Ma anche altre capacità ovviamente, come quelle gestionali già citate.

Per fare un esempio pratico. Prendiamo Il Trono di Spade: ha un forte elemento strategico, che pero è affiancato da una parte gestionale. Ne risulta che affinare le proprie capacità nel gioco, per chi non è avezzo, può essere frustrante o perdersi nel calderone delle mille cose da fare. Ecco che a quel punto mi chiedo: esiste un gioco che mi permette di sviluppare quella capacità in maniera specifica, così che io poi possa migliorare in quel gioco (e di conseguenza quella tipologia di giochi)?
Anche perché banalmente, una partita a scacchi è più facile da intavolare che una ad AGoT.
 

Thegoodson

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Io ho imparato il Go da un manualone di un club che includeva anche un orientamento strategico. Ed effettivamente mi è stato molto utile e ciò che vi ho imparato può essere esportato in tutti gli altri giochi. Il tenere l'iniziativa obbligando l'avversario a risponderti piuttosto che ad impostare il suo gioco, il saper riconoscere 2 mosse equivalenti che ti permettono di posticipare una risposta (se non giochi lì e lo fa l'avversario tu puoi sempre giocare dopo su quella equivalente) e guadagnare quindi l'iniziativa. Il pensare a mettere i paletti per guadagnare un territorio più grande prima di perdere tempo ad impegnarsi in piccole guerre o ad assicurarsi quello che tanto riusciresti probabilmente a chiudere più avanti.
Il grosso problema è che i giochi storici sono per 2 e molte sicurezze strategiche diventano probabilità quando aumenti il numero di giocatori al tavolo: se tu hai 2 mosse equivalenti e aspetti... potrebbero portartele via entrambe prima che tocca a te, per capirci.
Praticamente la geopolitica della Cina! :)
Bella risposta comunque!
 

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In realtà

Non in questo caso. Parlo proprio di giochi che aiutano o possono aiutare a sviluppare certe capacità tattico-strategiche e di calcolo in ambito ludico. Ma anche altre capacità ovviamente, come quelle gestionali già citate.

Per fare un esempio pratico. Prendiamo Il Trono di Spade: ha un forte elemento strategico, che pero è affiancato da una parte gestionale. Ne risulta che affinare le proprie capacità nel gioco, per chi non è avezzo, può essere frustrante o perdersi nel calderone delle mille cose da fare. Ecco che a quel punto mi chiedo: esiste un gioco che mi permette di sviluppare quella capacità in maniera specifica, così che io poi possa migliorare in quel gioco (e di conseguenza quella tipologia di giochi)?
Anche perché banalmente, una partita a scacchi è più facile da intavolare che una ad AGoT.
Capisco il contesto della domanda. Spiacente, ma non conosco molti gdt. Spero arrivino contributi da altri giocatori.
 

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Buonasera a tutti.
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Mi viene dunque da pensare se fosse possibile che alcuni giochi, i classici, a partire dagli scacchi, possono essere usati per creare una forma mentis del gamer. Padroneggiare alcune tecniche e conoscere il gioco può aprire la strada ad un modo di giocare diverso? Si può avere una sorta di scuola virtuale dove sviluppare capacità tattiche e strategiche poi spendibili in tutto il resto?

[Questo è il mio post numero 666. Coincidenze?]
Mi piace un sacco questo argomento e confesso che da tempo volevo provare a fare una domanda del genere.

Sono frequentatore del mondo dei giochi da tavolo da poco più di 2 anni, prima li ho sempre guardati con desiderio e voglia di giocare, ma non avevo mai trovato la compagnia per diventare giocatore "praticante" oltre che credente :) Mi ci sono quindi buttato, giocando anche a giochi impegnativi, ma sento che a differenza di tanti altri mi manca quel percorso e quell'evoluzione che ha fatto chi segue da tanti anni i giochi, ne ha giocati tanti (soprattutto i classici) e ne ha visto l'evoluzione.

Guardando gli altri giocare mi sono accorto che spesso chi è bravo è bravo un po' dappertutto (rimanendo magari nel suo genere di giochi). Ok, ci può essere quel gioco che quella persona ha approfondito e nel quale eccelle in maniera particolare, ma in generale mi è sembrato di capire che un bravo giocatore è un bravo giocatore su tutti i giochi. Sentendomi io invece un po' scarso mi sono sempre chiesto se esiste un modo per imparare a diventare bravi giocatori, cioè se esistono delle tecniche (tipo quelle che descriveva @linx) valide un po' per tutti i giochi per affrontare il gioco in maniera efficiente. Dove puntare l'attenzione? A cosa dare priorità? Come scegliere la strategia?

Aspettando altre risposte vi chiedo se l'impressione che ho avuto è corretta, cioè: esistono i bravi giocatori o si diventa esperti e bravi di singoli giochi?
 

lushipur

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Mi piace un sacco questo argomento e confesso che da tempo volevo provare a fare una domanda del genere.

Sono frequentatore del mondo dei giochi da tavolo da poco più di 2 anni, prima li ho sempre guardati con desiderio e voglia di giocare, ma non avevo mai trovato la compagnia per diventare giocatore "praticante" oltre che credente :) Mi ci sono quindi buttato, giocando anche a giochi impegnativi, ma sento che a differenza di tanti altri mi manca quel percorso e quell'evoluzione che ha fatto chi segue da tanti anni i giochi, ne ha giocati tanti (soprattutto i classici) e ne ha visto l'evoluzione.

Guardando gli altri giocare mi sono accorto che spesso chi è bravo è bravo un po' dappertutto (rimanendo magari nel suo genere di giochi). Ok, ci può essere quel gioco che quella persona ha approfondito e nel quale eccelle in maniera particolare, ma in generale mi è sembrato di capire che un bravo giocatore è un bravo giocatore su tutti i giochi. Sentendomi io invece un po' scarso mi sono sempre chiesto se esiste un modo per imparare a diventare bravi giocatori, cioè se esistono delle tecniche (tipo quelle che descriveva @linx) valide un po' per tutti i giochi per affrontare il gioco in maniera efficiente. Dove puntare l'attenzione? A cosa dare priorità? Come scegliere la strategia?

Aspettando altre risposte vi chiedo se l'impressione che ho avuto è corretta, cioè: esistono i bravi giocatori o si diventa esperti e bravi di singoli giochi?
La risposta alla tua domanda è: giocare giocare giocare.

Ovviamente con la voglia di migliorare, quindi fare domande post partita per capire cosa si poteva fare meglio ed il perché di certe mosse.

Con certi giochi è più facile che con altri.
Ma, soprattutto, serve una compagnia di gente che abbia, più o meno, la stessa concezione di gioco. Se giochi solo con casual o chi vuole solo passare la serata serenamente, è difficile che ci possa essere questa crescita.
 

MMGrizzly

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linx

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Aspettando altre risposte vi chiedo se l'impressione che ho avuto è corretta, cioè: esistono i bravi giocatori o si diventa esperti e bravi di singoli giochi?
Entrambe le cose. I giochi complessi in genere sono fusioni di più meccaniche già viste con qualcosa (si spera) di nuovo a scompaginare il modo di pensare. Quindi parte dell'esperienza la porti da gioco a gioco e parte la devquantità i acquisire giocando tanto allo stesso. Oltre al fatto che un intelligente ovviamente capisce prima le connessioni e uno che ha la pazienza di analizzare matematicamente certe scelte e non ha paura di farsi insultare silenziosamente dagli altri mentre lo fa acquisisce un vantaggio in partita.
Credo che si potrebbe insegnare una quantità di concetti base di convenienza utili la gran parte delle volte...ma sarebbe inutilmente palloso. Meglio scoprirli da soli giocando. Alcuni giochi però richiedono modi di pensare diversi e spiazzanti. Oppure permettono a questi modi di pensare di essere più efficaci di quelli normalmente validi. Quindi hanno invece parzialmente più senso la stipula di guide strategiche per illuminare quelli che ci mettono troppo per arrivarci da soli perché non dotati di grandi quantità di pensiero laterale. Per trovare degli avversari migliori o che non rimangano presto disgustati da un gioco che non riescono ad inquadrare.
 

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Io, ad esempio, ho un amico che chiamo "Il German", perchè a tutti questi generi di giochi basta un attimo per entrare nella mentalità, e soprattutto alla prima partita ad un gioco nuovo ottimizza subito le scelte.
 

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Sperando di non andare fuori argomento, ogni gioco e' un piccolo universo a se stante, intrinsecamente completo. Anche solo il conoscerlo richiede di sviluppare capacita' di analisi prima e di ragionamento poi.

È un discorso enorme.
Appunto perché i giochi da tavolo presentano una marea di sfaccettature diverse, che richiedono a loro volta una marea di "skills", attitudini e capacità diverse.

Mi sono ritrovato molto nella frase che ho sottolineato.
Anch'io penso che ogni gioco da tavolo è un microcosmo a se stante e perfettamente funzionante (in teoria), con le sue regole e il suo ecosistema.
Ogni gioco da tavolo presenta una sfida diversa, che richiede diverse competenze da parte di chi ci si sta interfacciando.

È banale dirlo ma essere fortissimo all'eurogame X non significa essere forti allo skirmish Y 1vs1, no?

Ci sono GdT che richiedono competenze diametralmente opposte tra loro.
Ho visto persone fortissime in giochi strategici a bassa interazione ma che poi si perdono in un gioco molto tattico e mutevole di turno in turno.
Oppure, parlando di meccaniche, ci sono persone che fanno una fatica tremenda ad interfacciarsi con determinati tipi di esse. Per la mia esperienza le aste sono sicuramente una delle più divise, tra chi ci si barcamena e chi invece non ha idea di cosa fare. E magari quello che non ha idea di cosa fare poi ha l'80% di winrate a Caylus.

Strategia, tattica, intuizione, capacità di analisi e di calcolo, capacità di lettura degli avversari, capacità di rispondere a situazioni avverse (io lo chiamo "avere un piano B"), concentrazione costante, ottimizzare.

Ci sarebbero tantissime cose da dire, è difficile in questo caso riassumere tanti concetti in poche parole senza essere prolissi.


Fermo restando che poi ogni gioco fa storia a se. Appunto per tipologia, scopo e meccaniche, ripetendomi.

Aspettando altre risposte vi chiedo se l'impressione che ho avuto è corretta, cioè: esistono i bravi giocatori o si diventa esperti e bravi di singoli giochi?

Anche io ti rispondo entrambe.
Sicuramente la predisposizione naturale esiste, a mio modo di vedere.
Ma è innegabile che, come giustamente detto anche dagli altri, l'esperienza insegna.
Più giochi conosci, meglio giocherai (in teoria :p )
L'esperienza di ciò che vedi e che provi, ti aiuterà a comprendere sempre più velocemente le nuove sfide che ti si proporranno.
Inoltre, come detto, i giochi potrebbero in un modo o nell'altro riproporti problemi che hai già visto e analizzato, magari in salsa diversa, ma dello stesso sapore. Questo succede soprattutto in giochi di generi/meccaniche similari, per forza di cose.

Quindi esistono bravi giocatori? Certo.
Ma si diventa bravi in generale giocando, e si, dato che dici "singoli", si può ovviamente diventare bravi in un gioco specifico senza esserlo per forza in generale a qualsiasi GdT.


Secondo me quindi, per rispondere all'autore del topic.
In linea generale e teorica è difficile dare una risposta univoca e soprattutto utile, oltre a quanto già detto. Bisognerebbe almeno scendere nel campi specifico dei generi, ritengo.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Chiudo con due pensieri personali.

-Il primo è il "tempo" e la "paralisi da analisi", un tema a cui un po' tengo.

Mettiamo che il giocatore Z vinca spesso, è ritenuto bravo e forte da tutti. Ma i suoi turni sono spesso interminabili, analizza veramente tanto, troppo tempo, durante il suo turno.
Lo riterreste un bravo giocatore?
Personalmente no.
Ritengo che un buon giocatore sia colui che ha una buona capacità di lettura, d'insieme, in un tempo di gioco umano, e che porta comunque a casa il risultato.
Ovvio che delineare in modo univoco il confine di quanto sia questo tempo è complesso. Ma ad ognuno il suo giudizio.
NDR: ci sono giochi che per tipologia e meccanica si prestano molto a questo tipo di approccio ed altri meno.


-Il secondo pensiero riguarda un giocatore "onnivoro" o specifico di titolo.
Intendo banalmente che un giocatore che ha fatto 500 partite ad un titolo si presume ne sia diventato esperto e sia un bravo giocatore di quel gioco.
Ovvio che all'interno di questo confronto, esisterà il giocatore A con 500 partite che è un giocatore mediocre, e il giocatore B con 500 partite che è un giocatore ottimo, quindi sicuramente è un giocatore forte il B e non A, e tanto di cappello a B.

Personalmente però do più valore al giocatore onnivoro, quello che magari vince spesso, a giochi diversi, potenzialmente "nuovi" per tutti.
Quello che riesce in poco tempo ad elaborare il problema (il gioco nuovo) e a risolverlo più in fretta (questione paralisi da analisi) e meglio degli altri (vince spesso).
Mi affascina di più, diciamo così.

Spero si capisca :asd:


EDIT: con questo mio ultimo pensiero non voglio sminuire l'approfondimento di un titolo specifico, anzi. È una cosa che ammiro e che vorrei fare sempre di più.
Però ecco se Mario ha fatto 500 partite a Puerto Rico e io ne ho fatte 4, non è che lo guardo con stima se vince sempre, penso "grazie al ca***"

In rapporto a questo ultimo discorso, una cosa che nella mia "carriera ludica" ho apprezzato, sono stati i giochi in cui l'esperienza al tavolo è cresciuta insieme per tutto il gruppo, sempre gli stessi partecipanti, possibilmente in un lasso di tempo non troppo dilazionato.
Cito Terra Mystica che per me ne è stato l'esempio massimo.
Farci 50 partite in un anno, sempre gli stessi 4 giocatori, è stato molto gratificante da un punto di vista competitivo, e li penso che i "bravi giocatori" vengano fuori, e siano gli esempi più veritieri di questa disamina, per i miei gusti.
 
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WARFARVELEN

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Appunto perché i giochi da tavolo presentano una marea di sfaccettature diverse, che richiedono a loro volta una marea di "skills", attitudini e capacità diverse.

Mi sono ritrovato molto nella frase che ho sottolineato.
Anch'io penso che ogni gioco da tavolo è un microcosmo a se stante e perfettamente funzionante (in teoria), con le sue regole e il suo ecosistema.
Ogni gioco da tavolo presenta una sfida diversa, che richiede diverse competenze da parte di chi ci si sta interfacciando.

È banale dirlo ma essere fortissimo all'eurogame X non significa essere forti allo skirmish Y 1vs1, no?
----------------------------
Ci tengo a sottolineare che la mia frase che sintetizzava il concetto l'ho sentita in una intervista di alcuni mesi fa a "Giuseppe De Carolis, uno dei fondatori e attuale proprietario di Giochi Uniti, ex magistrato e grande collezionista di giochi da tavolo, la sua collezione privata conta più di 30000 referenze" che appunto diceva che ogni gioco vive di leggi proprie.

Sull'esempio "essere fortissimo all'eurogame X non significa essere forti allo skirmish Y 1vs1, no?" dico che mi tange personalmente: ho compreso giochi come Terraforming Mars o 7 Wonders Duel in poche ore e riesco a fare progetti sulle partite. Poi uno skirmish come Unmatched mi manda in confusione: quando attaccare? Quando boostare? Quando scappare? Mi risulta difficile anche come approccio alla tattica.
 

odlos

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Appunto perché i giochi da tavolo presentano una marea di sfaccettature diverse, che richiedono a loro volta una marea di "skills", attitudini e capacità diverse.

Mi sono ritrovato molto nella frase che ho sottolineato.
Anch'io penso che ogni gioco da tavolo è un microcosmo a se stante e perfettamente funzionante (in teoria), con le sue regole e il suo ecosistema.
Ogni gioco da tavolo presenta una sfida diversa, che richiede diverse competenze da parte di chi ci si sta interfacciando.

È banale dirlo ma essere fortissimo all'eurogame X non significa essere forti allo skirmish Y 1vs1, no?

Ci sono GdT che richiedono competenze diametralmente opposte tra loro.
Ho visto persone fortissime in giochi strategici a bassa interazione ma che poi si perdono in un gioco molto tattico e mutevole di turno in turno.
Oppure, parlando di meccaniche, ci sono persone che fanno una fatica tremenda ad interfacciarsi con determinati tipi di esse. Per la mia esperienza le aste sono sicuramente una delle più divise, tra chi ci si barcamena e chi invece non ha idea di cosa fare. E magari quello che non ha idea di cosa fare poi ha l'80% di winrate a Caylus.

Strategia, tattica, intuizione, capacità di analisi e di calcolo, capacità di lettura degli avversari, capacità di rispondere a situazioni avverse (io lo chiamo "avere un piano B"), concentrazione costante, ottimizzare.

Ci sarebbero tantissime cose da dire, è difficile in questo caso riassumere tanti concetti in poche parole senza essere prolissi.


Fermo restando che poi ogni gioco fa storia a se. Appunto per tipologia, scopo e meccaniche, ripetendomi.



Anche io ti rispondo entrambe.
Sicuramente la predisposizione naturale esiste, a mio modo di vedere.
Ma è innegabile che, come giustamente detto anche dagli altri, l'esperienza insegna.
Più giochi conosci, meglio giocherai (in teoria :p )
L'esperienza di ciò che vedi e che provi, ti aiuterà a comprendere sempre più velocemente le nuove sfide che ti si proporranno.
Inoltre, come detto, i giochi potrebbero in un modo o nell'altro riproporti problemi che hai già visto e analizzato, magari in salsa diversa, ma dello stesso sapore. Questo succede soprattutto in giochi di generi/meccaniche similari, per forza di cose.

Quindi esistono bravi giocatori? Certo.
Ma si diventa bravi in generale giocando, e si, dato che dici "singoli", si può ovviamente diventare bravi in un gioco specifico senza esserlo per forza in generale a qualsiasi GdT.


Secondo me quindi, per rispondere all'autore del topic.
In linea generale e teorica è difficile dare una risposta univoca e soprattutto utile, oltre a quanto già detto. Bisognerebbe almeno scendere nel campi specifico dei generi, ritengo.

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Chiudo con due pensieri personali.

-Il primo è il "tempo" e la "paralisi da analisi", un tema a cui un po' tengo.

Mettiamo che il giocatore Z vinca spesso, è ritenuto bravo e forte da tutti. Ma i suoi turni sono spesso interminabili, analizza veramente tanto, troppo tempo, durante il suo turno.
Lo riterreste un bravo giocatore?
Personalmente no.
Ritengo che un buon giocatore sia colui che ha una buona capacità di lettura, d'insieme, in un tempo di gioco umano, e che porta comunque a casa il risultato.
Ovvio che delineare in modo univoco il confine di quanto sia questo tempo è complesso. Ma ad ognuno il suo giudizio.
NDR: ci sono giochi che per tipologia e meccanica si prestano molto a questo tipo di approccio ed altri meno.


-Il secondo pensiero riguarda un giocatore "onnivoro" o specifico di titolo.
Intendo banalmente che un giocatore che ha fatto 500 partite ad un titolo si presume ne sia diventato esperto e sia un bravo giocatore di quel gioco.
Ovvio che all'interno di questo confronto, esisterà il giocatore A con 500 partite che è un giocatore mediocre, e il giocatore B con 500 partite che è un giocatore ottimo, quindi sicuramente è un giocatore forte il B e non A, e tanto di cappello a B.

Personalmente però do più valore al giocatore onnivoro, quello che magari vince spesso, a giochi diversi, potenzialmente "nuovi" per tutti.
Quello che riesce in poco tempo ad elaborare il problema (il gioco nuovo) e a risolverlo più in fretta (questione paralisi da analisi) e meglio degli altri (vince spesso).
Mi affascina di più, diciamo così.

Spero si capisca :asd:


EDIT: con questo mio ultimo pensiero non voglio sminuire l'approfondimento di un titolo specifico, anzi. È una cosa che ammiro e che vorrei fare sempre di più.
Però ecco se Mario ha fatto 500 partite a Puerto Rico e io ne ho fatte 4, non è che lo guardo con stima se vince sempre, penso "grazie al ca***"

In rapporto a questo ultimo discorso, una cosa che nella mia "carriera ludica" ho apprezzato, sono stati i giochi in cui l'esperienza al tavolo è cresciuta insieme per tutto il gruppo, sempre gli stessi partecipanti, possibilmente in un lasso di tempo non troppo dilazionato.
Cito Terra Mystica che per me ne è stato l'esempio massimo.
Farci 50 partite in un anno, sempre gli stessi 4 giocatori, è stato molto gratificante da un punto di vista competitivo, e li penso che i "bravi giocatori" vengano fuori, e siano gli esempi più veritieri di questa disamina, per i miei gusti.

Eh, sì, la cosa migliore è scoprire e approfondire un gioco insieme col tuo gruppo, se non avessi giocato così Terra Mystica probabilmente non lo avrei apprezzato tanto, oltrettutto noi avevamo fatto una sfida - in 3/4 giocatori - con lo scopo di vincere con tutte le fazioni... dopo una quarantina di partite nessuno era ancora riuscito nell'intento. 😂
 

Azygos

Babbano
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Ritornando sull'argomento allenamento della mentalità da gamer, mi rendo conto di giocare spesso e volentieri più in maniera tattica che strategica. Cioè cerco di massimizzare le possibilità e le azioni a breve/medio termine e non sempre porto avanti o ho presente una strategia/obiettivo a lungo termine. A volte funziona, ma immagino dipenda anche dal gioco. Vi chiedo quindi un consiglio su quali giochi potrebbero permettermi di allenare invece una mentalità strategica. E visto che l'allenamento è una cosa che andrebbe fatta spesso e ripetutamente preferirei giochi non troppo lunghi
 

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Grazie a tutti per le risposte. Sono stato lontano qualche giorno dal forum e ho recuperato con calma la discussione.
Che dire, sono stati analizzati molti punti, in diversi mi trovo d'accordo. Ho due amici, entrambi ingegneri, uno che gioco al massimo a monopoly, ha capito, apprezzato e vinto la sua prima (e per ora unica) partita a Barrage (noi alla terza eh, però il gap non c'è stato). L'altro puoi mettergli davanti qualsiasi cosa che sa rendersi amichevolmente odioso, con i german poi è una macchina (mio acerrimo nemico in Puerto Rico, nonchè grande "collega" nella paralisi d'analisi).

Nel post originale non ho parlato di esperienza appositamente, proprio perchè come detto giocare 50+ partite ti rende un esperto, non necessariamente bravo, ma ti permette di saper leggere e capire il gioco più profondamente.
Allo stesso tempo non trovo del tutto corretto definire ogni gioco un universo a sè e qui sta l'inghippo. Ogni gioco ha una meccanica base, regolata da regole uniche certo, ma il cui funzionamento è il medesimo a prescindere dal titolo. Questa meccanica, quando capita e fatta propria, permette di poi di trasferire l'esperienza maturata in un qualsiasi altro titolo con il medesimo funzionamento. Per cui quando giocherò ad un nuovo gioco che ha quel funzionamento, non partirò dal punto zero, ma magari da 10, 20 o 30.

A questo ragionamento aggiungerei che queste meccaniche base hanno una serie di meccaniche\conseguenze\ragionamenti paralleli che ti permettono di giostrarti dentro qualsivoglia regolamento di un certo tipo.

Per fare alcuni esempi
Scacchi: muovere un pezzo per volta a turni alterni. Gestire eventuali fronti diverse e mosse avversarie.
Agricola: piazzamento lavoratori. Solo chi occupa quell'azione può svolgerla.

Mi viene dunque da pensare che un giocatore di scacchi nel momento in cui si trova a giocare al Trono di Spade avrebbe padronanza dei movimenti delle truppe, saprebbe individuare una strategia e come gestire più fronti. Lo renderebbe forte? Assolutamente no, ma saprebbe interfacciarsi benissimo al titolo. Così a qualsiasi (credo) wargame. Vale al contrario? Lo vedo più difficile.

Agricola. Qui parlo più per esperienza personale. Capito Agricola credo che ogni piazzamento lavoratori sia intuibile nella costruzione strategica delle mosse e nel calcolo di eventuali piani b, c, d. Poche azioni, da ottimizzare il più possibile. Ci ha resi forti a Barrage? No, ma lo abbiamo capito in fretta. Il contrario? Anche qui, forse il Barragista avrebbe più difficoltà ad interfacciarsi con Agricola, sebbene conoscerebbe il suo funzionamento.

Detto questo non dico che ogni tipo possibile di meccanica o funzionamento abbia il suo gioco fondante utilizzabile da trainer, ma per alcune forse potrebbero esserci.
 
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