Anche perchè penso che partendo da un manuale base di un qualsiasi gdr, è praticamente impossibile trovare due gruppi che lo interpretino allo stesso modo.
Ritornando alla domanda di inizio thread mi sembra dunque di capire che la magia è da considerarsi come una sorta di preghiera, esaudita o non, dalle varie entità lovecraftiane.
Riporto quello che ho trovato nel manuale:
"Gli astronomi, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, confermeranno che i 30 e 40 mila anni luce di spazio facilmente osservabili dalla Terra, con tutto il loro corredo di stelle e polveri cosmiche, erano solo un minuscolo angolo dell'Universo. Non esisteva una sola Via Lattea, come ritenuto in precedenza, ma centinaia di migliaia forse milioni di galassie, così incredibilmente distanti e dalla luminosità così debole che la loro natura di nebulose era stata da lungo tempo soltanto intuita, ma mai prima di allora compresa fino in fondo. La scoperta di questi universi-isola (o galassie, come vengono chiamate oggi) fu un vero fulmine a ciel sereno. Negli anni 20' dello scorso secolo, la percezione che l'Uomo aveva delle reali e sconfinate dimensioni dell'Universo aumentò di numerosi ordini di grandezza.
Lovecraft, che scriveva all'epoca di tali scoperte, sviluppò nel corso degli anni un apparato mistico/mitologico che ne teneva conto, così come fece proprie alcune delle implicazioni più sconvolgenti delle recenti teorie di Einstein e di Planck. Questi nuovi "universi", sembra aver pensato, erano davvero delle isole. La loro separazione e diversità riguardavano le stesse Leggi della Natura. Isolati da milioni di anni luce di spazio siderale, potevano essere sede di Regole della Vita sensibilmente diverse fra loro. Forse sconfinando addirittura in altre dimensioni. La magia dei Miti di Cthulhu è la vera forza di coesione di questo universo di universi. Essa, infatti, funzionava ovunque, modella e definisce la globalità del Reale; è l'espressione immutabile e definitiva delle Leggi della Natura; è la volontà degli Dei Esterni rivelata e resa tangibile; e la vera arbitra del Tempo, dello Spazio e della Materia. In confronto, le religioni e la scienza terrestri sono ben poca cosa. E' evidente che gli uomini comprendono molto meno di quanto posso permettersi di conoscere. E questa imperfezione conoscitiva sta in ciò in cui credono, oppure nel modo in cui sono giunti a crederlo? Forse esiste un difetto di fondo nelle nostre anime, o nelle nostre equazioni, che ci impedisce di giungere alla conoscenza assoluta ed alla rivelazione finale. I Miti scuotono alle fondamenta le certezze dell'Uomo".