Continuo sulla linea rinascimentale inaugurata da
@basil451 , sebbene io mi collochi qualche anno prima...
Durante la quarantena, dalle mie parti, va infatti in scena
"Braccio da Montone", wargame della ACIES di cui ho studiato il regolamento in questi giorni.
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Territorio perugino, nei pressi della cittadina di Sant'Egidio, nella zona (vd. estratto da GMaps) ricompresa tra tale borgo (estremo nord-est dell'area di gioco) ed il Ponte Valleceppi sul fiume Tevere (estremo sud-ovest del campo di battaglia, di cui abbiamo una foto ad oggi).
E' il
12 Luglio 1416, nel pieno di una torrida estate che vede il Condottiero
Braccio da Montone - unitamente ai propri subalterni
Nicolò Piccinino,
Malatesta Baglioni ed
Angelo Tartaglia - scendere in campo contro la città di Perugia retta e difesa dalle truppe dei fratelli Malatesta: dei due, è
Galeazzo Malatesta ad attendere in campo aperto, insieme ai propri comandanti
Angelo della Pergola ed i fratelli
Guido e Ceccolino dei Michelotti, le truppe braccesche che marciano per stringere d'assedio la città umbra.
Braccio, che punta a diventare
Signore di Perugia (che è anche il nome dello scenario...), schiera le sue truppe in vista di una battaglia che intende condurre usando una serie di tattiche che, globalmente, sono ricordate come fondanti la c.d.
"Scuola braccesca", ovvero una congerie di manovre basata su attacchi simultanei di cavalleria opportunamente guidata in cariche e ripiegamenti successivi presso punti di raccolta prestabiliti, ove poter riorganizzare le schiere e lanciarle nuovamente all'attacco dando il cambio ai compagni, in un sistema di rotazione dei contingenti che mira a fiaccare le difese avversarie.
Lo Scenario proposto dalla scatola della ACIES indica come schierare le forze in maniera più storica possibile, e ne esce un quadro di partenza come segue:
Sulla sinistra dello schieramento braccesco sono schierati
Angelo Tartaglia di Lavello con i proprio capisquadra
Micheletto Attendolo e
Trovarello di Paolo di San Ginesio. Il Tartaglia ha portato nella propria
"battaglia" (termine rinascimentale per indicare una truppa o compagnia di ventura) principalmente forze a cavallo e nessun balestriere.
Al centro troviamo
Braccio insieme all'allievo
Niccolò Piccinino ed il futuro parente
Berardo da Varano (infatti, Braccio sposò in seconde nozze, nel 1420, Nicolina da Varano, sorellastra di Berardo per parte di padre...): con sè, Braccio ed i propri capi-squasdra hanno truppe di fanteria, balestrieri ed una buona dotazione di cavalleria proprio agli ordini del da Varano.
Sulla destra dello schieramento braccesco trovano invece posto le truppe di
Malatesta Baglioni, al fianco del quale cavalcano i suoi capi-squadra
Cherubino degli Ermanni, con un buon numero di cavalleggeri, e
Ruggiero Cane Ranieri, con truppe a piedi, a cavallo ed un'unica unità di balestrieri leggeri.
Tutte le truppe braccesche, nelle loro retrovie, hanno posto un punto di raccolta dove le truppe possono riorganizzarsi, così come dettato dalle "regole" della Scuola braccesca.
Dall'altra parte dello schieramento, di fronte al Tartaglia si schierano le truppe del
Malatesta, nominato da poco dal Papa
"Difenditore dei Perugini per la Santa Chiesa": egli guida il contingente più nutrito degli avversari di Braccio, ma ha imposto a tutto il proprio esercito ed agli altri suoi Comandanti una tattica attendista (le
battaglie malatestiane iniziano, infatti, lo scenario come inattive).
Il centro dello schieramento malatestiano è retto dai due fratelli
Guido e Ceccolino de Michelotti, il primo al comando di truppe di fanteria e balestrieri, il secondo - schierato davanti ai fanti - alla testa dei cavalieri alleati ai Malatesta.
Sulla sinistra, invece,
Angelo (anche noto come Agnolo) della Pergola ha schierato i propri cavalieri, oltre ai balestrieri in prima linea per tirare contro le schiere del "dirimpettaio" Baglioni.
Il caldo (di cui lo scenario tiene gran conto) si fa sentire, e sono proprio le truppe del
Baglioni a dare il via alle danze, con una carica fulminea dell'ottima cavalleria di
Chrubino degli Ermanni che, senza indugio, attacca dritto per dritto le schiere di
Agnolo della Pergola.
La cavalleria - dopo aver subito una scarica di balestre in risposta, da parte dei balestrieri di Della Pergola, travolge letteralmente tutto quello che trova dinanzi a sè. I balestrieri nemici vengono dispersi in un attimo, ed il sangue inizia a scorrere tra le colline umbre.
Dal momento che sono state attaccate, le truppe malatestiane di
Della Pergola possono passare da inattive ad attive, e lo scontro si concentra dunque sull'ala destra dello schieramento braccesco (sinistra per quello avverso...).
Dopo un tentativo di continuazione da parte di Braccio purtroppo andato a vuoto, mentre il Sole si fa alto sulle sponde del Tevere,
Della Pergola lancia il proprio contrattacco. E' la volta della sua cavalleria che attacca di rimando le forze di
Cherubino degli Ermanni, con anche un aggiramento ai fianchi da parte di truppe a cavallo lanciate opportunamente alla carica.
La battaglia, su quel lato, infuria per diversi turni: entrambi gli schieramenti concentrano gli sforzi lì, dal momento che entrambi i condottieri sanno che, se cederà una delle due ali, si sentirà subito aria di aggiramento del nemico - da parte di Braccio - o comunque di sicurezza su un fianco e possibile contro-aggiramento da parte del Malatesta. Le ore passano, il caldo si fa sentire...
Chi subisce di più la calura sono proprio i Malatestiani, che non hanno punti di rifornimento per le truppe e che si muovono poco, in ossequio alla tattica attendista di Galeazzo Malatesta, divenendo così - via via che passa il tempo - sempre meno efficaci...
Il tempo passa, e mentre Braccio muove le sue truppe, è
Ceccolino de Michelotti che rompe gli indugi.
Cogliendo l'attimo in cui Braccio ordina uno spostamento, si decide a caricare con tutte le proprie schiere di cavalleria, anche al fine di alleggerire il valente Della Pergola, sulla sinistra, che resiste - con numerose perdite - agli assalti del Baglioni insieme a Cherubino degli Ermanni e Ruggiero Ranieri.
La
"Carica di Ceccolino" ha alterne fortune. Egli punta correttamente sulla fanteria braccesca, e lì ha la meglio. I balestrieri di Braccio non riescono a frenare l'urto scaricando le loro balestre addosso alla cavalleria in arrivo, e sono costrette ad indietreggiare così come gli uomini d'arme a piedi.
Niccolò Piccino ed i suoi cavalleggeri, invece, tengono meglio l'urto.
Chi, invece, arresta egregiamente una minaccia non da poco sono i balestrieri leggeri (ma validissimi, forse la migliore unità della battaglia...) di
Ruggiero Cane Ranieri.
Questi ultimi prima scaricano le loro balestre contro la cavalleria di Ceccolino lanciata alla carica, mandandola in disordine, e successivamente - mentre sono in arrivo dalle retrovie i cavalieri pesanti di
Berardo da Varano - resistono all'urto dietro ai loro scudi pavesi.
Su quella linea i combattimenti infuriano per diversi turni, e vi è confusione nel centro dello schieramento braccesco, costretto a difendere con le unghie e con i denti il punto di raccolta vitale per ripristinare la piena efficienza delle truppe che, sotto il caldo afoso di Luglio, iniziano per entrambi (ma soprattutto per lo schieramento dei malatestiani) ad essere sempre più provate.
Braccio, ad un certo punto, è costretto a far arretrare i propri uomini a piedi nei pressi del villaggio di Torre Vecchia, chiamando in aiuto, a tamponare la spinta della cavalleria di Ceccolino, il proprio comandante
Berardo da Varano, che con coraggio lancia tutte le proprie truppe a cavallo in un contro-attacco alle soglie del disperato.
Il calcolo delle vittime è a favore di Braccio, che riesce a sopravanzare di nuovo gli avversari, tanto che la carica di
Da Varano riesce a spezzare la linea dei cavalieri di
Ceccolino de Michelotti costringendo diverse delle sue unità ad andare in rotta e ad arretrare.
Ve li ricordate
i balestrieri di Ruggiero Cane Ranieri?
Beh, avevo detto che si sarebbero distinti in battaglia, e qui si prendono un'ulteriore rivincita.
Balestrieri leggeri, ma agguerriti e disciplinati, ricaricano le balestre e - mentre
Da Varano contro-carica i cavalieri nemici rompendone la linea e mandando più di un'unità in disordine - loro provvedono a scaricare una foltissima pioggia di dardi contro chi, poco prima, li aveva caricati.
Non servirà nemmeno l'aiuto dei lancieri, giungi in soccorso, per falcidiare i nemici.
Con un tondo "6" al dado, le truppe dei Michelotti vengono annientate.
Duri e cattivi, i balestrieri del Ranieri - seppur costituenti un reparto leggero di tiratori - si dimostrano essere micidiali e temibili anche per delle truppe a cavallo: tengono saldi i nervi ad una prima carica, reggono l'urto mandando in disordine e sfoltendo i ranghi dei nemici in carica, non indietreggiano e, per di più, scaricano le loro balestre con letale precisione, pulendo il campo di battaglia.
Finalmente, anche
Galeazzo Malatesta capisce che è il caso di darsi una mossa, guadando l'affluente del Tevere lungo le cui sponde aveva schierato le proprie truppe. I cavalleggeri malatestiani attaccano lo schieramento di
Tartaglia, cercando di convergere anche verso il centro per provare ad aiutare i cavalieri di
Ceccolino dei Michelotti, mentre, dopo qualche turno, anche il fratello
Guido porterà in avanti la linea della sua fanteria.
E' troppo tardi, però...
Il caldo ha fatto la sua parte. Gli uomini, sotto le loro corazze, in pieno Luglio, sono stremati. Lo si capisce già quando il
Da Varano inizia a sciamare con una torma di cavalieri pesanti verso la piana tiberina, braccando alcuni cavalieri della schiera di Ceccolino, in fuga disordinata.
Malatesta cerca di attaccare il fianco braccesco protetto dal
Tartaglia, ma con il passare delle ore il caldo renderà le sue truppe sempre più inefficaci, fino a mandarle in automatico tutte in disordine in capo a qualche altro turno.
La vittoria, quindi, come fu al tempo, arride alle schiere di Braccio da Montone.
Venendo a una sorta di pagellina, come mi divertivo a guardare al termine di una partita a "S
id Meier's Gettysburg!"...
La
"Best unit", come detto, credo sia stata quella dei
balestrieri leggeri di Ruggiero Ranieri.
Il
"Best general" (qui dovremmo dire
"Best Condottiero") probabilmente è stato
Cherubino degli Ermanni, con una iniziale carica travolgente ed un
continuum di attacchi martellanti sul Della Pergola.
La
"Most effective b(rigade)attaglia", probabilmente è stata
quella di Berardo da Varano, che è intervenuta efficaciemente quando lo schieramento di Braccio stava per cedere sul centro.
Storicamente, invece, nella battaglia si distinsero il figlio di Braccio, Oddo da Montone, e Niccolò Piccinino, valido allievo di Braccio (che comunque, anche nel nostro scenario, ha fatto la sua parte...).
Piccolo spoiler:
dopo la morte di Braccio sarà proprio Niccolò a tradire e far uccidere l'erede del famoso condottiero di Montone. Quando si dice: allevarsi una serpe in seno...
CONSIDERAZIONI SUL GIOCO
Ero molto curioso di provare questo wargame. Ho in arrivo il P500 di
Men of Iron e sto pensando anche alla possibilità di prendere
Arquebus, ma credo che quest'ultimo tratti - se ho ben capito - di battaglie svoltesi un poco più tardi rispetto al '400 italiano, dove ancora le balestre facevano sfoggio di sè (gli archibugi arriveranno appunto dopo...) e gli eserciti nazionali non erano ancora così protagonisti come nel 1500. Siamo qui in un'epoca in cui i Condottieri cambiavano spesso fronte (lo stesso Braccio cambiò schieramento diverse volte) fino a pensare addirittura di fondare Stati per conto proprio (come sognava appunto il Da Montone...).
Quanto alle regole, esse sembrano semplici, sulla carta, e ci sono alcune trovate che rendono bene il periodo o l'organizzazione dell'esercito di Braccio (che adotta le tecniche della scuola omonima), unite a meccaniche rodate nei
wargames (attivazioni, tabelle per il terreno e il combattimento), ecc..
Su alcuni punti il regolamento lascia dei dubbi non ancora del tutto chiariti e si poteva comunque ancora semplificare e snellire in taluni passaggi, dato che - alle volte e specie in questo scenario - ci si perde qualcosina per strada (circostanza magari ammissibile in
wargames più complessi di questo, ma non qui dove la complessità è ancora ad un livello forse mediano...).
Il gioco, quindi, mi ha convinto ad un 60-70%. Mi aspettavo un qualcosina di più, ma non demordo.
Prossimo scenario sarà una chicca contenuta nella stessa scatola. Tratterà della Disfida di Barletta.
Buon gioco sempre, anche ora che siamo a casa!!!
A.