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Cosa dire su Hegemony?
Attualmente è il gioco in cima alla classifica di boardgamegeek, se si prendono in considerazione esclusivamente i titoli usciti nel 2023. Ha dalla sua parte il fatto che è uscito presto, altri giochi necessitano sicuramente di ulteriore tempo per avvicinarsi alla top 100. Però reputo che sia un ottimo risultato, considerando che non è un gioco per tutti, anzi (sia in termini di durata che di complessità e tipologia di gruppo).
Quali aspetti reputo potenzialmente problematici per alcuni giocatori?
- Spiegazione lunga delle regole: l'asimmetria nei giochi porta con sé vari problemi, tra cui quello delle spiegazioni delle regole troppo lunghe e tediose (Vast, Root, Here I Stand hanno tutti questo problema). È qualcosa che non so se potrà essere risolto in futuro da qualche autore, ma di certo Hegemony non modifica in alcun modo la situazione nel campo dei giochi asimmetrici.
- Gli equilibri al tavolo sono dati dai giocatori stessi: uno deve dimenticarsi di pensare di poter ottimizzare tutto. La parte di dialettica, diplomazia, compromesso con gli altri giocatori è il fulcro del gioco. Se a uno queste cose non piacciono, è meglio se sta alla larga da Hegemony. Ciò che per me è un bene, di norma per gli avversari (o una parte di essi) è uno svantaggio. Ergo, non si può avere tutto. Questo aspetto però rispecchia egregiamente le decisioni che bisogna prendere in ambito politico, dove il compromesso è alla base di tutto. Quindi, in tal senso, personalmente reputo che l'ambientazione venga trasmessa in modo ottimale. La discussione al tavolo è una componente a mio avviso fondamentale del gioco, ed è giusto che sia così.
Quali aspetti ho apprezzato molto di Hegemony?
- La tematica nuova e accattivante: finalmente un gioco che propone un tema serio, contemporaneo, difficile da affrontare, tabù a tavola secondo il galateo, che suscita emozioni contrastanti. Il permettere ai giocatori di immedesimarsi in classi sociali diverse, capire i bisogni contrastanti, cercare dei compromessi, discutere su cosa è meglio per tutti come collettivo, lo reputo molto affascinante. E necessario in una società sempre più polarizzata a causa dei social media e le loro nefaste conseguenze (vedasi ad esempio il documentario The Social Dilemma su Netflix in merito).
- Il metagioco: giocare con persone che sono in grado di avviare una discussione profonda sulle questioni che accadono durante una partita (per esempio avere al tavolo un banchiere, una persona che ha studiato sociologia, una persona che appartiene alla classe operaia ma che ha una mente brillante, un simpatizzante anarchico), è qualcosa che rende le esperienze di gioco uniche e che nessun altro titolo è in grado di restituire in ugual modo. Il gioco può essere giocato in modo asciutto, asettico, come una partita ad Avalon senza aprire bocca. È chiaro che il bello di Avalon è la dialettica. Qui non siamo a questi livelli, ma avviare un dialogo esplorativo delle varie posizioni esistenti e rispettoso delle diversità che ci possono essere in materia arricchisce di molto l'esperienza di gioco.
Attualmente è il gioco in cima alla classifica di boardgamegeek, se si prendono in considerazione esclusivamente i titoli usciti nel 2023. Ha dalla sua parte il fatto che è uscito presto, altri giochi necessitano sicuramente di ulteriore tempo per avvicinarsi alla top 100. Però reputo che sia un ottimo risultato, considerando che non è un gioco per tutti, anzi (sia in termini di durata che di complessità e tipologia di gruppo).
Quali aspetti reputo potenzialmente problematici per alcuni giocatori?
- Spiegazione lunga delle regole: l'asimmetria nei giochi porta con sé vari problemi, tra cui quello delle spiegazioni delle regole troppo lunghe e tediose (Vast, Root, Here I Stand hanno tutti questo problema). È qualcosa che non so se potrà essere risolto in futuro da qualche autore, ma di certo Hegemony non modifica in alcun modo la situazione nel campo dei giochi asimmetrici.
- Gli equilibri al tavolo sono dati dai giocatori stessi: uno deve dimenticarsi di pensare di poter ottimizzare tutto. La parte di dialettica, diplomazia, compromesso con gli altri giocatori è il fulcro del gioco. Se a uno queste cose non piacciono, è meglio se sta alla larga da Hegemony. Ciò che per me è un bene, di norma per gli avversari (o una parte di essi) è uno svantaggio. Ergo, non si può avere tutto. Questo aspetto però rispecchia egregiamente le decisioni che bisogna prendere in ambito politico, dove il compromesso è alla base di tutto. Quindi, in tal senso, personalmente reputo che l'ambientazione venga trasmessa in modo ottimale. La discussione al tavolo è una componente a mio avviso fondamentale del gioco, ed è giusto che sia così.
Quali aspetti ho apprezzato molto di Hegemony?
- La tematica nuova e accattivante: finalmente un gioco che propone un tema serio, contemporaneo, difficile da affrontare, tabù a tavola secondo il galateo, che suscita emozioni contrastanti. Il permettere ai giocatori di immedesimarsi in classi sociali diverse, capire i bisogni contrastanti, cercare dei compromessi, discutere su cosa è meglio per tutti come collettivo, lo reputo molto affascinante. E necessario in una società sempre più polarizzata a causa dei social media e le loro nefaste conseguenze (vedasi ad esempio il documentario The Social Dilemma su Netflix in merito).
- Il metagioco: giocare con persone che sono in grado di avviare una discussione profonda sulle questioni che accadono durante una partita (per esempio avere al tavolo un banchiere, una persona che ha studiato sociologia, una persona che appartiene alla classe operaia ma che ha una mente brillante, un simpatizzante anarchico), è qualcosa che rende le esperienze di gioco uniche e che nessun altro titolo è in grado di restituire in ugual modo. Il gioco può essere giocato in modo asciutto, asettico, come una partita ad Avalon senza aprire bocca. È chiaro che il bello di Avalon è la dialettica. Qui non siamo a questi livelli, ma avviare un dialogo esplorativo delle varie posizioni esistenti e rispettoso delle diversità che ci possono essere in materia arricchisce di molto l'esperienza di gioco.
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