Ciao! Il tuo articolo mi ha divertito e contemporaneamente l'ho trovato corrispondente alla realtà che mette quotidianamente in confronto genitori e figli nelle varie attività, ed una grossa fetta, la più grande, è dedicata al gioco (i miei piccoli goblin hanno 4 e 5 anni). Il gioco da tavolo già li appassiona e quindi lo spunto che dai con questo memo, non può che tornarmi utile. Good job!
Nella vita di un genitore è immancabile l'arrivo di quello che da molti è considerato lo spauracchio del gioco da tavolo in ambito famigliare. Alcuni vedono nel suo manifestarsi la personificazione dell'inesorabile ruota del tempo, terrificante momento in cui si prende coscienza che l'insindacabile perfezione del capo famiglia (leggesi anche maschio alpha) inizia a mostrare le prime, inesorabili crepe; altri bollano (erroneamente) il suo presentarsi sul tavolo da gioco come un semplice contrattempo, trascurabile momento di debolezza in una carriera di auliche esperienze. Che siate della prima o della seconda categoria, non importa: anche voi, prima o poi sarete vittima del Memory.
Di tessere, combinazioni e di accoppiamenti sbagliati
Tralasciando però questa breve disamina sociologica, è con piacere che vi parlo di questo titolo edito da Headu, proposto ad una platea potenziale di infanti da 3 ai 6 anni e basato sulle classiche dinamiche del "memory". In sintesi, stiamo parlando di un titolo in cui è necessario associare coppie di elementi affini al fine di eliminarle dal tabellone di gioco e metterle nel proprio carniere; terminate le tessere chi si ritroverà con il malloppo più numeroso viene automaticamente decretato come vincitore.
Tuttavia, a differenza di altri giochi similari, in Memo Osserva E Scopri viene richiesto ai giocatori di sviluppare insieme alla memoria anche la capacità di astrazione: al posto della classica coppia di tessere identiche, è infatti necessario associare un animale con un particolare del suo manto; una variante minimale, ma in grado di aumentare la richiesta di concetrazione vista la necessità di ragionare per analogia e non semplicemente per confronto. Se quindi pensavate di potervela cavare senza colpo ferire, dovrete ricredervi quando vi troverete a scoprire che quelle che vi sembravano delle spine di un riccio in realtà sono i peli di un aitante scimpanzè...
Dimmi che pelo hai e ti dirò chi sei
La prova sul campo è risultata sicuramente convincente, sia per l'estrema semplicità di approccio richiesta (d'altronde, seppur in una variante, stiamo parlando sempre di memory), sia per la possibilità di modulare la difficoltà e la durata della partita semplicemente decidendo quante tessere posizionare sul tavolo di gioco; la grafica accattivante oltre alla robustezza dei materiali utilizzati chiudono poi piacevolmente il cerchio, dando vita a un gioco da poter estrarre dal cilindro in qualsiasi occasione senza il timore di deludere la platea dei piccoli goblin.Come introduttivo dei giochi da tavolo, svolge poi efficacemente il suo ruolo, visto la necessità di introdurre i concetti di competizione (chi trova più tessere?), di turno, di capacità di assimilare la propria frustrazione (quella tessera era lì, lo giuro!) e di capire in maniera semplice che a volte si vince e a volte si perde; le competenze richieste permettono poi anche ai più piccoli (e potenzialmente svantaggiati) di uscire vittoriosi dalla partita, rendendo di fatto il tutto più equilibrato.
A conti fatti stiamo parlando della variante di un grande classico, ma se siete ancora sprovvisti di un titolo di questo genere, il mio consiglio è di prediligere qualcosa di leggermente più strutturato, come quello qui proposto, per portarvi a casa un gioco più "duraturo" nel tempo.
Per chiudere alcuni consigli (banali) per regolare la sfida in base all'età dei giocatori:
- se avete giocatori particolarmente giovani, potete partire a carte scoperte per poi girarle prima di iniziare la partita;
- scegliete le coppie di carte più facili da associare e dove i particoli siano ben evidenti così da aiutare i giocatori più "verdi";
- nella preparazione del tavolo, fate suddividere le carte fingendo di verificare di non aver perso un pezzo da una partita all'altra; così facendo permetterete a tutti di acquisire famigliarità con le diverse coppie di elementi.