[Gioco] Creiamo una storia

titillo80

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"Tanto spreco" esordì l'allibratore mentre vacillava dalla balaustra, quando all'improvviso sentì qualcuno scapicollarsi dietro urlando: "Fermati! Oltre non proseguire, potresti avvistare orrori".
Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì. L'allibratore trasecolò: "Santiddio!".
Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità: la Creatura Aberrante era vittima di un equivoco.
Infatti non esisteva la dinastia e nemmeno un erede legittimo e, peggio ancora, nessuno su Saturno ha mai visto una medusa atrofica.
Di contro, la Creatura Aberrante, penosamente respirava a fatica nell'atmosfera terrestre, eppure desiderava comunicare a tutti la volontà atroce di recarsi lí. Pertanto decise di volare verso il "buco-nero-spazio-temporale", così facendo emise un rutto propulsivo extradimensionale e svanì teletrasportandosi su Saturno.
Ma fu un errore fatale, perché su Saturno vi erano già morti gli esseri Aberranti, e tornarci avrebbe voluto dire perenne solitudine.
Nonostante ciò era tormentato perché attratto dal desiderio di solitudine sempiterna. In ogni caso, arrivata [244]
 

computer82

Grande Goblin
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"Tanto spreco" esordì l'allibratore mentre vacillava dalla balaustra, quando all'improvviso sentì qualcuno scapicollarsi dietro urlando: "Fermati! Oltre non proseguire, potresti avvistare orrori".
Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì. L'allibratore trasecolò: "Santiddio!".
Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità: la Creatura Aberrante era vittima di un equivoco.
Infatti non esisteva la dinastia e nemmeno un erede legittimo e, peggio ancora, nessuno su Saturno ha mai visto una medusa atrofica.
Di contro, la Creatura Aberrante, penosamente respirava a fatica nell'atmosfera terrestre, eppure desiderava comunicare a tutti la volontà atroce di recarsi lí. Pertanto decise di volare verso il "buco-nero-spazio-temporale", così facendo emise un rutto propulsivo extradimensionale e svanì teletrasportandosi su Saturno.
Ma fu un errore fatale, perché su Saturno vi erano già morti gli esseri Aberranti, e tornarci avrebbe voluto dire perenne solitudine.
Nonostante ciò era
"Tanto spreco" esordì l'allibratore mentre vacillava dalla balaustra, quando all'improvviso sentì qualcuno scapicollarsi dietro urlando: "Fermati! Oltre non proseguire, potresti avvistare orrori".
Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì. L'allibratore trasecolò: "Santiddio!".
Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità: la Creatura Aberrante era vittima di un equivoco.
Infatti non esisteva la dinastia e nemmeno un erede legittimo e, peggio ancora, nessuno su Saturno ha mai visto una medusa atrofica.
Di contro, la Creatura Aberrante, penosamente respirava a fatica nell'atmosfera terrestre, eppure desiderava comunicare a tutti la volontà atroce di recarsi lí. Pertanto decise di volare verso il "buco-nero-spazio-temporale", così facendo emise un rutto propulsivo extradimensionale e svanì teletrasportandosi su Saturno.
Ma fu un errore fatale, perché su Saturno vi erano già morti gli esseri Aberranti, e tornarci avrebbe voluto dire perenne solitudine.
Nonostante ciò era tormentato perché attratto dal desiderio di solitudine sempiterna. In ogni caso, arrivata l'alba [245]
 

gaborambo

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Iperattivo! Osservatore Love Love Love! Spendaccione! Free Hugs! Perfetto come un diamante! 1 anno con i Goblins! 5 anni con i Goblins!
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Era Mario, martoriato così intensamente da essere moribondo, eppure (era) un angelo caduto... "ecco, la spada perduta. Ficcala all'alba nell'occhio del giovane balordo". La speranza vacillò quando l'allibratore inciampò e l'angelo Mario svanì. L'allibratore trasecolò: "Santiddio!".
Poi venne il momento fatidico di varcare l'antro. Dentro si parò d'innanzi il Balordo, armato e pericoloso. Un luccichio nell'occhio di vetro dell'allibratore scatenò l'ira funesta dell'umanoide, che all'improvviso si avventò.
Nel frattempo il gatto nero soffiava sulla soglia, consapevole e responsabile di essere uno spirito dedito all'equilibrio delle anime perdute. Di conseguenza decise di intervenire modificando gli eventi: il balordo si dissolse nel nulla e l'allibratore riacquistò la giovinezza sprecata.
"E l'occhio...?" si domandò l'allibratore, cercandolo dentro il borsello di Balenciaga vi trovò invece il grimorio dell'angelo Mario.
Silenziosamente, con la spada perduta trafisse il grimorio e istantaneamente morì.
Una voce, dall'oltretomba, tuonò: "Daccapo, che spreco!".
E nell'oscurità ricomparvero le antiche Custodi del Tempo che con un gesto resettarono il continuum di consapevolezza. "Non comprendo" dissero.
E con un gesto resettarono il Tempo, dissolvendosi. E nell'oscurità ricomparvero in un loop l'allibratore e Mario, che riscomparvero, e ricomparvero, e... in loop!
Fintanto che ciò accadeva, la storia non sarebbe proseguita.
Fu allora che il gatto nero si palesò in tutta la sua magnificenza e alzando la zampa miagolò:"RESURGAT... (emh) RISORGANO TUTTI!".
Il loop cessò, finalmente!
L'allibratore, il Balordo, l'angelo Mario, istantaneamente ripresero forma. Il Balordo prese per primo l'iniziativa e parlò: "Amici, il maleficio perenne che ci costringeva a combatterci è spezzato. Tuttavia voi morirete... a meno che non mi consegnate l'erede della dinastia dei Sacco-Borsoni". Era questi una creatura aberrante che viveva in simbiosi parassitaria con una medusa atrofica, su Saturno. Ma nessuno dei presenti conosceva la verità: la Creatura Aberrante era vittima di un equivoco.
Infatti non esisteva la dinastia e nemmeno un erede legittimo e, peggio ancora, nessuno su Saturno ha mai visto una medusa atrofica.
Di contro, la Creatura Aberrante, penosamente respirava a fatica nell'atmosfera terrestre, eppure desiderava comunicare a tutti la volontà atroce di recarsi lí. Pertanto decise di volare verso il "buco-nero-spazio-temporale", così facendo emise un rutto propulsivo extradimensionale e svanì teletrasportandosi su Saturno.
Ma fu un errore fatale, perché su Saturno vi erano già morti gli esseri Aberranti, e tornarci avrebbe voluto dire perenne solitudine.
Nonostante ciò era tormentato perché attratto dal desiderio di solitudine sempiterna. In ogni caso, arrivata l'alba si accorse subito [244]
 
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