MicheleGelli
Iniziato
1 anno con i Goblins!
Osservatore
5 anni con i Goblins!
10 anni con i Goblins!
15 anni con i goblins!
1 anno con i Goblins!
Necroposting
Osservatore
A me piace andare al mare in bicicletta. Dal cancello di casa a toccare la sabbia sulla spiaggia sono circa 35 km; quando sono in forma e NON c'è vento si parla di circa un’ora ed un quarto ~ un’ora e mezza di percorrenza. Nella bici ho anche le sacche, così che quando il giro prevede una sosta-tintarella sul bagnasciuga possa portarmi dietro telo e ciabattine.
Ora “a me piace andare al mare in bici” è un GUSTO. Quelle cose su cui “non disputandum est”. Sono strafatti miei. Non lo devo ne’ difendere ne’ giustificare. Mi piace e basta. Non è neppure una informazione utile in una discussione. Al massimo se ne prende nota ed avanti coi carri.
“Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci”
Questo NON è un gusto. E’ un falso, una fanfallucchera, una cretinata, una idiozia. Il termine tecnico che cercate è “stronzata megatonica”. Manco il 14 agosto, in orario di punta e parcheggiando in culo ai lupi ci ho mai messo (in auto) un’ora ed un quarto dal cancello alla sabbia. Questa affermazione è – per dirla con Fantozzi – una cagata pazzesca che nemmeno la corazzata Potemkin (o come diavolo si scrive).
Il fatto che una singola volta, a seguito di una combinazione STRAORDINARIA di fattori (ero al top dell’allenamento, ho pedalato “tirato” per un lungo tratto da una squadra di professionisti ed ho avuto un *fortissimo* vento a favore), abbia coperto quella distanza in meno di 45 minuti (ed il ritorno con lo stesso vento contro in 3 ore e qualcosa, ma non sottilizziamo) non la farà puzzare meno di stronzata.
Andare al mare in bici fa tante cose: cala la pancetta, fa fiato, scolpisce la gambe MA sicuramente non è il modo più veloce, il più comodo (vuoi mettere una confortevole auto con aria condizionata?) o quello che ti permette di trasportare carichi in maniera efficiente.
Non posso sostenere la mia affermazione con un gusto perché è TOTALMENTE irrilevante. Il fatto che a me piaccia andare in bici non farà puzzare di meno questa stronzata (“Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci”) o la renderà improvvisamente vera. E, viceversa, il fatto che un’automobile sia oggettivamente più veloce a coprire lo stesso percorso non me la farà piacere più della bici.
Inoltre se Tizio mi fa notare che “Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci” non è una affermazione vera non attacca me e tantomeno i miei gusti (che manco sono stati chiamati in causa) , ma solo la mia affermazione.
Ora, dopo questa lunga premessa (che tanto non verrà ne’ capita ne’ ascoltata) arriviamo al punto. Sorvolerò anche pietosamente sulla enorme pila di “inesattezze” (siamo pudichi, va’) dette in questi giorni su questo o quel gioco, ma sappiate che ce ne è a basta da riempire - più volte - la discarica di Malagrotta.
Una storia non è una sequenza CASUALE di eventi. E’ una sequenza di eventi che risponde a determinati criteri estetici. Questi criteri non saranno sempre li stessi: quelli di “300”, quelli di “Kramer contro Kramer” e quelli di “Videodrome” sono evidentemente *molto* differenti ma ci sono. Se in “Kramer contro Kramer” nel finale fosse saltato fuori che il bambino era un alieno che torturava telepaticamente i genitori sarei uscito dalla sala con un lanciafiamme ed avrei dato fuco alla sala. Idem se in “Videodrome” si fosse scoperto che era tutto uno scherzone dei suoi amici per far pubblicità ad una ditta di deodoranti.
Anche nei film di Zombie “alla Roemro”, dove i personaggi muoiono come le mosche, non muoiono mai “ad minchiam” o perché un dado ha fatto 3. Se il film è un BEL film, muoiono in risposta a esigenze estetiche della trama.
Cosa succede quando IL CASO che guida un PE (dadi, tarocchi, carte, roulette, etc.) crea un evento esteticamente insoddisfacente? Di solito ci si fissa sulla morte del PG perché è il più “irrimediabile”, ma non è il solo. Che succede a quel punto?
C’è la soluzione “’sticazzi” di Nakedape. A lui della storia non gliene sbatte una cippola. Per lui il PE deve essere asettico, costi quel che costi. La storia è un byproduct del gioco che se c’è bene se non c’è bene uguale. Quello che cerca nel gioco non è una storia emotivamente coinvolgente ma altro.
C’è la soluzione “ricamino” di Zadair. Il GM manipola in qualche modo il PE e la back story per giustificare l’evento a livello estetico. A te piace così? La cosa non è in discussione. Ma per favore non diciamo che è “il gioco” o “le regole” che fanno la storia. Nel tuo esempio la storia la ha creata il GM nonostante i guai combinati dal PE. Per quanto un GM possa essere abile e brillante, c’è un limite ai “ricami” che può fare prima che la storia vada a ramengo…
C’è una soluzione ottimizzata per la creazione di una storia emotivamente coinvolgente. Che in linea di massima è mandare al macero il PE e prendere la cosa da un altro punto di vista. Che no, non vuol dire che deve piacere a tutti. Che no, non vuol dire che il personaggio è garantito di riuscire sempre in tutto (o una delle altre tonnellate di “imprecisioni” che ho sentito raccontare in questo thread). Che no, non vuol dire che deve piacere a tutti. Che no, non vuol dire che il personaggio è garantito di sopravvivere (a Cani, per dire, l’unica “garanzia” che ho è che difficilmente il mio personaggio morirà perseguendo obiettivi di cui gli fregava zero assoluto). Che no, non garantisce sempre e comunque belle partite a prescindere dalle persone al tavolo, ma è sicuramente (se si cerca la storia emotivamente coinvolgente) più efficiente.
Ma è così difficile separare dati e gusti?
Ora “a me piace andare al mare in bici” è un GUSTO. Quelle cose su cui “non disputandum est”. Sono strafatti miei. Non lo devo ne’ difendere ne’ giustificare. Mi piace e basta. Non è neppure una informazione utile in una discussione. Al massimo se ne prende nota ed avanti coi carri.
“Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci”
Questo NON è un gusto. E’ un falso, una fanfallucchera, una cretinata, una idiozia. Il termine tecnico che cercate è “stronzata megatonica”. Manco il 14 agosto, in orario di punta e parcheggiando in culo ai lupi ci ho mai messo (in auto) un’ora ed un quarto dal cancello alla sabbia. Questa affermazione è – per dirla con Fantozzi – una cagata pazzesca che nemmeno la corazzata Potemkin (o come diavolo si scrive).
Il fatto che una singola volta, a seguito di una combinazione STRAORDINARIA di fattori (ero al top dell’allenamento, ho pedalato “tirato” per un lungo tratto da una squadra di professionisti ed ho avuto un *fortissimo* vento a favore), abbia coperto quella distanza in meno di 45 minuti (ed il ritorno con lo stesso vento contro in 3 ore e qualcosa, ma non sottilizziamo) non la farà puzzare meno di stronzata.
Andare al mare in bici fa tante cose: cala la pancetta, fa fiato, scolpisce la gambe MA sicuramente non è il modo più veloce, il più comodo (vuoi mettere una confortevole auto con aria condizionata?) o quello che ti permette di trasportare carichi in maniera efficiente.
Non posso sostenere la mia affermazione con un gusto perché è TOTALMENTE irrilevante. Il fatto che a me piaccia andare in bici non farà puzzare di meno questa stronzata (“Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci”) o la renderà improvvisamente vera. E, viceversa, il fatto che un’automobile sia oggettivamente più veloce a coprire lo stesso percorso non me la farà piacere più della bici.
Inoltre se Tizio mi fa notare che “Vado al mare in bici perché è il modo più veloce di andarci” non è una affermazione vera non attacca me e tantomeno i miei gusti (che manco sono stati chiamati in causa) , ma solo la mia affermazione.
Ora, dopo questa lunga premessa (che tanto non verrà ne’ capita ne’ ascoltata) arriviamo al punto. Sorvolerò anche pietosamente sulla enorme pila di “inesattezze” (siamo pudichi, va’) dette in questi giorni su questo o quel gioco, ma sappiate che ce ne è a basta da riempire - più volte - la discarica di Malagrotta.
Una storia non è una sequenza CASUALE di eventi. E’ una sequenza di eventi che risponde a determinati criteri estetici. Questi criteri non saranno sempre li stessi: quelli di “300”, quelli di “Kramer contro Kramer” e quelli di “Videodrome” sono evidentemente *molto* differenti ma ci sono. Se in “Kramer contro Kramer” nel finale fosse saltato fuori che il bambino era un alieno che torturava telepaticamente i genitori sarei uscito dalla sala con un lanciafiamme ed avrei dato fuco alla sala. Idem se in “Videodrome” si fosse scoperto che era tutto uno scherzone dei suoi amici per far pubblicità ad una ditta di deodoranti.
Anche nei film di Zombie “alla Roemro”, dove i personaggi muoiono come le mosche, non muoiono mai “ad minchiam” o perché un dado ha fatto 3. Se il film è un BEL film, muoiono in risposta a esigenze estetiche della trama.
Cosa succede quando IL CASO che guida un PE (dadi, tarocchi, carte, roulette, etc.) crea un evento esteticamente insoddisfacente? Di solito ci si fissa sulla morte del PG perché è il più “irrimediabile”, ma non è il solo. Che succede a quel punto?
C’è la soluzione “’sticazzi” di Nakedape. A lui della storia non gliene sbatte una cippola. Per lui il PE deve essere asettico, costi quel che costi. La storia è un byproduct del gioco che se c’è bene se non c’è bene uguale. Quello che cerca nel gioco non è una storia emotivamente coinvolgente ma altro.
C’è la soluzione “ricamino” di Zadair. Il GM manipola in qualche modo il PE e la back story per giustificare l’evento a livello estetico. A te piace così? La cosa non è in discussione. Ma per favore non diciamo che è “il gioco” o “le regole” che fanno la storia. Nel tuo esempio la storia la ha creata il GM nonostante i guai combinati dal PE. Per quanto un GM possa essere abile e brillante, c’è un limite ai “ricami” che può fare prima che la storia vada a ramengo…
C’è una soluzione ottimizzata per la creazione di una storia emotivamente coinvolgente. Che in linea di massima è mandare al macero il PE e prendere la cosa da un altro punto di vista. Che no, non vuol dire che deve piacere a tutti. Che no, non vuol dire che il personaggio è garantito di riuscire sempre in tutto (o una delle altre tonnellate di “imprecisioni” che ho sentito raccontare in questo thread). Che no, non vuol dire che deve piacere a tutti. Che no, non vuol dire che il personaggio è garantito di sopravvivere (a Cani, per dire, l’unica “garanzia” che ho è che difficilmente il mio personaggio morirà perseguendo obiettivi di cui gli fregava zero assoluto). Che no, non garantisce sempre e comunque belle partite a prescindere dalle persone al tavolo, ma è sicuramente (se si cerca la storia emotivamente coinvolgente) più efficiente.
Ma è così difficile separare dati e gusti?