Da qualche mese non scrivo qui... in questo periodo ho giocato:
- Caylus in 3, recuperato qualche mese fa a prezzo molto invitante, è uno dei pochi pezzi che ho aggiunto alla collezione anche solo per averlo sullo scaffale. In passato l'ho giocato tanto, decine e decine di partite, ma sempre meno di quanto avrei voluto, nel gruppo l'esperienza era stata un po' mortificata dalla presenza di un giocatore tra i più attivi su BretttspielWelt.de, insomma una presenza ingombrante.

Questa volta abbiamo fatto una partita tra giocatori decisamente più vicini nei valori.
- Glen More II: Chronicles, 2 partite in 3 giocatori.
Parto dicendo che il gioco mi diverte e l'aggiunta della plancia viaggio è interessante (le cronache, leggendone qualcuna, temo siano, almeno in buona parte, delle cavolate), però forse l'aumento di "pesantezza" e di durata non si sposa così bene con lo spirito del gioco. Insomma, Glen More a mio avviso non è un gioco con troppe pretese (poca strategia, qualcosa in più di tattica e tante mosse fatte a sentimento), quindi forse la sua versione liscia (che avevo venduto a suo tempo) rimane la più apprezzabile.
Per ora lo tengo in collezione, sono curioso di provare qualche cronaca, ma non posso garantire troverà un posto fisso, anche perché la scatola è enorme e prima o poi questo aspetto rischia di influenzare una certa decisione.
Per la cronaca, nei vinta una alllo spareggio e ho preso una batosta alla seconda (in realtà ho chiuso a 10 PV dal vincitore, ma solo grazie ad un rush finale incredibile, purtroppo ero già tagliato fuori dai giochi per la vittoria col secondo conteggio).
- Riverboat, 2 partite, una in 3 una in 4. In quest'ultima conformazione non avevo mai giocato e devo dire che ho trovato il controllo un po' più sfuggente (Gli unici miglioramenti stanno nelle lotte per la testa nel tracciato dell'Harbor Master e per la maggioranza a New Orleans), credo che se possibile prediligerò il gioco a 3 in futuro.
In ogni caso, sono arrivato a giocarlo in ben 10 occasioni in 2 anni, non male per un giochino abbastanza bistrattato, io continuo a trovarlo una piccola perla ludica.
- In The Hall of the Mountain King, 2 partite in 4.
Ha sciolto ogni possibile riserva, questo titolo rimarrà in collezione, oltre alla costruzione rete e al pick-up & deliver (con un'ambientazione inusuale per la verità) c'è qualche guizzo di originalità nella produzione a cascata di risorse tramite il posizionamento delle carte Troll. Sia chiaro, non è un capolavoro assoluto ma un titolo sufficientemente interessante per meritare un posto sullo scaffale.
- London (senda edizione), in 3, 2 partite.
Nella sua semplicità è un gioco che a distanza di 10 partite (+ quelle giocate alla prima edizione), riesce ancora ad appagarmi, tra l'altro, tra tutti i giochi di Wallace che ho venduto, questo è uno dei pochi che rimane in cima alle mie preferenze (insiema a Brass Lancashire ovviamente).
Nelle partite appena giocate un mio avversario ha provato a distruggere le mie certezze (una delle mie massime è contenere il numero di colonne di carte nella città, l'ideale è 4-5) provando ad ingrandire a dismisura il numero di "colonne" di carte, con 10-12 mi ha avvicinato nel punteggio, perdendo di poco. Poi l'altra sera è andato ogni più assurda previsione, ne ha fatte 16, con forse 3 attivazioni in tutta la partita ed è incorso in 33 punti di penalità... andando a battermi di 5. Ad onor del vero, devo dire che io ho avuto scelte poco felici e in alcuni momenti chiave le carte non sono girate, oltretutto ho ricevuto un colpo basso dal terzo incomodo proprio nel momento sbagliato. Col senno di poi, prendeno un prestito per giocare l'Underground avrei vinto la partita, ma mi è mancato il coraggio di rischiare 2 prestiti consecutivi, è una cosa che evito quasi sempre a London.
- Wayfarers of the South Tigris, 2 partite in 3.
Come scrivevo nel topic specifico, per me è un gioco valido, insieme a Paladini e ciò che terrei di Shem Phillips.
Non è un gioco esente da difetti, assimilarlo non è uno scherzo, solo alla 2-3 partita si riduce l'apparente complessità e si può affrontare il gioco nella sua relativa semplicità. Personalmente avrei volentieri fatto a meno dell'influenza sulle carte per generare interazione, ecco se c'è un elemento fuori posto è proprio quello.
Tra l'altro ho affrontato in solitario le 4 differenti AI: Townfolk è facile da battere, Journal basta un po' di accortezza perché la partita rischia di essere più breve, Upgrade è molto sfidante e Space devo ancora provarla a battere.
- Ra, due partite in 4, una in fila all'altra, dura un'oretta scarsa.
Il gioco lo conoscevamo già tutti, ha visto il tavolo molte volte in passato, ma in quest'occasione abbiamo inaugurato la nuova edizione che ha preso il posto della vecchia sul mio scaffale. Grafica bellissima, c'è la mano di O'Toole, e il gioco non si discute, è il titolo di offerte/asta che preferisco in assoluto, grande Knizia che ormai 24 anni fa ha firmato questo perfetto peso medio (tendente al "medium-light"). Chiaramente non è un german sul quale si ha controllo assoluto sull'andamento della partita, ma ti mette comunque davanti a scelte sofferte e a situazioni intriganti nella quali è richiesta una certa dose di azzardo.
Per la cronaca, una delle 2 partite l'ho vinta io che sono scarsino a questo gioco, tendo sempre a volere troppo e a trovarmi con le Tessere Offerta ancora in mano quando l'indicatore di Ra giunge alla fine del tracciato.
- Imhotep, due partite (3 e 4 giocatori).
Condivede l'ambientazione egizia di Ra e all'incirca anche il peso. Giochino interessante che di tanto in tanto affronto con piacere, però non lo richiedo io stesso, nella medesima categoria prediligo altro.
Anche qui non ho mai esiti particolarmente brillanti, ma una l'ho vinta e credo sia la prima volta che accade.
- Azul in 3, sempre 2 partite.
Questo titolo che inizialmente mi aveva lasciato freddo, ha conquistato il mio consenso. Tutto il successo che ha avuto lo reputo meritato, pur essendo troppo astratto per i miei gusti.
A differenza dei giochi citati in precedenza, qua me la cavo decisamente bene, ho un'ottima percentuale di vittorie, stando a BGStats l'ultima giocata è stata la prima sconfitta dopo 5 vittorie consecutive.
- Masters of the Renaissance, 2 partite in 4.
Era la prima volta che lo giocavo in 4 e si perde troppo in controllo, in questo numero mi sento di bocciarlo.
In generale è un gioco che ho apprezzato, senza gridare al miracolo (in questa fascia dei medium-light tendo ad essere molto più selettivo), ma a mio parere non tiene alto l'interesse per 10 partite.
- Spirits of the Forest, 2 partite, una in 2 (il numero ideale, del resto il vecchio Richelieu era per questo numero) e una in 3.
Dovrei informarmi un po' sulla produzione di Schacht, autore molto prolifico, perché sia Hansa che questo sono dei giochi molto intriganti.
Spirits of the Forest è qualcosa di estremamente leggero, difficilmente mi appassiono così a titoli di questa immediatezza, eppure...
- Boonlake, una partita in 3, dopo averlo giocato molto tra gennaio e febbraio.
Nonostante non superi Great Western Trail e Mombasa nella mia personale graduatoria dei titoli di Pfister, anche questo si è guadagnato un posto in collezione. La mia propensione a giochi nei quali la strategia ha una maggiore rilevanza, non me lo fa considerare un gioco eccezionale, però ha una profondità tattica non indifferente e in questo genere di prodotti è sicuramente molto riuscito. Tra l'altro ha il grande pregio di non creare troppi tempi morti, anche nel turno degli altri si gioco, e questo è un pregio non da poco.
- Russian Railroads in 4, liscio... gran gioco ma una volta giocato con l'espansioni - German su tutte - è difficile tornare indietro.
Ho fatto una partita abbastanza anonima, subendo un po' l'ingerenza di altri giocatori sulla mia strategia di industrie+Kiev, mentre che contrastava la Transiberiana l'ha fatto male e il giocatore con uno sproposito di partite online l'ha vinta alla fine, dovendo sudarsela un minimo però.
- Fields of Arle in 3, non smetterò mai di sostenere che gira bene anche così e per me non sfigura troppo nel confronto con le massime espressione del game design di Uwe Rosenberg.
Vastissimo questo gioco, i miei avversari, avendo meno esperienza, hanno trovato un po' più di difficoltà a districarsi tra le innumerevoli opzioni. Alla fine ho vinto di pochissimo, 2PV, buttando un po' via le ultime azioni scelte poco ottimali, probabilmente credevo di avere un vantaggio maggiore.
- Eleven in 3, prima partita per me, gli altri già lo conoscevano.
Beh, sarà la fortuna del principiante ma ho vinto, complice una squadra non controllata da avversari reali che ha superato il mio diretto concorrente in classifica.
Bello ma con questo genere d'ingerenza aleatoria io lo giocherei esclusivamente in solitario, dicono che sia particolarmente valido in questa modalità.
- The Grand Trunk Journey in 3.
Titolo che adoro e al quale di solito me la cavo egregiamente, non questa volta. Ho dato un po' la colpa ad alcuni elementi aleatori che mi hanno remato contro, ma in realtà avrei dovuto fare altre scelte, al di là di come mi è girato il mazzo.
In ogni caso, questo gioco racchiude molte meccaniche che amo: gestione carte, pick-up & deliver e un minimo di deckbuilding.
- Orleans on 4 con l'espansione Trade (di Trade & Intrigue).
Vinta l'ho vinta (grazie alla disattenzione dei miei avversari che non si sono curati dell'edificio che fornisce 4 PV per la maggioranze sulle merci e ne ho vinte ben 3), ma quante imprecazioni per la pesca delle tessere, per me questo gioco è un capitolo chiuso. Sia chiaro, mi piace il bag building e anche la gestione della plancia personale, ma ci sono giochi più validi in entrambi gli aspetti (Hyperborea o Città stato per il primo, Paladini del Regno Occidentale per il secondo).
- The Oracle of Delphi in 4.
Tolte un paio di sfighe, ma a questo gioco immancabilmente capitano, ho fatto una grande partita e quando sono arrivato da Zeus mi assaporavo già la vittoria, peccato l'ultimo di turno abbia compiuto una rimonta prodigiosa, risolvendo 2 obiettivi (o forse erano 3

) in un colpo e giungendo anche lui al traguardo, chiaramente con più carte per assicurarsi lo spareggio.

A differenza di Orleans, qua non so perché ma il pesante elemento aleatorio non mi rovina l'esperienza di gioco.