Anno bello e particolare il 2023 per me.
Complice la nascita della piccola secondogenita a maggio, il tempo da dedicare ai ludi è stato inferiore al 2022, ma in compenso ho avuto ben altre soddisfazioni.
IL PIÙ GIOCATO
Fields of Arle è stato nettamente il gioco che ha visto più di frequente il tavolo (credo di aver sfiorato le 100 partite nei primi 6 mesi del 2023) ma ciò è dovuto alle sessioni di playtest dell’espansione a cui ho lavorato negli ultimi due anni. Ora l’opulenta scatolozza di FoA merita un periodo di pausa: iniziava a sembrare più “lavoro” che gioco, ma mannaggia a lui, quanto è piacevole giocarci ancora nonostante le centinaia di partite fatte.
IL MIGLIOR TITOLO PROVATO
Sidereal Confluence. Sulla carta doveva essere un titolo nelle mie corde. Ha finito col diventare semplicemente uno dei miei titoli economici preferiti. L’unico in grado di esplorare un insieme di dimensioni (intuito, colpo d’occhio, rapidità nella valutazione, pensiero laterale, capacità negoziale, commerciale, persuasiva, di vendita e di acquisto, e di lettura del mercato) per lo più ignote al 99% dei german. Bestia rara, unica e bizzarra, ornitorinco del gioco da tavolo, capolavoro misconosciuto, folgorante e insperato.
I CLASSICOZZI REINTAVOLATI
Game of Thrones the Board Game ha visto il tavolo ben 3 volte in un anno (mica male come media), senza contare qualche partita fatta a turni online. Ecco, rigiocare a questo titolo è stata una delle esperienze più significative dell’anno, perché ha rifocalizzato ancora una volta cosa sia per me il gioco in una delle sue massime espressioni. L’interazione complessa, profonda, sfaccettata e a tratti imperscrutabile di giochi come questo o Maria è qualcosa di irraggiungibile, trionfo e traguardo del gioco da tavolo.
Pure un
TI4 sono riuscito a spararmi (feat.
@kopalecor,
@rikicorgan,
@Ahab,
@CastoroBoy), in 6 giuocatori. L’espansione mi ha fatto salire ulteriormente l’apprezzamento per il gioco. Partita epica as usual.
Chicago Express è stata una delle riscoperte migliori: una chicca di gioco, veloce, profondo, cattivo e interattivo come pochi.
Imperial 2030, Caylus, In the Year of the Dragon, Brass Lancashire, Agricola: anche questi classiconi li ho rivisitati a dovere durante l’anno.
LE SPLOTTERATE
Categoria a parte, che gioco prevalentemente online.
Ho continuato a giocare
The Great Zimbabwe, e un po’ meno
Indonesia,
Antiquity e
Bus. Ma il più giocato è stato senza dubbio il nuovo arrivato.
Horseless Carriage ho avuto modo di testarlo adeguatamente, anche al tavolo: grande gioco condito da svariati colpi di genio… anche se fa di tutto per farsi odiare sia durante il setup, sia una volta apparecchiato, con la sua ergonomia “birichina”. Chiede buona volontà e costanza. Gioco per splotteristi ortodossi come Antiquity e Indonesia.
LE PORCELLATE (OINK! OINK!)
A Fake Artist goes to New York è stato intavolato a ripetizione. E ogni volta ha garantito risate dal primo all’ultimo minuto di gioco.
Anche
Startups ha visto il tavolo più volte: un bel giochino davvero, che ti tiene in bilico fino alla fine.
ALTRI INTAVOLAMENTI DEGNI DI NOTA
Ark Nova ho continuato a giocarlo ed apprezzarlo, specie online. Stesso dicasi per
Carnegie, anche se…
…ho infine intavolato di recente
Oathsworn, suo potenziale rivale per il Magnifico, e mi è piaciuto tanto. Col senno di poi, avrei visto bene un riconoscimento anche per questo signor American: una sua vittoria al Magnifico sarebbe suonata tutt’altro che immeritata.
War of the Rings the Card Game ha visto il tavolo varie volte: forse non del tutto la mia tazza di tè, ma gioco particolare e senz’altro valido.
Nemesis Lockdown… vabbè, dai, è una variante di Nemesis, poteva forse non scaldare il mio cuore?
Sky Team mi è piaciuto: veramente un ottimo giochillo, nella sua semplicità. E per dirlo uno che non ama molto i piazzamento dadi, non è cosa da poco.
Tramways ho avuto modo di riprovarlo per qualche partita in solo, in 2 e in 4: ogni volta offre un bagno di sangue. Si conferma uno dei miei german preferiti.
Barrage ho continuato a giocarlo online: arranco ancora, spesso, ma è un arrancare di prima qualità.
Spirit Island pompato con
Jagged Earth e B&C ciclicamente ha fatto capolino sul mio tavolo: rimane la mia scelta elettiva come solitario. Con buona pace di altri titoli come
Pavlov’s House, Too Many Bones, Under Falling Skies e Nemo’s War, tutti ottimi e apprezzati nell’ultimo anno, ma che non hanno retto alla mia recente purga di titoli solitari.
EKLUNDATE ET SIMILIA
Ma il 2023 è stato anche un anno particolarmente “alla
@Ahab”
, eklundiano (o para-eklundiano, se includiamo anche Cole Wehrle). Ma tra tutti i giochi intavolati -
Pax Pamir Second Edition, Bios Megafauna, Bios Origins - è stato uno in particolare a rapire il mio corazon:
Stationfall. Quel gioco è in grado ogni volta di attivare l’antimateria nel mio cuore e scappare nella mesosfera con un jetpack.
Stupido sexy-Eklund.
INTAVOLAMENTI FAMILIARI
Col primogenito di 4 anni sono riuscito a giocare molto a
Spinderella, Rhino Hero Super Battle e pure
Cronache di Avel.
Molto soddisfatto.
INTAVOLAMENTI MENO FELICI
Salto a piè pari i tanti giochi che ho provato, magari ho anche apprezzato, ma non hanno lasciato più di tanto il segno nella mia annata.
Cito invece alcuni titoli che hanno purtroppo deluso - chi più chi meno - le mie aspettative:
Challengers. La parte di risoluzione che si svolge col pilota automatico proprio non mi avvince, è più forte di me.
Earth. Un titolo più piatto della Terra stessa. Perché è piatta, giusto?
Autobahn. Mannaggia a chi non l’ha sviluppato a dovere: poteva diventare un gran bel titolo.
The Wolves. Amaro in bocca per la scalabilità e la controllabilità che ritengo scarse. Certe volte bisognerebbe avere il coraggio di scrivere sulla scatola 2-3 (al limite 2-4) anziché 2-5.
Boonlake. Pfister, ti prego, ricomincia a fare giochi nuovi: questo manierismo sta diventando insopportabile.
Small City Deluxe. Aspettative troppo alte per la combo Viard+city building. Mi sono ritrovato per le mani un titolo che si perde in complicazioni che proprio non ho gradito.
Mo’ vedremo cosa riserverà questo 2024: di certo il richiamo del trittico (delle delizie?) composto da Hegemony, Oath e John Company Second Edition è potentissimo.
Buon Anno!