IL VAMPIRO

Juda

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Vorrei aprire una discussione che riguardi la figura del vampiro ed in particolare di quali siano le connotazioni fondamentali di questa figura e di quali possano essere i significati profondi. Per fare un semplice esempio si potrebbe pensar al vampiro come ad una figura oscura, ch vive la notte e del suo fondamentale legame con il sangue... perchè sangue ed oscurità in un legame così stretto? QUAL' è IL SENSO DI QUESTO LEGAME ANCHE ALLA LUCE DELLE LETTURE CHE AVETE FATTO? Quali altri legami potrebbero essere instaurati con le altre caratteristiche tipiche di questa figura? A voi...
 

gjmbo

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meglio vampiro che nasone :verysmile:
 

Juda

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Il volto aquilino - decisamente aquilino -; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arquate...

La descrizione del Conte Dracula di Bram Stocker ti smentisce gjmbo! Le due cose sembrano andare proprio di pari passo...
 

Raistlin

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RaistlinMajere
Mmm, discorso davvero interessante :)

Anche se complesso. Il vampiro è caratterizzato da una miriade di sfaccettature, che lo identificano sotto diverse forme/immagini.
Credo tuttavia tu faccia riferimento al vampiro 'moderno' - di 'byroniana' memoria, per intenderci.

Ebbene le risposte alle tue domande, ossia l'attinenza del vampiro con il connubio notte/sangue, è da ricercarsi nelle sue origini; tralasciando, ripeto, che queste stesse origini possano rivelarsi molteplici (la figura del succhiasangue è mutata considerevolmente nel corso della storia, partendo da quella di un abominio peloso e bestiale fino a giungere all'idea di aristocratico, potente ed affascinante - tra l'altro la mia preferita), si possono riassumere nei suoi tratti tipici, ossia nel fuggire il giorno per via della natura di creatura votata alle tenebre, al male (oscurità) e al contempo alla sua sete di sangue, suo sostentamento, legata alla simbiosi 'sangue=vita', di atavica, biblica memoria.

Naturalmente in tutto questo è possibile addentrarsi in un dedalo di estrapolazioni pseudo-filosofiche, associando 'sangue', 'tenebre' e quant'altro concernente il vampiro a schemi e metafore infinite.
 

Solomon

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Il vampiro che si sbriciola come un Loaker alla luce del sole è in gran parte una invenzione di Hollywood. I vampiri delle leggende (ed anche quello di Stoker) sembrano preferire la notte (come tante altre figure popolari) ma senza mostrare di norma vulnerabilità al sole.
 

Necros

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qui Rastin ci da la pista ma noi morti non molliamo:
Allora cominciamo dicendo che il vampire rimane sempre un non morto e quindi un dannato a vita, però si deve ammetre che volare nella notte in cerca di colli di giovani fanciulle è una cosa molto bella( ultimamento cerco sempre di morede le mie compagne di classe)senza togliere chje il vampiro è spesso ricollegata al bel tenebroso(già è un non morto ma carismatico e di bel aspetto)che alle donna piace molto, quindi pre giungere add una conglusion materiale e pragmatica ai massimi livelli diciamo che il vampiro è un figone che vive di notte e si fa pure dei gran pezzi di figliole.

Da un punto di vista più largo e con una maggior introspezione psicologica possimao definire il vampiro come la proiezione di tutti i nostri più bassi, reconditi e primordiali(sesso e bere sangue) istinti.


che dice Rastin, come sono andato?
 

Raistlin

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RaistlinMajere
Necros":23x6zefi ha scritto:
che dice Rastin, come sono andato?

Ahah...! Un simpatico, ironico riassunto il tuo, ma calzante :) :)

Anche se io preferisco perdermi nell'idea malinconica del vampiro... un 'maledetto', insomma, relegato ad una non-vita che lo affligge come una condanna, capace di amare nonostante la sua natura (un po' come il vampiro di 'Vampire Hunter D - Bloodlust' insomma, per rendere l'idea :))
 

Necros

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grazie, ammetto che è molto intrigante l'idea del vampiro che hai dato tu: un dannato in eternis che è consapevole della sua situazione e nonostante ciò risce ad amere ma rimane cmq solo e reietto della società, insomma uno molto simile a me.
 

Juda

Illuminato
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vedo che in alcuni casi ci sono delle interpretazioni del vampiro "preferite" (quella malinconica di Raistlin)... o forse riportate, come nel caso di Necros alla propria esperienza personale... dunque è l' uomo ad essere un mostro o il vampiro ad essere più umano di quanto sembri?
 

Raistlin

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RaistlinMajere
Juda":xxtv8cha ha scritto:
dunque è l' uomo ad essere un mostro o il vampiro ad essere più umano di quanto sembri?

Direi entrambe entrambe le cose, a seconda dei casi... o come più ci piace immaginare questa mitica figura :)
 

Athafil

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O forse il vampiro non è altro che l'uomo ... semplicemente messo a nudo con le passioni VIVE! e il corpo morto :)
 

gjmbo

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In generale ciò che rende affascinante Dracula è il fatto che è un vampiro. Sebbene il termine utilizzato per designarlo sia relativamente recente, il vampiro è un essere proteiforme la cui origine risale alla più alta antichità. Già nel VI secolo a.c., in Cina, si parlava di un uomo morto che diventa demonio e sparge a sua volta la morte impedendo all'anima degli uomini di lasciare il proprio corpo. In Assiria ed in Babilonia, si credeva che i morti che non potevano trovare il riposo nella tomba ritornavano a tormentare i vivi. Infine, in tutte le civiltà ed in tutte le epoche della storia, si è creduto all'esistenza di spiriti o di demoni suscettibili di venire a succhiare il sangue dei mortali. Nella mitologia greco-latina, i lamies, gli stryges e gli empuses appaiono come i lontani precursori del vampiro moderno. L'universalità e la permanenza del mito del vampiro si spiegano per il fatto che questo personaggio è la somma di una costellazione di simboli poiché rievoca ciò che è al cuore stesso dell'esistenza, il sangue, la vita, la morte, così come il sogno di immortalità che ciascuno di noi culla inconsapevolmente. Non è strano dunque che a priori un personaggio come Dracula cristallizza in lui tutti i nostri desideri, i nostri timori e le nostre ossessioni, indipendentemente dalla nostra cultura, la nostra lingua, la nostra appartenenza geografica ed epoca nella quale viviamo.


ed aggiunge Eracle

Il fascino del Vampiro sta nella sua eccentricità e sostanziale diversità dagli esseri umani che si concretizza nel suo ambiguo rapporto col tempo: egli vive una sua vita particolare, nel buio della notte, alla ricerca di sangue fresco (mentre di giorno deve nascondersi, spesso in una cassa da morto, per evitare la luce del sole, che gli sarebbe fatale), come nutrimento dello spirito e della carne. Capovolgimento dei normali bioritmi dell'essere umano che lo imparenta alle sublimi e terrificanti creature della notte e, perchè no, anche all'universo di quella significativa minoranza d'umanità che intensamente le ore notturne, alla ricerca di piaceri proibiti, mentre dedica al sonno buona parte delle ore del giorno. Vampiri. La cui volontà di vita supera le barriere della morte e che il sangue altrui preserva dalla dissoluzione del corpo. Un altro motivo del inspiegabile fascino che circonda un personaggio pressoché esecrabile va cercata in una penetrante considerazione psicologica, che si riflette in una consolidata categoria dell'estetica del narrare (letterario ma anche cinematografico). Il vampiro, nonostante la sua immortalità, nonostante la forza fisica superiore, l'energia mentale, la straordinaria sensualità che possiede, è condannato, come stato d'animo di fondo, costante da cui si può allontanare solo negli attimi di estasi, all'infelicità. Ebbene, questa infelicità, quasi inevitabilmente, attira la simpatia dello sprovveduto lettore che con partecipazione emotiva si concede a una segreta ammirazione. Un'altra sfumatura del fascino che promana da questa figura è l'eterna giovinezza che gli deriva dalla sofferenza e dalla perdizione di anime candide. Il fascino del peccato trionfa in un'orgia di sangue, compenetrando il lettore in amplessi sognati e che di gorno, al pari del vampiro, non osa confessare. Mito moderno, dunque, che coniuga l'etica e l'estetica, le istanze della carne e dello spirito, alla ricerca di un stabilità senza la quale l'uomo moderno, vaga nelle notti senza fine alla ricerca di un qualcosa che mai troverà.

Vi basta?
 

genluvi

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Io non me ne intendo molto di vampiri, ma quando mi capita di leggere qualcosa o di vedere un bel film su di loro, mi affascinano. Cerco di pensare al motivo...sto leggendo il Signore degli Anelli, e anche gli elfi mi affascinano moltissimo. Ora che ci penso vampiri ed elfi, sembrano le due facce opposte di una medaglia, da una parte il bene e dall'altra il male...entrambi immortali, entrambi condannati a vedere morire chi amano, entrambi nostalgici per amori che non potranno mai realizzare. Vita e morte, che si mescolano...come se l'essere umano non sapesse vivere senza il male, ma nemmeno senza l'amore....in un eterno limbo che non da pace. L'amore e la morte...sono le cose che alla fine riguardano ogni essere umano e lo rendono tale...scusate Freud deve avermi influenzato un po' troppo....
 

Raistlin

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Uhm, io non vedo attinenze fra elfi e vampiri, in realtà... sono creature molto differenti, semplicemente accomunate da un'indefinita durata della loro vita. E poi gli elfi non hanno la 'maledizione' di un vampiro, a parer mio... a meno che non si innamorino di un umano! :)

Oltretutto il vampiro non nasce come creatura capace di amare, almeno alle sue origini, nella sua figura originaria intendo; è una creatura che ha ripudiato tale sentimento come ha ripudiato la propria anima. E' un corpo vuoto, quindi esente dalle leggi naturali dell'essere umano, morte compresa.
Poi, ok, nel tempo tale immagine è stata romanzata, mutando il vampiro in un essere molto diverso, ma ciò non toglie che la sua natura resti quella di un anti-umano.
 

Juda

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L'universalità e la permanenza del mito del vampiro si spiegano per il fatto che questo personaggio è la somma di una costellazione di simboli poiché rievoca ciò che è al cuore stesso dell'esistenza, il sangue, la vita, la morte, così come il sogno di immortalità che ciascuno di noi culla inconsapevolmente.

Beh, forse proprio proprio universale non direi, diciamo che a mia opinione il mito del vampiro è condiviso anche se a volte con connotazioni fondamentalmente differenti tanto che si stenta a chiamarlo tale...
Inoltre non ne farei un simbolo onnicomprensivo ( che rievoca ciò che è al cuore stesso dell' esistenza mi pare un po' esagerato).


Potrebbe bastare, o mio unico e sommo maestro gjmbo, se solamente tu decidessi di estinguere questa vana conversazione con un tuo sol cenno del capo...attendiamo fiduciosi un tuo segno. ;)

Invece per quel che riguarda il paragone tra elfi e vampiri potrebbe essere interesante, anche se forse fatico a vederli come due facce della stessa medaglia... li vedo più come due figure che possono avere punti in comune.
 

Galdor

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Raistlin":1175wgw3 ha scritto:
Oltretutto il vampiro non nasce come creatura capace di amare, almeno alle sue origini, nella sua figura originaria intendo; è una creatura che ha ripudiato tale sentimento come ha ripudiato la propria anima. E' un corpo vuoto, quindi esente dalle leggi naturali dell'essere umano, morte compresa.
Poi, ok, nel tempo tale immagine è stata romanzata, mutando il vampiro in un essere molto diverso, ma ciò non toglie che la sua natura resti quella di un anti-umano.
Direi proprio di no. :grin:
L'eziologia più corretta è piuttosto quella di gjmbo (incredibile a dirsi ;) :lol: ):
gjmbo":1175wgw3 ha scritto:
Nella mitologia greco-latina, i lamies, gli stryges e gli empuses appaiono come i lontani precursori del vampiro moderno
E' opportuno ricordare che queste creature avevano un forte legame con i misteri (riti) orfici, da cui il simbionte notte-sangue: notte e sangue sono due topoi inconfondibili di questi misteri, anche se non nel senso ottocentesco-malinconico-antiumano che lo intendiamo noi, ma piuttosto nel significato di mistero, di occultamento, di tener nascosto ai più (la notte) e di vita, flusso vitale, energia del mondo (il sangue). :idea:
Niente di anti-umano dunque, anche se molte delle dottrine alla base dei misteri orfici sono state spesso -nel corso dei secoli- stravolte e modificate in modo da farle apparire esoteriche e ambigue.. :-?
 

Raistlin

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Galdor":272ofayt ha scritto:
Direi proprio di no. :grin:

'No' secondo te... secondo me sì! :)

Come ho scritto prima si tratta di una creatura sulla quale si è costruito molto, romanzando. Quindi credo che ognuno sia libero di dargli la propria interpretazione oggi come oggi. In pratica ognuno può elaborare dentro di sè la sua propria idea di vampiro.

Ma il vampiro di Polidori, il primo a mio avviso a fregiarsi di tale nome - inteso come lo intendiamo oggi sia chiaro, ossia aristocratico ed affascinante, liberamente basato sulla figura di Byron - era un essere spietato.

Del resto il vampiro non si riflette nello specchio... in quanto privo di anima.
 

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Raistlin":2jo4aqst ha scritto:
Galdor":2jo4aqst ha scritto:
Direi proprio di no. :grin:

'No' secondo te... secondo me sì! :)

Come ho scritto prima si tratta di una creatura sulla quale si è costruito molto, romanzando. Quindi credo che ognuno sia libero di dargli la propria interpretazione oggi come oggi. In pratica ognuno può elaborare dentro di sè la sua propria idea di vampiro.

Ma il vampiro di Polidori, il primo a mio avviso a fregiarsi di tale nome - inteso come lo intendiamo oggi sia chiaro, ossia aristocratico ed affascinante - era un essere spietato.

Del resto il vampiro non si riflette nello specchio... in quanto privo di anima.
Il Vampiro di Polidori è contemporaneo a quello di Shelley (pochi anni dopo), dunque piuttosto moderno! ;)
Io contestavo questa parte del tuo post:
Raistlin":2jo4aqst ha scritto:
Poi, ok, nel tempo tale immagine è stata romanzata, mutando il vampiro in un essere molto diverso, ma ciò non toglie che la sua natura resti quella di un anti-umano.
La sua natura originale -come ho spiegato nel post precedente- non è mai stata quella anti-umana: questa è una visione moderna e romantica (Shelley, Byron, Polidori, ecc)... ;)
[scusa se mi sono spiegato male] :grin:
 

Raistlin

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Sì, capisco, ci siamo espressi male in due probabilmente :)
La mia immagine di vampiro è quella moderna, da Polidori in avanti... la figura antecedente non mi interessa granchè :)
 

Necros

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però per comprendere il moderno bisogna sempre far riferimento alla storia, però il vampiro non è un anti-umano, secondo il mio punto di vista, è l'esaltazione della passioni e istinti più reconditi e bassi dell'essere umano, perciò esagernado potremmo dire che dentro noi tutti siamo un pò vampiri. O no?
 
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