La Venere di Paolo Parente

L’espansione per le mitiche battaglie di Pantheon dedicata alla Dea della Bellezza e all’incantatrice Circe ci permette di celebrare tanto il sommo Sandro Botticelli, quanto un disegnatore contemporaneo che molto del suo estro ha saputo donare al mondo del gioco. 

Approfondimenti
Era l’anno del Signore Supremo 1995 quand’ebbi tra le mani quella copertina. Ero ben lungi dall’essere cavaliere e non detenevo nemmeno l’ombra dei miei attuali punti di forza e capacità peculiari. Ma parlando di passioni, già allora il giuoco in diverse forme era parte integrante della mia vita. Io gioco sin dall’infanzia e non ho mai, mai, mai smesso. A quei tempi giocavo da tabula, anche se come potrete comprendere la scelta era ben più limitata di oggi, e ricorrentemente mi cimentavo in giochi di carte… ma principalmente giocavo di ruolo. Quest’ultima passione mi condusse in una particolare strada della nostra capitale TamaRomalir, appellata ancor oggi “degli Scipioni”, ove era situata una bottega forse nata PerGioco ma di ludiche meraviglie ricolma, all’interno della quale la compagnia d’avventurieri che la gestiva aveva l’abitudine di spiegare ed insegnare oltre che vendere, con l’entusiasmo di chi sa perfettamente che sta aprendo a dei giovani le porte di mondi fantastici e di storie indimenticabili. Fu proprio a Castel Pergioco di Via degli Scipponi (simpatico nomignolo affibbiato alla contrada da uno dei miei sodali per la cospicua quantità di sudate monete d’argento che venivano da noi investite all’interno del maniero) che sfogliai le pagine di un numero di Kaos. Relativamente a quello che ha significato Kaos per tanti di noi si potrebbero scrivere pagine e pagine di articoli, storie, ricordi. Edita dalla Granata Press in origine e poi ceduta alla Nexus Editrice, Kaos è stata una delle riviste italiane più longeve, celebri ed importanti tra quelle dedicate al mondo del gioco in molte forme, con particolare attenzione rivolta a quelli di ruolo. La prima redazione annoverava nientemeno che l’eminente Roberto Di Meglio e altre figure di gran rilievo come Marcello Missiroli e Simone Peruzzi. Kaos, considerando l’epoca, era una meraviglia. Ogni numero conteneva un dossier dedicato ad un argomento fortemente legato alle sfaccettature del fantastico: dal Signore degli Anelli a Guerre Stellari passando per i Draghi, i Vampiri, i Viaggi nel Tempo e Ken il Guerriero.
Paolo Parente
Vi erano approfondimenti, notizie ed anticipazioni, avventure pronte, giochi completi, rubriche dedicate agli argomenti più vari (dal come dare vita ad una piccola associazione alla guida per organizzare un torneo locale), fumetti e bacheche utili per conoscere altri giocatori in tutto il regno. Detto ora sembra poca cosa ma tutto questo per molti di noi ancora oggi rappresenta un pezzo di cuore. Il numero che avevo in mano quel giorno era “vecchio”, di tre anni prima, ma lo avevo preso poiché stavo provando a recuperarli tutti ed anche perché la copertina mi aveva incuriosito. Vi era ritratto un Nazgul in sella ad un’oscura Bestia Alata, con un Gollum terrorizzato che prova a nascondersi dietro ad una spelonca rocciosa allo sguardo scrutatore dello Spettro dell’Anello. L’autore di tale disegno era quello che oggi è doveroso ritenere un maestro nel suo campo, ovvero Paolo Parente. Complice l’incrocio del destino con nientemeno che Giovanni Ingellis (uno dei padri della ludica nel regno italico), già nell’Anno del Signore Supremo 1990 Paolo Parente era divenuto curatore delle illustrazioni per l’edizione italiana di Girsa, ovvero il primo Gioco di Ruolo del Signore degli Anelli, e di altri celebri giochi che marciavano cantando l’idioma di Dante e Manzoni sotto il vessillo della Stratelibri; indimenticabili alcune sue illustrazioni per Cyberpunk 2020 ormai divenute iconiche nell’ambito di quell’universo distopico. Poco tempo dopo fu
Magic: l'Adunanza - Wizards of the Coast
possibile ammirare il suo tratto nei fascicoli delle Mutant Chronicles, un’ambientazione che avrebbe costituito le fondamenta per giochi di carte, di miniature, di ruolo e molto altro, come Doom Trooper e Warzone.
 
La sua consacrazione definitiva al di là degli oceani giunse di lì a breve anche grazie ai fumetti marchiati Dark Horse, al Conan il Barbaro per la Marvel e alle sue carte per Magic l’Adunanza. Da Kult al recente Anastyr, passando per Chronopia, poi il primo gioco di carte dedicato a Dune, Deadlands, Cadwallon, The Others, Doomtown… l’elenco di giochi a sostegno dei quali Paolo Parente ha sfoderato la spada del suo stile è sterminato. E parliamo di un tratto penetrante al pari di lama affilata e carico di personalità come l’impatto di un ariete d’assedio, che ben si adatta tanto ad immagini cupe e tenebrose quanto agli ipertrofici e imponenti eroi delle storie di spada e stregoneria. Senza dimenticare il fascino femminile, cui l’artista riesce a restituire una sensualità peculiare e distintiva. É nell’ambito di moda e abbigliamento ch’egli aveva forgiato il suo talento e ciò si può riscontrare anche nella cura dei dettagli relativi agli abiti indossati dai protagonisti delle sue opere.

“Tutte le informazioni che appresi nella tecnica della costruzione dei capi si possono notare in alcuni disegni. Io sono tra gli illustratori che disegnano una giacca che è fatta proprio come una giacca vera”.

Dust 1947
Ma non si può parlare del ruolo svolto da Paolo Parente nel mondo del gioco senza citare Dust 1947, un universo ucronico da lui concepito, di ispirazione storico-fantascientifica e di matrice “dieselpunk” che prende le mosse da una versione alternativa della seconda guerra mondiale, teatro per tutta una serie di prodotti tra cui giochi da tavolo/di miniature e fumetti. Inoltre, in seguito a uno dei suoi primi viaggi in Terra d’Oriente, per alcuni anni è anche divenuto una figura di riferimento per quanto riguardava la supervisione nella genesi di miniature di altissima qualità,
Battlestar Galactica Starship Battles
a Shenzhen, ove avevano luogo le fasi di in ingegnerizzazione, creazione dello stampo, produzione dei pezzi in plastica e pittura industriale per molti celebri giochi, come ad esempio le miniature di X-Wing e Armada per Fantasy Flight; Conan, Batman e Mythic Battles per la Monolith; quasi tutti i giochi della CMON, a parte il primo Zombicide e poco altro; la Guerra dell’Anello per Ares…

“…e pezzi bellissimi, davvero bellissimi, ne andiamo fieri, per Battlestar Galactica Starship Battles: ci sono addirittura i nomi dei piloti sulle navette che sono scritti così piccoli che però, se guardi con la lente d’ingrandimento, è tutto perfettamente leggibile”. 

Undraal e Maki - Zombicide, Black Plague - CMON
Ma se oggi stiamo narrando in codesta disamina di Paolo Parente è soprattutto perché ha anche firmato alcune espansioni speciali per giochi come Zombicide, Conan e le Mitiche Battaglie di Pantheon. Infatti sono opera sua le illustrazioni dedicate alla procace Maki alle prese in epoca moderna con lenti ma voraci morti viventi, come pure Undraal, regina del nord posta di fronte a problematiche similari… seppur nel medioevo cupofantastico della Peste Nera e più recentemente nelle lande selvagge di Anastyr. Medesimo discorso tra gli altri per la Valchiria di Vanir e per le sensuali Salomè e Valeria, quest’ultima nella sua versione di guerriera pura, più in forma che mai e pronte a dire la loro con fascino e perizia nelle avventure del barbaro di Cimmeria. E il prode Sir Alric sta citando solo alcuni dei molti personaggi cui l'artista ha donato fattezze e sfumature.

 

La Paolo Parente's Guest Box per Pantheon

Restando in casa Monolith ma tornando a concentrarci sulle leggende elleniche, è ancora una volta dal suo pennello che nascono tanti ritratti di Pantheon, ad esempio quelli della divina Artemide e delle sorelle amazzoni Ippolita e Pentesilea. Lo scrigno d’espansione per Pantheon che di Paolo Parente porta il nome e i disegni è invece interamente consacrato alla Dea della Bellezza Afrodite e alla maga Circe.

Entrambi questi personaggi già sono presenti nel Pandora’s Box che contiene tutti gli stretch goal della campagna kickstarter. Ai tempi della prima presentazione di tale espansione, l’Afrodite e la Circe contenute qui non differivano per statistiche e regole, ma rappresentavano versioni dissimili dalle originali solo per quanto riguardava le immagini e le miniature. Questo vale ancora per la temibile incantatrice, mentre è notizia di queste ultime settimane che nella ristampa conseguente alla più recente campagna di raccolta fondi, la Dea dell’Amore apparirà in veste alternativa anche dal punto di vista delle peculiarità in giuoco effettivo. 

Circe

La nuova miniatura di Circe
“E quella, subito uscì e aprì le porte splendenti e li invitò: essi, stolti, tutti insieme la seguirono. […] Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi, e per essi formaggio e farina e giallognolo miele mescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunse veleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra. Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subito li percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile. Ed essi di porci avevano e testa e voce e peli e tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima”.
Omero, Odissea

Al posto dei lupi presenti tra gli stretch goal, qui ad accompagnare Circe troviamo dei maiali, avendo lei nel mito il cordiale vizietto di trasformare gli uomini giunti nella sua isola in animali, per poi asservirli a vita. Cosa che può fare anche durante le partite e le battaglie nei confronti delle truppe semplici sotto il controllo del nemico grazie al potere della Metamorfosi. Magari il suo primo fidanzato si era comportato male, la lasciava sola tutti i fine settimana per andare a giocare da tabula, e lei è diventata un pizzico rancorosa. Va precisato che pure questi suidi grassottelli non divergono per caratteristiche e talenti dai lupi del Pandora’s Box e ancora una volta trattasi di differenziazione unicamente tematica. In combattimento Circe dà il suo meglio se scortata da truppe semplici in aggiunta ai suoi lupi o suini, che le permettono di assestare attacchi a tradimento, di spronarle con foga verso la battaglia e di utilizzarle parzialmente come scudo. Se invece doveste affrontarla in quanto nemica, tenete lontane le vostre di truppe comuni per non farle cadere vittima della sopracitata Metamorfosi, bensì affidatevi ad un’unica gagliarda unità dotata di un efficace attacco ad area che faccia arrosto in un paio di soffi sia lei, sia i suoi improvvidi lacchè. Altrove lo chiamano l'approccio-Targaryen, qui basta un qualcosa come Cerbero, e invero la scelta tra le creature che nelle loro offensive investono zone intere è assai ampia. 

Afrodite

La divina Afrodite
“… Zacinto mia, che te specchi nell'onde 
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso…”

In apertura del più celebre trai suoi sonetti, Ugo Foscolo narra in endecasillabi le origini della Dea dell’Amore, sorta nei pressi di Citera dalla spuma dello stesso mare che giunge a baciare anche le rive dell’isola natia del poeta, attualmente conosciuta col nome di Zante. Incanto, splendore e passione erano i paradigmi di Afrodite, ma anche il fascino del mistero che il mortale può solo intravedere, poiché l’occhio terreno fatica a sostenere e contenere la bellezza quand’essa si manifesta nella sua massima espressione: anche ai giorni nostri si parla della sensazione di ottenebramento, scossa e vertigine, sia fisica che mentale, che investe individui particolarmente sensibili se posti al cospetto di opere d’arte d’impareggiabile magnificenza, ovvero la Sindrome di Stendhal. Ne sono stati affetti, per esempio, anche alcuni tra coloro che hanno potuto ammirare una marmorea scultura priva di braccia, enigmatica alchimia di molteplici stili risalenti al periodo ellenico classico, ritenuta attendibile riferimento per quanto riguarda i canoni della bellezza femminile relativamente a tale epoca et cultura: la maniera in cui era chiamata la Dea dell’Amore dai latini e il nome dell’isola delle Cicladi in cui venne rinvenuta nell’800, di basamento originale ed entrambe le braccia priva, hanno fatto sì che essa oggi sia universalmente nota come la Venere di Milo

Tornando a portare la nostra marziale attenzione sui campi di battaglia di Pantheon, occorre ricordare che la divina Afrodite contenuta in quest’espansione speciale condivide molte caratteristiche con quella presente nel Pandora’s Box degli stretch goal: entrambe possiedono i talenti Attacco Furtivo e Protezione Ravvicinata, particolarmente utili se la Dea è fiancheggiata da alleati; ambedue godono di un eccezionale valore di movimento pari a tre, ergo la velocità di spostamento terrestre di Afrodite Citerea è sempre e comunque a dir poco stupefacente; tutte e due vantano il prodigio ed epiteto di Irresistibile, che impone a chi volesse attaccarla, direttamente o mediante una facoltà speciale, di scartare una carta Arte della Guerra, tant’abbagliante è il suo fascino per qualunque creatura la miri. 

Passiamo a parlare dei cambiamenti, confermati dalla Monolith proprio in queste settimane. L’Afrodite del Paolo Parente’s Guest Box non spronerà e fomenterà le truppe semplici sue alleate migliorandone le prestazioni belliche, ma sarà particolarmente versata nell’appropriarsi di omphalos posti anche in aree adiacenti alla propria: questo la rende più indicata della “gemella” in scenari in cui vogliamo puntare a vincere tramite il raccoglimento di frammenti divini o di equivalenti oggetti-obiettivo. Questo anche perché manterrà un’ottima agilità anche se ferita gravemente, rispetto all’Afrodite originale che poteva essere più facilmente ridotta all’immobilità se colpita molto duramente. La modifica più sostanziale sarà la presenza del prodigio Rivalsa che andrà a sostituire Vendetta. Quando la divina sposa di Efesto subirà danni in seguito a un attacco, il suo controllore potrà scartare una carta Arte della Guerra per infliggere automaticamente, senza tiri, senza test, preghiere o miracoli, una ferita all’unità che l’ha attaccata.

La Nascita di Venere, Sandro Botticelli

É un deterrente di cui tener conto volendo recare impunemente offesa al suo incantevole corpo. Nell’Antica Grecia se oltraggi l’arte, la bellezza o ancor peggio la Dea che più d’ogni altra investe clessidre in scelta di abbigliamento, trucco e parrucco, non potrai poi sfuggire alle conseguenze del tuo insano gesto.

"La Venere di Botticelli è tanto bella che non rileviamo l’innaturale lunghezza del collo, le spalle spioventi e lo strano modo con cui il braccio sinistro è raccordato al corpo. O, piuttosto, dovremmo dire che tutte queste libertà che Botticelli si prese con la natura per ottenere la grazia della linea, accrescono la bellezza e l’armonia del disegno, in quanto accentuano l’impressione d’un essere infinitamente tenero e delicato, spinto alle nostre rive come un dono del cielo". Ernest Gombrich

Gli elogi e gli avvertimenti del prode Sir Alric

Circe
All’interno di questo scrigno non sono presenti scenari o campagne. Non è possibile considerare quest’espansione sostanziale ai fini del gioco effettivo, al netto di un’Afrodite leggermente più efficace in codesta incarnazione nella maggior parte dei contesti tattici. Le raffigurazioni sono senz’altro pregne d’una sensualità più esplicita, esaltata dal tratto di Paolo Parente e sospesa tra l’ironico e l’allusivo passando per un più incisivo impatto visivo; tali immagini e miniature per molti potrebbero rendere maggiormente giustizia ai soggetti ritratti e al ruolo che incarnano nell’immaginario erotico ispirato dalla mitologia greca, rispetto alle comunque apprezzabili ed eleganti versioni originali della Dea e dell'incantatrice. É questione di ciò che si apprezza di più. 

Laddove i lupi del Pandora’s Box sono indubbiamente più tetri ed inquietanti, i suini di quest’espansione rimandano in maniera fedele al mito e all’animale più citato per quanto riguarda i sortilegi trasfiguranti di Circe, anche se tante e diverse erano le fiere, un tempo uomini, che popolavano l’isola di Eea, lussureggiante quanto periglioso paradiso-trabocchetto che le leggende collocano tra le acque del Mar Tirreno. Si tratta di sfumature. I guerrieri duri e puri che bramano fondamentalmente nuove unità, truppe, eserciti, mappe, scenari, campagne e gloria dovrebbero volgere il proprio fiero sguardo verso tutt’altre espansioni prima di pensare a questa.

Tuttavia per l'impavido Sir Alric è stato un onore e un piacere celebrare una volta ancora il talento di un artista originario del regno italico molto legato agli universi fantastici del gioco, che ha saputo dare forma concreta al suo estro tanto ad oriente quanto ad occidente, oltre oceani e confini: perché il linguaggio del talento e della passione non ha bisogno di traduttori e forse, nella sua essenza, incarna l’autentico esperanto dell’umanità.

Da guerriero a guerrieri,
fate di tutto per non lasciar spegnere mai la fiamma delle vostre passioni.
E soprattutto mai, mai, mai…
…smettere di giocare.

Commenti

bello, bello, bello!!!

Mitico Kaos! Bei tempi! Io ho fatto un percorso simile ma il mio PerGioco era a Milano. E rimasi colpito dalle prime illustrazioni di Paolo Parente già su Rune, che precedette Kaos, assomigliandogli nei contenuti, e sparì prima dell'apparizione del Kaos.

Favoloso Paolo Parente!

Bellissimo!

Che Amarcord!

Grande articolo e grandissimo Parente

Eh, Pergioco di Via degli Scipioni mi fa ringiovanire di 30 anni. Posto davvero magico.

Grande Sir Alric, come sempre

Un articolo bellissimo. Veramente complimenti al suo autore. Una cavalcata indietro nel tempo che ha posto sotto i riflettori un grandissimo illustratore!!!

Prego ogni sera che non lo localizzino in italiano.. altrimenti mi tocca farmi un altro mutuo :D

A parte gli scherzi, bellissimo articolo

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