"Va a dire agli Spartani ,o viandante, che qui, secondo la legge di Sparta, noi giochiamo"
"Nelle Termopili: marciamo. Nello stretto corridoio: marciamo.
Dove i numeri di Serse non conteranno niente".
Delios, 300
L’epica moderna è prima di tutto narrazione tesa spesso ad emozionare colui che ne fruisce, possibilmente senza deluderlo… al fine ch'egli torni a fruire ancora, ancora e ancora. Spesso è il lieto fine, raggiunto magari a prezzo di immani sacrifizi, prove di coraggio, tenacia e superamento di circostanze disperate, ad assicurare al lettore o allo spettatore quel senso di realizzatasi giustizia e la convinzione che, in una qualche maniera, le cose sono andate come dovevano.
Non è un caso isolato. Teseo vince il Minotauro ma esce dal Labirinto solo grazie all’aiuto di Arianna, pronta a tradire persino suo padre Minosse per amore dell’eroe. “L’eroe” la porta con sé verso Atene. Poi però pensa che non farebbe un gran figurone a tornare dai suoi concittadini con la figlia del loro acerrimo nemico come promessa sposa. L’eroe abbandona Arianna su un isolotto. Preso da pensieri di gloria, dimentica di sostituire le sue vele nere con quelle bianche (l'unica cosa che gli aveva chiesto di fare il padre), segno del buon esito della sua impresa a Creta. Re Egeo scorge da lontano le vele nere, pensa che il figlio sia morto e si getta dalla scogliera, dando da quel momento il suo nome al mare della Grecia. L’eroe Teseo sbarca e di lì a poco diventa Re di Atene, dove lo attende una vita di banchetti, piaceri e occasionalmente amazzoni rapite. È uno dei pochi eroi della Grecia che arriva a pancia piena in età matura, con nel talamo figliuole del calibro di Medea e di Ippolita, una specie di Bobo Vieri ellenico.
Eracle nasce con una Dea che lo odia. Non l'ultima delle Dee, tipo quella delle primule o della colazione. Era, la Regina dell'Olimpo. È costretto a compiere imprese pazzesche, le 12 Fatiche, per ottenere la libertà di… vivere in pace. Le compie. Ma la Dea non ci sta, e ne provoca comunque la morte, per di più con l’inganno. Orfeo è innamorato di Euridice, la donna perfetta, bella, simpatica e pure paziente. Euridice lo ama. Un serpente morde Euridice. Euridice muore. Ma Orfeo è pronto a tutto per salvarla. Scende da vivo negli Inferi, la chiamano catabasi, come dicevamo nell'approfondimento di qualche settimana fa trattasi di cosa riuscita a pochissima gente ben selezionata, tipo Dante, Clark Kent e Pegasus. Sir Alric ci ha spedito tanti nemici giocando ai dungeon crawler, ma senza catabasi, a pezzetti. La cetra di Orfeo arriva a commuovere persino l’inflessibile Ade, Nume dell’Oltretomba. Per un istante tutto negli Inferi è immoto, ogni punizione è cristallizzata, ogni dannato e ogni dimonio resta incantato dalla più sublime delle melodie. Gli viene concesso di riportare la sua amata tra i vivi, a condizione che sulla via del ritorno non si volti mai a guardarla. Andrà male, poi malissimo, infine peggio.
Il tenebroso Sir Alric invece ha tanto apprezzato quella scelta, quell’inserimento. Il tema dei pochi contro molti, pronti al sacrificio in nome del bene superiore, è intriso d’una vigoria emotiva lineare ma dirompente. Dalla Chanson De Roland ai Sette Samurai, passando per il Fosso di Helm, arriva dritto ai cuori se narrato con enfasi. Leonida poi non è invulnerabile. Non ha il genio di Ulisse, la velocità (e la differenza reti) di Atalanta o la forza di Eracle. Ma è uno stratega formidabile, una guida che i suoi uomini seguirebbero (e seguiranno) fino all’ultimo sospiro e un guerriero di primordine, specialista nella difesa delle posizioni, senza bisogno di facoltà soprannaturali. In Mythic Battles Pantheon tutto questo è reso benissimo ed è davvero bello vederlo guidare eserciti e in particolare i suoi spartani, forte di talenti quali Falange, Supporto e Guardia, ma soprattutto di capacità speciali come Condottiero Naturale e Muro di Scudi.
È stata quindi una mossa azzeccata concepire quella delle Termopili (più correttamente si dovrebbe dire Termopile, "Le porte calde", ma suona quasi peggio di birra analcolica e caffè decaffeinato) come unica mappa acquistabile separatamente, in forma di add-on, durante le campagne crowdfunding di Pantheon. Parliamo oggi proprio del Campo di Battaglia delle Termopili, una delle espansioni "piccole" più sottovalutate di Mythic Battles Pantheon, anche se, come vedremo, non va affatto consigliata a tutti.
"Qui è dove li bloccheremo! Qui è dove combatteremo! Qui è dove moriranno!"
Leonida, 300
"Non cedete loro niente! Ma prendete da loro tutto!"
Leonida, 300
Sconsiglio quest'espansione senza dubbi a chiunque voglia giocare quasi solo campagne tematiche. La mappa delle Termopili non è mai necessaria in campagne ufficiali e compare solo in alcune campagne fan-made. Auspico però che la prenda in considerazione chiunque sia particolarmente interessato alla modalità partita singola, che per essere apprezzata richiede di possedere più mappe possibile. Passare dalle quattro del Core Box a cinque con questa, la più adatta forse per le schermaglie, è una possibilità da non sottovalutare. Perché credetemi, a volte non è solo il chi si affronta, ma anche il dove lo si combatte e perché a rendere una battaglia davvero, davvero memorabile.
Daxos: "Tu vuoi affrontare Serse solo con questo pugno di soldati? Credevo che Sparta avrebbe almeno eguagliato il nostro numero".
Leonida: "Non è così? Tu, dimmi, qual è il tuo mestiere?"
Arcade: "Sono un vasaio, Signore".
Leonida: "E tu, arcade, qual è il tuo mestiere?"
Arcade: "Scultore, Signore".
Leonida: "Scultore, tsk. E tu?"
Arcade: "Fabbro, Signore".
Leonida: "Spartani! Qual è il vostro mestiere?"
Spartani: "Ahu! Ahu! Ahu!" [clangore di scudi e lance]
Leonida: "Visto, caro amico? Ho portato molti più soldati di te".