Consigli KICKSTARTER: L'OMBRA DELLA DISPERAZIONE

TheLuke

Babbano
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Ciao a tutti,

recentemente il mio analista (il dottor Long Island) mi ha consigliato di mettere su carta tutto ciò che mi sta turbando, e, dato che ultimamente di cose che mi turbano ne ho incontrate parecchie, non posso risparmiare questo forum da una cascata d’inchiostro. Come sempre, io, umile paggio, iniziato da poco a questo mondo di dadi e miniature, vengo da voi in cerca di saggezza e di qualche anima generosa che mi mostri la Via.

Ora, prima di scoprire i Dungeon Crawlers, non avevo idea di che cosa fosse l’avidità. Si comincia un po’ come certi orsi, che diventano assassini solo dopo aver assaggiato la carne umana. Un morsino di lì, un’espansione di là, un pack di personaggi in più, un altro pack di personaggi in più e bam, uno si trasforma in grizzly voracissimo, flagello delle librerie. Certo, era bello quando si era giovani ed innocenti, bambini soltanto e non bambini troppo cresciuti, quando solo la scatola base (se si riusciva a farsela regalare) riusciva a soddisfare già a pieno tutti i desideri e pulsioni più reconditi. Ora che il potere d’acquisto è aumentato, la scatola base di un Dungeon Crawler pare solo il primo mattone per la costruzione di una casa altrimenti scialba, da decorare con montagne di costosissimi orpelli. “Se anche una sola volta la strada buia tu prendi”, aveva cercato di avvisarmi in vano in maestro Yoda, “Per sempre il lato oscuro del completismo dominerà il tuo destino”. Ed ecco che, dunque, persino le più spudorate st***te diventano appetibili: pack con elementi in 3D, carte aggiuntive, miniature slegate vendute a peso d’oro, la fame del completista mi spinge a divorare qualsiasi cosa. Ecco svelata l’origine dei Wendigo! Il Dungeons Crawlers!

Perdonatemi, chiudo questa parentesi che si è presa un po’ troppo spazio. Sono perfettamente consapevole di essere stato sedotto e dominato dal lato Oscuro del Completismo, per me è troppo tardi. Vi scrivo, invece, perché la mia fame, ormai inarrestabile, si è trovata dinnanzi un inaspettato nemico: IL KICKSTARTER. Una fucina ribollente di espansioni, con grosso difetto… molte di queste sono esclusive e non si trovano in vendita. Questo è puro sadismo. Uno smacco totale al completista, che magari ha scoperto alcuni giochi da tavolo ben dopo la loro uscita su Kickstarter!

Uno cerca di farsene una ragione… ogni giorno si accende un cerino sull’altare del Retail, sperando che qualcosa esca in qualche negozio. Si cerca di dimenticare… di pensare ed altro, di trovare soddisfazione nelle relazioni umane, o in altri giochi che già si possiedono… ma no, i Kickstarter mancati assomigliano un po’ alle occasioni perse in amore, ogni tanto la mente si trova ad indugiare nei reami della possibilità e ci si finisce sempre a domandare “Però, chissà come sarebbe andata, se…” E si finisce a controllare ebay, dove avidi mercanti gonfiano i prezzi dei loro averi (già poi fatti lievitare dalle spese di spedizione) e si sospira, sconfitti e tormentati.

Perciò, grandi savi, mostratemi la via, perché sono turbato e confuso: anche voi vi siete mai posti i miei problemi? Il lato Oscuro del Completismo vi ha mai carpiti? Come siete riusciti a combatterlo? E, inoltre, qualcuno conosce qualche sito potente in cui ogni tanto si trovano pezzi da Kickstarter (a prezzi onesti)?

Grazie,

Che la forza sia con voi
 

nemonemon

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Compro solo retail e vedo kickstarter, partito come un bellissimo progetto di finanziamento dal basso, come uno strumento di marketing. Sostanzialmente ritengo che il retail sia un filtro qualitativo: se qualcosa ha valore, verrà venduta in retail. Altrimenti rimarrà come abbozzo in kickstarter. Insomma, quasi quasi ringrazio kickstarter per indicarmi cosa NON comprare.
 

lushipur

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fortunatamente ks è una fase. normalmente dopo un po’ si matura e si inizia a fare solo ks che meritano veramente e senza l’ansia da fomo.
 

Danebed

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Innanzitutto non posso che evocare il possente @Sir_Alric_Farrow , sempre prodigo di consigli per i cavalieri sulla via della perdizione.
In attesa della sua saggia parola, molto più pragmaticamente dico che ogni giocatore ha facoltà di scegliere dove stare, se tra i giocatori puro che comprano solo allo scopo di giocare e consumare ogni gioco o se tra i collezionisti che se non ci giocano è meglio così non li rovinano. Oppure tra le mille gradazioni di grigio in mezzo.
L’importante secondo me è essere onesti con se stessi, e non mentire credendo che quel KS al mese con 18 espansioni verrà giocato tutto.
Ancora più prosaicamente, ci si può imporre un budget trimestrale da non superare.
 

TheLuke

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Compro solo retail e vedo kickstarter, partito come un bellissimo progetto di finanziamento dal basso, come uno strumento di marketing. Sostanzialmente ritengo che il retail sia un filtro qualitativo: se qualcosa ha valore, verrà venduta in retail. Altrimenti rimarrà come abbozzo in kickstarter. Insomma, quasi quasi ringrazio kickstarter per indicarmi cosa NON comprare.
Una prospettiva molto saggia, in effetti! In questo caso il Kickstarter è un'arena, e sopravvive solo il gioco degno di essere giocato :) Bel consiglio!
 

TheLuke

Babbano
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fortunatamente ks è una fase. normalmente dopo un po’ si matura e si inizia a fare solo ks che meritano veramente e senza l’ansia da fomo.
Quindi dici che passerà? Che guarirò? Ci siamo passati tutti? :)
 

TheLuke

Babbano
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Confermo e soprattutto chiediti quante di quelle espansioni hai giocato o quanto le hai usate.
Questo è un tasto dolente, in effetti... uno finisce con il comprare espansioni anche prima d'aver giocato per bene il pacchetto base! Però, è difficile, essere razionali :pippotto:
 

TheLuke

Babbano
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Innanzitutto non posso che evocare il possente @Sir_Alric_Farrow , sempre prodigo di consigli per i cavalieri sulla via della perdizione.
In attesa della sua saggia parola, molto più pragmaticamente dico che ogni giocatore ha facoltà di scegliere dove stare, se tra i giocatori puro che comprano solo allo scopo di giocare e consumare ogni gioco o se tra i collezionisti che se non ci giocano è meglio così non li rovinano. Oppure tra le mille gradazioni di grigio in mezzo.
L’importante secondo me è essere onesti con se stessi, e non mentire credendo che quel KS al mese con 18 espansioni verrà giocato tutto.
Ancora più prosaicamente, ci si può imporre un budget trimestrale da non superare.
Quella del budget è una buona idea, in effetti... così si finisce con lo scremare gli orpelli veramente inutili. Ad un certo punto, in effetti, comprare il gioco da tavolo diventa quasi una questione di possesso, più che di gioco. E' una deriva preoccupante!
 

gaborambo

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Ora, prima di scoprire i Dungeon Crawlers, non avevo idea di che cosa fosse l’avidità. Si comincia un po’ come certi orsi, che diventano assassini solo dopo aver assaggiato la carne umana. Un morsino di lì, un’espansione di là, un pack di personaggi in più, un altro pack di personaggi in più e bam, uno si trasforma in grizzly voracissimo, flagello delle librerie. Certo, era bello quando si era giovani ed innocenti, bambini soltanto e non bambini troppo cresciuti, quando solo la scatola base (se si riusciva a farsela regalare) riusciva a soddisfare già a pieno tutti i desideri e pulsioni più reconditi. Ora che il potere d’acquisto è aumentato, la scatola base di un Dungeon Crawler pare solo il primo mattone per la costruzione di una casa altrimenti scialba, da decorare con montagne di costosissimi orpelli. “Se anche una sola volta la strada buia tu prendi”, aveva cercato di avvisarmi in vano in maestro Yoda, “Per sempre il lato oscuro del completismo dominerà il tuo destino”. Ed ecco che, dunque, persino le più spudorate st***te diventano appetibili: pack con elementi in 3D, carte aggiuntive, miniature slegate vendute a peso d’oro, la fame del completista mi spinge a divorare qualsiasi cosa. Ecco svelata l’origine dei Wendigo! Il Dungeons Crawlers!

Perdonatemi, chiudo questa parentesi che si è presa un po’ troppo spazio. Sono perfettamente consapevole di essere stato sedotto e dominato dal lato Oscuro del Completismo, per me è troppo tardi. Vi scrivo, invece, perché la mia fame, ormai inarrestabile, si è trovata dinnanzi un inaspettato nemico: IL KICKSTARTER. Una fucina ribollente di espansioni, con grosso difetto… molte di queste sono esclusive e non si trovano in vendita. Questo è puro sadismo. Uno smacco totale al completista, che magari ha scoperto alcuni giochi da tavolo ben dopo la loro uscita su Kickstarter!

Uno cerca di farsene una ragione… ogni giorno si accende un cerino sull’altare del Retail, sperando che qualcosa esca in qualche negozio. Si cerca di dimenticare… di pensare ed altro, di trovare soddisfazione nelle relazioni umane, o in altri giochi che già si possiedono… ma no, i Kickstarter mancati assomigliano un po’ alle occasioni perse in amore, ogni tanto la mente si trova ad indugiare nei reami della possibilità e ci si finisce sempre a domandare “Però, chissà come sarebbe andata, se…” E si finisce a controllare ebay, dove avidi mercanti gonfiano i prezzi dei loro averi (già poi fatti lievitare dalle spese di spedizione) e si sospira, sconfitti e tormentati.

Perciò, grandi savi, mostratemi la via, perché sono turbato e confuso: anche voi vi siete mai posti i miei problemi? Il lato Oscuro del Completismo vi ha mai carpiti? Come siete riusciti a combatterlo? E, inoltre, qualcuno conosce qualche sito potente in cui ogni tanto si trovano pezzi da Kickstarter (a prezzi onesti)?

Grazie,

Che la forza sia con voi
E' sempre stata colpa dei dungeon crawler.. dal 1989.. da Heroquest in poi..

detto questo.. W Heroquest! Sempre!
 

Jafar

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Ad un certo punto, in effetti, comprare il gioco da tavolo diventa quasi una questione di possesso, più che di gioco. E' una deriva preoccupante!
Questo credo sia uno dei concetti chiave non solo del topic in questione ma un pò del mondo dei GDT in generale in questo periodo storico.

Io sono dentro da relativamente poco (fine 2017) ma nel mio piccolo ho potuto assistere ad una discreta trasformazione dell'Hobby. Si produce sempre più velocemente e con materiali sempre migliori ed a prezzi "medi" per l'utente finale sempre più alti. Il che non è per forza un male, sono stati prodotti molti bei giochi con componenti molto belli.

La maggiore popolarità dell'hobby però ha portato a questo, siamo sommersi di stimoli e sta a noi poi decidere quali cogliere e quali no (e qui è fondamentale la distinzione tra giocatore e collezionista - con tutte le sfumature che ci sono in mezzo).
 
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lushipur

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Quindi dici che passerà? Che guarirò? Ci siamo passati tutti? :)
si, ci siamo passati tutti.
magari non tutti ne escono.
dipende molto da tanti altri fattori.
ma sicuramente col tempo si matura.
purtroppo il primo step è la bulimia ludica.
 

Rommix

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Beh direi che ks sia stato una novità affascinante e che tutti ci siamo caduti, almeno col pensiero. Io solo per supportare i due Rallyman poi me ne chiamo fuori (anzi, la HGG ci ha premiato lo sforzo e avremo il prossimo titolo pure localizzato!). Forse forse per Race F90 tornerò, ma ancora più per il concetto di supportare i ragazzi di GG (certo che senza Ita...)

Cmq ks ha permesso a gioielli come Gloomhaven o C.of Drunagor di uscire. Quindi gliene va dato atto.

Ora però fra costi di spedizione e prezzi comprensivi di vat esagerati e ritardi ancora più importanti per me ks ha perso proprio di attrattiva.

Personalmente poi sono contrario alle esclusive (perché tanto ci gioca una nicchia e quindi si trova meno gente per commentare o scambiare consigli). Preferisco le case che pianificano un gioco e relative espansioni per tutti e che escono retail qualche mese dopo un annuncio. Sarà la vecchiaia ludica ma ho raggiunto la saturazione nel sopportare mesi e mesi (anni?) di discussioni sui giochi che devono uscire... :-(

Vedrai che pian piano raggiungerai il tuo equilibrio! :consola:

P.S. per chiarire meglio: sono ancora molto favorevole al ks come mezzo per permettere a nuovi soggetti di creare il loro gioco che han sempre sognato di produrre
 

Danebed

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danebed
Cmq ks ha permesso a gioielli come Gloomhaven o C.of Drunagor di uscire. Quindi gliene va dato atto.

Ora però fra costi di spedizione e prezzi comprensivi di vat esagerati e ritardi ancora più importanti per me ks ha perso proprio di attrattiva.

Personalmente poi sono contrario alle esclusive (perché tanto ci gioca una nicchia e quindi si trova meno gente per commentare o scambiare consigli). Preferisco le case che pianificano un gioco e relative espansioni per tutti e che escono retail qualche mese dopo un annuncio. Sarà la vecchiaia ludica ma ho raggiunto la saturazione nel sopportare mesi e mesi (anni?) di discussioni sui giochi che devono uscire... :-(

Vedrai che pian piano raggiungerai il tuo equilibrio! :consola:

P.S. per chiarire meglio: sono ancora molto favorevole al ks come mezzo per permettere a nuovi soggetti di creare il loro gioco che han sempre sognato di produrre
Però erano altri tempi, quando usare KS da parte dei creatori era "facile". Oggi non è uno strumento accessibile a meno che tu non abbia già un 5-10 k€ da investire: per curare l'aspetto grafico, la comunicazione, creare l'engagement, decidere gli stretch goal...
 

Morcar

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Esatto! Viva Heroquest! E morte a Morcar ed alle sue perfide legioni!



Vi aspetto tutti alla Rocca di Kellar per farvi il........

:asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd:

Secondo me il concetto è sempre lo stesso: tendenzialmente più una cosa è esclusiva e più diventa desiderabile.

KS da questo punto di vista ci marcia sopra perchè con il fatto degli SG spesso esclusivi della campagna fanno in modo che l'utenza non "perda l'occasione". E' vero che spesso, se il gioco ha successo, le espansioni escono retail ma a costi decisamente maggiori e magari senza nemmeno tutti gli elementi proposti nel KS. (Krono di Lord of Hellas, Aftermath di Nemesis, etc.) D'altro canto, come già detto poco sopra, la voglia di "ottenere tutto il tuttibile" fa perdere di vista quello che il vero spirito della cosa, ossia giocare ad un suddetto gioco, in s-favore di un semplice collezionismo che per quanto bello da vedere risulta essere solo polvere sulla kallax. Se devo spendere 300 euro per un gioco da 5 scatole e lasciarlo sullo scaffale o utilizzare la sola scatola base 3 volte, tanto vale lascio direttamente 300 euro sulla stessa mensola.
Son dell'idea che KS è un buon sistema purchè utilizzato con il giusto metodo: ragionare sempre su cosa e quanto si compra in proporzione alla reale voglia di giocare (=sfruttare) il titolo e ai soldi spesi (=investiti).

La verità è che anche questo mondo è cambiato parecchio e, se mentre anni fa, compravi un gioco al negozio di giocattoli, ma era completo e pronto all'uso con una scatola rettangolare ma facilmente riponibile in qualche armadio o cassetto, oramai abbiamo prodotti che arrivano di prepotenza sul mercato per fare il botto subito e poi lasciare spazio ad una nuova mega produzione, arrivano in 5, 6, 8 scatole trasportati da diversi biglietti da 100€ e non hanno la pretesa di essere giocati e stragiocati o apprezzati, ma solo di essere piazzati in più scaffali possibili; in fin dei conti le case produttrici li creano per monetizzare.
 

lushipur

Grande Goblin
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Vi aspetto tutti alla Rocca di Kellar per farvi il........

:asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd::asd:

Secondo me il concetto è sempre lo stesso: tendenzialmente più una cosa è esclusiva e più diventa desiderabile.

KS da questo punto di vista ci marcia sopra perchè con il fatto degli SG spesso esclusivi della campagna fanno in modo che l'utenza non "perda l'occasione". E' vero che spesso, se il gioco ha successo, le espansioni escono retail ma a costi decisamente maggiori e magari senza nemmeno tutti gli elementi proposti nel KS. (Krono di Lord of Hellas, Aftermath di Nemesis, etc.) D'altro canto, come già detto poco sopra, la voglia di "ottenere tutto il tuttibile" fa perdere di vista quello che il vero spirito della cosa, ossia giocare ad un suddetto gioco, in s-favore di un semplice collezionismo che per quanto bello da vedere risulta essere solo polvere sulla kallax. Se devo spendere 300 euro per un gioco da 5 scatole e lasciarlo sullo scaffale o utilizzare la sola scatola base 3 volte, tanto vale lascio direttamente 300 euro sulla stessa mensola.
Son dell'idea che KS è un buon sistema purchè utilizzato con il giusto metodo: ragionare sempre su cosa e quanto si compra in proporzione alla reale voglia di giocare (=sfruttare) il titolo e ai soldi spesi (=investiti).

La verità è che anche questo mondo è cambiato parecchio e, se mentre anni fa, compravi un gioco al negozio di giocattoli, ma era completo e pronto all'uso con una scatola rettangolare ma facilmente riponibile in qualche armadio o cassetto, oramai abbiamo prodotti che arrivano di prepotenza sul mercato per fare il botto subito e poi lasciare spazio ad una nuova mega produzione, arrivano in 5, 6, 8 scatole trasportati da diversi biglietti da 100€ e non hanno la pretesa di essere giocati e stragiocati o apprezzati, ma solo di essere piazzati in più scaffali possibili; in fin dei conti le case produttrici li creano per monetizzare.
giusto una nota: tutto LoH era disponibile retail, non c’erano kse. il problema li è che asmodee ha mollato il colpo sulle espansioni, disponibili in copie limitate solo tramite alcuni negozi che hanno preso accordi diretti con AR.
 

Sir_Alric_Farrow

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Sir_Alric
Innanzitutto non posso che evocare il possente @Sir_Alric_Farrow , sempre prodigo di consigli per i cavalieri sulla via della perdizione.

A causa della mia attuale lontananza da Castel Farrow e di una minor attenzione rivolta alle sfere tecno-mantiche, il prode Sir Alric risponde solo ora al richiamo del guerriero norreno @Danebed, approfittando per rendergli onore: decisamente interessante la vostra recente disamina su giochi da tabula ed impatto ambientale. Di mio sono più preparato riguardo all’impatto del maglio da guerra, ma posso dire di aver apprezzato molto tale analisi relativa a problematiche del vostro tempo che nel mio medioevo non sono proprio tra le più sentite, ma che invero qualcosa hanno un po’ a che fare anche col tema della presente discussione. Solo un po’.

Il tenebroso Sir Alric è lieto di ritrovare il buon Luke, cavaliere dalle spade luminose che sa far roteare con maestria al pari dei pensieri e col quale ho già incrociato verbi e cammino.

Perciò, grandi savi, mostratemi la via, perché sono turbato e confuso: anche voi vi siete mai posti i miei problemi? Il lato Oscuro del Completismo vi ha mai carpiti? Come siete riusciti a combatterlo?

Il mio istinto raramente m’inganna, buon Luke: voi chiedete consiglio, ma non mi stupirebbe di trovarmi io un giorno, o anche molto presto, a chiederne a voi. Sono stato addestrato a percepire le reali consapevolezze di un interlocutore o di un avversario anche avendo di mezzo un muro di piombo… o il mare della rete.

Magari un giorno saremo avversari. O magari ci troveremo a scrivere un qualcosa insieme, da alleati. Finisco sempre per accumulare una marea degli uni e degli altri. Ma non ci si annoia, a vivere da Farrow. Nel frattempo vi ringrazio, Luke, per aver lanciato ancora una volta un tema di discussione interessante.

Per ora facciamo finta, concedetemi bonariamente quest'espressione, che davvero siate preda e vittima alla mercé del febbrile e famelico behemoth di desiderio che avete sapientemente descritto. Facciamo finta che voi non smetterete esattamente quando lo vorrete davvero e quando non vi darà più piacere continuare. E facciamo questo discorso che, sebbene sembrerà rivolto a voi, magari farà davvero comodo a qualche lettore realmente preda di una dipendenza, non la peggiore possibile in ogni caso.

Per farlo, il tenebroso Sir Alric riprende qualche concetto già espresso altrove. Stanotte mi è concesso di guardare il mare e di attendere l'alba mentre scrivo lontano dai miei parapetti e dalle mie terre.

Andiamo diretti alla foce del problema.

Il regno di gioca-da-tabula grazie a Kickstarter” non è più da tempo il parco della festa che ci apre le sue porte per trattarci come ospiti d’onore e riempirci di omaggi. Se vogliamo dire la verità, in questi termini esatti non lo era mai stato.

Ma vi sono stati giorni migliori, di balocchi e dazi più accettabili. Attualmente “il regno di gioca-da-tabula grazie a Kickstarter” sta diventando sempre più una giungla, ove spesso si promette attraverso immagini e si mantiene mediante componenti. Revisione dei manuali, bilanciamento degli scenari e meccaniche solide sovente non sembrano compresi nel prezzo. Un gioco che arriva invece direttamente nei mercati del borgo e nelle botteghe non può permettersi di uscire con delle voragini nelle meccaniche e nelle regole. In quel caso bastano pochi giorni perché se ne parli, diventino note le sue colpe e le vendite vengano condizionate in maniera negativa.

Al contrario alcuni giochi sostenuti da crowfunding sembrano dirti, “eccoti il gioco, bravo figliuolo che mi hai dato le tue monete d'oro due anni fa; ecco, vedi, le miniaturozze ci sono tutte, ora però la revisione falla tu che sei bravo ed attento; poi facci sapere, così sfruttiamo il tuo controllo qualità per la seconda edizione".

Il problema poi sono le espansioni. Quando fai all-in su un "kickstarter", l’espansione ti dà più materiale ma (a parte eccezioni) non può correggere i problemi di un gioco, perché esce insieme ad esso. Si sta perdendo l’autentico vantaggio dell’espansione, che in passato usciva molto tempo dopo il gioco base e sfruttava mesi o anni di partite reali per andare a sistemare o migliorare con cognizione di causa un gioco.

Rammento Cyclades della Matagot, gioco di medio valore all’uscita che però guadagnò un punto in pagella pieno grazie ai peculiari miglioramenti dell’espansione Hades, azzeccati e ponderati in maniera pregevole. Potrei fare esempi di espansioni memorabili sino al prossimo equinozio. Ma chi legge non lo merita.

Il punto è che in moltissime campagne kickstarter le espansioni sono testate molto molto poco. Si comprano plastica e materiali. Per non parlare dei componenti che è possibile ottenere solo partecipando alla campagna, con la minaccia tremebonda che non saranno mai disponibili in retail: quante volte vi è capitato che ne facesse parte un elemento davvero fondamentale?

Orpelli. Si partecipa alla campagna per avere tutto. Per non avere il timore di perdere qualcosa. Che diventi irrecuperabile. Quando poi in due campagne su tre l’unica cosa testata decentemente e già sufficiente per godersi il gioco… è la scatola base. Vogliamo tutto, anche ciò che mica serve poi tanto. Non la vogliono nemmeno gli autori, quell’espansione. Lo sanno che l’hanno fatta provare soltanto un paio di volte al cugino simpatico. Ma a noi spaventa la sola frase “non sarà disponibile in retail”.

Il prode Sir Alric spesso interagisce con gilde ludiche, comunità e guerrieri di altri regni. Una volta ero in una conversazione, via sfere di cristallo tecnomantiche, difficile da gestire come una certa fase di Sleeping Gods. Parlavano tutti velocemente in simpatici idiomi farciti di accenti mica da ridere. Oppure sarà stato il sidro.

Ad un certo punto un compagno d’arme col nickname di un golem nipponico famoso per il suo attacco solare, mi chiede quali fossero, secondo me, i pregi peculiari e i difetti ricorrenti dei giocatori da tavolo e di ruolo del nostro regno peninsulare. Silenzio. Tutti ad ascoltare la risposta, pure una giocatrice, esperta e micidiale, ma che ho sempre pensato si provasse una dozzina di abiti prima di collegarsi via sfera di cristallo per quattro chiacchiere con gente distante oceani e continenti. Tutti ad attendere il parere di Sir Alric. Forse perché ero in silenzio da minuti e minuti. Magari mi ero addormentato in stile gargoyle immobile, come quando mi parlano del festival di sanromolo ed io sto cogitando sulla mia prossima discesa in un dungeon.

Parto con una premessa delle mie, lunga mezza clessidra, che si poteva riassumere semplicemente con “non è giusto fare di tutto un paese un fascio” e “già mischiare gioco di ruolo e gioco da tavolo mi dovrebbe far cancellare dalla pergamena della rubrica colui che ha posto il quesito”, ma invece io riesco a infilarmi in osservazioni su Stonehenge e sul perché l’umanità classifica gli astri per colore e con buffi soprannomi. Stella nana tutta tana funziona bene solo in lingua italica.

Poi parto a descrivere “mica pochi” pregi e qualche difetto. Il secondo che cito è “nel mio regno purtroppo molti si sentono esperti ma tanti sono fondamentalmente soltanto collezionisti"; c’è tanta gente che parla di giochi, litiga sui giochi, si interroga, s’informa, attende, si fomenta, chiede, commenta e cose così per molto più tempo di quanto sia quello che effettivamente dedica a giocare davvero.

Entri nelle magioni, ti mostrano interi mobili pieni di giochi, fieri delle collezioni, come fossero medaglie. Roba che compriamo, mica che vinciamo o conquistiamo col nostro valore. Ti avvicini e noti che una buona parte sono incelofanati. Ti propongono di giocare; per non mettere in difficoltà fai scegliere al padrone di casa il gioco: ma lui, di quel centinaio e più di pezzi, ricorda bene e precisamente le regole di cinque o sei. Spesso mischiandole o confondendole. Vedi giochi perfetti nello stato: carte imbustate, nessuna macchia. Ma il collezionista scopre di non rammentare l’avvio della partita. Non le eccezioni. Proprio le regole di base. A domanda, ti rispondono di averlo provato solo quando gli è arrivato, poi più nulla.

Armeggiano sul foglio di aiuto, ma capisci che l’unica sarebbe leggere il regolamento, e allora intervieni in sostegno e proponi di intavolare quel Puerto Ricco, Terra Mysticanza o Terraforming il Pianeta che Vuoi, che almeno quelli li ricorda bene. Bei giochi, lindi, senza un graffio… e senza essere usati. L’ultima volta mi è venuto da pensare a quel sovrano delle terre del deserto, tutto turbante ed oro nero, che volle per sé ad ogni costo un agile carro del mastro fabbro Ghini Lambor, edizione limitatissima, dodici in tutto il mondo, veloce come brezza e potente come un Farrow, decidendo però di custodirlo in un’enorme stanza della sua reggia. In una stanza. Il vento rinchiuso in un’ampolla. Una meraviglia concepita per solcare le terre come una freccia del destino, murata e immobile. Giochi a malapena aperti per contarne i componenti con una o due partite se va bene. Leoni in gabbia. Quale oltraggio. Quale spreco.

Troppe volte sento parlare con più interesse del gioco appena annunciato rispetto a quello consegnato due settimane prima. Troppe volte si ha quasi l’impressione che si riempiano dei vuoti col possesso più che con l’uso. Come se la vera paura fosse perdere la completezza di ciò che potremmo non essere un domani in condizione di acquisire, più che l’esperienza di quanto apprenderemo e vivremo come sensazioni.

Arriva quel mese lì e il gioco evento è Monster Hunter. Presentato da quelli di Dark Souls Boardgame. Oh cielo, oh divinità, oh Alric, cosa deve fare qualcuno più di aver concepito Dark Souls per farti chiudere chiavi e chiavistelli quando ti chiede sacchi d’oro con anni di anticipo, più Vat, bat, spedizioni che sembra stiano trasportando un sarcofago egizio, canali bloccati, capodanni coreani, ritardi, test ballerini? Con traduzioni che le faremo se sarete tanti ma tanti, e comunque se ve le daremo in cartaceo, in digitale o ad anni di distanza dalla versione in albionico, lo scoprirete con sorpresa dopo. Dopo averci pagato, dopo anni, ovviamente.

Un altro mese l’evento è The Witcher. Anni ed anni a criticare i Runebound, i Talisman, i Fortune e Glory, poi tutti famelici su The Witcher, il gioco di cui si è deciso parte del regolamento durante la campagna kickstarter, ascoltando se i sostenitori avessero idee migliori dell’autore. Non lo chiamo gioco di avventura se no Eldritch Horror si offende e mi manda un Grande Antico.

Ti arriva Drunagor ed è un giocone con le asce da battaglia che vorticano forte. Solo che le espansioni le testeranno domani. Forse. Tu intanto gioca oggi. Bello il Drago Non Morto, vero? Sapessi con quanta attenzione abbiamo testato la mini-campagna in cui compare...

Poi c’è il mese in cui l’evento è Ankh. Dove paghi il trasporto tipo con stagioni di anticipo e loro ti trattano da persona speciale, ovvero non ti danno nemmeno un codice per tracciare la posizione del pacco, e per facilitare il tutto te lo spediscono nell’ottavo mese dell’anno del signore supremo, quello in cui più probabilmente sarai chissà dove invece che in casa. Un mio compagno d'arme di un'altra regione ancora lo aspetta e noi siamo già alla quinta partita, che ci ha permesso di scoprire la pregevole scelta di differenziare il minimo necessario negli alberi delle divinità, così c'è meno roba da bilanciare e testare. Sempre meglio del Drago di Drunagor.

Adesso l'evento è Company of Heroes, giocone di guerra testosteronico e pregno di componenti fantastici e massicci, così massicci che la scatola in cartone sottile non riesce a sostenerli tutti. Sì, lo ricevi e devi subito togliere qualcosa dalla scatola, perché altrimenti la scatola si sfalderà, la scatola originale, quella concepita per questo acquisto deluxe, caro e costoso quanto l’Unico Anello o un Gundam intero scala 1:1. Ma tranquillo, le mappe le puoi pure tenere sulla credenza, mica sarai uno fissato che pretende di mettere tutto nella scatola?

Il punto è che a volte diamo veramente troppa importanza a questi nostri scatoloni. Quelle scatole e ciò che contengono sono un insieme di plastica, carta e cartone. Non c’è da andarne così fieri, se prese come meri oggetti materiali.

Ricordi, esperienze, emozioni e persone. E’ questo che attribuisce valore a quel cartone e a quella plastica. Anche più delle meccaniche e delle idee migliori. E’ l’uso che dà un senso alla spada, il brandirla, il colpire. Una spada leggermente sbilanciata può benissimo stare appesa alla parete e non se ne accorge nessuno. La soddisfazione del solo possesso è un uroboro che chiede nuovamente altro possesso, continuativamente ed incessantemente: l’energia effimera della caffeina somministrata a chi in realtà dovrebbe semplicemente farsi una bella dormita.

Qualche tempo fa nella chat su Telegrammo e sul canale sul Tubo dei Goblin si è parlato delle varie classifiche relative ai giochi da tavolo preferiti da ciascuno. Il monolitico Sir Alric si è sorpreso nel mettere istintivamente in cima a tutti non il gioco che reputa superiore come valore assoluto, per meccaniche, concezione, innovazione e funzionalità… bensì uno al quale in pagella darebbe un sei, ovvero l’Era di Conan (dei maestri Maggi, Nepitello e Di Meglio), ma che prodigiosamente gli ha riportato alla mente innumerevoli partite giocate con i tre fratelli di spada che sono anche tre suoi veri amici: le nottate, le libagioni… le emozioni e i ricordi. Penso al gioco e penso a noi quattro attorno al tavolo, non alla componentistica, non al possesso. Ai momenti. Alle serate.

Siamo portati a dare troppa importanza alle collezioni quando l’elemento più prezioso di questo mondo sono le esperienze dirette, il divertimento e le persone. Quelle con le quali giochiamo o anche quelle con cui possiamo condividere la passione.

Messe così possono sembrare vuote parole. Porto, col massimo rispetto, un esempio diretto: il tenebroso Sir Alric si era iscritto al forum della Tana dei Goblin nell’anno del signore supremo 2015, ma aveva sempre scritto pochissimo. Una cosa come un centinaio di messaggi in un lustro. Leggevo, fruivo, interagivo poco e solo con alcuni goblin e guerrieri. Poi otto mesi fa sono successe diverse cose, tra le quali una in particolare.

Scrivevo poco ma leggevo. Tra gli utenti di cui leggevo gli interventi e con i quali avevo interagito un po’ ce n’era uno con un soprannome da forum tratto dalla stessa saga delle Guerre Stellari che ha ispirato probabilmente anche il tuo. Un goblin pieno di passione e vitalità col nome di un cacciatore di taglie. A volte non ero d’accordo con quello che scriveva, ma quante volte l’ho letto... sì, leggevo altri ed anche lui! Quante volte qualcosa che aveva scritto, giunto a me sul filo della passione per il gioco, mi aveva fatto riflettere.

Poi purtroppo a dicembre il destino lo ha chiamato a sé. La sua scomparsa mi ha colpito molto. Ho pensato parecchio a quanto la partecipazione di alcuni permettesse ad altri di fruire di linfa e passione. A questa passione di continuare a vivere. E al tempo che corre lesto, fugace. A quanto sia prezioso ogni istante.

E’ uno dei motivi che mi ha spinto gradualmente ad interagire di più anche qui e a condividere la mia esperienza e le mie conoscenze, in particolare con chi avesse bisogno di consiglio. Ogni tanto adesso non mi pesa togliere mezza clessidra all’allenamento o ad altro, per lasciare qualcosa, per gettare qualcosa anch’io nel falò della passione e delle energie condivise.

In passato ho perduto uno dei miei fratelli di spada, un amico col quale avevo giocato tanto sin dai tempi di Heroquest. Mi ritengo fortunato per i tanti ricordi, le partite, i viaggi, le prime damigelle … tutto rimane impresso a vivo fuoco nel mio animo. Ma lo giuro, quanto darei via ora in un colpo tutta la mia collezione per riaverlo qui!

La verità è che i giochi sono oggetti. A volte intercambiabili. I grandi giocatori, ovvero non quelli che vincono sempre ma quelli con i quali ogni partita diventa un ricordo immortale, sono più rari. Ed i veri amici sono insostituibili.

A molte cose ci si abitua. Ai fiori che appassiscono al sole, nei vasi di cotto appoggiati sui balconi. Alle ombre che fanno un mezzo giro intorno a tutto, strascico del sole che volteggia in un arco troppo ampio per poterlo vedere. Alle rondini che danzano in volo come impazzite al tramonto, disegnando traiettorie che servirebbe una vita intera per poterle soltanto ammirare. Al tempo che passa e noi che mutiamo assieme a lui. Alle storie che nascono e poi finiscono. A quasi tutto ci si abitua. Ma alcune cose vanno ricordate sempre. E va trovato il modo di tenerle vive. Perché, per una storia che si chiude, mille altre nel mondo ne cominceranno magari proprio grazie ad essa e come sua eredità. E’ questa la vera magia di cui possono essere capaci gli uomini giusti.



Post Farrow Scriptum:
se qualcuno che legge dovesse essere in contatto con i cari di Boba... e se pensasse che la cosa non genererà ulteriore dolore, ditegli pure che a distanza di mesi viene sempre ricordato per la bella persona che era anche da coloro che non hanno potuto conoscerlo profondamente.
 

Kobayashi

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@Sir_Alric_Farrow , nobile commilitone nella quotidiana battaglia contro l'avverso spazio negli scaffali, il suo intervento sarebbe da incorniciare. Ma io son mezzorco, ne capisco il giusto.

Pertanto evoco @Agzaroth , secondo me è roba da articolo in home page.
 
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