Anche io seguo la filosofia del "pochi ma buoni", più che altro perchè gioco molto poco e l'idea di accatastare gioconi su gioconi (e sopratutto spenderci soldoni su soldoni) per poi non giocarci mai mi rattrista profondamente.
Detto questo, i giochi da cui non mi separerei neanche con una pistola puntata alla testa sono:
Patchistory (per me il gioco di civilizzazione perfetto, almeno tra quelli che si prefigge di non avere una mappa. Un giorno spero di riuscire a capire perchè TTA è considerato un capolavoro, mentre questo giace nell'oblio)
Furia di Dracula (la terza edizione è buggata: se giocato da un esperto che non si fa scrupoli ad annoiare un tavolo intero per due o tre ore, Dracula non può perdere. Considerato però che la seconda edizione era invece una passeggiata per i cacciatori, ed era comunque molto peggio su mille altri fronti, non è male. In ogni caso è un gioco a cui sono troppo affezionato per non averlo o liberarmene)
Bruxelles 1893 (mi chiedo spesso perchè il designer di questo gioco non abbia finora prodotto nient'altro, e l'unica risposta sensata è che, per un uomo solo, creare un gioco migliore di questo è impossibile. Peccato che qualcun altro non abbia seguito lo stesso esempio...)
Caos nel Vecchio Mondo (...qualcun altro come Eric Lang, ad esempio :grin:. Questo gioco è come il Nome della Rosa: una condanna per il suo autore; perchè finchè esiste, qualunque sua altra opera è destinata ad arrivare al massimo come seconda. Non credo ci sia migliore descrizione che questa, per Caos)
Collapsible D (la redenzione di Gianluca Santopietro, colpevole di aver trasformato un evento terribile e affascinante come i crimini di whitechapel in una copia sciapita di Scotland Yard...con la squisitezza aggiuntiva che Lettere da Whitechapel dura quanto QUATTRO partite di Scotland Yard, non una. Fortunatamente, il destino mi spinto nella direzione di questo gioiellino, e non verso quell'incomprensibile macello)
Twilight Struggle (ogni volta che un giocatore americano fa 4 punti E si libera del punteggio del Medio Oriente nella prima apertura perchè qualche pazzo ha deciso che il "fix" di questo gioco è, in pratica, dare gratis l'Iran all'americano...un vero giocatore di Twilight Struggle muore. Amo questo gioco ma più ci gioco, più lo odio. L'amara verità è che la Russia DEVE vincere nei primi tre turni se è abbastanza abile per farlo, altrimenti non c'è neanche bisogno di andare avanti: basta pescare le sette mani seguenti e a chi capitano le carte migliori, quello vince. Tanto, a livelli esperti, ogni mano si gioca in automatico. Questo gioco andrebbe rifatto da capo a piedi per salvarlo da se stesso, ma nel frattempo non posso comunque liberarmene. Shame on me)
Kingsport Festival (...l'ALTRA redenzione di Gianluca Santopietro. Il mio gioco di dadi, quando non c'è tempo per fare altro. E'incredibile quanto questo gioco sembri una bagatella e quanto invece ogni partita sia imprevedibile. In un certo senso, Santopietro ha capito una cosa fondamentale: non ha senso camuffare da german un gioco di dadi, me è utile far credere ai giocatori che sia un german e che possano prevedere tutto. E qualche migliore ambientazione per deludere tragicamente un giocatore del genere che quella Lovecraftiana, dove NIENTE è mai sicuro e prevedibile? Gioco azzeccatissimo)
lexpweller":1j6aqtlw ha scritto:
Mi pare che una delle due espansioni inserisca un po' più di botte tra i giocatori, ma ancora non l'ho provata.
L'espansione Intrigo di Orleans (in particolar modo i contratti, la tabella delle opere benefiche rifatta, e i nuovi eventi) rende il gioco talmente perfetto che l'unica conclusione possibile è che il gioco base si stato fatto uscire così com'è per truffare i giocatori e costringerli a spendere quelle decine di euro in più. L'iterazione tra giocatori rimane bassa (i contratti incentivano la componente "corsa" sulla mappa, laddove prima qualunque posto libero dove costruire una stazione valeva quanto un altro), ma almeno si può finalmente vincere puntando alle merci invece che solo alla tecnologia. E' semplicemente stupefacente, e solo verificandolo in prima persona si può rendersene conto.