Appena finita la campagna di Padre Gascoigne.
Anche qui, vittoria all'ultimo turno, incredibile veramente, di 9 partite completate (3 campagne) 6 o 7 le ho chiuse all'ultimo turno.
Mano a mano che ci sto giocando, mi accorgo sempre di più di un aspetto molto simile alla controparte videogioco, un fattore per cui i soulslike sono diventati così popolari e sono così appaganti: vincere o perdere, andare avanti o rimanere incastrati in uno scenario, non è de/merito del personaggio sovra o sotto livellato. È tutto nelle mani del giocatore.
Chiunque abbia giocato tanto questo genere vi potrò dire che alla fine non è il livellamento dell'omino virtuale a farvi diventare potenti (come il gioco vigliaccamente suggerisce fin da subito) ma è l'abilità del giocatore stesso che cresce nel corso dell'avventura ed è questa a fare la differenza.
Puoi avere un personaggio potenziato a Dio ma se non hai imparato a conoscere le meccaniche del videogioco morirai male lo stesso, puoi avere un ciabattino vestito con un sacco di juta ed una spadaccia arrugginita e fare il c..o al boss finale.
Ecco, qui sto riscontrando un po' la stessa cosa. Sì certo, le carte potenziate danno una bella mano e, a seconda di che personaggio si prende, alcune di quelle base vanno davvero cambiate perché inutilizzabili, ma alla fine la differenza la fa più il "saper giocare" o meglio, saper sfruttare a fondo tutte le possibilità offerte dalla situazione, piuttosto che avere un personaggio maxato al 100%.
Beh, non è così scontato in un gioco (discorso generale questo...) dove sono previsti livellamenti più o meno pesanti.