Il sottotitolo di questo film potrebbe essere Furia (mezza) cieca. E postatomica. E con visioni mistiche.
Evitate 'sta cagata pazzesca come la peste.
Mi sono fatto infinocchiare dall'intrigante ambientazione postatomica, ma voi non fatelo. Tolta una regia discreta, che riesce a realizzare un paio di belle quanto brevi atmosfere (tipo la scena iniziale), il resto è la fiera della boiata.
Oltre a riprendere tutti i clichè del postatomico in modo fastidiosamente sterile (non credete ad alcuni recensori che millantano un citazionismo che semplicemente non è tale), la storia è non solo lenta e noiosa, ma anche involontariamente ridicola: il protagonista, di cui nessuno ci spiega nulla di nulla, è una specie invasato religioso che brandisce una spada sospettosamente simile a quella degli spartani di 300, e con la quale compie numeri da circo mentre la sua fede interiore gli permette di camminare per 1/4 di film con una pallottola in pancia, senza accusare il minimo fastidio.
Guidato dalla solita voce interiore, questo santone postatomico attraversa per 30 anni l'America devastata andando "sempre verso ovest". Come fa notare l'immancabile passerina del film, per essere ancora in giro dopo 30 anni, "forse ti sei perso". Il finale è la ciliegina sulla torta, e fa letteralmente rotolare le biglie fuori dalla sala, toccando picchi di demenza ancor più del già noioso svolgimento.
Retorico, piatto, con personaggi macchiette, ipocrita fino al ridicolo, disperatamente privo di qualsiasi ispirazione. L'emblema del cinema recente: grandissimi mezzi, pochissime idee.
Ho capito che pure Gary Oldman e Denzel Washington devono mangiare, ma abbassarsi a fare 'sta sceneggiata è davvero triste. Aridatece Furia Cieca, che con il suo spirito trash da due soldi aveva più dignità.
Voto: 4,5
Evitate 'sta cagata pazzesca come la peste.
Mi sono fatto infinocchiare dall'intrigante ambientazione postatomica, ma voi non fatelo. Tolta una regia discreta, che riesce a realizzare un paio di belle quanto brevi atmosfere (tipo la scena iniziale), il resto è la fiera della boiata.
Oltre a riprendere tutti i clichè del postatomico in modo fastidiosamente sterile (non credete ad alcuni recensori che millantano un citazionismo che semplicemente non è tale), la storia è non solo lenta e noiosa, ma anche involontariamente ridicola: il protagonista, di cui nessuno ci spiega nulla di nulla, è una specie invasato religioso che brandisce una spada sospettosamente simile a quella degli spartani di 300, e con la quale compie numeri da circo mentre la sua fede interiore gli permette di camminare per 1/4 di film con una pallottola in pancia, senza accusare il minimo fastidio.
Guidato dalla solita voce interiore, questo santone postatomico attraversa per 30 anni l'America devastata andando "sempre verso ovest". Come fa notare l'immancabile passerina del film, per essere ancora in giro dopo 30 anni, "forse ti sei perso". Il finale è la ciliegina sulla torta, e fa letteralmente rotolare le biglie fuori dalla sala, toccando picchi di demenza ancor più del già noioso svolgimento.
Retorico, piatto, con personaggi macchiette, ipocrita fino al ridicolo, disperatamente privo di qualsiasi ispirazione. L'emblema del cinema recente: grandissimi mezzi, pochissime idee.
Ho capito che pure Gary Oldman e Denzel Washington devono mangiare, ma abbassarsi a fare 'sta sceneggiata è davvero triste. Aridatece Furia Cieca, che con il suo spirito trash da due soldi aveva più dignità.
Voto: 4,5