Per me è un'occasione buttata nel cestino se penso a quello che ha fatto la Restoration Games con Fireball Island. Anche solo commercialmente parlando potevano sfruttare un hype che li avrebbe fatti guadagnare molto di più. Compitino eseguito male, i bambini con cui ho giocato si sono stancati di essere bloccati dal caso e non ne potevano più di giocare... Bocciato!
Per chi, come me, è nato negli anni 80, la percezione dello scorrere del tempo sta assumendo toni inquietanti, soprattutto nell'ordine di grandezza degli anni passati rispetto a un dato evento; se qualcuno si avventura infatti a farmi una domanda su un qualsiasi oggetto/gioco/fllm di quegli anni, la percezione temporale mi mette immancabilmente di fronte a risultati destabilizzanti, spesso inaspettati, ma che hanno lo stesso risultato di una doccia fredda a metà inverno.
Facciamo un esempio: quanti anni sono passati dal primo episodio dei Cavalieri dello Zodiaco, dall'uscita di Jurassic Park o dalla pubblicazione di IT? Avete dato una risposta? Siete sicuri? Ecco, prima che possiate fare qualche calcolo supplementare e raggiungere una sorta di confort zone mentale, sappiate che sono passati rispettivamente 33, 30 e 37 anni. Non dieci o venti (al massimo) come la maggior parte di voi sono sicuro abbia risposto di primo acchitto, ritenendoli eventi tutti relativamente recenti, ma quella cifra pericolosamente vicina al mezzo secolo.
Fortunatamente, per aiutarci ad addolcire l'amara pillola del tempo che passa, l'industria del gioco (e non solo, ovviamente) ha ben pensato di rispolverare dall'armadio dei ricordi tutta una serie di titoli che hanno fatto la fortuna della generazione Y, fra cui l'amato Brivido oggetto di quest'articolo. Pronti a un tuffo nel passato?
Sentirsi un birillo da bowling
Oggetto del mio più vivido desiderio per anni, grazie a una sapiente pubblicità televisiva che mostrava di più di quello che effettivamente poi avreste trovato sul vostro tavolo (ah, le gioie del marketing), Brivido era uno di quei titoli che ero sicuro che non avrei mai più rivisto, se non in una di quelle riffe clandestine dette aste ebay (o annunci facebook) dove periodicamente saltano fuori fondi di magazzino nuovi e lucenti, il cui valore commerciale è valutato nel mercato dell'oro.
Fortunatamente (o forse no, come vedremo più avanti) Grandi Giochi ha deciso di riapparecchiare la tavola, proponendo una versione riveduta e corretta di questo grande classico, adatto per un pubblico a partire dai 6 anni e un numero di avventurieri fino a 6 (il 6 è il numero del Demonio, si sa).
Se però che gli anni trascorsi potessero aver fatto bene al'ergonomia del gioco, beh, mi dispiace ma la partenza non è decisamente delle migliori; grazie a un set di istruzioni al cui confronto il catalogo Ikea è una passeggiata di salute, vi troverete infatti a dover effettuare una serie di incastri degni dei migliori architetti di fama mondiale per costruire il castello protagonista di questo titolo. Peccato che, in nome di un'ecologia imperante (che condivido, per essere chiari), praticamente tutti i componenti siano di cartone, cosa che rende estremamente pericoloso qualsiasi errore o forzatura per cercare di incastrare quella scala esattamente lì dove avevate capito dovesse essere.
Aggiungete a quanto detto poc'anzi il fatto che letteralmente la scatola diventerà la plancia dove i vostri protagonisti dovranno muoversi e che le istruzioni vi serviranno anche per riporre nell'armadio il gioco una volta terminata la partita (non scherzo!). In pratica, il perfetto contrappasso per un genitore che si è fatto irretire dai ricordi.
Superato tuttavia il trauma logistico e presi i vostri personaggi (2 a testa fino a 4 giocatori, uno per 5 o 6 sfidanti) eccoci alla prese con il castello infestato, con l'unico scopo di riuscire a uscire il prima possibile dalla magione lasciando alle spalle amici e nemici.
Partendo dalla cima dalle scale dovrete infatti tirare a turno il dado e muovere uno dei membri del vostro team muovendolo per il numero sopra riportato; nel farlo dovrete stare attenti a dove vi fermerete: il pavimento è infatti suddiviso in spazi gialli, blu, verdi e rossi e come potete immaginare questi ultimi sono i più pericolosi. Fermarvi lì sopra, nelle cosiddette zone di pericolo, farà sì che il fantasma in cima alle scale debba essere premuto, attivando così - virtualmente a caso - una delle quattro trappole previste:
- SCALE: una palla metallica scende dalle Scale
- LIBRERIA: la libreria spara la palla attraverso il pavimento della biblioteca
- RITRATTO: il ritratto di solleva e rivela una scorciatoia
- ASCIA: l'ascia di schianta sulla passerella traballante della sala grande.
Se il vostro personaggio viene colpito deve tornare alla zona blu più vicina, rallentando di fatto il vostro percorso. Occhio che anche lanciando il dado potrete attivare il fantasma, con tutte le conseguenze di improperi annesse.
Una volta superate le varie sezioni, l'ultimo ostacolo è quindi il cancello finale che vi chiederà di arrivare con un numero di passi esatto nella sezione uscita; se riuscirete a uscire con tutti i personaggi (uno o due) sarete il vincitore della partita.
Gioco dell'oca con delitto
A voler essere sintetici, Brivido può essere descritto come un gioco dell'oca con delitto, dove gli eventuali ostacoli che incontrerete lungo il cammino non faranno altro che rallentarvi nell'incidere in una delle quattro sezioni più una in cui è composto il castello; la strategia è praticamente nulla (meglio scegliere una strada breve e rischiosa o una più lunga ma "tranquilla"?) in quanto il tutto si risolve praticamente a colpi di fortuna e di dado. Anche il meccanismo del fantasma, che serve ad attivare le varie trappole, tende peraltro ad essere purtroppo poco casuale, a meno che il vostro tavolo (e il tabellone) siano livellati in maniera pressoché perfetta.
Nonostante tutto ciò, è difficile dire che il titolo di Grandi Giochi non sia divertente e cacionaro, esattamente come lo ricordavate. E laddove il cartone o la bioluminescenza non arrivano (bello il fantasma che si illumina, peccato che tutto il resto sia al buio e rendendolo di fatto inutilizzabile), arriveranno le urla dei vostri figli, l'adrenalina della pallina che scende e tutto quel contesto che ci ricorda che una volta ci si divertiva con molto meno. La vera domanda è: si stava meglio quando di stava peggio?