Prima partita Betrayal
Grazie ragazzi, vedo che vi è piaciuto molto il gioco
Ieri ho fatto una partita con il solito gruppo ludico e...rullo di tamburi...ci è piaciuto tantissimo!!
2 orette divertenti, setup praticamente di 2 minuti, spiegazione regole altri 2 minuti
Sono molto soddisfatto.
PaoloCol da quanto ho capito i manuali caricati da "Letandor" sono della prima edizione...
Pubblico di seguito il resoconto della partita di ieri un po'...romanzato da me. Se qualcuno ha voglia di leggerlo faccia pure, sono graditi commenti
!!!ATTENZIONE, CONTIENE UNO "SPOILER" SULLO SCENARIO 44!!!
LA MORTE CI PRENDERA' TUTTI
(resoconto della prima partita a Betrayal at House on the Hill)
"Padre, mi devi aiutare"..."Mio figlio è rimasto intrappolato nella casa sulla collina".
Padre Reinhardt era riuscito con fatica ad interpretare ciò che la giovane zingara gli aveva detto poco prima, dopo essere piombata in casa sua all'improvviso con le lacrime agli occhi. Aveva detto di chiamarsi Zostra e parlava un inglese molto stentato, ma il messaggio era chiaro: aveva bisogno di aiuto.
Il prete prese con sè la bibbia, un rosario ed una torcia elettrica e si mise in macchina su cui già l'aspettava la zingara.
"Non chiamare la polizia" disse la giovane "ho paura che ci possano cacciare".
Un uomo della sua età avrebbe dovuto agire con prudenza, ma il volto della donna era una maschera di preoccupazione e lui aveva giurato in passato di difendere qualsiasi essere vivente bisognoso di aiuto e comprensione.
In circa venti minuti arrivarono a Meadow Hill, un'altura ai limiti della città coperta da querce e salici: sulla sommità della collina faceva capolino tra i rami scheletrici una vecchia casa abbandonata.
Padre Reinhardt parcheggiò ai piedi dell'altura: la gitana e suo figlio avevano cercato riparo la notte precedente tra le mura di quella catapecchia, ma il figlioletto si era perso tra le stanze buie e decrepite...forse si era pure ferito.
Una volta in cima all'altura il prete e la zingara videro due figure ferme davanti alla porta: erano un ragazzo massiccio e una bambina.
"Che succede qui?" domandò il prete rivolgendosi agli estranei.
"Io e mia sorella stavamo facendo una passeggiata" rispose il ragazzotto "e abbiamo sentito un pianto provenire dalla vecchia villa dei Beackslett. Io sono Darrin e lei è Missy".
"Ashker, mio figlio...sarà in pericolo! Presto, entriamo".
Il gruppetto di quattro persone spalancò il portone di ingresso e fece per entrare, ma una voce dietro di loro li fermò: "Hey gente, calma".
Era una ragazza sui 25 anni, alta, mora, in abiti casual.
"Avete visto per caso un tizio un po' strambo girare da queste parti? Alto, magro, occhialetti tondi?".
Nessuno rispose.
"E' mio zio: so che era da queste parti per alcune ricerche...è un professore di antropologia, un po' suonato. E' da una settimana che sto cercando di mettermi in contatto con lui senza successo. Giù in città mi han detto che l'han visto salire a Meadow Hill due sere fa. Ho girato tutta la zona, mi rimane solo di dare un'occhiata in questa casa fatiscente...non è che posso unirmi a voi di modo da non restare sola? A proposito, il mio nome è Jenny".
Uno strampalato gruppetto di cinque "esploratori" varcò la soglia della vecchia Villa Beackslett. Erano già le 18.00 e il crepuscolo avanzava tra i rami pendenti dei salici.
La casa era davvero in rovina: tappeti tarmati, assi scricchiolanti, lampadari crollati per metà...la struttura aveva visto di certo giorni migliori.
"Fate attenzione" mormorò Padre Reinhardt "questa dimora è piena di pericoli".
"Forse se ci dividiamo faremo prima" suggerì il Darrin. L'idea, bocciata da Padre Reinhardt, venne accolta di buon grado dagli altri: il Padre e la Zingara scelsero di esplorare il pianterreno, Jenny, il ragazzo e la bambina salirono al piano superiore.
Rimasero nella casa per parecchie ore in cerca del piccolo Ashker: ad un certo punto Padre Reinhardt si ritrovò da solo in una stanza con i mobili completamente carbonizzati...il fuoco era stato appiccato di recente.
Lo sconvolse però il ritrovamento di quello che restava di un uomo: giaceva in un angolo della stanza e pareva una mummia tanto era secco e rugoso...tra le mani, o quello che ne restava, teneva un medaglione d'oro con incisioni sopra.
"Zio Paul! Oh mio Dio!" esclamò Rebecca, la nipote dell'antropologo comparendo sulla soglia "Che cosa ti è successo?". Una lacrima scese sulle guance della ragazza.
Padre Reinhardt percepì un nuovo brivido nella schiena: quella che poche ore prima era una ragazza nel fiore degli anni sembrava una cinquantenne con le rughe già marcate. Era forse uno scherzo delle tenebre che permeavano quella dimora?
Il prete raccolse il medaglione dalle mani dello sfortunato ricercatore: rialzandosi si trovò davanti ad uno specchio in parte carbonizzato, appeso alla parete.
La sua faccia era una maschera di vecchiaia: dimostrava ottant'anni e non sessanta come in realtà avrebbe dovuto essere. Si sentiva spossato e dolorante.
La tremenda mutazione colpì anche gli altri: Darrin appariva come un quarantenne vissuto e, cosa più sconvolgente, Missy, che entrata nella casa aveva 10 anni, ora sembrava cresciuta all'improvviso fino a farsi trentenne!
"Dobbiamo uscire di qui" disse il ragazzo "o di non noi resterà che un mucchio di polvere".
"Polvere eri e polvere tornerai" bisbigliò il prete appoggiandosi ad una sedia per non cadere dalla stanchezza.
"Non voglio restare qui un minuto di più" fece eco la Missy.
"Non andrete da nessuna parte!" esclamò una voce proveniente dal corridioio.
Zostra entrò nella stanza bruciata: "Siete stati proprio degli stupidi ad abboccare alla storia del piccolo bambino sperduto nella casa. Ora la casa prenderà voi".
Tutti poterono vedere che la zingara non era invecchiata per niente, anzi sembrava un fiore fresco. "La casa ha bisogno di nutrimento e ogni minuto che passate qui dentro donate la vostra energia alla casa, in cambio io rimango giovane".
Zostra si dileguò nel corridoio tetro: il ragazzo corse giù per le scale e si fiondò contro la porta d'ingresso...era chiusa.
"Siamo spacciati" gridò la nipote dell'antropologo, mentre le comparivano altre rughe sul viso e le mani si coprivano di macchie scure.
"Guardate" sibilò il prete "su questo medaglione ci sono delle incisioni in latino...sembrano le istruzioni per un rituale. Forse tuo zio aveva trovato la chiave per porre fine a questa follia".
"Povero zio Paul".
"Presto, prendete della cenere...bisogna mescolarla con del sangue e tracciare questi simboli sugli stipiti delle porte di ogni stanza della casa, fate presto..." disse Padre Reinhardt con un sospiro prima di cadere a terra privo di sensi. Il suo corpo si stava riducendo ad una carcassa avvizzita.
Un pendolo battè mezzanotte: quattro persone erano impegnate a compiere un rituale che pareva privo di senso, ma forse era l'unica speranza per uscirne vivi.
Ogni tanto la voce della zingara risuonava tra le pareti "Illusi, non ce la farete mai. Il tempo fugge, tic tac tic tac...".
Ultimato l'ultimo simbolo scese il silenzio sulla casa...poi un urlo agghiacciante squarciò la notte: era il grido di Zostra, dilaniata dalla sua stessa magia nera.
Jenni corse a guardarsi in uno specchio e vide che le rughe stavano scomparendo. La prova tangibile della fine dell'incubo eraMissy, tornata bambina e con i suoi boccoli biondi ancora freschi.
Padre Reinhardt era tornato quello di prima, la schiena si era raddrizzata e l'ombra di morte era sparita dal suo visto.
Uscendo dalla casa i quattro trovarono un mucchio di polvere davanti alla porta di ingresso: su questo era poggiata la collana indossata dalla zingara.
Il pericolo era scampato e nell'aria fresca della notte gli "esploratori" si sentirono rinvigoriti: erano tornati quelli di sempre, ma in fondo al loro cuore sentivano che quella potente magia gli aveva portato via per sempre un pezzo della loro storia.