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L'industria videoludica è in crisi. In parte, anche quella del gioco da tavolo. Dopodiché, bisogna capire cosa si intende per "crisi". Nel mondo delle società globali, quotate in borsa, bisogna continuamente crescere. Non importa se fai profitti: se i profitti sono stabili e non crescono, allora sei "in crisi". La situazione desiderabile non è solo di migliorare i profitti netti, ma migliorare la percentuale di profitti sul totale del fatturato. Ovviamente (matematicamente), questo non è possibile ad libitum e porta ciclicamente a una crisi.
Ora, noi sappiamo che la pandemia ha migliorato le entrate e quindi i profitti di buona parte dell'industria dell'intrattenimento. Era ovviamente (sociologicamente) un periodo drogato da una situazione contingente, ma la borsa non funziona in modo ovvio, gli algoritmi che la controllano spesso sono totalmente automatici e i computer non comprendono il concetto di virus (anche se i virus informatici esistono: il problema è che i computer non comprendono assolutamente nulla se non quello che gli si insegna, ed evidentemente non gli si è insegnato bene a processare alcuni concetti). Pertanto, le grandi aziende globali quotate in borsa hanno iniziato a investire i nuovi profitti derivanti dalla pandemia per migliorare ulteriori futuri profitti. Per esempio, Embracer ha comprato Asmodee, che era un'azienda con buone prospettive di profitto e che si occupava di un settore affine.
Pertanto, i profitti derivanti dalla pandemia sono stati reinvestiti come se fosse possibile ripeterli, anzi migliorarli, anche in assenza di pandemia. Ovviamente (microbiologicamente) le pandemie finiscono e le condizioni mutano, ma di questo gli algoritmi non tengono conto, e gli investimenti di Asmodee non hanno prodotto profitti stellari. Ad esempio, Boardgamearena non rende quanto ci si aspettava a fronte delle settimanali implementazioni digitali di titoli analogici esistenti. Intendiamoci: rispetto a un "vero" videogioco con grafica in tempo reale, le implementazioni di Boardgamearena costano poco, ma ovviamente (industrialmente) rendono anche meno.
Quindi Embracer "vende" Asmodee, che verrà quotata in borsa in modo indipendente e quindi entrerà nelle logiche azionistiche. Il vero problema sta qui. Inizialmente, alcuni progetti non andranno in porto, magari Boardgamearena chiuderà, oppure verrà ridimensionato. Ma il problema principale è che il settore avrà un player importante (forse proprio il più importante) gestito tramite logiche del tutto svincolate da quelle precedenti. Penso che cresceranno i giochi su licenza e si ridurrà il numero di titoli avanguardistici, ossia sperimentali - a meno che qualche azionista di maggioranza non decida di investire su "ricerca e sviluppo". Fossi in un piccolo editore con profitti costanti, mi proporrei al nuovo CdA per guidare questo settore (senza chiudere la mia casa editrice, non si sa mai).
Ora, noi sappiamo che la pandemia ha migliorato le entrate e quindi i profitti di buona parte dell'industria dell'intrattenimento. Era ovviamente (sociologicamente) un periodo drogato da una situazione contingente, ma la borsa non funziona in modo ovvio, gli algoritmi che la controllano spesso sono totalmente automatici e i computer non comprendono il concetto di virus (anche se i virus informatici esistono: il problema è che i computer non comprendono assolutamente nulla se non quello che gli si insegna, ed evidentemente non gli si è insegnato bene a processare alcuni concetti). Pertanto, le grandi aziende globali quotate in borsa hanno iniziato a investire i nuovi profitti derivanti dalla pandemia per migliorare ulteriori futuri profitti. Per esempio, Embracer ha comprato Asmodee, che era un'azienda con buone prospettive di profitto e che si occupava di un settore affine.
Pertanto, i profitti derivanti dalla pandemia sono stati reinvestiti come se fosse possibile ripeterli, anzi migliorarli, anche in assenza di pandemia. Ovviamente (microbiologicamente) le pandemie finiscono e le condizioni mutano, ma di questo gli algoritmi non tengono conto, e gli investimenti di Asmodee non hanno prodotto profitti stellari. Ad esempio, Boardgamearena non rende quanto ci si aspettava a fronte delle settimanali implementazioni digitali di titoli analogici esistenti. Intendiamoci: rispetto a un "vero" videogioco con grafica in tempo reale, le implementazioni di Boardgamearena costano poco, ma ovviamente (industrialmente) rendono anche meno.
Quindi Embracer "vende" Asmodee, che verrà quotata in borsa in modo indipendente e quindi entrerà nelle logiche azionistiche. Il vero problema sta qui. Inizialmente, alcuni progetti non andranno in porto, magari Boardgamearena chiuderà, oppure verrà ridimensionato. Ma il problema principale è che il settore avrà un player importante (forse proprio il più importante) gestito tramite logiche del tutto svincolate da quelle precedenti. Penso che cresceranno i giochi su licenza e si ridurrà il numero di titoli avanguardistici, ossia sperimentali - a meno che qualche azionista di maggioranza non decida di investire su "ricerca e sviluppo". Fossi in un piccolo editore con profitti costanti, mi proporrei al nuovo CdA per guidare questo settore (senza chiudere la mia casa editrice, non si sa mai).