gaborambo
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"Tanto spreco" esordì l'allibratore mentre vacillava dalla balaustra, quando all'improvviso sentì qualcuno scapicollarsi dietro urlando: "Fermati! Oltre non proseguire, potresti avvistare orrori".
Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì.
L'allibratore trasecolò: "Santiddio!". Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità. [302]
Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì.
L'allibratore trasecolò: "Santiddio!". Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità. [302]